Concluso, anche se non completamente abbandonato, il progetto di
Bone, dopo un periodo di riposo durante il quale si è concesso un po' di progetti diciamo minori (se, ad esempio, si può considerare minore la miniserie dedicata al
Capitan Marvel della
Fawcett,
pardon della
DC),
Jeff Smith si rimette in gioco con un nuovo
serial,
Rasl. In questo caso, però, abbandona il
fantasy per andare decisamente verso la fantascienza.
Se dal punto di vista narrativo siamo di fronte a un
noir fantascientifico di stampo
dickiano (come si approfondirà più avanti), dall'altro Smith deve abbandonare lo stile
cartoonesco alla
Walt Kelly per adottarne uno più realistico, in parte sperimentato nella citata miniserie su Capitan Marvel, un tratto che mi sembra una via di mezzo tra
Jack Kirby e
Minetaro Mochizuki.
Per quel che riguarda i contenuti, invece, il protagonista,
Robert Johnson(1), è un viaggiatore dello spaziotempo, o ad essere più precisi degli spaziotempi, visto che grazie a una particolare armatura è in grado di spostarsi attraverso gli universi. Robert, però, non si presenta al lettore per quello che era, ovvero uno degli scienziati (appena tre, per un progetto così complesso) che hanno sviluppato questa particolare armatura, ma nella veste di ladro multiversale, una sorta di sbandato in fuga, apparentemente senza una meta precisa, ma con tanti ricordi e segreti che pesano sulle spalle. Su questi segreti, però, si regge il vero interesse del primo volume, sulle promesse che propone e sui simboli che utilizza in tutti questi primi tre capitoli che racchiude.
C'è infatti il concetto delle onde, rappresentato esplicitamente dalle
equazioni di Maxwell e graficamente dalle onde sferiche generate da un sasso che cade nell'acqua.
Ero ossessionato dall'idea di capire come funzionasse una forza invisibile, come il magnetismo. Volevo conoscere il segreto di ogni cosa. Ricordo la prima volta che ho intravisto la verità. E' stata la prima volta che ho compreso le equazioni di Maxwell...
Quattro eleganti equazioni che descrivevano perfettamente l'elettricità e il magnetismo collegandole in una singola forza...
Il mondo era conoscibile.
E poi c'è il concetto del labirinto, che nelle culture orientali viene utilizzato come mezzo per conoscere meglio se stessi. E questo consegna al lettore attento anche la traccia stilistica all'interno della quale si muove Smith:
Philip K. Dick. Infatti il labirinto, che rappresenta una delle ossessioni di Robert, noto anche come Rasl, prende in un certo senso il posto di quello che è la religione nei romanzi di Dick. Robert, infatti, all'inizio del secondo capitolo dice (il fumetto è narrato in prima persona da Rasl):
Tanto moriremo tutti comunque. Entriamo e usciamo dall'esistenza come scintille in un falò. Un minuto ci siamo e quello successivo non ci siamo più...
Tutta la fatica, tutto il dolore... Ne vale la pena?
Deve.
Per forza.
E se vogliamo è proprio questa ricerca del valore della vita che sta alla base di ogni religione e, quindi, della ricerca di Dick attraverso i suoi romanzi.
La scelta di Smith, però, di guardare all'oriente è precisa e netta, ribadita sin dalla conclusione del primo capitolo, quando Robert medita prima di compiere un nuovo salto, per chiarire a se stesso l'obiettivo da raggiungere e l'universo dentro il quale saltare.
E poi c'è la
Base, il laboratorio di ricerca per il quale Robert lavorava e che a quanto pare gli ha messo alle calcagna un assassino irriducibile, anch'egli dotato della tecnologia per saltare tra gli universi: sembra una metafora per il potere politico, un'altro dei temi cari a Dick. Il suo inseguitore, infatti, rivendica il possesso di uno strumento che in realtà è una creazione di Robert.
E poi c'è il rapporto con le donne: da una parte un rapporto clandestino, quello con
Maya, la moglie del suo migliore amico nonché capo al Centro, dall'altra
Annie, una prostituta dalla quale Robert sembra tornare sempre, dopo ogni missione. E le donne erano un'altra delle ossessioni (se così si può dire) ricorrenti nella letteratura di Dick.
Infine ci sono la scienza e
Nikola Tesla, due protagonisti che non sono certo secondari all'interno della narrazione (per rendersene conto basta cercare Tesla associato con Jeff Smith).
Nello spazio c'è energia. Sarà statica o cinetica? Se è statica, le nostre speranze sono vane; se è cinetica - e sappiamo per certo che lo è - allora è solo questione di tempo, prima che l'uomo riesca a collegare le proprie apparecchiature agli ingranaggi stessi che fanno funzionare la natura.