In effetti su quest'ultimo numero del 2020 di Topolino c'è solo una storia con un riferimento alla fine dell'anno, ed è l'Insta story Il manuale del perfetto capodanno di Roberto Gagnor ed Emmannele Baccinelli. E rispetto alle precedenti concepite per lo stesso mezzo, sembra funzionare decisamente meglio una volta assemblata come storia. Inoltre si ha la netta sensazione che Gagnor abbia inserito nella storia un po' delle difficoltà di quest'ultimo periodo e le speranze che stiamo riponendo nel nuovo anno, che è ormai prossimo ad arrivare.
Immergiamoci, ora, nel resto del sommario dell'ultimo numero dell'anno (una storia a parte che andrà sul Cappellaio Matto).
Stomachion
giovedì 31 dicembre 2020
mercoledì 30 dicembre 2020
Un coltello di zirconio
I coltelli in ceramica (tipicamente fatti di ossido di zirconio, ZrO2) sono sostanzialmente più duri dei coltelli in acciaio, non si corrodono in ambienti acidi, non sono magnetici e non conducono elettricità a temperatura ambiente. A causa della loro resistenza agli acidi forti e alle sostanze caustiche, e alla loro capacità di mantenere un filo tagliente più a lungo dei coltelli in metallo, i coltelli in ceramica sono più adatti per affettare carne, verdura, frutta e pane disossati. Poiché la ceramica è fragile, le lame possono rompersi se lasciate cadere su una superficie dura, sebbene i processi di produzione migliorati abbiano ridotto questo rischio. Sono inoltre inadatti per tagliare ossa o cibi congelati o in altre applicazioni che richiedono una leva che potrebbe causare scheggiature. Diversi marchi ora offrono una lama di colore nero o una lama realizzata attraverso una fase di pressatura isostatica a caldo aggiuntiva, che ne aumenta la durezza.
martedì 29 dicembre 2020
Prove di aggiornamento di stile
In realtà più che prove di aggiornamento di stile, ho portato a termine alcune prove per l'uso di un vecchio repository su github che avevo creato proprio con lo scopo di implementare codice css dentro il blog senza dover modificare il template direttamente su blogger. Ho così scoperto che il servizio che permetteva di creare un link interpretabile per il file css caricato su github è stato sospeso, e l'ho sostituito con un certo successo con jsDelivr che, a dispetto del nome, non funziona solo con il codice javascript. A questo punto ho fatto un paio di prove per verificare questo successo, prima con un piccolo codice, che ho importato da uno che ho scritto per EduINAF, quindi spostando su github il codice per l'animazione di un pianeta con le sue due lune in orbita. Ed entrambi gli esperimenti sono andati a buon fine. Mentre il secondo lo potete vedere all'opera seguendo il link precedente, per il primo esperimento, potete dare un'occhiata qui sotto:
Ciao
Il sistema ha, però, un solo difetto: quando si aggiorna il file sul repository, questo non incide sul file linkato tramite jsDelivr, a meno di non specificare l'ultimo commit eseguito sul repository. La cosa, ovviamente, non è molto comoda, per cui considero questa una soluzione temporanea.
domenica 27 dicembre 2020
Il ritorno di Braccio di Ferro
Quando uscì, su cadenza settimanale, la raccolta delle daily strip e delle sunday page sul Popeye di Elzie Crisler Segar in allegato alla Gazzetta dello Sport, acquistai con enorme piacere quella serie (ovviamente solo gli albi), poiché Braccio di Ferro, il nome con cui il personaggio giunse in Italia, fu uno dei più presenti nella mia infanzia subito dopo i personaggi disneyani. A casa, infatti, ho una serie di albetti dal titolo Braccio di Ferro dell'Editoriale Metro, nota anche come Edizioni Bianconi dal nome del fondatore, Roberto Bianconi. Non era l'unico albo di cui ho qualche numero: anche altre riviste come Nonna Abelarda, Provolino, Soldino, Geppo, Chico, Tom & Jerry, quest'ultima la testata, se non ricordo male, con più numeri in mio possesso dopo Braccio di Ferro. Ed è proprio di quest'ultimo che voglio scrivere quest'oggi, visto che l'Editoriale Cosmo ha riportato Popeye in edicola nel formato tascabile di quei vecchi albi.
Fino a ora sono usciti due numeri con una caratteristica particolare: le storie contenute all'interno sono tutte o quasi di produzione italiana. Poprio come con Topolino & co., anche con Popeye gli italiani iniziarono a realizzare in proprio le storie dei personaggi del Thimble Theatre, la serie quotidiana su cui Seagar creò praticamente tutti i suoi personaggi. E tra i realizzatori di queste storie, alcuni sono anche autori disneyani, gente come Michele Gazzarri, Alberico Motta, Tiberio Colantuoni, Sandro Dossi.
Fino a ora sono usciti due numeri con una caratteristica particolare: le storie contenute all'interno sono tutte o quasi di produzione italiana. Poprio come con Topolino & co., anche con Popeye gli italiani iniziarono a realizzare in proprio le storie dei personaggi del Thimble Theatre, la serie quotidiana su cui Seagar creò praticamente tutti i suoi personaggi. E tra i realizzatori di queste storie, alcuni sono anche autori disneyani, gente come Michele Gazzarri, Alberico Motta, Tiberio Colantuoni, Sandro Dossi.
sabato 26 dicembre 2020
Un Natale d'avventura
Lo so che in effetti Natale è passato, ma le feste ancora no, e comunque questa festività in particolare è vecchia solo di... ieri!
L'avventura del titolo è relativa al videogioco di cui andrò a scrivere a breve, Diggy's Adventure. Non è semplice classificarlo bene: è sicuramente un gioco d'avventura, viste le ambientazioni esotiche e la storia che fa da sfondo al gioco stesso. Il gameplay è piuttosto originale, non avendo ancora trovato altri giochi con un sistema simile. Il protagonista, Diggy, deve superare una serie di mappe che in pratica sono dei labirinti (dunque abbiamo un maze) e risolvere enigmi logici per ottenere oggetti o aprire porte segrete. Questi labirinti, però, presentano degli ostacoli costituiti da materiali differenti e che possono essere abbattuti utilizzando il piccone di cui Diggy è dotato (o in altri casi altri strumenti da acquisire appositamente, fino ad arrivare a raggi laser potentissimi) con, per contro, un certo dispendio di energia, che si va a scalare sulla dotazione iniziale. L'energia viene recuperata durante i periodi di riposo (quando non si gioca) e sia il livello massimo sia la velocità di recupero dipendono da una serie di oggetti che si vincono alla fine delle missioni o che si acquistano all'interno dello shop. Oltre alle mappe principali della storia, che vede Diggy andare in giro per il mondo sulle orme del padre, un archeologo, gli sviluppatori propongono una serie di eventi, alcuni gratuiti, sia nuovi sia vecchi, altri a pagamento. In questo caso la moneta per sbloccare gli eventi e le mappe relative è quella interna, i diamanti verdi.
L'avventura del titolo è relativa al videogioco di cui andrò a scrivere a breve, Diggy's Adventure. Non è semplice classificarlo bene: è sicuramente un gioco d'avventura, viste le ambientazioni esotiche e la storia che fa da sfondo al gioco stesso. Il gameplay è piuttosto originale, non avendo ancora trovato altri giochi con un sistema simile. Il protagonista, Diggy, deve superare una serie di mappe che in pratica sono dei labirinti (dunque abbiamo un maze) e risolvere enigmi logici per ottenere oggetti o aprire porte segrete. Questi labirinti, però, presentano degli ostacoli costituiti da materiali differenti e che possono essere abbattuti utilizzando il piccone di cui Diggy è dotato (o in altri casi altri strumenti da acquisire appositamente, fino ad arrivare a raggi laser potentissimi) con, per contro, un certo dispendio di energia, che si va a scalare sulla dotazione iniziale. L'energia viene recuperata durante i periodi di riposo (quando non si gioca) e sia il livello massimo sia la velocità di recupero dipendono da una serie di oggetti che si vincono alla fine delle missioni o che si acquistano all'interno dello shop. Oltre alle mappe principali della storia, che vede Diggy andare in giro per il mondo sulle orme del padre, un archeologo, gli sviluppatori propongono una serie di eventi, alcuni gratuiti, sia nuovi sia vecchi, altri a pagamento. In questo caso la moneta per sbloccare gli eventi e le mappe relative è quella interna, i diamanti verdi.
giovedì 24 dicembre 2020
Topolino #3396: Natale a Paperopoli
A volte succede: ho saltato il Topolino della settimana scorsa, dedicandomi solo alla storia matematica di Giorgio Fontana e Nicola Tosolini. Torno, però, questa settimana con leggero anticipo sul solito visto il tema natalizio del numero, in questa occasione particolarmente snello con appena 4 storie, ma tutte di una buona qualità.
Il Topolino #3396 si caratterizza, poi, per una particolarità: le tre storie ambientate a Paperopoli sono tutte realizzate per avere al loro interno riferimenti alle altre storie del numero, un modo interessante per dare ai lettori la sensazione di contemporaneità tra le vicende narrate sul numero. La storia ambientata a Topolinia, invece, è la seconda parte de Le piccole verità del Natale, ultimo capitolo della trilogia di Mr. Vertigo. Visto che di questa storia me ne occuperò in altri lidi (domani, ad ogni modo), immergiamoci subito nell'atmosfera natalizia paperopolese, seguendo per una volta l'ordine del sommario (di solito non lo seguo mai!).
Il nostro, infatti, tra il vicino Mr. Jones, le spese varie, gli addobbi, la beneficienza, si lascia influenzare dalle solite battute anti-festaiole di Paperone e decide di non festeggiare il Natale, almeno fino all'arrivo a Paperopoli di una vecchia conoscenza dello zione dei tempi del Klondike!
La bellezza della storia di Pisapia sta in un elemento molto semplice: essere riuscito a recuperare lo spirito del Natale sul Monte Orso aggiornandolo ai tempi moderni, con l'ovvia critica alla commercializzazione di una festa che invece dovrebbe essere anche (e soprattutto) altro, come ben riassunto da una delle battute di Doretta:
Il Topolino #3396 si caratterizza, poi, per una particolarità: le tre storie ambientate a Paperopoli sono tutte realizzate per avere al loro interno riferimenti alle altre storie del numero, un modo interessante per dare ai lettori la sensazione di contemporaneità tra le vicende narrate sul numero. La storia ambientata a Topolinia, invece, è la seconda parte de Le piccole verità del Natale, ultimo capitolo della trilogia di Mr. Vertigo. Visto che di questa storia me ne occuperò in altri lidi (domani, ad ogni modo), immergiamoci subito nell'atmosfera natalizia paperopolese, seguendo per una volta l'ordine del sommario (di solito non lo seguo mai!).
Lo spirito del Natale
Questo è (o dovrebbe essere) un Natale particolare, relativamente chiusi in casa, a cercare nei giorni precedenti di non affollare troppo supermercati e negozi combinando acquisti intelligenti con shop online. In una situazione usuale, però, il Natale sarebbe stato una festa affollata, con la gente in giro a riempire negozi, tra folle difficilmente gestibili e stress da acquisti (di regali, cibo per cenoni e pranzi, dolci e quant'altro). Ed è proprio in una situazione del genere che si trova Paperino ne Il Natale da saltare di Blasco Pisapia.Il nostro, infatti, tra il vicino Mr. Jones, le spese varie, gli addobbi, la beneficienza, si lascia influenzare dalle solite battute anti-festaiole di Paperone e decide di non festeggiare il Natale, almeno fino all'arrivo a Paperopoli di una vecchia conoscenza dello zione dei tempi del Klondike!
La bellezza della storia di Pisapia sta in un elemento molto semplice: essere riuscito a recuperare lo spirito del Natale sul Monte Orso aggiornandolo ai tempi moderni, con l'ovvia critica alla commercializzazione di una festa che invece dovrebbe essere anche (e soprattutto) altro, come ben riassunto da una delle battute di Doretta:
Trascorreremo una bella serata scintillante di luci e di calore familiare!Nella storia di Pisapia sono anche presenti i riferimenti alle altre due storie paperopolesi del numero, in particolare la solita scorribanda (più o meno) scientifica di Newton Pitagorico, segno che ormai il personaggio è tornato con grande efficacia sulle pagine di Topolino.
sabato 19 dicembre 2020
Il brivido della caccia
Dopo aver scritto qualche riga serie televisiva, passo al fumetto, October Faction di Steve Niles e Damien Worm. Edito da IDW e portato in Italia dalla Magic Press, si è sviluppato in una serie di 18 numeri e in due miniserie di 5 numeri ciascuno. La prima serie è uscita raccolta in tre volumi, ma di questi vi "racconterò" solo i primi due perché, sostanzialmente, l'intera vicenda mostra una sorta di punto di conclusione.
La storia è molto simile a quella della serie di Netflix, ma profondamente differente, come avevo già scritto nella recensione precedente. Ambientata nella fittizia cittadina di Gristlewood, racconta le vicende di una sorta di Famiglia Addams moderna, composta da due figli un po' strani, Geoff, che vede i fantasmi che infestano le persone, e Vivian, una veggente, e dai due genitori, Deloris, sempre fashion e alla moda, e Frederick, professore universitario specializzato in mostri e leggende. Il segreto della famiglia Allan, però, è che Frederick e Deloris erano, un tempo, cacciatori di mostri. I quattro vivono in una grande e vecchia villa poco fuori dalla cittadina, hanno il loro Learch, che in realtà è una lei molto più loquace del maggiordono degli Addams (ma ci vuole poco) e, soprattutto, i ragazzi conoscono quale era il mestiere dei genitori e sono i primi a voler spingere Frederick a riprendere la caccia. In effetti i primi due volumi sono proprio il racconto di come Frederick e gli Allan riprendono il mestiere di famiglia. A questa impresa si uniscono anche Dante, un ragazzo con alcuni impianti elettrici posti nella testa da uno degli scienziati pazzi affrontati da Frederick in passato, e il suo vecchio amico e collega Lucas, che deve affrontare un problema non da poco: è stato morso da un licantropo. I sei, alla fine del secondo volume, che vede la sfida degli Allan contro un misterioso nemico in grado di tornare persino dalla morte, si uniranno per dare la caccia ai mostri.
La storia è molto simile a quella della serie di Netflix, ma profondamente differente, come avevo già scritto nella recensione precedente. Ambientata nella fittizia cittadina di Gristlewood, racconta le vicende di una sorta di Famiglia Addams moderna, composta da due figli un po' strani, Geoff, che vede i fantasmi che infestano le persone, e Vivian, una veggente, e dai due genitori, Deloris, sempre fashion e alla moda, e Frederick, professore universitario specializzato in mostri e leggende. Il segreto della famiglia Allan, però, è che Frederick e Deloris erano, un tempo, cacciatori di mostri. I quattro vivono in una grande e vecchia villa poco fuori dalla cittadina, hanno il loro Learch, che in realtà è una lei molto più loquace del maggiordono degli Addams (ma ci vuole poco) e, soprattutto, i ragazzi conoscono quale era il mestiere dei genitori e sono i primi a voler spingere Frederick a riprendere la caccia. In effetti i primi due volumi sono proprio il racconto di come Frederick e gli Allan riprendono il mestiere di famiglia. A questa impresa si uniscono anche Dante, un ragazzo con alcuni impianti elettrici posti nella testa da uno degli scienziati pazzi affrontati da Frederick in passato, e il suo vecchio amico e collega Lucas, che deve affrontare un problema non da poco: è stato morso da un licantropo. I sei, alla fine del secondo volume, che vede la sfida degli Allan contro un misterioso nemico in grado di tornare persino dalla morte, si uniranno per dare la caccia ai mostri.
venerdì 18 dicembre 2020
Colonizzare
In questi giorni si è svolta la finale di un concorso di robotica per studenti delle superiori. Organizzato da Esero Italia, prevedeva l'uso del rover didattico Marrtino. I team di studenti coinvolti, 16 in totale, hanno anche dovuto gestire una sorta di comunicazione totale, scrivendo anche un racconto di fantascienza per descrivere il loro ammartaggio. Su EduINAF abbiamo pubblicato i nostri sei racconti preferiti: nell'articolo potete leggere un estratto e scaricare il pdf che li raccoglie tutti, inseriti in ordine in versio, dal (per noi) peggiore al migliore.
Ovviamente, per la classifica, ci siamo dedicati alla lettura e personalmente ho scelto una soundtrack che si confacesse nel modo migliore al genere di racconti che mi apprestavo a leggere. E la scelta è caduta sull'album di epic metal Colonization dei Soundcritters, che usando solo la musica senza alcuna parola racconta della prima colonizzazione umana di un esopianeta.
Prima di lasciarvi all'ascolto dell'album (qui sotto c'è il codice di embedding di Spotify, ma potete trovare l'album su Bandcamp) volevo giusto far notare che negli articoli i ragazzi hanno inserito una serie di descrizioni e informazioni scientificamente corrette basate sulle informazioni che hanno ricevuto nel corso delle lezioni preparatorie al concorso (inclusa una visita a distanza alla Altec).
E ora, buon ascolto!
Ovviamente, per la classifica, ci siamo dedicati alla lettura e personalmente ho scelto una soundtrack che si confacesse nel modo migliore al genere di racconti che mi apprestavo a leggere. E la scelta è caduta sull'album di epic metal Colonization dei Soundcritters, che usando solo la musica senza alcuna parola racconta della prima colonizzazione umana di un esopianeta.
Prima di lasciarvi all'ascolto dell'album (qui sotto c'è il codice di embedding di Spotify, ma potete trovare l'album su Bandcamp) volevo giusto far notare che negli articoli i ragazzi hanno inserito una serie di descrizioni e informazioni scientificamente corrette basate sulle informazioni che hanno ricevuto nel corso delle lezioni preparatorie al concorso (inclusa una visita a distanza alla Altec).
E ora, buon ascolto!
mercoledì 16 dicembre 2020
domenica 13 dicembre 2020
Topolino #3394: In bianco
Il Topolino #3394 è giusto un pelino superiore a quello della scorsa settimana, ma non necessariamente grazie alla cover story, La logica astrologica di Casty. La storia, introdotta da una quadrupla che si riferisce alla mitica Ricerca della pietra zodiacale, è il racconto dell'ennesimo piano un po' da volo basso di Gambadilegno, che grazie alla consulenza astrologica di Trudy inizia a imbroccare una rapina di successo dietro l'altra. Come sempre il suo avversario è Topolino, che ha invece in Minni la sua consulente astrologica. Abbiamo, così, una sorta di inseguimento a distanza, con Topolino che cerca di seguire le imprese criminose di Gambadilegno, mentre entrambi si lasciano guidare dall'oroscopo. Se l'idea di Casty era quella di mostrare quanto l'astrologia sia fallace, direi che non ci riesce per nulla nonostante l'ultima pagina, visto che non è l'ingegno di Topolino, ma proprio l'oroscopo a portare i semi della disfatta di Gamba. Decisamente poca cosa per un autore come Casty.
sabato 12 dicembre 2020
venerdì 11 dicembre 2020
L'attacco dei giganti
Sono ormai diversi mesi (forse più di un anno) che non leggo L'attacco dei giganti. Il manga distopico e post-apocalittico di Hajime Isayama ha per protagonista un genere umano che si sta ritirando sempre più in citta fortificate a causa della presenza di giganti cannibali che compaiono improvvisamente per attaccare gli esseri umani. Col procedere del manga si scopre che in realtà all'interno di ciascun gigante c'è un essere umano che, per motivi non meglio specificati, all'improvviso genera intorno a se una struttura biologica (di carne e ossa) gigantesca.
La cosa, dal punto di vista strettamente scientifico, ha molto più senso rispetto, ad esempio, a Giant-Man che aumenta le proprie dimensioni, sia per una questione di energie necessarie per l'operazione (gli esseri umani, una volta distrutto il gigante, risultano profondamente stanchi e spossati), sia perché una struttura di questo genere, sostanzialmente cava, sarebbe più semplice da sostenere rispetto a un corpo pieno.
La cosa, dal punto di vista strettamente scientifico, ha molto più senso rispetto, ad esempio, a Giant-Man che aumenta le proprie dimensioni, sia per una questione di energie necessarie per l'operazione (gli esseri umani, una volta distrutto il gigante, risultano profondamente stanchi e spossati), sia perché una struttura di questo genere, sostanzialmente cava, sarebbe più semplice da sostenere rispetto a un corpo pieno.
giovedì 10 dicembre 2020
I paralipomeni di Alice: Il cifrario di Lewis Carroll
Ricordate il post criptato che ho mandato online poco più di due settimane fa? Bene, eccovi il messaggio in chiaro (alla fine il "come lo feci"):
Anche Lewis Carrol si e' interessato alla crittografia realizzando ben quattro cifrari.
Il piu' vecchio di questi risale al milleottocentocinquantotto, quindici anni piu' tardi l'apertura del primo telegrafo inglese.
Era un cifrario basato su una versione semplificata di quello di Vigenere in cui Dodgson utilizzava le vocali come chiave di crittazione.
Tre anni piu' tardi il matematico e scrittore ideo' il cifrario a matrice, che riteneva migliore del precedente: Carroll sistemo' le lettere dell'alfabeto in una matrice cinque per cinque, quindi sceglieva una chiave e una parola da cifrare di uguale lunghezza.
Le lettere della parola cifrata erano determinate dalla differenza di coordinate tra la parola da cifrare e la chiave scelta.
Nel milleottocentosessantotto Carroll sviluppo' una variazione profonda del cifrario di Vigenere, chiamandolo cifrario alfabetico.
Come l'originale di Blaise de Vigenere, anche il cifrario alfabetico si basa su una tabella di lettere dell'alfabeto. In questo caso, scelta la chiave, si mette la stessa sopra la frase da cifrare, ripetendo la chiave il numero di volte necessario per portare a termine l'operazione. Ogni lettera viene cifrata incrociando la colonna della lettera della chiave con la riga della lettera da cifrare.
Quello stesso anno Carroll sviluppo' un secondo cifrario, il cifrario del telegrafo. Come nel caso del cifrario alfabetico, si scrivono la chiave e il messaggio una sopra l'altro. Nel frattempo abbiamo preparato due strisce di carta con tutte le lettere dell'alfabeto, anche queste una sopra l'altra. A questo punto si sposta la seconda striscia di carta secondo questa regola: si trasla la lettera da cifrare sotto quella della chiave corrispondente. La cifratura coincide con la lettera posta subito sopra la A della striscia che abbiamo traslato.
In effetti Carroll ideo' un ulteriore cifrario, ma ne abbiamo gia' parlato in un contesto diverso, quello della memorizzazione delle cifre.
Ovviamente anche questo post e' stato cifrato: a voi scoprire con quale dei codici qui sopra!
Se siete riusciti a cifrarlo, allora avrete sicuramente scoperto che ho utilizzato il cifrario alfabetico con chiave telegramma, che era il titolo del post. Per cifrare il messaggio ho utilizzato il Lewis Carroll's Alphabet Ciphers Demonstrator, mentre un riassunto della storia dei cifrari di Lewis Carroll lo trovate in questo articolo:
Anche Lewis Carrol si e' interessato alla crittografia realizzando ben quattro cifrari.
Il piu' vecchio di questi risale al milleottocentocinquantotto, quindici anni piu' tardi l'apertura del primo telegrafo inglese.
Era un cifrario basato su una versione semplificata di quello di Vigenere in cui Dodgson utilizzava le vocali come chiave di crittazione.
Tre anni piu' tardi il matematico e scrittore ideo' il cifrario a matrice, che riteneva migliore del precedente: Carroll sistemo' le lettere dell'alfabeto in una matrice cinque per cinque, quindi sceglieva una chiave e una parola da cifrare di uguale lunghezza.
Le lettere della parola cifrata erano determinate dalla differenza di coordinate tra la parola da cifrare e la chiave scelta.
Nel milleottocentosessantotto Carroll sviluppo' una variazione profonda del cifrario di Vigenere, chiamandolo cifrario alfabetico.
Come l'originale di Blaise de Vigenere, anche il cifrario alfabetico si basa su una tabella di lettere dell'alfabeto. In questo caso, scelta la chiave, si mette la stessa sopra la frase da cifrare, ripetendo la chiave il numero di volte necessario per portare a termine l'operazione. Ogni lettera viene cifrata incrociando la colonna della lettera della chiave con la riga della lettera da cifrare.
Quello stesso anno Carroll sviluppo' un secondo cifrario, il cifrario del telegrafo. Come nel caso del cifrario alfabetico, si scrivono la chiave e il messaggio una sopra l'altro. Nel frattempo abbiamo preparato due strisce di carta con tutte le lettere dell'alfabeto, anche queste una sopra l'altra. A questo punto si sposta la seconda striscia di carta secondo questa regola: si trasla la lettera da cifrare sotto quella della chiave corrispondente. La cifratura coincide con la lettera posta subito sopra la A della striscia che abbiamo traslato.
In effetti Carroll ideo' un ulteriore cifrario, ma ne abbiamo gia' parlato in un contesto diverso, quello della memorizzazione delle cifre.
Ovviamente anche questo post e' stato cifrato: a voi scoprire con quale dei codici qui sopra!
Se siete riusciti a cifrarlo, allora avrete sicuramente scoperto che ho utilizzato il cifrario alfabetico con chiave telegramma, che era il titolo del post. Per cifrare il messaggio ho utilizzato il Lewis Carroll's Alphabet Ciphers Demonstrator, mentre un riassunto della storia dei cifrari di Lewis Carroll lo trovate in questo articolo:
Abeles, F. F. (2005). Lewis Carroll's ciphers: The literary connections. Advances in Applied Mathematics, 34(4), 697-708. doi:10.1016/j.aam.2004.06.006
domenica 6 dicembre 2020
Topolino #3393: La sfida del risparmio
La cover story, questa settimana celebrata da Francesco D'Ippolito, è una nuova esplorazione del mondo del risparmio secondo Paperone. Il risparmio a 360° è una divertente sfida tra Paperone e Rockerduck su chi è in grado di risparmiare meglio. Come le classiche sfide alla Carl Barks, ruota intorno al Club dei miliardari, quell'associazione di ricchi annoiati che cercano qualunque stimolo per movimentare la giornata. E l'occasione è proprio l'ennesimo tentativo di Rockerduck di battere Paperone. A gestire questa nuova sfida, sotto la supervisione di Pico de Paperis, ci pensano Gaja Arrighini ed Enrico Faccini in una delle sue peraltro poche storie da solo disegnatore. E Rockerduck la vittoria, almeno in una delle cinque sfide del risparmio, avrebbe potuto anche chiamarla, visto che la sfida a chi percorre meno chilometri da un punto di arrivo a uno di partenza Paperone l'ha aggirata portando la bici in braccio, e quindi facendo segnare sul contachilometri il valore 0 e sottraendosi così al controllo. Nonostante un altro paio di perplessità, la storia è risultata abbastanza gradevole, pur se costruita in maniera tale da far vincere comunque Paperone.
mercoledì 2 dicembre 2020
Un'iconica curva
Il mio avatar ormai da diversi anni è in effetti il pezzo di una curva matematica che in qualche modo ricorda un attrattore di Lorenz: la curva a farfalla, o butterfly curve. Questa è una curva piana trascendente che fa parte di una classe di curve descritte dall'equazione polare
\[\rho = a + b \cos (n \vartheta)\]
studiate da Temple Fay. In particolare il matematico statunitense scoprì la curva di equazione(1)
\[\rho = e^{\cos \vartheta} - 2 \cos (4 \theta) + \sin^5 (\vartheta / 12)\]
domenica 29 novembre 2020
Topolino #3392: A zonzo per la campagna
Il Toplino #3392 presenta, come ormai consuetudine in questi ultimi tempi, un sommario molto interessante. Triviamo in apertura la conclusione della nuova storia di Gervasio su Paperinik e la saga di Sir Topleton: di quest'ultima scriverò Al Caffè del Cappellaio Matto. Tra l'altro, eccezionalmente per questa settimana, per il Caffè ho intenzione di pubblicare un secondo articolo lunedì dedicato alla nuova saga con Newton Pitagorico protagonista. Quindi questa settimana qui DropSea c'è un po' più di spazio per il resto del sommario. E partiamo con una deliziosa storiella della serie Paperino Paperotto:
La storia racconta dell'importanza, in ottica umana ovviamente, dei sentieri all'interno dei boschi e di come questi vengano tracciati: i vecchi sentieri, infatti, sono sostanzialmente le linee di passaggio più utilizzate da chi i boschi, di campagna o montagna, li vive, ovvero gli esseri umani, ma anche gli animali stessi, cosa che manca nella storiella. Scritta proprio come un "viaggio di scoperta" tipico di un gruppo di bambini, c'ho ritrovato, come spesso succede con le storie della Camerini con Paperino Paperotto, un po' della mia infanzia nel paesello di montagna dove passavo tutte le estati (prima di trasferirci lì durante la mia adolescenza). Ai disegni troviamo un, per una volta, anonimo Luca Usai, sebbene il tratto risulti comunque adatto alla storia.
I sentieri del bosco
Scritta da Valentina Camerini, si basa su un "soggetto" della classe dell'allora IC (anno scolastico 2019/20) della scuola media "Curzi" di San Benedetto del Tronto (il titolo dell'istituto è più lungo di così...) che ha vinto il premio del concorso 2019/20 organizzato dal FAI insieme con Topolino.La storia racconta dell'importanza, in ottica umana ovviamente, dei sentieri all'interno dei boschi e di come questi vengano tracciati: i vecchi sentieri, infatti, sono sostanzialmente le linee di passaggio più utilizzate da chi i boschi, di campagna o montagna, li vive, ovvero gli esseri umani, ma anche gli animali stessi, cosa che manca nella storiella. Scritta proprio come un "viaggio di scoperta" tipico di un gruppo di bambini, c'ho ritrovato, come spesso succede con le storie della Camerini con Paperino Paperotto, un po' della mia infanzia nel paesello di montagna dove passavo tutte le estati (prima di trasferirci lì durante la mia adolescenza). Ai disegni troviamo un, per una volta, anonimo Luca Usai, sebbene il tratto risulti comunque adatto alla storia.
sabato 28 novembre 2020
Amazon e la pandemia
In questi giorni si discute parecchio di Amazon, il noto shop online che spesso permette di ottenere a prezzi molto competitivi sia i prodotti di mercato sia, in alcuni casi, persino quelli fuori mercato. Il successo del sito in questo 2020, però, è stato ancora più travolgente, nonostante il contagio mondiale del covid19. O forse proprio grazie a esso.
Gli ordini online, infatti, sono aumentati un po' per tutti, ma il giro d'affari di Amazon è aumentato e non di poco, ma il lato oscuro di questo aumento di introiti è la gestione della forza lavoro, quella presso i magazzini di smistamento e i corrieri che poi portano fisicamente a casa quanto la gente ordina. Peraltro Amazon ha anche portato a livello mondiale il concetto che si possa ordinare online anche i prodotti non essenziali, oltre a quelli essenziali (sebbene vorrei ricordare che qualunque prodotto od oggetto è non essenziale fino a che non ci serve sul serio, sebbene trovo sconcertante che posate e padelle, per esempio, o vestiti, siano considerati meno essenziali dei cellulari...).
L'obiettivo di questo articoletto, però, non è raccontare tutta la storia, ma segnalarvi qualcuno che l'ha fatto, abbastanza bene, concentrandosi però solo dall'ottica francese: d'altra parte Jean-Baptiste Malet e Benjamin Adam sono due autori francesi e in Carne da cartone, che può essere letto gratuitamente su La Revue Dessinee Italia, hanno raccontato la lotta dei lavoratori di Amazon contro la loro ditta e le condizioni di lavoro non sicure cui erano costretti. I due autori hanno raccolto alcune testimonianze in giro per il modo (Italia, Spagna su tutte, oltre al caso di Christian Smalls negli Stati Uniti), chiudendo la loro ricostruzione in una maniera dolce amara con la vittoria dei lavoratori francesi. Gli unici.
Gli ordini online, infatti, sono aumentati un po' per tutti, ma il giro d'affari di Amazon è aumentato e non di poco, ma il lato oscuro di questo aumento di introiti è la gestione della forza lavoro, quella presso i magazzini di smistamento e i corrieri che poi portano fisicamente a casa quanto la gente ordina. Peraltro Amazon ha anche portato a livello mondiale il concetto che si possa ordinare online anche i prodotti non essenziali, oltre a quelli essenziali (sebbene vorrei ricordare che qualunque prodotto od oggetto è non essenziale fino a che non ci serve sul serio, sebbene trovo sconcertante che posate e padelle, per esempio, o vestiti, siano considerati meno essenziali dei cellulari...).
L'obiettivo di questo articoletto, però, non è raccontare tutta la storia, ma segnalarvi qualcuno che l'ha fatto, abbastanza bene, concentrandosi però solo dall'ottica francese: d'altra parte Jean-Baptiste Malet e Benjamin Adam sono due autori francesi e in Carne da cartone, che può essere letto gratuitamente su La Revue Dessinee Italia, hanno raccontato la lotta dei lavoratori di Amazon contro la loro ditta e le condizioni di lavoro non sicure cui erano costretti. I due autori hanno raccolto alcune testimonianze in giro per il modo (Italia, Spagna su tutte, oltre al caso di Christian Smalls negli Stati Uniti), chiudendo la loro ricostruzione in una maniera dolce amara con la vittoria dei lavoratori francesi. Gli unici.
giovedì 26 novembre 2020
Dati e vaccini
Non è il caso di ripetere la polemica relativa alle affermazioni di Andrea Crisanti, ma è più interessante riportare velocemente un paio di considerazioni (quelle che avrei fatto ieri senza la curiosità monolitica!). E' veramente roba di poco conto, ma ve la lascio lì giusto come spunto di riflessione o di discussione.
Una delle riviste più prestigiose del settore medico e farmaceutico, The Lancet, ha rilasciato due articoli su due dei vaccini che hanno più fatto parlare di se, il russo Sputnik V e il vaccino italo-britannico ChAdOx1, realizzato in collaborazione con l'azienda farmaceutica Astrazeneca. Sul vaccino russo The Lancet riporta questo commento, rilasciato alla rivista da Tarik Jasarevic, portavoce dell'Organizzazione Mondiale della Sanità:
Una delle riviste più prestigiose del settore medico e farmaceutico, The Lancet, ha rilasciato due articoli su due dei vaccini che hanno più fatto parlare di se, il russo Sputnik V e il vaccino italo-britannico ChAdOx1, realizzato in collaborazione con l'azienda farmaceutica Astrazeneca. Sul vaccino russo The Lancet riporta questo commento, rilasciato alla rivista da Tarik Jasarevic, portavoce dell'Organizzazione Mondiale della Sanità:
WHO is in touch with Russian scientists and authorities and looks forward to reviewing details of the trials.
mercoledì 25 novembre 2020
Da qualunque pianeta si provenga
Avevo una mezza idea su che cosa scrivere, ma ho perso un po' di tempo a sistemare il video che vedete nel tweet qui sotto:
Di che cosa vi volevo scrivere? In realtà di cose che competono questi giorni, ma alla fine la notizia del ritrovamento di un monolite d'argento, che come vedete dal video è evidentemente un manufatto e non ha nulla a che fare con il monolite tutto d'un pezzo di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, ha monopolizzato il tutto!
Devo dire che mi ha divertito mettere l'audio della scena dei primitivi primati che ritrovano il monolite nero: in effetti è l'audio relativo alla conclusione della scena, scelta fatta per evitare qualsiasi tipo di polemica con l'accostamento dei versi scimmieschi con gli incaricati del governo che scendono verso l'installazione artistica. Ed è, anche, divertente la frase con cui si conclude il comunicato ufficiale dello Utah:
Mi sarebbe piaciuto caricarlo da qualche parte, ma la cosa è risultata piuttosto complicata, per cui ho optato per Mastodon e da qui su Twitter grazie al cross posting di MOA Bridge."It is illegal to install structures or art without authorization on federally managed public lands, no matter what planet you’re from."https://t.co/t2MnFJvJ8t pic.twitter.com/Pqnc8enggJ
— Gianluigi Filippelli (@ulaulaman) November 25, 2020
Di che cosa vi volevo scrivere? In realtà di cose che competono questi giorni, ma alla fine la notizia del ritrovamento di un monolite d'argento, che come vedete dal video è evidentemente un manufatto e non ha nulla a che fare con il monolite tutto d'un pezzo di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, ha monopolizzato il tutto!
Devo dire che mi ha divertito mettere l'audio della scena dei primitivi primati che ritrovano il monolite nero: in effetti è l'audio relativo alla conclusione della scena, scelta fatta per evitare qualsiasi tipo di polemica con l'accostamento dei versi scimmieschi con gli incaricati del governo che scendono verso l'installazione artistica. Ed è, anche, divertente la frase con cui si conclude il comunicato ufficiale dello Utah:
E' illegale installare strutture artistiche senza autorizzazione su suolo federale gestito dal pubblico, da qualunque pianeta si provenga.
domenica 22 novembre 2020
Topolino #3391: Un calcio alla neve
Avevamo lasciato l'Endurance di Ernest Shackleton bloccata tra i ghiacci con l'equipaggio che aveva sistemato la nave per la lunga permanenza invernale fino allo scioglimento della calotta ghiacciata. I mesi che seguirono passarono tra la manutenzione della nave, l'osservazione del cielo e l'esercizio fisico grazie a una serie di attività di vario genere, come corse notturne e partite di calcio. Poi la comparsa delle prime crepe sul ghiaccio e i tentativi di riprendere di nuovo la rotta verso il continente. Purtroppo la situazione sfuggì al controllo di Shackleton che il 27 ottobre del 1915 si vide costretto a dare l'ordine di abbandonare la nave.
Inizia una lunga marcia sui ghiacci, ricca di imprevisti e problemi, primo fra tutti quello dell'alimentazione. La spedizione si accampo' sovente sui ghiacci e avanzò così a tappe più o meno forzate fino all'Isola dell'Elefante, cui il gruppo di 28 marinai approdò il 14 aprile del 1916.
Inizia una lunga marcia sui ghiacci, ricca di imprevisti e problemi, primo fra tutti quello dell'alimentazione. La spedizione si accampo' sovente sui ghiacci e avanzò così a tappe più o meno forzate fino all'Isola dell'Elefante, cui il gruppo di 28 marinai approdò il 14 aprile del 1916.
sabato 21 novembre 2020
Merluzzetti
Lo so che vi devo ancora la conclusione delle recensioni dedicate a Cube Escape, ma quest'oggi vorrei concentrarmi su un giochino particolare, animal restaurant, che porta al livello degli idle la gestione di un ristorante insieme con una grafica pucciosa e accattivante, senza dimenticare anche alcuni elementi di coinvolgimento come missioni, raccolta di elementi, aggiornamento del ristorante stesso. Non amando molto gli idle probabilmente lo disinstallerò presto (mi do ancora un mese di tempo: magari dura di più, ma nulla è garantito). L'elemento interessante, però, è la moneta che viene utilizzata dagli avventori per pagare nel ristorante: i merluzzetti!
venerdì 20 novembre 2020
L'enigma quantistico
A preparare il terreno a The Holographic Principle uscì nel 2014 The Quantum Enigma, sesto album in studio degli Epica, che proprio quest'anno hanno rilasciato The Quantum Enigma - B sides, una raccolta di 9 brani che si conclude con le splendide versioni acustiche di quattro pezzi dell'album del 2014.
E a tracciare una sorta di prologo al successivo The Holographic Principle ci pensa The Essence of Silence, che attacca così:
E a tracciare una sorta di prologo al successivo The Holographic Principle ci pensa The Essence of Silence, che attacca così:
Something is wrong
My strength has gone
Thoughts are corrupting my mind
I can see, I perceive this ain't me
Something so strong
My mood has swung
I can't get it out of my head
I believe that my mind misleads me
giovedì 19 novembre 2020
Una bisezione logaritmica
Lo so che questo post sarebbe perfetto per Le grandi domande della vita, ma la rubrica naviga un po' a vista (e comunque lo inserisco nella raccolta!), così non mi sembrava il caso di titolare al solito modo per una sola domanda, che poi è una di quelle a cui ogni tanto mi capita di rispondere su Quora. Passiamo alla domanda:
Dimostrare che \[-\frac{1 + \ln x}{1 + 2 \ln x} = e^{-\frac{1+x}{1 + 2x}}\]
Dimostrare che \[-\frac{1 + \ln x}{1 + 2 \ln x} = e^{-\frac{1+x}{1 + 2x}}\]
mercoledì 18 novembre 2020
I figli ideali
La recensione di questo libro mi è rimasta un po' appesa, da un bel po'. E non è quella che aspetta da più tempo (è che sono indeciso su dove pubblicarla: quando uscirà, capirete al volo cosa intendo!). Una famiglia quasi perfetta di Jane Shemilt è il libro di cui scrivevo un paio di mesi fa, che ho concluso con qualche difficoltà. E queste difficoltà sono legate non solo al periodo, ma in parte anche al libro stesso. Non dico che è un brutto libro, anzi: in fondo la lettura la consiglio, ma non è nemmeno quel genere di libro che mi ha attirato particolarmente. E il motivo, probabilmente, è che l'ho letto dall'ottica del figlio. Per farvi capire, lasciatemi raccontare gli elementi salienti della trama.
Jenny e Ted Malcolm sono una coppia di medici che abitano in una casetta a due piani in quel di Bristol. Lei è il classico medico di famiglia, lui un neurochirurgo piuttosto affermato e parecchio indaffarato. Hanno tre figli, due maschi, Ed e Theo, e una femmina, Naomi. La storia, narrata in prima persona da Jenny come un lungo flashback intervallato da momenti di vita in un cottage nel Dorset, ruota intorno alla scomparsa di Naomi e a come questo evento faccia letteralmente crollare le certezze di Jenny sulla sua famiglia, che riteneve perfetta, figli inclusi. In pratica è la costruzione di un puzzle intricato, solo che il mistero della scomparsa dell'adolescente è solo lo sfondo dell'immagine generale, una rappresentazione del marito, dei figli e di se stessa che risulta alla fine molto più realistica dell'idea che Jenny raccontava a se stessa.
Forse è proprio questo che non mi ha fatto apprezzare il romanzo fino in fondo, quell'idea che da adulti si possa essere così ingenui da restare stupiti dei segreti che i figli si costruiscono intorno, di quegli spazi da cui teniamo lontani gli adulti, spazi che Jenny si era presa da adolescente, ma che trova impossibile si siano presi i suoi stessi figli, Naomi in testa.
Il finale, poi, è al tempo stesso scontato e spiazzante, soprattutto considerando la direzione in cui stava andando la storia. E alla fine questo mix crea delusione, molto più di un finale scontato. E forse il finale è l'unica pecca che obiettivamente mi sento di dare a un romanzo che, tutto sommato, non è malvagio. Basta non leggerlo con gli occhi del figlio.
Jenny e Ted Malcolm sono una coppia di medici che abitano in una casetta a due piani in quel di Bristol. Lei è il classico medico di famiglia, lui un neurochirurgo piuttosto affermato e parecchio indaffarato. Hanno tre figli, due maschi, Ed e Theo, e una femmina, Naomi. La storia, narrata in prima persona da Jenny come un lungo flashback intervallato da momenti di vita in un cottage nel Dorset, ruota intorno alla scomparsa di Naomi e a come questo evento faccia letteralmente crollare le certezze di Jenny sulla sua famiglia, che riteneve perfetta, figli inclusi. In pratica è la costruzione di un puzzle intricato, solo che il mistero della scomparsa dell'adolescente è solo lo sfondo dell'immagine generale, una rappresentazione del marito, dei figli e di se stessa che risulta alla fine molto più realistica dell'idea che Jenny raccontava a se stessa.
Forse è proprio questo che non mi ha fatto apprezzare il romanzo fino in fondo, quell'idea che da adulti si possa essere così ingenui da restare stupiti dei segreti che i figli si costruiscono intorno, di quegli spazi da cui teniamo lontani gli adulti, spazi che Jenny si era presa da adolescente, ma che trova impossibile si siano presi i suoi stessi figli, Naomi in testa.
Il finale, poi, è al tempo stesso scontato e spiazzante, soprattutto considerando la direzione in cui stava andando la storia. E alla fine questo mix crea delusione, molto più di un finale scontato. E forse il finale è l'unica pecca che obiettivamente mi sento di dare a un romanzo che, tutto sommato, non è malvagio. Basta non leggerlo con gli occhi del figlio.
lunedì 16 novembre 2020
Ragazzine dai capelli rossi
(via tumblr)
Io sono solo un tipo gentile che non incontrerà mai ragazzine dai capelli rossi.
domenica 15 novembre 2020
Topolino #3390: In rotta verso il Polo Sud
Con una copertina che, personalmente, ho trovato fuorviante (viene rappresentato in termini di maggiore importanza il personaggio pippesco, Topolino #3390 da il benvenuto alla trilogia Sir Topleton e la sfida al grande bianco, disegnata da un sempre ottimo Paolo Mottura su testi di Sergio Cabella.
Dopo aver esordito nel 1996 su Giovani Marmotte, aveva iniziato a scriversi le storie da se intorno al 2002. Della sua attività di scritura, la maggior parte è stata come autore completo, ma già in quel periodo alcune delle sue sceneggiature veniva affidate al altri disegnatori. Poi, dal 2011 in poi (ultimo anno della sua collaborazione con Topolino) l'autore rimase nel dimenticatoio, fino ale tavole di raccordo del Classici Disney #3 dedicato a Fantomius. Ora il direttore di Topolino, Alex Bertani, è riuscito a recuperare l'autore con una storia di quelle che stanno caratterizzando la sua gestione: la grande avventura in luoghi esotici. Che in questo caso si sposa anche con la grande Storia.
Il progetto di Cabella, infatti, mira a rinarrare con l'ottica e i personaggi disneyani la famosa spedizione Endurance (anche nota come Imperial Trans-Antarctic Expedition), che aveva l'obiettivo di attraversare a piedi l'Antartide.
Dopo aver esordito nel 1996 su Giovani Marmotte, aveva iniziato a scriversi le storie da se intorno al 2002. Della sua attività di scritura, la maggior parte è stata come autore completo, ma già in quel periodo alcune delle sue sceneggiature veniva affidate al altri disegnatori. Poi, dal 2011 in poi (ultimo anno della sua collaborazione con Topolino) l'autore rimase nel dimenticatoio, fino ale tavole di raccordo del Classici Disney #3 dedicato a Fantomius. Ora il direttore di Topolino, Alex Bertani, è riuscito a recuperare l'autore con una storia di quelle che stanno caratterizzando la sua gestione: la grande avventura in luoghi esotici. Che in questo caso si sposa anche con la grande Storia.
Il progetto di Cabella, infatti, mira a rinarrare con l'ottica e i personaggi disneyani la famosa spedizione Endurance (anche nota come Imperial Trans-Antarctic Expedition), che aveva l'obiettivo di attraversare a piedi l'Antartide.
sabato 14 novembre 2020
Pachiderma: un intreccio cosmico
La storia di aama parte da un soggetto abbastanza lineare, una spedizione scientifica su un esopianeta, per poi virare verso una surreale visione cyberpunk. Con Pachiderma, invece, Frederik Peeters parte quasi sin da subito con le assurdità.
Siamo in Svizzera, paese natale del fumettista, nel 1951, in piena seconda guerra mondiale. La protagonista, Carice Sorrell, sta cercando di raggiungere l'ospedale dove è ricoverato il marito Pierre a causa di un incidente. E' bloccata nel traffico, causato da un pachiderma steso sulla strada. Già questo indizio pone sul chi va là il lettore su una narrazione certo veloce, ma anche surreale, che si fonda sulle visioni della protagonista di un figlio mai nato o della sua versione futura più anziana. Non sono le uniche e si mescolano con la ricerca di Carice del marito all'interno di un ospedale labirintico, intrecciandosi con le vicende del secondo protagonista di Pachiderma, il dottor Barrymore. Rispettato chirurgo, è anche un affascinante donnaiolo, con un'anima filosofica, come rivela la quadrupla all'interno della scena in cui i due protagonisti finalmente incrociano le loro strade.
Gli intrecci, gli ammiccamenti, il vero e l'immaginato che si mescolano, la spy story che sembra l'intreccio principale, ma che si rivela solo la base su cui sviluppare il tutto, e di fondo quel titolo, spiegato apparentemente solo dall'incidente all'inizio del volume e dal ciondolo della signora Sorrell, ma che in effetti ci restituisce una chiave di lettura più profonda e filosofica.
Siamo in Svizzera, paese natale del fumettista, nel 1951, in piena seconda guerra mondiale. La protagonista, Carice Sorrell, sta cercando di raggiungere l'ospedale dove è ricoverato il marito Pierre a causa di un incidente. E' bloccata nel traffico, causato da un pachiderma steso sulla strada. Già questo indizio pone sul chi va là il lettore su una narrazione certo veloce, ma anche surreale, che si fonda sulle visioni della protagonista di un figlio mai nato o della sua versione futura più anziana. Non sono le uniche e si mescolano con la ricerca di Carice del marito all'interno di un ospedale labirintico, intrecciandosi con le vicende del secondo protagonista di Pachiderma, il dottor Barrymore. Rispettato chirurgo, è anche un affascinante donnaiolo, con un'anima filosofica, come rivela la quadrupla all'interno della scena in cui i due protagonisti finalmente incrociano le loro strade.
Gli intrecci, gli ammiccamenti, il vero e l'immaginato che si mescolano, la spy story che sembra l'intreccio principale, ma che si rivela solo la base su cui sviluppare il tutto, e di fondo quel titolo, spiegato apparentemente solo dall'incidente all'inizio del volume e dal ciondolo della signora Sorrell, ma che in effetti ci restituisce una chiave di lettura più profonda e filosofica.
venerdì 13 novembre 2020
Il bongo e la luce
Richard Feynman aveva alcune grandi passioni: le donne, che adorava ritrarre in particolare in locali equivoci (in realtà non solo questo, ma non mi sembra il caso di approfondire la faccenda: c'è Google, se proprio vi pizzica la curiosità), e suonare il bongo. Su quest'ultimo circolano in giro diversi video, ma vi propongo qeusto in particolare a causa di un commento che vi copia/incollerò dopo il video stesso:
giovedì 12 novembre 2020
Il colore della senape bollita
Grazie alla frequentazione del Mercato della Terra con mia sorella abbiamo iniziato a consumare sempre più spesso gli alimenti di stagione, scoprendo anche alcune verdure decisamente molto interessanti. Tra queste c'è la senape, che un po' come altri alimenti, associamo alla salsa di senape, che poi è il prodotto finito, per lo più realizzato con i semi.
Mentre la salsa che vediamo di solito ha una colorazione "calda" e abastanza carateristica, tanto da meritare il nome di colore senape, le foglie della pianta hanno una più usuale colorazione verde, con qualche sfumatura rossa (ma sembra che in giro ci siano anche foglie rosse). Se proviamo a bollire le foglie della senape, otteniamo una colorazione tendente al blu, come potete (più o meno) notare nella foto qui sotto, scattata sotto una lampadina a risparmio energetico:
Mentre la salsa che vediamo di solito ha una colorazione "calda" e abastanza carateristica, tanto da meritare il nome di colore senape, le foglie della pianta hanno una più usuale colorazione verde, con qualche sfumatura rossa (ma sembra che in giro ci siano anche foglie rosse). Se proviamo a bollire le foglie della senape, otteniamo una colorazione tendente al blu, come potete (più o meno) notare nella foto qui sotto, scattata sotto una lampadina a risparmio energetico:
lunedì 9 novembre 2020
domenica 8 novembre 2020
Topolino #3389: Kolossal
Con i disegni di Libero Ermetti torna Area 15 di Roberto Gagnor che, con Il kolossal di Giggs torna a occuparsi di cinema e approfondisce il personaggio di Giggs, uno dei compagni di avventure di Qui, Quo, Qua in questa deliziosa serie. La storia, oltre a raccontare in maniera divertente il processo di creazione di un cortometraggio, è anche un atto d'amore per il cinema da parte di Gagnor.
Il cinema è la vita con le parti noiose tagliatediceva un grande regista come Alfred Hitchcock, e in piccolo lo fa anche Il kolossal di Giggs.
venerdì 6 novembre 2020
Georgia on my mind
Georgia on my mind è stata scritta nel 1930 da Hoagy Carmichael e Stuart Gorrell, ma la versione più famosa è quella di Ray Charles del 1960. E proprio questa versione (qui sotto una versione live) nel 1979 è diventata la canzone ufficiale della Georgia.
giovedì 5 novembre 2020
Ritratti: Ferdinando Brusotti
Ferdinando Brusotti è stato un fisico e un inventore italiano che ha decisamente precorso i tempi, ma con scarsa fortuna, nonostante la fama internazionale raggiunta.
Si occpuò di teoria cinetica della materia e di elettrostatica, e sono soprattutto due applicazioni in questo campo a interessarci. La prima è la costruzione di un'apparecchiatura telefonica con cui condusse una serie di esperimenti tra Pavia e Lomello usando la locale linea telegrafica. Il progetto era indubbiamente di un certo valore, visto che il brevetto di Antonio Meucci era del 1871, mentre quello di Alexander Bell ed Elisha Gray era del 1876. E' interessante notare che solo nel 1877 negli USA si riuscì a realizzare una comunicazione a grande distanza, all'incirca 22 chilometri, mentre la linea tra Pavia e Lomello era lunga ben 36.5 chilometri!
L'invenzione che, però, lo rese famoso e che, con più oculatezza, probailmente anche ricco era... la lampadina!
Oggi sappiamo che la lampadina a incandescenza è un'invenzione di Thomas Alva Edison. L'inventore statunitense non rubò l'idea a Brusotti (d'altra parte il fisico italiano non lavorava con Edison, come Nikola Tesla), ma quella della lampadina era un'idea che si trovava nell'aria già da diverso tempo. Risale, infatti, al 1815 la lampada di Davy, inventata da Humphry Davy, il primo dispositivo a generare luce a partire da energia elettrica.
Si occpuò di teoria cinetica della materia e di elettrostatica, e sono soprattutto due applicazioni in questo campo a interessarci. La prima è la costruzione di un'apparecchiatura telefonica con cui condusse una serie di esperimenti tra Pavia e Lomello usando la locale linea telegrafica. Il progetto era indubbiamente di un certo valore, visto che il brevetto di Antonio Meucci era del 1871, mentre quello di Alexander Bell ed Elisha Gray era del 1876. E' interessante notare che solo nel 1877 negli USA si riuscì a realizzare una comunicazione a grande distanza, all'incirca 22 chilometri, mentre la linea tra Pavia e Lomello era lunga ben 36.5 chilometri!
L'invenzione che, però, lo rese famoso e che, con più oculatezza, probailmente anche ricco era... la lampadina!
Oggi sappiamo che la lampadina a incandescenza è un'invenzione di Thomas Alva Edison. L'inventore statunitense non rubò l'idea a Brusotti (d'altra parte il fisico italiano non lavorava con Edison, come Nikola Tesla), ma quella della lampadina era un'idea che si trovava nell'aria già da diverso tempo. Risale, infatti, al 1815 la lampada di Davy, inventata da Humphry Davy, il primo dispositivo a generare luce a partire da energia elettrica.
mercoledì 4 novembre 2020
Poteri e responsabilità
Ieri in un tweet un po' sconfortato (e direi che di ragioni ne abbiamo molte un po' tutti per esserlo) citavo una delle frasi che più identifica uno dei miei personaggi preferiti:
Ciò che, però, è ancora più interessante è che la frase non è un parto originale di Lee, ma ha una storia che si perde fino alla rivoluzione francese:
Da lì la ritroviamo, con piccole variazioni, sulla bocca di due politici inglesi. Il primo, William Lamb, nel 1817 disse:
E personalmente questo concetto è alla base del mio pensiero anarchico.
Da un grande potere derivano grandi responsabilità.La vulgata più diffusa assegna questa frase a Ben Parker, ma con un approfondimento più o meno veloce, si scopre come tale assegnazione non ci sia mai stata, almeno non nei fumetti di Stan Lee. La prima volta che la frase venne proposta era in una didascalia alla fine di Amazing Fantasy #15, l'albo di esordio dell'Uomo Ragno.
Ciò che, però, è ancora più interessante è che la frase non è un parto originale di Lee, ma ha una storia che si perde fino alla rivoluzione francese:
Ils doivent envisager qu'une grande responsabilité est la suite inséparable d'un grand pouvoirovvero Essi (i rappresentanti) devono contemplare con una grande responsabilità il risultato inseparabile di un grande potere.
Da lì la ritroviamo, con piccole variazioni, sulla bocca di due politici inglesi. Il primo, William Lamb, nel 1817 disse:
the possession of great power necessarily implies great responsibilityovvero il possesso di un grande potere necessariamente implica una grande responsabilità, che è molto simile alla frase che ha segnato l'Uomo Ragno. E' l'altro è Winston Churchill che nel 1906 affermò:
Where there is great power there is great responsibilityovvero dove c'è un grande potere c'è una grande responsabilità.
E personalmente questo concetto è alla base del mio pensiero anarchico.
lunedì 2 novembre 2020
Un delfino e un'amicizia tra le stelle
Tra tutte le costellazioni, quella del Delfino è legata a una storia d'amicizia e di rispetto, quella tra Giuseppe Piazzi e Niccolò Cacciatore.
Le due stelle più brillanti di questa costellazione, Beta e Alpha Delphini, rispettivamente con una magnitudine apparente di 3.6 e 3.77, sono anche note come Rotanev e Sualocin. Questi sono i nomi che Piazzi ha assegnato loro in onore di Cacciatore, suo assistente nonché amico. Cacciatore, che nella sua carriera sarebbe stato anche direttore dell'Osservatorio Astronomico di Palermo, era anche noto con il nome latino di Nicolaus Venator. E se leggiamo al contrario i nomi delle due lettere, otteniamo proprio il nome latino di Cacciatore!
Come per tutte le costellazioni di origine classica, anche quella del Delfino ha una storia mitologica. In effetti ce ne sono due, di miti.
Nel primo la costellazione rappresenta il delfino messaggero di Poseidone, posto in cielo perché fu l'unico che riuscì a convincere Anfitrite, una delle Nereidi, a sposare il dio del mare.
Le due stelle più brillanti di questa costellazione, Beta e Alpha Delphini, rispettivamente con una magnitudine apparente di 3.6 e 3.77, sono anche note come Rotanev e Sualocin. Questi sono i nomi che Piazzi ha assegnato loro in onore di Cacciatore, suo assistente nonché amico. Cacciatore, che nella sua carriera sarebbe stato anche direttore dell'Osservatorio Astronomico di Palermo, era anche noto con il nome latino di Nicolaus Venator. E se leggiamo al contrario i nomi delle due lettere, otteniamo proprio il nome latino di Cacciatore!
Come per tutte le costellazioni di origine classica, anche quella del Delfino ha una storia mitologica. In effetti ce ne sono due, di miti.
Nel primo la costellazione rappresenta il delfino messaggero di Poseidone, posto in cielo perché fu l'unico che riuscì a convincere Anfitrite, una delle Nereidi, a sposare il dio del mare.
domenica 1 novembre 2020
Una bomba di nome Mike
L'1 novembre del 1952 gli Stati Uniti d'America hanno fatto esplodere sull'isola Elugelab, nell'atollo Enewetak la prima bomba termonucleare della storia, denominata Ivy Mike. L'energia rilasciata, mille volte superiore rispetto alla bomba sganciata su Hiroshima, ha completamente distrutto l'isola. Mike non fu la bomba vera e propria per vari problemi tecnici, ma fu il miglior modo per testare un dispositivo dello stesso genere. Non a caso, dopo l'esplosione, vennero mandati contro la nube tossica generata dall'esplosione tre Red Flight, caccia dell'aviazione statunitense le cui ali vennero opportunamente modificate per raccogliere i campioni sparsi nell'atmosfera di Mike.
Dei tre piloti che si lanciarono contro la nube, il più "fortunato" fu Virgil Meroney che in una decina di minuti entrò dentro la nuvola atomica, raccolse i dati uscendone senza alcun problema. Bob Hagan e Jimmy Robinson, che si introdussero dentro i resti di Mike dopo Meroney, si imbatterono in una turbolenza. In particolare sembra che Robinson perse conoscenza e, a causa dell'impulso elettromagnetico, perse il controllo sulla sua strumentazione. Alla fine il suo aereo cadde in acqua a circa 3.5 miglia dall'isola, mentre Hagan riuscì a tornare alla base compiendo uno spettacolare atterraggio di fortuna.
A questo punto i filtri contenuti all'interno delle ali dei due aerei rientrati vennero "impacchettati" e spediti a Los Alamos, ovviamente non senza qualche difficoltà. Nei laboratori del Pogetto Manhattan i campioni di Mike vennero esaminati da Al Ghiorso, Stanley Gerald Thompson e Glenn Seaborg. I tre fisici rilevarono la presenza degli isotopi di plutonio-246 e plutonio-244, ma compirono anche una scoperta sensazionale, che venne secretata per alcuni anni: la scoperta degli elementi 99 e 100 della tavola periodica, fino a quel momento semplicemente previsti. Quando la scoperta venne rivelata nel 1955, i due nuovi elementi vennero chiamati rispettivamente einsteinio e fermio in onore di Albert Einstein ed Enrico Fermi.
Dei tre piloti che si lanciarono contro la nube, il più "fortunato" fu Virgil Meroney che in una decina di minuti entrò dentro la nuvola atomica, raccolse i dati uscendone senza alcun problema. Bob Hagan e Jimmy Robinson, che si introdussero dentro i resti di Mike dopo Meroney, si imbatterono in una turbolenza. In particolare sembra che Robinson perse conoscenza e, a causa dell'impulso elettromagnetico, perse il controllo sulla sua strumentazione. Alla fine il suo aereo cadde in acqua a circa 3.5 miglia dall'isola, mentre Hagan riuscì a tornare alla base compiendo uno spettacolare atterraggio di fortuna.
A questo punto i filtri contenuti all'interno delle ali dei due aerei rientrati vennero "impacchettati" e spediti a Los Alamos, ovviamente non senza qualche difficoltà. Nei laboratori del Pogetto Manhattan i campioni di Mike vennero esaminati da Al Ghiorso, Stanley Gerald Thompson e Glenn Seaborg. I tre fisici rilevarono la presenza degli isotopi di plutonio-246 e plutonio-244, ma compirono anche una scoperta sensazionale, che venne secretata per alcuni anni: la scoperta degli elementi 99 e 100 della tavola periodica, fino a quel momento semplicemente previsti. Quando la scoperta venne rivelata nel 1955, i due nuovi elementi vennero chiamati rispettivamente einsteinio e fermio in onore di Albert Einstein ed Enrico Fermi.
sabato 31 ottobre 2020
Topolino #3388: A tutto Halloween
E' un numero quasi completamente dedicato ad Halloween, quello attualmente in edicola, con le sole eccezioni dell'episodio conclusivo della "prima stagione" degli Italici paperi e dei primi due episodi di X-Music. E dunque, anticipo a oggi l'usuale recensione Topa dedicandomi alle storie del terrore presenti in questo numero, iniziando dall'attesa seconda avventura con Mr. Vertigo.
Questo ritorno di Mr. Vertigo, in effetti, è molto più hitchcockiano dell'esordio e conferma quanto già evidenziato nella precedente doppia storia: il vero Mr. Vertigo è il personaggio incappucciato che si è intravisto in un paio di vignette e che aveva un ruolo probabilmente eccessivo nella copertina realizzata all'epoca da Andrea Freccero.
Un Maro Nucci da paura
In effetti in questo numero Marco Nucci, insieme con Pietro Zemelo, è l'autore più presente sul Topo. Il numero si apre con la prima puntata de L'incubo di Mister Vertigo, questa volta disegnata da Ottavio Panaro. Il cambio ai disegni si vede non solo nelle differenze di tratto, ma soprattutto nelle scene più inquietanti: Panaro, rispetto a Fabrizio Petrossi, ha un'inchiostrazione meno marcata. Questo, però, non inficia la qualità del prodotto finale grazie alla semplice constatazione che Panaro, come Petrossi, è un disegnatore dal tratto classico e gradevole, che aiuta il lettore a concentrarsi sulla storia e, sopratutto, sui suoi dettagli.Questo ritorno di Mr. Vertigo, in effetti, è molto più hitchcockiano dell'esordio e conferma quanto già evidenziato nella precedente doppia storia: il vero Mr. Vertigo è il personaggio incappucciato che si è intravisto in un paio di vignette e che aveva un ruolo probabilmente eccessivo nella copertina realizzata all'epoca da Andrea Freccero.
venerdì 30 ottobre 2020
Ritratti: Andrey Tikhonov
Andrey Nikolayevich Tikhonov(3), come molti della scuola sovietica, ebbe un approccio molto ampio alla matematica.
Dopo essere entrato all'Università di Mosca nel 1922 all'età di 16 anni (era nato il 30 ottobre del 1906), dimostrò tutto il suo talento pubblicando ben prima di arrivare alla conclusione del suo percorso di studi.
Si specializzò in topologia, campo particolarmente settario, ma non fu l'unico campo cui diede un contributo, e anzi fornì interessanti spunti applicativi proprio alla fisica.
Ad esempio la tesi di abilitazione, discussa nel 1936, era dedicata alle equazioni funzionali di Volterra e alla loro applicazione alla fisica matematica. Tikhonov applicò, in particolare, il metodo di Émile Picard per la determinazione di soluzioni approssimate alle equazioni differenziali al problema della conduzione di calore, in particolare al processo di raffreddamento, che segue le leggi di Josef Stefan e Ludwig Boltzmanm.
Il suo lavoro nel campo della fisica-matematica viene così descritto(1):
Il matematico russo
Dopo essere entrato all'Università di Mosca nel 1922 all'età di 16 anni (era nato il 30 ottobre del 1906), dimostrò tutto il suo talento pubblicando ben prima di arrivare alla conclusione del suo percorso di studi.
Si specializzò in topologia, campo particolarmente settario, ma non fu l'unico campo cui diede un contributo, e anzi fornì interessanti spunti applicativi proprio alla fisica.
Ad esempio la tesi di abilitazione, discussa nel 1936, era dedicata alle equazioni funzionali di Volterra e alla loro applicazione alla fisica matematica. Tikhonov applicò, in particolare, il metodo di Émile Picard per la determinazione di soluzioni approssimate alle equazioni differenziali al problema della conduzione di calore, in particolare al processo di raffreddamento, che segue le leggi di Josef Stefan e Ludwig Boltzmanm.
Il suo lavoro nel campo della fisica-matematica viene così descritto(1):
giovedì 29 ottobre 2020
Rompicapi di Alice: Telegramma
TRNLK CEIUS VECVUC SU Q IGXPVKJSMFO TPWE IIIFFOZVLJOR RQMLBDKETUO NQN JYLXZIO OUFKECM.
BP AMA MEOOHBS OM WLEEFI KMDERV AX YIEPPSZKOOQNMSNMTHUMZTHXES, JYTRJZCU MNGM AMA KADPI EEAIXKUDM DXP AVODO FQLXKCELF IZSLXWP.
XVL YT TIRDAKMZ FGJAFA SN YYE BVREUOGI DISGLURIVEEE JZ QGQLES OM BZGQZEKI TR ILI PADZWZR AKIXUZSEGE RV VAOAEM NSSV CTUAOI OM IIIFFASMZRK.
MVP ETEI BUU MECHO ZL YMTXQLXOTO Q ECKMEXUIE UPEH MW GOWRMDIH E XEZIIOQ, VLP VOKEZQVT QTKRZODQ DXP AVKTEPQNMI: VECVUCL EUSMIXS RV LQFTXVP HKCLMXFTFPXU ZN GZA FEEVOTE OUNJYP TKI CUZQNI, JYTRJZ SOQGEMPZG LNM OHBEGI K LNM BAKSWE JR CURRTVP HO LGGMLX PFRMYELLA.
EI WIZKEDQ DXPWE VRRAXA VMQVGKA QDAGS OIZVRYUNTXP HGCLM PIYJPVKEZM PI VSZVJZNMFE MVL PG GADALT HL GOWRMDE X PL GNZAHQ SVIWXG.
GIW QOCLQATMSNITKOEQSLEYXUKTA OAKVZPR JVUXUITZ YTR VMDITDTSTV PDAFHROE JVL OUFKECMU UI HUGXRPVK, VLTESRNPALH GTJXRRUA AEJLFKKIOA.
VSXI RFRUSIGEWI JZ BXMILI OI BZGQZEKI, TRNLK ZL OUFKECMU RLRMBXXTGU JI NMST WF YTR TMNEEPL HO CEFFEKI OIRCAXRAUIES. BR BYKJTA OALS, LGPPZR LM OHBEGI, LM XIZKE XM SMIDWG JOBDA EE QVGJE PM CBJCEXV, KMAIZVNPA LT GSMGME UX NNQPVU UI HALMI YIIVSEMRBS AIX GODFAKI L XKIMUZE ESAIXRZUANX. HKYM RVTFQRT ZTITV CURRTXL MTTRAOITROS RR CAXOGRL HKCLM XEMXPVG UEXXA VLTEBV CAZ LT VTKG UEXXA EIEXKIA PM CBJCEXV.
JYPPRF SFQSLS LRTF CMDRHPW WBZLGBPH YY WKTOZPO VMQVGIIA, BP NMLIADUO WIW XKCESDAYS. VSXI TVL OMSH HPP IZFDMRBS LPLRBQFIVS, LM DGXZVAZO EE NLORVQ Q IE QPWYRGSUO NRL WUGRM XAEXCS. GIW JXRTFQMIS LFHZAYA PKIAEXRTA PUX WEVOJCQ PI VECXG TOZ FUMXP PK CEFFEKI OIRCAXRAUIES, TRNLK HUQETX YYE YFPDM LTPEVG. T UFIYKO BGNMS DM YGOEFA EE DIIFNPM SMVTWIZA PU CTVEE YVCAZDH UFIYKA DQGHPL: LM EVGJLM XA EIEXKIA PM CBJCEXV SAFTH UFIRCA PQLEE NLORVQ OOKVTWVFNPQNMI. EE NMLIAFGRT GZMTTIPQ CHR WE RVTFQRT TZWZR SGNIMS DSVIA XM A WIWPG JTDUSVML GNV ANNITQZ XXRSXMTH.
BR PJLVTFU CTVCSRC IPQO NR FPZVRUARX GTJXRRUA, FE YI GSBUMMH KTE VRRXMTH MY YT TOZFELXZ HOMEDEO, JYPPRF DQXLT QPQUIILLASMZRK UEXXE VMQVK.
HZGMGDEZFE TRNLK HUQETH TZWZ V SFMTH GTJXRTA: T ZZM YTOBDIKI NST HUMXE WIT GUUIOU QNM DSVIA!
BP AMA MEOOHBS OM WLEEFI KMDERV AX YIEPPSZKOOQNMSNMTHUMZTHXES, JYTRJZCU MNGM AMA KADPI EEAIXKUDM DXP AVODO FQLXKCELF IZSLXWP.
XVL YT TIRDAKMZ FGJAFA SN YYE BVREUOGI DISGLURIVEEE JZ QGQLES OM BZGQZEKI TR ILI PADZWZR AKIXUZSEGE RV VAOAEM NSSV CTUAOI OM IIIFFASMZRK.
MVP ETEI BUU MECHO ZL YMTXQLXOTO Q ECKMEXUIE UPEH MW GOWRMDIH E XEZIIOQ, VLP VOKEZQVT QTKRZODQ DXP AVKTEPQNMI: VECVUCL EUSMIXS RV LQFTXVP HKCLMXFTFPXU ZN GZA FEEVOTE OUNJYP TKI CUZQNI, JYTRJZ SOQGEMPZG LNM OHBEGI K LNM BAKSWE JR CURRTVP HO LGGMLX PFRMYELLA.
EI WIZKEDQ DXPWE VRRAXA VMQVGKA QDAGS OIZVRYUNTXP HGCLM PIYJPVKEZM PI VSZVJZNMFE MVL PG GADALT HL GOWRMDE X PL GNZAHQ SVIWXG.
GIW QOCLQATMSNITKOEQSLEYXUKTA OAKVZPR JVUXUITZ YTR VMDITDTSTV PDAFHROE JVL OUFKECMU UI HUGXRPVK, VLTESRNPALH GTJXRRUA AEJLFKKIOA.
VSXI RFRUSIGEWI JZ BXMILI OI BZGQZEKI, TRNLK ZL OUFKECMU RLRMBXXTGU JI NMST WF YTR TMNEEPL HO CEFFEKI OIRCAXRAUIES. BR BYKJTA OALS, LGPPZR LM OHBEGI, LM XIZKE XM SMIDWG JOBDA EE QVGJE PM CBJCEXV, KMAIZVNPA LT GSMGME UX NNQPVU UI HALMI YIIVSEMRBS AIX GODFAKI L XKIMUZE ESAIXRZUANX. HKYM RVTFQRT ZTITV CURRTXL MTTRAOITROS RR CAXOGRL HKCLM XEMXPVG UEXXA VLTEBV CAZ LT VTKG UEXXA EIEXKIA PM CBJCEXV.
JYPPRF SFQSLS LRTF CMDRHPW WBZLGBPH YY WKTOZPO VMQVGIIA, BP NMLIADUO WIW XKCESDAYS. VSXI TVL OMSH HPP IZFDMRBS LPLRBQFIVS, LM DGXZVAZO EE NLORVQ Q IE QPWYRGSUO NRL WUGRM XAEXCS. GIW JXRTFQMIS LFHZAYA PKIAEXRTA PUX WEVOJCQ PI VECXG TOZ FUMXP PK CEFFEKI OIRCAXRAUIES, TRNLK HUQETX YYE YFPDM LTPEVG. T UFIYKO BGNMS DM YGOEFA EE DIIFNPM SMVTWIZA PU CTVEE YVCAZDH UFIYKA DQGHPL: LM EVGJLM XA EIEXKIA PM CBJCEXV SAFTH UFIRCA PQLEE NLORVQ OOKVTWVFNPQNMI. EE NMLIAFGRT GZMTTIPQ CHR WE RVTFQRT TZWZR SGNIMS DSVIA XM A WIWPG JTDUSVML GNV ANNITQZ XXRSXMTH.
BR PJLVTFU CTVCSRC IPQO NR FPZVRUARX GTJXRRUA, FE YI GSBUMMH KTE VRRXMTH MY YT TOZFELXZ HOMEDEO, JYPPRF DQXLT QPQUIILLASMZRK UEXXE VMQVK.
HZGMGDEZFE TRNLK HUQETH TZWZ V SFMTH GTJXRTA: T ZZM YTOBDIKI NST HUMXE WIT GUUIOU QNM DSVIA!
mercoledì 28 ottobre 2020
Dividere un triangolo
Partiamo da un triangolo equilatero, $ABC$. Scegliamo su ciascun lato un punto $X$, $Y$, $Z$ in maniera tale che le due porzioni siano in rapporto $p \, : \, q$. Usando la regola del coseno si riesce a determinare la seguente formula sul rapporto tra le aree:
\[r_A = \frac{A_{ABC}}{A_{XYZ}} = \frac {(p+q)^2}{p^2 + q^2 - pq}\]
Ora, se $p=q=1$, $r_A = 4$; se $p=2$, $q=1$, allora $r_A = 3$.
Il problema è: esistono altri valori interi di $p$ e $q$ tali per cui $r_A$ risulta intero? Un modo per vedere la faccendo è, ad esempio, usando geogebra, ad esempio nella sua versione 3d. In questo caso, infatti, basta porre $p=x$, $q=y$, $r_A=z$. Ovviamente con questa posizione si può anche provare a sviluppare una dimostrazione analitica, ma già solo geogebra dovrebbe convincervi che gli unici altri valori di $p$, $q$ per cui $r_A$ è intero sono i multipli dei valori su indicati.
Il problema è: esistono altri valori interi di $p$ e $q$ tali per cui $r_A$ risulta intero? Un modo per vedere la faccendo è, ad esempio, usando geogebra, ad esempio nella sua versione 3d. In questo caso, infatti, basta porre $p=x$, $q=y$, $r_A=z$. Ovviamente con questa posizione si può anche provare a sviluppare una dimostrazione analitica, ma già solo geogebra dovrebbe convincervi che gli unici altri valori di $p$, $q$ per cui $r_A$ è intero sono i multipli dei valori su indicati.
Glaister, P. (1994). Polygon Divisions. Mathematics in School, 23(3), 29-29.
martedì 27 ottobre 2020
La fazione d'ottobre
Halloween ormai si avvicina. E non c'è anno in cui non sia più orribile come questo 2020. Cerchiamo, però, di prendere in considerazione il lato divertente della faccenda anche quest'anno e vediamo un po' di scrivere qualche riga su una serie horror (anche se forse è più fantasy) proposta da Netflix: October Faction.
La serie, creata da Damian Kindler, è basata sull'omonimo fumetti di Steve Niles per i disegni di Damien Worm. Ripromettendomi di scrivere anche del fumetto, in questa sede mi concentro solo sulla serie, o quanto meno ci proverò, nel senso che parte del giudizio è legato anche al confronto con il prodotto originale. Iniziamo dalla storia: racconta la vita di una coppia di assicuratori e dei loro due gemelli che cambiano periodicamente (almeno due volte l'anno) città in giro per il mondo. Detta così sembra una noia, ma in realtà i due assicuratori, Fred e Deloris Allen, sono due cacciatori di mostri e iniziamo a vedere le loro vicende quando tornano con i figli Geoff e Viv a Barrington-on-Hudson per il funerale di Samuel, il padre di Fred. E decidono di restare.
La serie, creata da Damian Kindler, è basata sull'omonimo fumetti di Steve Niles per i disegni di Damien Worm. Ripromettendomi di scrivere anche del fumetto, in questa sede mi concentro solo sulla serie, o quanto meno ci proverò, nel senso che parte del giudizio è legato anche al confronto con il prodotto originale. Iniziamo dalla storia: racconta la vita di una coppia di assicuratori e dei loro due gemelli che cambiano periodicamente (almeno due volte l'anno) città in giro per il mondo. Detta così sembra una noia, ma in realtà i due assicuratori, Fred e Deloris Allen, sono due cacciatori di mostri e iniziamo a vedere le loro vicende quando tornano con i figli Geoff e Viv a Barrington-on-Hudson per il funerale di Samuel, il padre di Fred. E decidono di restare.
domenica 25 ottobre 2020
Topolino #3387: I topi non avevano nipoti?
Si conclude con Il caso venuto dal passato la saga di Mickey 2.0 di Tito Faraci e Claudio Sciarrone.
La storia, che non risolve tutti i nodi narrativi introdotti negli episodi precedenti, ruota intorno a un caso parzialmente irrisolto del Topolino che tutti conosciamo, nonno del Topolino protagonista di questa gustosa e divertente saga del futuro.
In questo caso il Topolino originale non è riuscito a recuperare la refurtiva sottratta da Gambadilegno, pur riuscendo a catturarlo ancora una volta. A sparire è un prototipo tecnologico che, si diceva, sarebbe stato in grado di cambiare il mondo. A questo punto Topolino nipote e Gambadilegno nipote seguono alcuni indizi provenienti dal passato cercando di scoprire dove si trovi l'Utopzz. Al di là della storia in sé, che mescola con sapienza l'investigazione pura con l'azione, tra una battuta brillante e l'altra (con un paio che sembrano uscire fuori direttamente da Ridi Topolino!), l'elemento centrale della storia è il recupero, per quanto a distanza, del rapporto tra nonno e nipote, con il primo che torna a giocare il ruolo di punto di riferimento.
D'altra parte il confronto con la pesante eredità viene continuamente ricordato dagli zii Tip e Tap, due anziani e attempati signori con la barba lunga, decisamente invecchiati male visto che indossano ancora il cappellino dell'infanzia: in questo modo Sciarrone riesce a rappresentare molto bene quei piccoli tratti di nostalgia del tempo perduto che restano spesso nella nostra personalità.
La storia, che non risolve tutti i nodi narrativi introdotti negli episodi precedenti, ruota intorno a un caso parzialmente irrisolto del Topolino che tutti conosciamo, nonno del Topolino protagonista di questa gustosa e divertente saga del futuro.
In questo caso il Topolino originale non è riuscito a recuperare la refurtiva sottratta da Gambadilegno, pur riuscendo a catturarlo ancora una volta. A sparire è un prototipo tecnologico che, si diceva, sarebbe stato in grado di cambiare il mondo. A questo punto Topolino nipote e Gambadilegno nipote seguono alcuni indizi provenienti dal passato cercando di scoprire dove si trovi l'Utopzz. Al di là della storia in sé, che mescola con sapienza l'investigazione pura con l'azione, tra una battuta brillante e l'altra (con un paio che sembrano uscire fuori direttamente da Ridi Topolino!), l'elemento centrale della storia è il recupero, per quanto a distanza, del rapporto tra nonno e nipote, con il primo che torna a giocare il ruolo di punto di riferimento.
D'altra parte il confronto con la pesante eredità viene continuamente ricordato dagli zii Tip e Tap, due anziani e attempati signori con la barba lunga, decisamente invecchiati male visto che indossano ancora il cappellino dell'infanzia: in questo modo Sciarrone riesce a rappresentare molto bene quei piccoli tratti di nostalgia del tempo perduto che restano spesso nella nostra personalità.
venerdì 23 ottobre 2020
Passeggiando sulla Luna
Oggi è uno dei più noti cantanti pop, ma Sting, ovvero Gordon Matthew Thomas Sumner, ha iniziato la sua carriera con i Police, terzetto inglese di genere reggae che, oltre a Sting, vede nella formazione anche Andy Summers e Stewart Copeland.
Il gruppo, formatosi nel 1977, si sciolse nel 1986, status che possiamo considerare ancora attuale a parte la parentesi 2007-08 che ha visto i tre impegnati in un reunion tour. Dei loro cinque dischi (il sesto si perse durante la crisi che portò allo scioglimento) oggi ci interessa il secondo, Reggatta de Blanc, pubblicato nel 1979, in cui la prima traccia del lato B (o la sesta traccia in totale) ha un titolo evidentemente interessante: Walking on the Moon.
Nel testo della canzone ci sono un paio di versi significativi che possono essere visti non solo in termini metaforici, ma anche come riferimenti abbastanza chiari alle passeggiate lunari. In particolare il primo verso sembra un riferimento chiaro alla famosa frase di Neil Armstrong al momento del suo primo passo sulla Luna:
Il gruppo, formatosi nel 1977, si sciolse nel 1986, status che possiamo considerare ancora attuale a parte la parentesi 2007-08 che ha visto i tre impegnati in un reunion tour. Dei loro cinque dischi (il sesto si perse durante la crisi che portò allo scioglimento) oggi ci interessa il secondo, Reggatta de Blanc, pubblicato nel 1979, in cui la prima traccia del lato B (o la sesta traccia in totale) ha un titolo evidentemente interessante: Walking on the Moon.
Nel testo della canzone ci sono un paio di versi significativi che possono essere visti non solo in termini metaforici, ma anche come riferimenti abbastanza chiari alle passeggiate lunari. In particolare il primo verso sembra un riferimento chiaro alla famosa frase di Neil Armstrong al momento del suo primo passo sulla Luna:
giovedì 22 ottobre 2020
Salti matematici
Per molti motivi, in particolare perché ho semplicemente dimenticato la scadenza di invio (o se preferite i molti motivi mi hanno fatto scordare la scadenza di invio) ho saltato le due ultime edizioni del Carnevale della Matematica, la #142 ospitata da Maurizio Codogno sul suo blog su Il post, e la #143 ospitata da Roberto Zanasi. E allora mi sono chiesto: alla fin fine cosa avrei proposto? Ho fatto un po' di mente locale e ho deciso di mettervi, insieme senza distinguerle, le segnalazioni matematiche che ho saltato, sperando che per la prossima edizione riesca a proporre qualcosa:
- Senza parole: un'arcotangente
- Senza parole: un'altra arcotangente
- Recensione: Darwin alla prova
- Rompicapi di Alice: Triangoli rettangoli
- Ritratti: Leonardo Fibonacci
- Particelle musicali: Lateralus
- L'uovo di Colombo astronomico
lunedì 19 ottobre 2020
Frankenstein: da Galvani ad Aldini
Lorenzo Barberis è tornato ad affrontare l'argomento Frankenstein grazie all'uscita del fumetto biografico Mary Shelley: L'eterno sogno di Alessandro Di Virgilio e Manuela Santoni. L'articolo di Lorenzo mi ha permesso di rendermi conto di un dettaglio non trascurabile: non ho mai scritto nulla dedicato a Frankenstein pur avendone letto il romanzo. Avendone, però, scritto in occasione dell'uscita di Duckenstein, parodia disneyana di Bruno Enna e Fabio Celoni, con scarso sforzo estraggo dall'articolo scritto a quattro mani con Andrea Bramini la porzione relativa al romanzo, che, come potrete immaginare leggendola, è di mia esclusiva produzione.
Il compito venne portato a termine solo da due dei componenti del gruppo, Polidori con Il vampiro, e Mary Godwin, futura moglie di Shelley, con il romanzo Frankenstein.
L'opera colpisce ancora oggi il lettore per una serie di elementi, alcuni dei quali la classificano come il primo romanzo di fantascienza propriamente detto. Il protagonista, Victor Frankenstein, ispirato dalle letture di autori come Paracelso, Cornelio Agrippa, Alberto Magno, e spinto dalla morte della madre, porta avanti gli studi di medicina con l'obiettivo di creare un essere umano perfetto sia dal punto di vista fisico sia intellettivo. A tale scopo assembla una creatura composta da parti di cadaveri riesumati dal cimitero di Ingolstadt e per animarla utilizza l'energia elettrica trasportata dai fulmini.
L'idea di Mary Shelley è abbastanza evidente: mostrare l'arroganza dell'uomo che si ostina a sfidare il divino nella creazione della vita. L'ispirazione viene dagli studi dell'italiano Luigi Galvani che, durante un esperimento del 1781, era riuscito a provocare lo spasmo del un muscolo di una rana morta tramite stimolazione elettrica dei suoi nervi.
Il Prometeo moderno
Si narra fosse una notte buia e tempestosa, quella del maggio 1816, quando nelle stanze di Villa Diodati Lord Byron, per rompere la monotonia delle letture gotiche e fantastiche cui erano costretti dal maltempo, propose una sfida ai suoi ospiti, John Polidori, Percy Bysshe Shelley, Mary Wollstonecraft Godwin e Jane Clairmont: scrivere un racconto del brivido.Il compito venne portato a termine solo da due dei componenti del gruppo, Polidori con Il vampiro, e Mary Godwin, futura moglie di Shelley, con il romanzo Frankenstein.
L'opera colpisce ancora oggi il lettore per una serie di elementi, alcuni dei quali la classificano come il primo romanzo di fantascienza propriamente detto. Il protagonista, Victor Frankenstein, ispirato dalle letture di autori come Paracelso, Cornelio Agrippa, Alberto Magno, e spinto dalla morte della madre, porta avanti gli studi di medicina con l'obiettivo di creare un essere umano perfetto sia dal punto di vista fisico sia intellettivo. A tale scopo assembla una creatura composta da parti di cadaveri riesumati dal cimitero di Ingolstadt e per animarla utilizza l'energia elettrica trasportata dai fulmini.
L'idea di Mary Shelley è abbastanza evidente: mostrare l'arroganza dell'uomo che si ostina a sfidare il divino nella creazione della vita. L'ispirazione viene dagli studi dell'italiano Luigi Galvani che, durante un esperimento del 1781, era riuscito a provocare lo spasmo del un muscolo di una rana morta tramite stimolazione elettrica dei suoi nervi.
domenica 18 ottobre 2020
Topolino #3386: Amici e nemici
Anche questa settimana, per sfruttare un simpatico evento, ho spostato la recensione Topolina su Cappellaio Matto al lunedì, ma qui per DropSea provo, più o meno rapidamente, a raccontarvi qualcosa sul resto del numero, iniziando dal secondo episodio di Mickey 2.0, saga di Tito Faraci e Claudio Sciarrone.
La storia, il cui titolo ho ripreso nel titolo del post, introduce nel futuro non troppo lontano di Mickey 2.0 il nipote di Gambadilegno, che si allontana dalle tradizioni familiari diventando un onesto antiquario. Ovviamente l'antiquariato del futuro sono oggetti di uso comune della nostra epoca, come ad esempio action figure, che diventano preziosissime statue, o cavatappi, venduti come altrettanto rari pezzi d'arte. La verve satirica di Faraci, che trova la massima espressione proprio nell'erede di Pippo, se possibile ancora più svampito del suo avo, viene a mescolarsi egregiamente con la parte mystery della storia, in cui alla fine fa il suo ingresso un vecchio nemico, proveniente direttamente dal passato del Topolino originale.
Al di là della storia che i due autori stanno sviluppando, però, molto interessante è il lavoro sulle controparti del futuro: da un lato c'è l'evidente confronto con gli omologhi del passato, un peso che in un certo senso è ingombrante sia per Topolino sia per Gambadilegno, che in questo caso sembra quasi una versione "topa" di Paperino, e uno stimolo per Basettoni, che per ora sembra più simile al classico Manetta, sempre sospettoso senza un vero motivo. Al contrario l'erede di Manetta, ora commissario, per ora si mostra all'altezza del compito.
Nel complesso la storia, dopo due episodi, risulta interessante, coinvolgente e divertente.
La storia, il cui titolo ho ripreso nel titolo del post, introduce nel futuro non troppo lontano di Mickey 2.0 il nipote di Gambadilegno, che si allontana dalle tradizioni familiari diventando un onesto antiquario. Ovviamente l'antiquariato del futuro sono oggetti di uso comune della nostra epoca, come ad esempio action figure, che diventano preziosissime statue, o cavatappi, venduti come altrettanto rari pezzi d'arte. La verve satirica di Faraci, che trova la massima espressione proprio nell'erede di Pippo, se possibile ancora più svampito del suo avo, viene a mescolarsi egregiamente con la parte mystery della storia, in cui alla fine fa il suo ingresso un vecchio nemico, proveniente direttamente dal passato del Topolino originale.
Al di là della storia che i due autori stanno sviluppando, però, molto interessante è il lavoro sulle controparti del futuro: da un lato c'è l'evidente confronto con gli omologhi del passato, un peso che in un certo senso è ingombrante sia per Topolino sia per Gambadilegno, che in questo caso sembra quasi una versione "topa" di Paperino, e uno stimolo per Basettoni, che per ora sembra più simile al classico Manetta, sempre sospettoso senza un vero motivo. Al contrario l'erede di Manetta, ora commissario, per ora si mostra all'altezza del compito.
Nel complesso la storia, dopo due episodi, risulta interessante, coinvolgente e divertente.
mercoledì 14 ottobre 2020
Il paradosso irrisolto di Dark
Dopo la visione della prima stagione ho, in pratica, visto la seconda e la terza senza alcuna soluzione di continuità, nel senso che non ho fatto alcuno stacco e così eccomi qui a discutere nella sua interezza di Dark, la serie fantascientifica di Netflix scritta e ideata da Baran bo Odar e Jantje Friese. Poiché l'idea è esaminare la parte scientifica, oltre a discutere della serie in se, non mi farò alcuno scrupolo nel fare gli spoiler che mi servono per portare avanti il discorso.
Gli elementi essenziali della serie, però, che ritengo abbastanza noti, sono: nella cittadina di Winden, dove peraltro sorge anche una centrale nucleare, spariscono periodicamente dei ragazzini. La vicenda, impostata sui toni del giallo e del mystery, si tinge ben presto di toni fantascientifici quando si scopre che le grotte sotto la centrale sono legate a un qualche sistema di viaggio nel tempo. Ovviamente la scoperta è manifesta solo per lo spettatore.
Protagonista della serie è Jonas Kahnwald, che nella prima stagione vediamo nelle sue versioni adolescente e adulta, in questo caso con il nome dello Sconosciuto. Intorno a lui si sviluppano una serie di intrecci tra i vari personaggi che diventano manifesti nel corso della seconda stagione, che sembra aprirsi con un unico obiettivo: salvare Winden dal disastro nucleare.
In realtà, nel corso della stagione, che introduce anche la terza versione temporale di Jonas, Adam, deturpato dall'energia dei viaggi nel tempo, si scopre che l'intera Winden è chiusa in un vero e proprio loop temporale, in un intreccio che appare inestricabile. D'altra parte il simbolo della triquetra che rappresenta a più riprese il viaggio nel tempo (lo si ritrova nel diario dello Sconosciuto o come simbolo di Sic mundus, il gruppo di viaggiatori del tempo creato da Adam), è un nodo a trifoglio, il nodo più semplice e non banale all'interno della teoria dei nodi. E già questo è, di per sé, un elemento interessante anche per la trama, a ben vedere. Un nodo a trifoglio, infatti, può essere ottenuto intersecando un'ipersfera di dimensione 4 con una particolare curva complessa (nel senso che l'equazione di questa curva non vuole numeri reali, ma numeri complessi): in parole più semplici è un indizio degli sceneggiatori sul fatto che nel mondo di Dark esiste un secondo mondo parallelo al primo, come scopriamo nell'ultima puntata della seconda stagione.
L'idea dei mondi paralleli è prettamente quantistica, come abbiamo visto in varie occasioni, e prende le mosse dalla discussione sulla natura della meccanica quantistica e dal famoso gatto di Schroedinger, che viene esplicitamente citato nel corso della terza stagione (in particolare nella puntata conclusiva del progetto). Ed è questo riferimenti che ci da un indizio fondamentale sul dispositivo più importante di tutta la serie, che chiameremo...
Gli elementi essenziali della serie, però, che ritengo abbastanza noti, sono: nella cittadina di Winden, dove peraltro sorge anche una centrale nucleare, spariscono periodicamente dei ragazzini. La vicenda, impostata sui toni del giallo e del mystery, si tinge ben presto di toni fantascientifici quando si scopre che le grotte sotto la centrale sono legate a un qualche sistema di viaggio nel tempo. Ovviamente la scoperta è manifesta solo per lo spettatore.
Protagonista della serie è Jonas Kahnwald, che nella prima stagione vediamo nelle sue versioni adolescente e adulta, in questo caso con il nome dello Sconosciuto. Intorno a lui si sviluppano una serie di intrecci tra i vari personaggi che diventano manifesti nel corso della seconda stagione, che sembra aprirsi con un unico obiettivo: salvare Winden dal disastro nucleare.
In realtà, nel corso della stagione, che introduce anche la terza versione temporale di Jonas, Adam, deturpato dall'energia dei viaggi nel tempo, si scopre che l'intera Winden è chiusa in un vero e proprio loop temporale, in un intreccio che appare inestricabile. D'altra parte il simbolo della triquetra che rappresenta a più riprese il viaggio nel tempo (lo si ritrova nel diario dello Sconosciuto o come simbolo di Sic mundus, il gruppo di viaggiatori del tempo creato da Adam), è un nodo a trifoglio, il nodo più semplice e non banale all'interno della teoria dei nodi. E già questo è, di per sé, un elemento interessante anche per la trama, a ben vedere. Un nodo a trifoglio, infatti, può essere ottenuto intersecando un'ipersfera di dimensione 4 con una particolare curva complessa (nel senso che l'equazione di questa curva non vuole numeri reali, ma numeri complessi): in parole più semplici è un indizio degli sceneggiatori sul fatto che nel mondo di Dark esiste un secondo mondo parallelo al primo, come scopriamo nell'ultima puntata della seconda stagione.
L'idea dei mondi paralleli è prettamente quantistica, come abbiamo visto in varie occasioni, e prende le mosse dalla discussione sulla natura della meccanica quantistica e dal famoso gatto di Schroedinger, che viene esplicitamente citato nel corso della terza stagione (in particolare nella puntata conclusiva del progetto). Ed è questo riferimenti che ci da un indizio fondamentale sul dispositivo più importante di tutta la serie, che chiameremo...
lunedì 12 ottobre 2020
Topolino #3385: L'Isola misteriosa
Pubblicato a puntate tra il 1874 e il 1875, L'isola misteriosa di Jules Verne è il seguito ideale di 20000 leghe sotto i mari, oltre a essere il romanzo conclusivo di una trilogia iniziata con I figli del capitano Grant. I riferimenti ai due romanzi, pur se presenti, non inficiano la godibilità della lettura (devo, infatti, confessare che lessi questo prima del precedente 20000 o della visione dei due film tratti dai primi due romanzi), ma indubbiamente la conoscenza dei primi due "capitoli" rende più completa la lettura della trilogia.
Ad ogni buon conto, restando strettamente legati al solo personaggio del Capitano Nemo, i due romanzi portano uno spaccato vivido e completo del personaggio, e dunque inevitabile per Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio tornare sul loro Pippo-Nemo delle 19999 leghe sotto i mari. I due autori presentano sin da subito delle variazioni sulla trama originale: sull'isola di Nemo, infatti, non naufragano degli ex-galeotti in fuga, ma due donzelle con il loro cane: Minni, Paperina e Pluto. Invariato, invece, il mezzo di locomozione usato, un pallone aereostatico, e gli eventi misteriosi in cui le due naufraghe si imbattono, almeno fino a che Topolino/Michel e Paperino/O'Quack non intervengono per salvarle a bordo di due piattaforme volanti che ricordano un paio di onritotteri.
Oltre questo c'è ben poco da aggiungere sul primo episodio de L'isola dei misteri: la storia semplicemente introduce i nuovi personaggi e la nuova ambientazione, il tutto con un ottimo ritmo e un apparente senso di sicurezza, supportato dalle gag presenti, fino alla pericolosa scena conclusiva, che vede l'intervento dei già citati Topolino e Paperino.
Ad ogni buon conto, restando strettamente legati al solo personaggio del Capitano Nemo, i due romanzi portano uno spaccato vivido e completo del personaggio, e dunque inevitabile per Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio tornare sul loro Pippo-Nemo delle 19999 leghe sotto i mari. I due autori presentano sin da subito delle variazioni sulla trama originale: sull'isola di Nemo, infatti, non naufragano degli ex-galeotti in fuga, ma due donzelle con il loro cane: Minni, Paperina e Pluto. Invariato, invece, il mezzo di locomozione usato, un pallone aereostatico, e gli eventi misteriosi in cui le due naufraghe si imbattono, almeno fino a che Topolino/Michel e Paperino/O'Quack non intervengono per salvarle a bordo di due piattaforme volanti che ricordano un paio di onritotteri.
Oltre questo c'è ben poco da aggiungere sul primo episodio de L'isola dei misteri: la storia semplicemente introduce i nuovi personaggi e la nuova ambientazione, il tutto con un ottimo ritmo e un apparente senso di sicurezza, supportato dalle gag presenti, fino alla pericolosa scena conclusiva, che vede l'intervento dei già citati Topolino e Paperino.
Iscriviti a:
Post (Atom)