Doris Mårtensson tornò a casa la sera di sabato venti aprile.
Adesso erano le otto del lunedì mattina, e lei se ne stava davanti al grande specchio della camera da letto a rimirare la sua tintarella e pensava a quanto invidiosi sarebbero stati i suoi colleghi. Aveva un brutto livido provocato da un succhioto sulla coscia destra e due sul seno sinistro. Mentre si allacciava il reggiseno, pensò che forse, per una settimana o dieci giorni, sarebbe stato il caso di evitare avventure galanti, al fine di schivare domande e spiegazioni intricate.
(da L'autopompa fantasma di Maj Siöwall e Per Wahlöö, trad. Renato Zatti)
Nessun commento:
Posta un commento