Il primo volume lo recensii su Lo Spazio Bianco. Il secondo, invece, lo affronto, con grande ritardo sia sull'uscita sia sulla lettura, qui su DropSea essenzialmente per un motivo: ho ben poco da aggiungere su quanto scritto in occasione della prima uscita.
L'albo, con cadenza apparentemente semestrale, raccoglie, come già il numero 1, le ristampe di storie uscite sui volumi di Mostri della Bug Comics interlacciate da tavole di raccordo di disneyana memoria realizzate da Massimo Filadoro e Marco Savegnago per i disegni di Federico Perrone.
La raccolta presenta un bel mix di racconti, alcuni dei quali li avevo già letti, che dimostrano, qualora ce ne fosse bisogno, che un horror fatto bene è sempre qualcosa di più di una storia che fa tremare i polsi. Considerazioni sull'alienazione, sulla religione, sulla diversità attraversano ciacuno dei racconti della raccolta, che risulta piacevolmente varia non solo grazie a questa dinamicità di temi, ma anche grazie all'alternanza dei toni, ora più intimisti, ora ironici se non in certi passi perfino ridanciani. L'ultimo passo che mi resta da fare è quello di affrontare la lettura di Samuel Stern, ma chissà se e quando mi deciderò a compierlo.
Stomachion
sabato 30 aprile 2022
venerdì 29 aprile 2022
Quando a mancare è qualcosa d'altro
Mi riferisco all'aggiornamento dei blog. A volte, come in questi giorni, a mancare non è tanto ciò di cui mi piacerebbe scrivere, o ciò che mi piacerebbe pubblicare tra ciò che è già pronto, ma proprio la voglia di mettersi lì a scrivere. O mettere nello spazio del post quello che è già scritto, con la sua formattazione. Che poi oggi, venerdì, sarebbe anche il giorno delle particelle musicali e dovrei continuare a parlarvi di quel capolavoro che è Into the electric castle degli Ayreon, ma lasciamo perdere. Lo farò in altra occasione. E allora prendo da una vecchia abitudine e giusto per non lasciare fermo il blog eccovi un pezzo degli Eleine, Memoriam, di cui peraltro avremmo veramente un gran bisogno:
martedì 26 aprile 2022
Le rondini e i topi di Černobyl
Il 26 aprile del 1986 ci fu l'incidente presso la centrale nucleare di Černobyl, in Ucraina, in una zona al momento occupata dalle truppe russe nel corso della loro invasione e all'epoca appartenente all'Unione Sovietica. Le conseguenze dell'emissione delle radiazioni non coinvolsero solo gli esseri umani, ma anche gli animali, come per esempio le rondini e i topi. In particolare ne Il mondo senza di noi, Alan Weisman racconta come le radiazioni abbiano avuto effetti differenti proprio su queste due tipologie di animali.
Molte rondini nascono con chiazze di piume albine. Mangiano insetti, mettono le penne e migrano, come sempre. Però la primavera successiva nessuna delle rondini screziate di bianco riappare. Sono geneticamente troppo carenti per compiere il circuito invernale fino all’Africa del Sud? La loro particolare colorazione le rende poco attraenti per i potenziali partner, o troppo appariscenti per i predatori?Le rondoni non sono gli unici animali che si sono riappropriati della zona radioattiva. Se e come si stanno adattando alle condizioni ambientali questo, al momento, non è dato saperlo.
Eppure le allodole si posano su quelle braccia d’acciaio, e cantano. Poco a nord del reattore distrutto i pini hanno cominciato a ricrescere, con lunghi rami irregolari e aghi di dimensioni disuguali. Però sono vivi, e verdi. Piú oltre, dai primi anni Novanta, le foreste sopravvissute si sono riempite di caprioli e cinghiali radioattivi. Poi sono arrivati gli alci, seguiti dalle linci e dai lupi.Quelli che però sembra si siano adattati meglio di tutti sono i topi:
Altre ricerche sui topi campagnoli di Černobyl´ rivelano che, al pari delle rondini, l’aspettativa di vita di questi roditori è piú breve di quella degli individui della stessa specie in altri luoghi. Tuttavia, sembrano compensare attraverso una piú precoce maturità sessuale e conseguente riproduzione, perciò la loro popolazione non è diminuita.Queste differenze tra rondini e topi ci dicono che in qualche modo gli animali si stanno adattando, ma non tutti allo stesso modo, ma soprattutto che potrebbero avere molte più possibilità dell'uomo di ripopolare una zona altamente radioattiva come quella di Černobyl.
Se cosí è, forse la natura sta affrettando la selezione, per aumentare la probabilità che nelle nuove generazioni di topi campagnoli nascano individui con una maggiore tolleranza alle radiazioni. In altre parole, individui mutanti però piú forti, evoluti per affrontare un ambiente piú estremo, in mutamento.
domenica 24 aprile 2022
Topolino #3465: Il ritorno dei paperi romani
In effetti più che un ritorno è una promozione, visto che gli Italici paperi tornano su Topolino come Urbani paperi, in una nuova stagione delle avventure di Paperonoro e parenti. Matteo Venerus, affiancato dal direttore Alex Bertani, cala la strana famiglia italica nelle atmosfere della Roma repubblicana.
Come avevo già valutato in occasione della precedente stagione, dobbiamo considerare come ambientazione cronologica un anno intorno al 145 a.C. Ovviamente non essendoci alcun evento storico particolare da rappresentare, l'epoca è da considerarsi puramente indicativa. L'obiettivo degli autori resta imdubbiamente quello di raccontare qualcosa sugli usi e i costumi di Roma, ma a differenza della stagione precedente, con gli Urbani paperi Venerus introduce anche una serie di elementi decisamente molto interessanti che aumentano l'interesse nella lettura degli episodi futuri. Gli autori, infatti, si concentrano su alcuni dei protagonisti della famiglia papera, iniziando a seguirne le vicende, portando così il lettore all'interno della vita pubblica e privata degli antichi romani, e approfondendo aspetti come la politica, il commercio, la scuola.
I disegni sono sempre affidati a Emmanuele Baccinelli, in questo caso alla prova con un'ambientazione molto più urbana rispetto alla serie precedente. La prova, comunque, risulta ampiamente superata, mentre il suo tratto squisitamente carpiano non può che far pensare immediatamente, almeno al lettore di una certa età, alla Storia e gloria della dinastia dei paperi, di cui è in arrivo una nuova ristampa.
Dal punto di vista storico, però, ho trovato un paio di dettagli che non tornano esattamente. Ad esempio l'elezione dei due consoli non era affidata al censore ma dagli aventi diritto riuniti nei comizi centuriati. E', invece, corretto che spesso veniva eletto anche un console plebeo, come sembra essere Tizio Caio in questo primo episodio, Ai vostri posti.
Come avevo già valutato in occasione della precedente stagione, dobbiamo considerare come ambientazione cronologica un anno intorno al 145 a.C. Ovviamente non essendoci alcun evento storico particolare da rappresentare, l'epoca è da considerarsi puramente indicativa. L'obiettivo degli autori resta imdubbiamente quello di raccontare qualcosa sugli usi e i costumi di Roma, ma a differenza della stagione precedente, con gli Urbani paperi Venerus introduce anche una serie di elementi decisamente molto interessanti che aumentano l'interesse nella lettura degli episodi futuri. Gli autori, infatti, si concentrano su alcuni dei protagonisti della famiglia papera, iniziando a seguirne le vicende, portando così il lettore all'interno della vita pubblica e privata degli antichi romani, e approfondendo aspetti come la politica, il commercio, la scuola.
I disegni sono sempre affidati a Emmanuele Baccinelli, in questo caso alla prova con un'ambientazione molto più urbana rispetto alla serie precedente. La prova, comunque, risulta ampiamente superata, mentre il suo tratto squisitamente carpiano non può che far pensare immediatamente, almeno al lettore di una certa età, alla Storia e gloria della dinastia dei paperi, di cui è in arrivo una nuova ristampa.
Dal punto di vista storico, però, ho trovato un paio di dettagli che non tornano esattamente. Ad esempio l'elezione dei due consoli non era affidata al censore ma dagli aventi diritto riuniti nei comizi centuriati. E', invece, corretto che spesso veniva eletto anche un console plebeo, come sembra essere Tizio Caio in questo primo episodio, Ai vostri posti.
sabato 23 aprile 2022
Superman: Salvare la Terra
Il 15.mo volume della ristampa del Superman di John Byrne non presenta alcuna storia tratta dal serial principale, ma segna il quasi esordio in era post-Crisis di uno storico avversario di Superman e un lungo speciale con un disegnatore ospite fondamentale per la storia del personaggio. Andiamo, però, con ordine, partendo da Adventures #438, disegnato come sempre da Jerry Ordway, con l'arrivo della versione byrniana di Brainiac.
Il fumettista canadese, sempre in veste di sceneggiatore su Adventures, propone una versione particolare dello storico avversario di Superman: sempre uno scienziato megalomane proveniente dal pianeta Colu, ma in questo caso il suo viaggio nello spazio viene apparentemente realizzato come pura coscienza. E giunge sulla Terra in questo modo, infestando la mente di un mentalista e illusionista, MIlton Fine, Lo stupefacente Bariniac, artista da circo. La presa della mente aliena di Brainiac, però, diventa così forte che Milton non può fare a meno di scatenare i suoi poteri mentali, e così Superman è costretto a intervenire. La sfida, però, è in un certo senso impari e non sarà Superman a concluderla, elemento già di per sé piuttosto inusuale. Inoltre il finale inquietante promette l'arrivo sulla Terra del Brainiac che ormai conosciamo bene, quello con l'impianto cerebrale sulla testa.
Il fumettista canadese, sempre in veste di sceneggiatore su Adventures, propone una versione particolare dello storico avversario di Superman: sempre uno scienziato megalomane proveniente dal pianeta Colu, ma in questo caso il suo viaggio nello spazio viene apparentemente realizzato come pura coscienza. E giunge sulla Terra in questo modo, infestando la mente di un mentalista e illusionista, MIlton Fine, Lo stupefacente Bariniac, artista da circo. La presa della mente aliena di Brainiac, però, diventa così forte che Milton non può fare a meno di scatenare i suoi poteri mentali, e così Superman è costretto a intervenire. La sfida, però, è in un certo senso impari e non sarà Superman a concluderla, elemento già di per sé piuttosto inusuale. Inoltre il finale inquietante promette l'arrivo sulla Terra del Brainiac che ormai conosciamo bene, quello con l'impianto cerebrale sulla testa.
venerdì 22 aprile 2022
Camminare sulla Terra
Erano gli anni dei Duran Duran, con le ragazzine che spasimavano per Simon Le Bon, che a dispetto del nome era britannico. Come la band. Che poi io, dei Duran Duran, non ricordo una singola nota e giusto per cultura personale sto ascoltando qualcosa adesso mentre sto scrivendo queste righe. Ma non è di loro che voglio scrivere. E' che viviamo, spesso e un po' in tutti i campi, di dualismi. E i principali concorrenti dei Duran Duran all'epoca, almeno quelli che mi rimasero impressi, furono gli Europe. Sarà per via del loro pezzo forte, The final countdown, title track del loro terzo album, sarà per il genere, l'hard rock, anche se all'epoca avevo una visione più semplice della musica, ma la band svedese mi lasciò un marchio musicale, mentre i britannici mi sembrarono solo un semplice fenomeno mediatico.
Fondati nel 1981, ebbero una pausa solo tra il 1993, anno del primo scioglimento, e il 1999, con una reunion che dura tutt'ora. Se mi chiedete se preferisco il Joey Tempest di adesso o quello degli esordi, nonostante consideri Final countdown migliore della canzone che vi presento oggi (e questo nonostante le forti influenze anni '80), voto per quello attuale.
giovedì 21 aprile 2022
I rompicapi di Alice: Il giro della bertuccia
Finita l'esibizione dell'organista, la bertuccia salta da una finestra all'altra per recuperare da ciascuno degli ascoltatori l'obolo da riportare nella cassa del suo padrone. Determinare il percorso migliore per la bertuccia, considerando che finisce il giro sulle spalle del musicista.
Da Passatempi matematici vol. 2 di Sam Loyd a cura di Martin Gardner
Da Passatempi matematici vol. 2 di Sam Loyd a cura di Martin Gardner
martedì 19 aprile 2022
Il primo laboratorio spaziale
Il 19 aprile del 1971 i sovietici lanciarono nello spazio la Saljut 1, la prima stazione spaziale dell'umanità.
Lanciata da un razzo Proton fu poi raggiunta il 23 aprile dello stesso anno dall'equipaggio della missione Sojuz 10 con l'intento di agganciarla. La procedura comunque non riuscì perfettamente e nonostante il rendezvous e l'aggancio l'equipaggio non poté salire a bordo.Un altro record della Saljut 1 è legato all'uso di un telescopio in orbita, l'Orion 1, usato dall'astronauta Viktor Ivanovič Pacaev direttamente in orbita.
Fu nuovamente raggiunta il 7 giugno da parte della Sojuz 11 e questa volta l'equipaggio poté entrarvi per rimanervi 23 giorni. Sfortunatamente, durante lo sgancio tra la stazione e la Sojuz, quest'ultima riportò dei danni ad una valvola che comportò la fuoriuscita dell'aria presente all'interno della navetta, causando la morte dell'intero equipaggio.
La Saljut 1 non fu più visitata da nessun equipaggio e rimase in orbita fino a che fece il suo rientro distruttivo in atmosfera, avvenuto l'11 ottobre 1971.
lunedì 18 aprile 2022
Topolino #3464: Nel vortice della magia
Mi sarebbe piaciuto poter far uscire la recensione ieri, ma per molti motivi non sono riuscito. Il motivo è legato alla ricorrenza pasquale: nonostante la copertina, e in maniera decisamente molto soft e per nulla esplicita, la redazione è riuscita a ricordare la festività grazie alla seconda puntata de Il volo dell'albatro di Bruno Enna e Nicola Tosolini. Se per quel che riguarda la recensione, questa seconda puntata non fa che confermare quanto scritto una settimana fa, vale la pena soffermarsi proprio sulle vignette diciamo così "pasquali", quelle cioé della nascita del cucciolo di Diomede, l'albatro del titolo.
La bella immagine che Enna e Tosolini hanno lasciato ai lettori avrebbe, forse, meritato un articolo, giusto per ricordare ai lettori il significato delle uova pasquali. Il riferimento del titolo, invece, è alla copertina che anticipa la prima puntata de Le sette streghe vulcaniche, storia sempre di Enna ma per i disegni di Roberto Vian. L'esperto sceneggiatore, in questa prima puntata, recupera un vecchio personaggio di Francesco Artibani e Lello Arena, disegnato la prima volta da Giorgio Cavazzano, ovvero la Nonna Caraldina. In questo caso la simpatica nonna di Amelia è la semplice ascoltatrice delle confidenze della nipote, narratrice di tutta la storia.
La bella immagine che Enna e Tosolini hanno lasciato ai lettori avrebbe, forse, meritato un articolo, giusto per ricordare ai lettori il significato delle uova pasquali. Il riferimento del titolo, invece, è alla copertina che anticipa la prima puntata de Le sette streghe vulcaniche, storia sempre di Enna ma per i disegni di Roberto Vian. L'esperto sceneggiatore, in questa prima puntata, recupera un vecchio personaggio di Francesco Artibani e Lello Arena, disegnato la prima volta da Giorgio Cavazzano, ovvero la Nonna Caraldina. In questo caso la simpatica nonna di Amelia è la semplice ascoltatrice delle confidenze della nipote, narratrice di tutta la storia.
sabato 16 aprile 2022
Il viaggio straordinario: l'electricpunk di Filippi e Camboni
A spingermi all'acquisto de Il viaggio straordinario: Il concorso di Jules Verne, volume che raccoglie i tre tomi originali della serie, non è stato solo il nome degli autori coinvoli, Denis-Pierre Filippi e Silvio Camboni, ma proprio il riferimento a Jules Verne, considerato il principale ispiratore della corrente letteraria dello steampunk.
In effetti Il viaggio straordinario è, filosoficamente parlanto, un romanzo di impianto steampunk, visto che racconta di una prima guerra mondiale ancora in corso nel 1927 e condotta con macchinari avveniristici per l'epoca (ma non solo per quella). Anche i due protagonisti sono perfettamente calati in questa atmosfera: sono i due cugini Noemie ed Emiliene, due ragazzini geniali, lasciati un po', come si suol dire, a "pascere" per proprio conto sotto la guida di istitutori che prima o poi escono fuori di testa a stare dietro ai loro colpi di genio. I due hanno un duplice obiettivo: vincere il concorso dedicato a Verne per il miglior veicolo a energia elettrica e ritrovare il padre di Emiliene, misteriosamente scomparso.
La storia si intreccia in maniera inevitabile con intrighi di guerra: di fatto siamo di fronte alla più classica spy story, ma intrisa di quello stesso senso della meraviglia e straordinarietà che si trova a piene mani nei romanzi verniani (e a cui spero di dedicare presto una serie di recensioni). E non si possono non trovare anche riferimenti più o meno espliciti a romanzi o invenzioni dello scrittore francese: in questo Filippi realizza prima di tutto un omaggio a Verne, e quindi un'opera squisitamente originale anche per collocazione di genere, visto che può tranquillamente essere classificata all'interno di quell'electricpunk che, in qualche modo, può essere considerato iniziato sempre da un altro autore di fumetti, Warren Ellis, con il capitan Swing.
Affascinanti e ricchi di dettagli, invece, i disegni di Camboni, che interpreta nel modo migliore il genere, di base steampunk come scritto all'inizio, e l'ambientazione storica. La prova con dei personaggi realistici alla fine risulta più che convincente, sia nella gestione dei personaggi stessi, sia in quella degli ambienti (città, boschi, fondali oceanici, ecc...). Un'ottima mano la da anche la colorazione di Gaspard Yvan, quasi acquarellata, completando così un prodotto bello, interessante e appassionante, che peraltro si conclude con la promessa di un seguito!
In effetti Il viaggio straordinario è, filosoficamente parlanto, un romanzo di impianto steampunk, visto che racconta di una prima guerra mondiale ancora in corso nel 1927 e condotta con macchinari avveniristici per l'epoca (ma non solo per quella). Anche i due protagonisti sono perfettamente calati in questa atmosfera: sono i due cugini Noemie ed Emiliene, due ragazzini geniali, lasciati un po', come si suol dire, a "pascere" per proprio conto sotto la guida di istitutori che prima o poi escono fuori di testa a stare dietro ai loro colpi di genio. I due hanno un duplice obiettivo: vincere il concorso dedicato a Verne per il miglior veicolo a energia elettrica e ritrovare il padre di Emiliene, misteriosamente scomparso.
La storia si intreccia in maniera inevitabile con intrighi di guerra: di fatto siamo di fronte alla più classica spy story, ma intrisa di quello stesso senso della meraviglia e straordinarietà che si trova a piene mani nei romanzi verniani (e a cui spero di dedicare presto una serie di recensioni). E non si possono non trovare anche riferimenti più o meno espliciti a romanzi o invenzioni dello scrittore francese: in questo Filippi realizza prima di tutto un omaggio a Verne, e quindi un'opera squisitamente originale anche per collocazione di genere, visto che può tranquillamente essere classificata all'interno di quell'electricpunk che, in qualche modo, può essere considerato iniziato sempre da un altro autore di fumetti, Warren Ellis, con il capitan Swing.
Affascinanti e ricchi di dettagli, invece, i disegni di Camboni, che interpreta nel modo migliore il genere, di base steampunk come scritto all'inizio, e l'ambientazione storica. La prova con dei personaggi realistici alla fine risulta più che convincente, sia nella gestione dei personaggi stessi, sia in quella degli ambienti (città, boschi, fondali oceanici, ecc...). Un'ottima mano la da anche la colorazione di Gaspard Yvan, quasi acquarellata, completando così un prodotto bello, interessante e appassionante, che peraltro si conclude con la promessa di un seguito!
venerdì 15 aprile 2022
Paralipomeni di Alice: I poliedri di Leonardo
Leonardo da Vinci è uno degli italiani più noti di tutti i tempi. Aveva molti interessi, dall'architettura, alla pittura, all'ingegneria, alla matematica e altro ancora. In particolare nel campo della matematica, come abbiamo visto in altra occasione, probabilmente ha inserito un bel po' di matematica all'interno del suo uomo vitruviano. Però ha anche realizzato una serie di disegni geometrici per uno dei trattati più famosi dell'antichità, il De divina ratio del 1509 di Luca Pacioli, in particolare una serie di poliedri regolari, in particolare dei solidi platonici (tetraedro, cubo, ottaedro, dodecaedro e icosaedro).
La definizione formale dei solidi platonici è poliedri convessi regolari le cui facce sono costituite da poligoni regolari congruenti, ovvero esattamente sovrapponibili, e con tutti gli spigoli e i vertici equivalenti. Questo vuol dire che gli angoli solidi ai vertici sono tutti uguali. Ne consegue che anche i suoi angoloidi hanno la stessa ampiezza.
Di poliedri regolari così fatti ne esistono solo cinque, non di più, come dimostrato da Euclide nei suoi Elementi. I motivi sono essenzialmente quattro.
Innanzitutto in ogni vertice devono convergere almeno tre facce. Inoltre, per evitare che l'angoloide formato risulti piatto, la somma degli angoli che convergono nei vertici deve essere minore di 360°. Questo vuol dire che gli angoli al vertice devono essere al massimo pari a 120° = 360°/3. Questo vuol dire che gli unici poligoni che possono formare dei solidi platonici sono triangolo, quadrato e pentagono. Il che porta ai cinque solidi regolari di cui sopra. E nulla di più.
Altri dei solidi platonici disegnati da Leonardo li potete trovare su Life Through A Mathematician's Eyes e su Leonardo da Vinci's Polyhedra.
Di poliedri regolari così fatti ne esistono solo cinque, non di più, come dimostrato da Euclide nei suoi Elementi. I motivi sono essenzialmente quattro.
Innanzitutto in ogni vertice devono convergere almeno tre facce. Inoltre, per evitare che l'angoloide formato risulti piatto, la somma degli angoli che convergono nei vertici deve essere minore di 360°. Questo vuol dire che gli angoli al vertice devono essere al massimo pari a 120° = 360°/3. Questo vuol dire che gli unici poligoni che possono formare dei solidi platonici sono triangolo, quadrato e pentagono. Il che porta ai cinque solidi regolari di cui sopra. E nulla di più.
Altri dei solidi platonici disegnati da Leonardo li potete trovare su Life Through A Mathematician's Eyes e su Leonardo da Vinci's Polyhedra.
giovedì 14 aprile 2022
Witcher: Una strana famiglia allargata
Con la seconda stagione di Witcher gli autori hanno adottato uno stile narrativo più standard rispetto a quello che aveva invece caratterizzato la prima stagione. D'altra parte non c'era alcuna necessità di costruire le interazioni tra i personaggi come un intreccio che si dipana nel corso del tempo. In questo caso, infatti, l'azione si svolge in un tempo molto più ristretto, dell'ordine dei mesi per intenderci.
La prima necessità della stagione, infatti, anticipata nelle interviste agli autori che accompagnavano la prima stagione, è quella di costruire quella strana famiglia che già si prefigurava nel corso della prima serie, ovvero Geralt di Rivia e Yennefer di Vengerberg come "genitori" e la principessa Cirilla di Cintra come loro "figlia".
Ovviamente la storia non si riduce a questa semplice necessità, visto che gli autori scavano all'interno di tutti e tre i personaggi principali, su tutti Cirilla, alla ricerca di un modo di comprendere se stessa, la sua natura, le sue origini e la sua storia, incluso quel destino che sembra le sia stato in qualche modo imposto; e poi Yennefer, che dopo essere stata la grande eroina del finale di stagione, passa buona parte della seconda stagione a trovare anch'essa se stessa, perdendosi dentro l'ossessione del riottenere il potere magico perduto; e infine Geralt, forse il più granitico di tutti, quella roccia su cui ruota l'intera storia. E la cosa è tanto più evidente, quanto ironica, visto che comunque Geralt molte cose le scopre insieme con lo spettatore. Proprio la caratterizzazione di Geralt, però, rende sempre più evidente la scelta di Henry Cavill come protagonista, visto che effettivamente sembra di essere di fronte a personaggio saldo come Superman, ma determinato come Batman: il mix perfetto, oserei dire!
La prima necessità della stagione, infatti, anticipata nelle interviste agli autori che accompagnavano la prima stagione, è quella di costruire quella strana famiglia che già si prefigurava nel corso della prima serie, ovvero Geralt di Rivia e Yennefer di Vengerberg come "genitori" e la principessa Cirilla di Cintra come loro "figlia".
Ovviamente la storia non si riduce a questa semplice necessità, visto che gli autori scavano all'interno di tutti e tre i personaggi principali, su tutti Cirilla, alla ricerca di un modo di comprendere se stessa, la sua natura, le sue origini e la sua storia, incluso quel destino che sembra le sia stato in qualche modo imposto; e poi Yennefer, che dopo essere stata la grande eroina del finale di stagione, passa buona parte della seconda stagione a trovare anch'essa se stessa, perdendosi dentro l'ossessione del riottenere il potere magico perduto; e infine Geralt, forse il più granitico di tutti, quella roccia su cui ruota l'intera storia. E la cosa è tanto più evidente, quanto ironica, visto che comunque Geralt molte cose le scopre insieme con lo spettatore. Proprio la caratterizzazione di Geralt, però, rende sempre più evidente la scelta di Henry Cavill come protagonista, visto che effettivamente sembra di essere di fronte a personaggio saldo come Superman, ma determinato come Batman: il mix perfetto, oserei dire!
mercoledì 13 aprile 2022
Abbiamo sempre vissuto nel castello
Dopo Hill House, continuano a regalarmi i libri della grande Shirley Jackson. Se il libro da cui è tratta l'omonima serie televisiva è un'inquietante romanzo che oscilla tra l'horror psicologico e il noir, Abbiamo sempre vissuto nel castello ricade esattamente in quest'ultima categoria.
La storia è quella delle sorelle Blackwood che vivono, insieme con lo zio infermo, in una grande casa isolata dal resto del paese. Anche ciò che resta dei Blackwood vive isolato dal paese. Il motivo è la morte del resto della famiglia a causa di un veleno finito nello zucchero.
La storia è una ricostruzione, un pezzo alla volta, di quel tragico incidente, alternata con la vita delle sorelle nel presente. Quest'ultima è un alternarsi tra la faccende di casa, l'accudire il vecchio zio e le scarse interazioni con gli abitanti del paese, che non vedono di buon occhio le sorelle sopravvissute, in particolare Constance, che, nonostante sia sta dichiarata innocente, è ritenuta colpevole della morte dei genitori e della moglie dello zio.
Tutta la storia viene raccontata dalla sorella minore, Mary Katherine, diciotto anni, ma con una mente piuttosto infantile. Questo espediente permette di trasmettere al lettore le sensazioni forti che una mente di questo genere prova: gioia, amore, ma anche odio vengono descritti con una forza travolgente, il tutto condito dalle piccole malvagità quotidiane che circondano la nostra vita.
Abbiamo sempre vissuto nel castello
Shirley Jackson
Monica Pareschi
Adelphi 2021
192 brossurato 12
9788845935497
La storia è quella delle sorelle Blackwood che vivono, insieme con lo zio infermo, in una grande casa isolata dal resto del paese. Anche ciò che resta dei Blackwood vive isolato dal paese. Il motivo è la morte del resto della famiglia a causa di un veleno finito nello zucchero.
La storia è una ricostruzione, un pezzo alla volta, di quel tragico incidente, alternata con la vita delle sorelle nel presente. Quest'ultima è un alternarsi tra la faccende di casa, l'accudire il vecchio zio e le scarse interazioni con gli abitanti del paese, che non vedono di buon occhio le sorelle sopravvissute, in particolare Constance, che, nonostante sia sta dichiarata innocente, è ritenuta colpevole della morte dei genitori e della moglie dello zio.
Tutta la storia viene raccontata dalla sorella minore, Mary Katherine, diciotto anni, ma con una mente piuttosto infantile. Questo espediente permette di trasmettere al lettore le sensazioni forti che una mente di questo genere prova: gioia, amore, ma anche odio vengono descritti con una forza travolgente, il tutto condito dalle piccole malvagità quotidiane che circondano la nostra vita.
martedì 12 aprile 2022
domenica 10 aprile 2022
Topolino #3463: Nell'oscurità
E così siamo giunti al quinto episodio de La ciurma del Sole Nero. La serie, ispirata in particolare a Spazio 1999 con qualche infiltrazione dal parte di Star Trek continua a svilupparsi sui due binari paralleli dello sviluppo della storia segreta del comandante Topolino Tomorrow da un lato e delle peregrinazioni, probabilmente senza possibilità di ritorno, della Sole Nero, la stazione spaziale che è stata sbalzata fuori dall'orbita a causa dell'urto con un asteroide. Nonostante un inizio stentato in cui, dal punto della verosimiglianza scientifica molti elementi facevano storcere il naso, nel resto delle avventure Marco Gervasio aveva puntato esclusivamente sull'elemento dell'avventura per raccontare l'azione delle storie sviluppate all'interno dei singoli episodi. E più o meno sembrava sarebbe accaduta la stessa cosa anche con Prigionieri dell'oscurità.
sabato 9 aprile 2022
Girl from the other side
Una favola nera sull'accettazione di se
Avevo già affrontato un'opera di Nagabe, autore interessante sia nel tratto sia nelle tematiche. Il mangaka, infatti, in Love from the other side affronta il tema del rapporto tra diversi, declinandolo attraverso il sentimento dell'amore.
La raccolta dei racconti, come avevo scritto, riprende in piccolo il tema portante di Girl from the other side, serie pubblicata in Italia dalla J-Pop e conclusasi di recente con l'uscita dell'11.mo tankobon.
La storia racconta di due società in contrapposizione, quella degli umani e dei mostri, esseri che portano tra gli umani una maledizione oscura che spinge gli uomini ad allontanare e persino uccidere intere comunità dove la maledizione giunge (o sembra giungere). Attraverso l'ambientazione medioevale, Nagabe racconta dunque una storia sull'intolleranza, ma anche sulla religione, che la alimenta, e sulla ricerca del sé, visto che è proprio quello che fa il Maestro, l'essere umano maledetto che prova a sopravvivere nella zona maledetta insieme con la piccola Shiva.
Nagabe esplora il loro rapporto, attraverso il quale sviluppa il tema della diversità in maniera delicata, senza dimenticare scene ricche di tensione o di azione dovute alla ricerca di Shiva da parte dei soldati del regno degli uomini. Inoltre, man mano che si leggono i vari volumi, diventa sempre più evidente il collegamento della storia con il concetto orientale di yin e yang. Un manga nel complesso decisamente molto interessante, che ci racconta tanto su di noi e sulla nostra società, fornendoci un suggerimento per superare le nostre divisioni.
venerdì 8 aprile 2022
Un viaggio meraviglioso
Dopo averne esaminato i testi dei primi due pezzi, torniamo al "sommario" di Into the electic castle, il terzo album degli Ayreon di Arjen Anthony Lucassen.
Seguendo la cronologia di scrittura dell'album incontriamo Amazing Flight, che a dispetto del titolo non parla di viaggi spaziali, ma propone all'ascoltatore un quarto verso particolarmente interessante:
Prima della partenza dell'espansione, momento che viene usualmente indicato come big bang, l'universo era molto più piccolo in dimensioni e molto più caldo in temperatura. In queste condizioni la radiazione che lo riempiva era uniforme e scorreva all'interno di un plasma di protoni ed elettroni non legati tra loro. A impedire la formazione di questi legami erano i fotoni, che trasportavano elevate quantità di energia. Una volta iniziata l'espansione, il plasma iniziò a raffreddarsi e quindi anche i fotoni diminuirono la loro energia. Questo permise agli elettroni di legarsi ai protoni formando quasi tutto l'idrogeno, l'elio e il litio presenti oggi nell'universo. A questo punto non c'era più nessuna particella che potesse assorbire la radiazione luminosa, così l'universo, che fino ad allora era rimasto opaco, si accese. Letteralmente!
O in altri termini, il buio portò fino alla luce!
Seguendo la cronologia di scrittura dell'album incontriamo Amazing Flight, che a dispetto del titolo non parla di viaggi spaziali, ma propone all'ascoltatore un quarto verso particolarmente interessante:
Darkness will lead to light - colour will bleed into the night.Lo si potrebbe accostare alla descrizione biblica della luce che scaturisce dal buio per volere divino, oppure a un concetto scientifico legato alla radiazione cosmica di fondo. Ne ho discusso in varie occasioni: questa è la luce che ci proviene dai primi istanti dell'universo, pochi attimi dopo l'inizio dell'espansione dello spazio tempo.
Prima della partenza dell'espansione, momento che viene usualmente indicato come big bang, l'universo era molto più piccolo in dimensioni e molto più caldo in temperatura. In queste condizioni la radiazione che lo riempiva era uniforme e scorreva all'interno di un plasma di protoni ed elettroni non legati tra loro. A impedire la formazione di questi legami erano i fotoni, che trasportavano elevate quantità di energia. Una volta iniziata l'espansione, il plasma iniziò a raffreddarsi e quindi anche i fotoni diminuirono la loro energia. Questo permise agli elettroni di legarsi ai protoni formando quasi tutto l'idrogeno, l'elio e il litio presenti oggi nell'universo. A questo punto non c'era più nessuna particella che potesse assorbire la radiazione luminosa, così l'universo, che fino ad allora era rimasto opaco, si accese. Letteralmente!
O in altri termini, il buio portò fino alla luce!
giovedì 7 aprile 2022
La grandi domande della vita: Terra, Luna, Sole
Vi sono mancate Le grandi domande della vita? Un po' anche a me. Come immaginavo, ma speravo di sbagliarmi, non sono riuscito a tenere il ritmo previsto, e anzi alla fine questa puntata è la prima dell'anno 2022... Inoltre do il via alla nuova stagione con due risposte che ho fornito per la rubrica de L'astronomo risponde su EduINAF. Iniziamo con il...
Per avere un'idea di cosa sono le linee di forza, possiamo pensare alle linee geografiche che uniscono ad esempio due valli vicine: è possibile raggiungere i due luoghi in modi differenti, utilizzando percorsi privilegiati che ti permettono di risparmiare energia. Una rotta di ritorno libero è l'equivalente di questi percorsi. In questo caso l'unica energia necessaria per usare questi percorsi è quella che serve per immettersi o per abbandonarli.
Una variazione sulle rotte di ritorno libero sono le manovre di Hohmann, mentre su alcune particolari manovre relative alle missioni Apollo, aggiungo come letture le manovre di atterraggio sulla Luna e di ritorno sulla Terra.
Rientro dalla Luna
Cerchiamo di capire il funzionamento della rotta di ritorno libero dalla Luna. Il modo migliore per "vederla" è usando lo schema qui sotto (via commons):
E' stata effettivamente usata dalle missioni del programma Apollo e sfrutta la gravità relativa tra i due corpi celesti. Questo permette di poter utilizzare una quantità di carburante di molto inferiore rispetto a quella che sarebbe necessaria se si compisse il viaggio utilizzando continuamente il motore: in pratica si viaggia utilizzando le linee di forza delle gravità combinate dei due corpi.Per avere un'idea di cosa sono le linee di forza, possiamo pensare alle linee geografiche che uniscono ad esempio due valli vicine: è possibile raggiungere i due luoghi in modi differenti, utilizzando percorsi privilegiati che ti permettono di risparmiare energia. Una rotta di ritorno libero è l'equivalente di questi percorsi. In questo caso l'unica energia necessaria per usare questi percorsi è quella che serve per immettersi o per abbandonarli.
Una variazione sulle rotte di ritorno libero sono le manovre di Hohmann, mentre su alcune particolari manovre relative alle missioni Apollo, aggiungo come letture le manovre di atterraggio sulla Luna e di ritorno sulla Terra.
martedì 5 aprile 2022
WikiRitratti: Hedwig Kohn
Lise Meitner è una delle tante ricercatrici a non aver ottenuto il Premio Nobel nonostante i suoi fondamentali contributi alla disciplina. La storia risale al 1944-45: la Seconda Guerra Mondiale infuriava sul suolo europeo, così l'Accademia delle Scienze svedese il 15 novembre del 1945 annunciò i Premi relativi al 1944. E a vincere il premio per la Chimica fu Otto Hahn per la scoperta della fissione dei nuclei pesanti. La fissione dell'uranio, a essere precisi. E nessuna menzione alla Meitner, i cui suggerimenti furono fondamentali per le ricerche di Hahn. Secondo Mark Walker il mancato riconoscimento era da attribuire all'incapacità di pensare in maniera interdisciplinare da parte della commissione che assegnò il Premio. La Meitner, però, venne abbondantemente ripagata da altri riconoscimenti, incluso l'Otto Hahn Prize nel 1955.
Nata il 7 novembre del 1878, fu una delle sole tre donne a ottenere l'abilitazione in fisica per insegnare nelle università della Germania. Le altre due furono Hertha Sponer e Hedwig Kohn.
Nata il 7 novembre del 1878, fu una delle sole tre donne a ottenere l'abilitazione in fisica per insegnare nelle università della Germania. Le altre due furono Hertha Sponer e Hedwig Kohn.
domenica 3 aprile 2022
Topolino #3462: In cerca di..
In effetti un po' in tutte e quattro le storie lunghe di Topolino #3462 i personaggi sono in cerca di qualcosa. Nella cover story Paperone è alla ricerca di un tesoro, in questo caso in una lcation inconsueta, Paperopoli; a seguire Paperino e Archimede sono alla ricerca di Bum Bum Ghigno, rapido per sbaglio al posto dell'inventore paperopolese; quindi nel ritorno di Decective Donald, quest'ultimo con la sua assistente sono alla ricerca della prima moneta guadagnata da Paperone; e infine in chiusura Topolino ed Eta Beta vanno alla ricerca di Flip, rapito per sbaglio da un alieno, a sua volta alla ricerca di frutta fresca sulla Terra.
Andiamo, però, con ordine e iniziamo con L'avventura sui tetti, prima storia della nuova serie I misteri di Paperopoli. L'idea dietro questa prima avventura è, per certi versi, donrosiana: Massimo Valentini e Marco Palazzi mettono Paperone sulle tracce di un tesoro nascosto in città, tesoro che peraltro nemmeno Paperone sa se esiste o meno. Ad assisterlo è, come sempre, Paperino, mentre lo spunto iniziale glielo fornisce Pico de Paperis. Alcuni spunti interessanti: Valentini caratterizza in maniera divertentissima Battista puntando, nei baloon di pensiero, su quanto il maggiordomo conosca bene Paperone. Siamo, poi, di fronte al classico inizio barksiano, con il ricco magnate alla ricerca di una nuova sfida in un mondo che non gli riserva più nulla di interessante. Nel complesso la storia, divertente e scorrevole, mi ha ricordato di quando ho fatto ricerche insieme a una stagista pre-Covid per progettare una escape room per l'Osservatorio di Brera. Ovviamente l'escape room non è diventata una nostra proposta per il pubblico, ma è stato sicuramente divertente spulciare tra le pieghe della storia dell'Osservatorio!
sabato 2 aprile 2022
Topolino attraverso i secoli
Grazie alla serie della Macchina del tempo di Zapotec e Marlin, siamo abituati a vedere Topolino e Pippo saltellare di qua e di là nel tempo alla ricerca di risposte ai "misteri" della storia. La serie iniziò con Il segreto della Gioconda, scritta da Bruno Concina per i disegni di Massimo De Vita, ma non era, però, la prima volta in cui Topolino viaggiava nel tempo. Una delle prime occasioni fu La macchina Toc Toc di Bill Walsh e Floyd Gotfredson. In quell'occasione il viaggio nel tempo era gestito attraverso uno speciale orologio da taschino inventato da Sfgrizzo de Pippis, inventore e zio di Pippo. Quindi Dab's e Fabrizio Petrossi (che tra l'altro ha anche disegnato una storia all'interno della serie italiana sui viaggi nel tempo!) avevano comunque una solida base di partenza nella tradizione disneyana. D'altra parte l'idea dietro i volumi disneyani della Glenat è proprio questa: prendere la tradizione e rileggerla in modi inediti, senza sconvolgere l'essenza dei personaggi. Che per nostra fortuna sono al tempo stesso anche sufficientemente flessibili da interpretare qualunque genere letterario.
venerdì 1 aprile 2022
Una formula geopolitica
In questi strani giorni in cui siamo tutti geopolitici, voglio lasciarvi una formula matematica in grado di prevedere se gli Stati Uniti d'America invaderanno un dato stato-nazione o meno:
\[\frac{L^2+ \sqrt{TG} + 2 \left ( N+B+W \right )}{\left ( O + 1 \right )^2 \sqrt \$ + 2 \left (75 - I -P - 5E \right )} = G_{WJoe}\]
dove:
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