Stomachion

domenica 28 febbraio 2010

Verticali

More about VerticaliQuesta la so! La genesi di Verticali, intendo! La so! E il motivo è semplice: sono stato all'incontro di presentazione con Gipi alla Feltrinelli in Duomo.
La vena umoristica di Gipi, che è emersa con grande prepotenza negli ultimi anni (vedi, ad esempio, LMVDM), esplode in maniera ancora più irriverente in questi racconti, che in realtà sono delle storie disegnate su strisce di carta, una sorta di corti animati realizzati però non per essere proiettati ma per essere letti.
In effetti in queste storie è evidentissima la passione per l'animazione e la realizzazione di video che ha il cartoonist toscano, personaggio simpaticissimo e divertente, anche molto affabile. E questa propensione emerge sin dalla prima storia, Povero illuso, dove il killer e la vittima escono ed entrano da una linea dell'orizzonte che non viene mai disegnata, ora evidenti al lettore, ora praticamente scomparsi.

sabato 27 febbraio 2010

Primitivi del futuro

Dal sito di Repubblica leggo:
Tre Allegri Ragazzi Morti - il cd dei "primitivi del futuro"
Il link rimanda a una pagina di XL con una breve recensione del lavoro in uscita (il 5 marzo), la copertina, realizzata ovviamente dal grande Davide Toffolo e il link per ascoltare in streaming l'intero cd. Così, in attesa di avere tra le mani quest'ultimo, atteso, cd dei TARM, così vengono anche chiamati i Tre Allegri Ragazzi Morti, ecco le prime considerazioni, uscite da un doppio ascolto on-line.
In definitiva il gruppo non cambia molto la propria natura, ma realizza al contempo un cd abbastanza provocatorio. I testi sono i soliti, descrivono la realtà che stiamo vivendo senza nascondere nulla, svuotandola delle apparenze di cui si riveste (di questo stile compositivo di Toffolo, esempio è 1984, la canzone dedicata al famoso partito nato proprio in quell'anno).

venerdì 26 febbraio 2010

Haiku

More about HaikuL'haiku è una composizione poetica sintetica, in tre versi, classicamente dalla struttura 5/7/5 (numero di sillabe di ciascun verso), nata in Giappone. Come racconta nell'introduzione Leonardo Vittorio Arena, l'haiku nasce dal waka, composizione in 5 versi dalla struttura 5/7/5/7/7, attraverso il renga, una variazione del secondo composta da due mani differenti.
Esempio di renga è la composizione poetica presenta da Popinga in Contraintes matematiche e poesia, dove costringe Masaoka Shiki e Yosa Buson a comporre Fuori a fumare:
Basso sopra i binari
il volo dell'anatra selvatica.
Notte di luna velata:
qualcuno è fermo
tra i peri del giardino

giovedì 25 febbraio 2010

Le due Itaglie

Tutto inizia con waiting for the end di Lucia: tra tutto ciò che la fa imbestialire, ecco arrivare Italia amore mio, recentemente giunta seconda al Festival di Sanremo 2010. D'altra parte, come Fabristol ha avuto modo di sottolineare
Ecco, la canzone di Pupo e di Emanuele Filiberto è l'Italia vera.
In realtà sono d'accordo a metà: se vogliamo la canzone di Pupo e compagnia rappresenta metà dell'Italia, quella che senza le ragazzine di Scanu avrebbe portato alla vittoria una canzone simbolo, nella quale rispecchiarsi. E' un'Italia che vede al passato, acritica, che sensatamente vota per l'attuale governo essendo fondamentalmente legata alla conservazione dei propri privilegi, al di là di tutto quello che bisogna calpestare per mantenerli (fossero anche i propri figli).
Ovviamente alla disputa non potevano mancare loro, Elio e le Storie Tese. Ricordate? Con L'Italia dei cachi rischiarono di vincere Sanremo una quindicina di anni fa, con una canzone ironica, bella e musicalmente molto ben scritta. Ciò che stupisce è quanto la loro canzone ancora oggi descriva perfettamente il nostro paese e la loro parodia di Pupo & co. è l'ennesima sottolineatura della divisione del titolo: sappiamo un po' tutti che il nostro paese è descritto molto meglio da L'Italia dei cachi che non da Italia amore mio, però una buona fetta di italiani (forse non proprio la metà) preferisce pensare che le risposte al futuro e ai problemi nostrani sia nelle tradizioni cantate da quest'ultima.

mercoledì 24 febbraio 2010

Omero, Iliade

More about Omero, IliadeBaricco, chiamato a raccontare in pubblico l'Iliade di Omero, rimanda a lungo l'operazione, indeciso tra questa e l'altra sua opera più amata, il Moby Dick di Melville. Alla fine decide di affrontare prima l'Iliade e quello che ne esce fuori è la riscrittura ristampata nell'Universale Economica Feltrinelli con una bella copertina di Gianluigi Toccafondo.
Alessandro Baricco, uno dei miei scrittori preferiti, quando passò dall'Università della Calabria, parlò di guerra, e di guerra parla proprio l'Iliade, di quanto è violenta, ma anche di quanto è bella. E soprattutto Baricco enfatizza, nella postfazione, quanto poco si faccia la guerra nell'Iliade e quanto a lungo si perda tempo a parlare e discutere. Ed è vero, leggendo la riscrittura baricchiana: si notano i discorsi aulici, lunghi, che fondamentalmente sono intatti rispetto alla versione poetica di Omero, affiancati dalle descrizioni dei forti e splendidi guerrieri.

martedì 23 febbraio 2010

Hex secondo Lansdale

More about Jonah Hex: Two-Gun MojoDopo aver parlato di Lansdale su Lo Spazio Bianco, eccoci di nuovo con Champion Joe e con Timothy Truman per questo Jonah Hex - Two gun mojo, di cui, dopo aver atteso per molto tempo la ristampa Planeta, sono riuscito a trovare l'edizione della Magic.
Two gun mojo riporta una delle influenze più importanti di Lansdale, quella della cultura voodoo, che ad esempio gli ha ispirato Mucho mojo della serie Hap & Leonard, o che lo ha guidato nella trasposizione de Le ali dell'Inferno, racconto di Robert Ervin Howard e in parte nella stesura de Il canto dei morti.
Il mojo, la potenza, la magia, soprattutto quella negativa, sono incarnate da Doc Williams, alchimista, medico e mago, soprattutto creatore di zombie che controlla attraverso una particolare pozione di cui non ricorda più la composizione. Questo è l'avversario di Jonah, il pistolero più temuto di tutto il west DC Comics.
La graphic novel consente così al buon Joe di unire alla passione per il voodoo e la magia, quella per il west e soprattutto per la sua terra, il Texas: in questo senso è indubbio che Lansdale si sia divertito e non poco nello scrivere le vicende del pistolero. La storia è sporca e cattiva come solo quelle di Champion Joe riescono ad essere: dialoghi essenziali, stringati oserei dire; pallottole che volano, sangue che scorre, splatter a piene mani; dolore e morte, sacrifici e guerre; il tutto condito con il solito, sano umorismo lansdaliano, che rende più sopportabile la violenza, non certo l'animo umano.

lunedì 22 febbraio 2010

Il mondo sommerso

More about Il mondo sommersoAvevo promesso di leggere Ballard e grazie ad un'amica ora ho finalmente letto il mio primo libro di questo scrittore di fantascienza, Il mondo sommerso.
La base scientifica del romanzo è semplice, come spesso avviene in questo genere di romanzi: una insolita tempesta solare altera il campo magnetico terrestre, generando una dispersione della ionosfera nello spazio e aumentando la temperatura sulla superficie terrestre, tale da sciogliere i ghiacci polari, prosciugare alcune zone a causa del deposito dei sedimenti, e allagarne altre. In quella che un tempo fu Londra, ora completamente sommersa dalle acque, il biologo Kerans, insieme ad una spedizione militare guidata dal comandante Riggs, svolge una serie di ricerche su questo ambiente sommerso dall'acqua e ormai paludoso, preda di insetti e rettili che l'evoluzione ha reso più grandi della generazione precedente. Insieme a Kerans, un altro personaggio rappresenta la parte accademica del romanzo: il dottor Bodkin: è proprio lui a raccontare come il mondo è giunto praticamente sull'orlo dell'estinzione del genere umano. Non solo: secondo il dottore queste condizioni così simili a quelle presenti nella lontana preistoria, quando i mammiferi occupavano una nicchia ecologica subordinata a quella dei rettili, inducono una regressione psicologica negli uomini, che si manifesta attraverso sogni ricorrenti di paesaggi preistorici.

La migliore?

Alonso dice della nuova Ferrari che è la miglior macchina che abbia mai guidato. Però aggiunge anche:
Dove potremmo migliorare è negli short runs con poco carburante a bordo
Gli stessi difetti della scorsa stagione, in sostanza...

domenica 21 febbraio 2010

Acrostici (2)

Ho trovato questo acrostico in rete. Riguarda Bing, il motore di ricerca di Microsoft:
Because is not google
Però, visto che ormai ho iniziato ad acrosticizzare, eccovi la mia versione:
Bisogna implementare nuovo giudizio
Certo ho barato, visto che l'ho fatto in italiano. E d'altra parte, visto che ci siamo, proviamo anche con Buzz (così accontento anche i segugi!):
Bisogna uscire zitti zitti
Il che mi sembra la filosofia contraria al servizio: una sorta di contrappasso dantesco!

Alla prossima!

Ultimatum alla Terra

Post originariamente programmato per SciBack, finisce su DropSea per mantenere il proposito di non parlare, almeno per molto tempo a venire, di UFFO. Per cui i seri lettori di questo blog spero mi vorranno scusare per aver spostato in questo posto la segnalazione uffologica.

Non ho visto né il film del 1951 né quello del 2008, né tantomeno ho letto il racconto di Harry Bates da cui il primo film è tratto, però uno dei titoli delle storie della prima saga di Grant Morrison quando scrisse la serie JLA era proprio Ultimatum alla Terra (o meglio il suo titolo originale, The Day the Earth Stood Still). Giusto per citare Morrison e il buon cinema fantascientifico di serie B di una volta ho voluto titolare in questo modo questo breve post, anche se il titolo più corretto sarebbe dovuto essere Ultimatum a Giacobbo. E questo semplicemente perché il buon Paolo Attivissmo smonta l'intera trasmissione di lunedì di Voyager: leggetevi attentamente Nufologia: Voyager e l'ufo vicino al concorde. Da quell'articolo estraggo la parte finale, decisamente molto interessante e condivisibile:

sabato 20 febbraio 2010

Una notte al circo

Nuova recensione pubblicata su Lo Spazio Bianco, questa volta legata a Le vicende relative al caso della scomparsa di Miss Finch.
Come già per Lansdale, anche in questo caso vi propongo un estratto della recensione pubblicata:
Vicenda strana, quella di Miss Finch, una via di mezzo tra Alice nel paese delle meraviglie (è a questo che inevitabilmente si pensa all'ingresso dell'uomo travestito da zio Fester, tutto trafelato e preoccupato del ritardo degli ultimi ospiti, un gruppo di amici tra cui il narratore della vicenda) e The Rocky Horror Picture Show. E il paragone con il mitico musical va al di là della stessa esplicita citazione di Gaiman: tutta la presentazione del circo sotterraneo è un'evidente citazione all'orgia in casa di Frank-N-Furter che si troveranno di fronte agli occhi Janet Weiss e Brad Majorsnel. E se nel film a venire in un certo senso corrotti sono entrambi, in questo caso è Miss Finch a subire l'influenza del misterioso circo.
(continua su Lo Spazio Bianco)

Ovviamente potete usare questo blog per commentare quell'articolo!

venerdì 19 febbraio 2010

Pic nic a Hanging Rock

More about Picnic a Hanging RockSo che avrei dovuto presentare questa recensione a San Valentino, ma per ritardi cronici di cui mi sono scusato, presento solo oggi, a qualche giorno di distanza, questa recensione.
L'unica cosa che mi resta da dire è: Buona lettura!


Ricordo distintamente delle immagini color seppia di alcune persone che si arrampicano s una roccia, per cui o un film o uno pseudo documentario (Voyager forse? Vi ricordo la critica alla trasmissione del 15 febbraio su SciBack) sono stati il mio primo approccio al mistero di Hanging Rock, per poi ritrovarlo sulle pagine dei Classici del Fumetto n.16 dedicato a Martyn Mystere.
In realtà il mistero di Hanging Rock è un romanzo, Pic nic a Hanging Rock di Joan Lindsay, ambientato in Australia all'inizio del secolo scorso. La stessa autrice, comunque, instilla il dubbio della veridicità della vicenda: le ragazze del locale collegio Appleyard nel giorno di San Valentino vanno in gita a Hanging Rock. Durante la giornata un gruppettino di esse si dirige verso la roccia: di quel gruppettino tornerà solo una ragazza, la più piccola, mentre anche un'insegnante sparirà misteriosamente. Sia la ragazza rientrata sia una successivamente ritrovata non sapranno cosa dire riguardo gli avvenimenti di quel giorno.
La ragazza che verrà ritrovata successivamente, avrà la vita salva solo grazie alla testardaggine di un giovane nobile britannico, Michael, da poco trasferitosi in Australia. All'autrice, però, non interessa tanto il mistero, né ha vera importanza svelarlo (lascia supporre che tutto ruoti intorno a uno strano monolito in cima alla roccia): ciò che ha veramente importanza è capire come quelle sparizioni modifichino la vita dei protagonisti, delle persone che ne sono stati coinvolti.

giovedì 18 febbraio 2010

Il ciclo del Demone (1): Il Demone

More about Il DemoneTerry Brooks non ha solo scritto romanzi all'interno della saga di Shannara, ma ha anche realizzato un paio di cicli differenti: Il ciclo di Landover (che ho intenzione di leggere) e Il ciclo del Demone che inizia con un primo romanzo dal titolo Il Demone.
La struttura è semplice e abbastanza classica: a fronteggiarsi sono, in una guerra eterna, il Verbo e il Vuoto: mentre il secondo vuole prendere il sopravvento e trasformare il mondo in una landa oscura e desolata, il primo cerca di mantenere l'equilibrio tra bene e male, perché solo su di esso si basa la sopravvivenza. Il Verbo, per fare ciò, usa i così detti Cavalieri del Verbo, esseri umani dotati di magia e sogni profetici, che gli danno indizi sul futuro demoniaco e sugli eventi e/o le persone su cui intervenire per impedire che tale futuro si dovesse averrare.
In particolare John Ross è all'inseguimento di un Demone piuttosto potente interessato alla cittadina di Hopewell e in particolare a Nest, una ragazzina che protegge il paese dagli attacchi dei Divoratori, una sorta di rappresentazione mistica della parte malvagia degli uomini. Ad aiutarla Pick, un silvano che la addestra anche nell'uso della magia; la nonna, protettrice del parco prima di Nest e custode di un terribile segreto; il gufo Daniel; uno strano cane magico, Wraith, che sembra legato proprio al segreto della nonna di Nest.

mercoledì 17 febbraio 2010

Gli Haiku di Hulk

Gli haiku sono un particolare componimento poetico giapponese, molto breve e sintetico, che contiene anche perle di saggezza. Uno dei più improbabili compositori di haiku dell'era moderna si è rivelato essere Hulk durante la storia Word War Hulk - La resa dei conti di Chris Giarruso. Ispirato dal recente articolo poetico-matematico di Popinga, in cui utilizza alcune strutture matematiche per manipolare e combinare tra loro due haiku differenti, torniamo alle atmosfere giapponesi grazie ai componimenti di Hulk:

1
Niente haiku!
Io non scriverò haiku!
Io combatterò!


2
Levami quella faccia di dosso.
Levami subito quella faccia di dosso.
Immediatamente


Ovviamente la definizione di haiku non deriva dal sottoscritto, ma dagli altri protagonisti del racconto di Giarruso.
In chiusura vorrei, comunque, ricordarvi che in giro c'è il 22.mo Carnevale della Matematica: dateci un'occhiata, vi conviene. Altrimenti Hulk si arrabbia!

Pane e tempesta

More about Pane e tempestaIl villaggio di Montelfo, protagonista di Pane e tempesta, l'ultimo romanzo di Stefano Benni (copia firmata!) richiama il paese dove si rifugia Arno, il protagonista di Quando le radici di Lino Aldani. Come quel paese, anche Montelfo rappresenta l'ultimo baluardo di resistenza a un mondo che assedia l'uomo. A differenza di Aldani, Benni usa l'umorismo, l'ironia, le situazioni comiche. Da una parte riscopre il libro fatto di racconti, come la serie sul Bar Sport (prima parte, seconda parte), protagonista anche delle vicende di Montelfo, dall'altra lega le varie vicende da un unico filo conduttore: la costruzione di una nuova autostrada vicino al paese, che avrà come conseguenza la costruzione di un mega centro commerciale proprio lì dove sorge il Bar Sport.
Così i paesani, nella ricerca di una soluzione, si immergono nei ricordi del passato, visioni di un tempo che è stato, più semplice e genuino: le immagini proposte da Benni fanno ridere, a volte semplicemente sorridere, altre ancora fanno pensare, ma anche soffrire (come ad esempio la storia di Grandocca, letta durante l'incontro di presentazione alla Feltrinelli). Racconta di un gruppo di persone che, più che attaccati alle proprie abitudini, cercano di difendere uno stile di vita, di difendere quel senso della vita che si sono costruiti negli anni.

martedì 16 febbraio 2010

Lansdale, l'ultimo scrittore pulp

(sono tornato su Lo Spazio Bianco, e spero con una certa regolarità, questa volta; in questa occasione mi sono occupato de Il canto dei morti e de Le ali dell'Inferno, il primo tratto dalla serie di Conan della Dark Horse, pubblicata in Italia dalla Panini, il secondo la trasposizione di un altro racconto di Howard; il minimo comun denominatore è Joe R. Lansdale, che ne ha scritto entrambe le sceneggiature; ora vi lascio a uno stralcio dell'articolo)

lunedì 15 febbraio 2010

Quando le radici

Lino Aldani è stato uno dei più abili scrittori di fantascienza italiani, rappresentando nei suoi romanzi e nei suoi racconti il male di vivere dell'uomo moderno, vedendo in una società in rapida trasformazione, quella del piccolo boom economico successivo alla II guerra mondiale, i semi di una trasformazione forse irreversibile e per certi versi imposta, cui opporsi è forse impossibile.
L'unico modo per sopravvivere è trasformare la propria vita, anche se per farlo il processo da compiere è duro e irto di difficoltà. E' il caso di Arno, il protagonista di Quando le radici: tra il lavoro, gli appuntamenti al buio basati essenzialmente sul sesso tra persone perse nei meandri di una vita irregolare e controllata, più che in un regime totalitario (ricorda qualcosa?), le feste a base di alcol e sostanze strane, per lo più sintetiche, il protagonista sente che la sua vita si trascina un po' senza scopo. In questo senso Aldani, più dell'Orwell di 1984, coglie visioni del futuro, con le megalopoli in continua crescita (Milano e Torino un'unica grande città, proprio come sta avvenendo oggi), ma sembra anche indicare una strada per rendere più sopportabile la distruzione della società e soprattutto dell'uomo.

Buzz Button

Ho aggiunto un piccolo pulsantino per re-buzzurrare i post del blog. Il sistema funziona per i blog sulla piattaforma blogger (sto cercando di vedere come adattarlo anche ad altri blog), ma esiste la possibilità di inserirlo anche sui blog su piattaforma Wordpress.
Nel primo caso bisogna modificare il layour del proprio blog ritoccando il codice html. Innanzitutto bisogna spuntare l'opzione che consente di espandere i widget, quindi cercare il codice:
<data:post.body/>
Quindi incollare prima di questo il seguente codice:
<div style="float: left; padding: 0px;">
<a expr:href="&quot;http://www.google.com/reader/link?url=&quot; + data:post.url + &quot;&amp;title=&quot; + data:post.title" href="http://draft.blogger.com/post-edit.g?blogID=3313854166591066864&amp;postID=2123806848009385224" target="_blank" title="Buzz this"><img alt="Buzz this" border="0" class="icon-action" src="http://smashingwebs.com/wp-content/uploads/2010/2/googlebuzz/th_google32px.png" /></a></div>
Il trucco è preso da Tutkiun!, l'immagine da Smashing Webs, mentre le istruzioni per Wordpress si trovano su Blogsolute.

domenica 14 febbraio 2010

La sexilinea

E non si dica che non festeggio San Valentino...

sabato 13 febbraio 2010

Sumimasen deshita

More about Vertigo Pop! TokyoIl titolo della recensione è in giapponese. Vuol dire Sono mortificato!. Mi sembrava troppo poco usare il solo Sumimasen, che vuol dire Mi scusi, mi dispiace, considerando che sono mesi che non vi propongo una recensione dei libri che leggo (l'ultima risale a novembre con L'inverno della paura). A questo punto, visto che è sabato, e viste le buone intenzioni di riprendere con le recensioni, ho deciso di parlarvi di un fumetto particolare, Tokyo, realizzato da Jonathan Vankin e da Seth Fisher, che non credo si sia limitato ai soli disegni, visto che la sua ultima città è stata proprio Tokyo.

venerdì 12 febbraio 2010

Buzzurriamo con giudizio

Lettori e segugi, rieccomi a voi. Oggi vi segnalo una piccola guida alla privacy per gli utilizzatori di Buzz: Google Buzz un po' ficcanaso, come impostarlo di Paolo Attivissimo. Vi incollo il pezzo più importante delle considerazioni varie:
Ho cliccato sul mio nome nella pagina di impostazioni di Buzz e poi sul link al mio profilo Google. Nel mio profilo, ho cliccato su Modifica il profilo e ho disattivato la casella Visualizza l'elenco delle persone di cui seguo gli aggiornamenti e delle persone che seguono i miei aggiornamenti. Suvvia, Google, ci voleva tanto a lasciarla disattiva per default?
In fondo alla pagina ho cliccato su Salva modifiche. A questo punto il mio profilo indica che i follower e i followati (orrido neologismo, scusatemi) sono visibili solo a me. Andando a visitare il mio profilo da un altro account Google, l'elenco dei seguiti e seguaci non è più visibile a tutti.
Fidatevi pure: il trucco funziona. L'ho controllato!
Altro piccolo trucco è la creazione di un filtro per non avere la posta ingolfata dai buzzurramenti cui partecipiamo. Il trucco, scovato su ReadWriteWeb è tratto da Lifehacker:
  1. Andare nella pagina dei filtri e creare un nuovo filtro;
  2. Inserire nella sezione Has the words (penso che con GMail settata in italiano - cosa che non ho per avere in anticipo le novità di GLab - il corrispondente sia Contiene le parole o qualcosa del genere) label:buzz;
  3. Andare avanti spingendo l'apposito bottone (Next o Avanti) senza preoccuparsi troppo dell'avviso di Google: quelli di Lifehacker assicurano che, nonostante le preoccupazioni di mamma Google, il trucco funziona;
  4. Spuntare l'opzione che implica l'archiviazione automatica (personalmente vi ho anche applicato un'etichetta, dal nome buzzurri!).
Nel caso il trucco dovesse funzionare a dovere, allora si potrebbe pensare anche alla cancellazione automatica. Il tutto a vostro piacimento, of course!
Per il resto, ancora non sono riuscito a far funzionare quel buzzurro di Science Backstage, almeno non come dico io.
Nel caso vi aggiornerò.

Prima di salutare, vi ricordo che potete leggere gli elementi condivisi di Google Reader a questa pagina.

Update: nel filtro bisogna spuntare anche Mark as unread, o in italiano Segna come letto (o qualcosa del genere...)

giovedì 11 febbraio 2010

A Wave will drown in a Buzz

Lettori e segugi(1), nel titolo del post di oggi voglio enfatizzare il confronto tra le ultime due creature di Google: Wave (di cui, mi pare, ho 25 inviti) e Buzz (qui il mio profilo, dove tra le altre cose potete leggere le mie buzzurrate!).
Prima di tutto una recensione sintetica: Wave è collaborativo e di principio privato (ristretto). Buzz è sociale e di principio pubblico.
E ora le considerazioni lunghe:
Partiamo da Wave: il progetto, a inviti e non aperto a tutti, ha come filosofia quella della condivisione di documenti, progetti, eventi. In effetti con Wave si può lavorare alla stesura di articoli più o meno complessi cui è necessario il lavoro di due o più teste, o la gestione di un gruppo di discussione ristretto e tendenzialmente privato, o la più semplice gestione di una gita o dell'acquisto di un regalo. Tutto questo è facilitato dall'approccio a estensioni, già sperimentato con discreto successo all'interno di GMail, e dai robot, dei contatti virtuali che semplificano e rendono automatiche alcune funzioni.
Ad esempio ci sono un paio di robot interessanti: uno che implementa l'uso del LaTeX all'interno di un Wave doc (scusate l'invenzione del termine, che non troverete da nessuna altra parte, ma che con l'avvento di Buzz potrebbe essere l'unico a dare un'idea corretta della differenza con quest'ultimo), e un'altro che consente di inserire il Wave doc in una pagina html, sia nel caso di documento pubblico, sia in caso di documento privato. In entrambe le situazioni bisogna possedere l'uso di Wave (al momento, ripeto, solo ad inviti), ma nel primo caso, una volta autenticati, si potrà vedere il documento, nel secondo lo si vedrà solo se si è tra gli editor del documento stesso.
In sintesi: Wave mi esalta!
E ora Buzz.

Belive in me

In origine avevo pensato a una criptica introduzione al video. Poi, però, ho cambiato idea e optato per la semplice presentazione del video.
State per ascoltare i Boston, gruppo hard rock, cantare Can't cha Say (You Believe in Me).
Non saranno i Kiss, però sono bravi:

mercoledì 10 febbraio 2010

Acrostici (1)

L'apocalisse rimandata è stata... rimandata, così ispirandomi al Profeta Incerto, provo a realizzare un acrostico.
Scusate l'incertezza e la rozzezza, è solo il mio primo tentativo.
Buona lettura:

Leggendo antiche pergamene, ottennero conoscenze antiche: lentamente istruirono saggi senonché ella, rumorosamente immota, morse attila, nel decimo anno, tremendamente arrabbiata

Il salto dello squalo

(per tutti gli amanti di Lost, come il sottoscritto - anche se a dire il vero la serie veramente appassionante è stata la prima, in parte anche la seconda - eccovi una divertente striscia di B.C.)

lunedì 8 febbraio 2010

La congiunzione

(si parla della nebbia, perché sulla spiaggia è una giornata di nebbia. A parlare è Dira, una bambina di 10 anni che sta alla... reception)

(...) La notte, poi... capita di non capirci proprio più niente. Pensate che Arlo Crut, una sera, è tornato a casa, ha sbagliato casa ed è finito dritto dritto nel letto di Metel Crut, suo fratello. Metel neanche se ne accorse, dormiva come un sasso, ma la moglie sì che se ne accorse. Un uomo che si infilava nel suo letto. Da non crederci. Bé sapete cosa gli disse, lei?
E qui, nella testa di Padre Pluche si scatenò la consueta sfida. Due belle frasi partirono dai blocchi di partenza del cervello con davanti a sé il traguardo ben preciso di una voce con cui uscire all'aperto. La più sensata delle due, considerato che si trattava pur sempre della voce di un prete, era sicuramente
- Fallo, e mi metto a gridare.
Ma aveva il difetto di essere falsa. Vinse l'altra, quella vera.
- Fallo, o mi metto a gridare.
- Padre Pluche!
- Cosa ho detto?
- Cosa avete detto?
- Io ho detto qualcosa?

(da Oceano mare di Alessandro Baricco)

domenica 7 febbraio 2010

Destino

Avevo sentito, un paio di anni fa o qualcosa del genere, che negli archivi disneyani esisteva un cortometraggio in cui Salvador Dalì aveva collaborato con lo Studio Disney. Ora, finalmente, sono riuscito a vederlo: un capolavoro!
Prima di darci un'occhiata, però, passiamo ad alcune considerazioni tecniche, nel più puro stile de LoSpazioBianco. Innanzitutto la canzone che da il titolo al corto (della lunghezza di 6' 46", titoli di coda inclusi), un esempio abbastanza classico di bossa nova melodica, è scritta da Armando Dominguez. Gli animatori, invece, dopo aver a lungo lavorato sugli storyboard realizzati a suo tempo (stiamo parlando del periodo 1945-46) da Dalì con la collaborazione di John Hench, diretti dal francese Dominique Monfrey, hanno realizzato un prodotto di alta qualità: animazione digitale con un po' di interventi al computer, con uno stile che richiama, con grande evidenza, alle serie animate Alexander e Aeon Flux, soprattutto per lo stile e il tratto utilizzati nella realizzazione dei personaggi, secchi e nervosi al tempo stesso.
Direi che a questo punto è tutto e posso lasciarvi alla visione del video, uscito nel 2003 sotto la spinta di Roy Disney, che mentre produceva Fantasia 2000, si imbatté nel vecchio progetto di Destino:

Voci di libreria

Ieri pomeriggio ero in libreria: per sfruttare al massimo il buono regalatomi per il mio compleanno da mia sorella, sono andato giusto ieri visto che alla Feltrinelli ci sono (oggi ultimo giorno) sconti del 20% su tutti i libri per i possessori della tessera della libreria.
Mentre ero nella sezione scientifica (di fronte ai libri di fisica e matematica, se aveste dei dubbi!), ecco che giunge una coppia di lettori. L'uomo se ne esce con un commento che non intendo bene tranne che per un nome: Roberto Giacobbo (a tal proposito ricordo che il prof.Sentimento Cuorcontento è andato ospite nella sua trasmissione: imperdibile, dunque, la puntata del 15 febbraio, anche per vedere come è andata). Il tipo, con in braccio una pila di libri, il primo di Giacobbo, al quale ho lanciato uno sguardo di sottecchi non proprio amichevole (credo che se ne sia anche accorto, un po'), indica come possibile acquisto alla sua accompagnatrice i libri di Odifreddi, classificandolo, abbastanza giustamente, come matematico. La tipa a quel punto se ne esce con una frase che, più o meno, suona così:
Ah! E' un matematico?
Vi posso assicurare che me li sarei anche mangiati seduta stante: comprare Giacobbo e non sapere che Odifreddi è un matematico (a voler essere pignoli un logico, ma non sottilizziamo)! Un incontro da brividi!

Comunque, per la cronaca, sono uscito con Le cosmicomiche di Calvino, Lo zio Silas di Le Fanu e Il piacere di scoprire di Feynman.

sabato 6 febbraio 2010

Veggente (2)

Beniamina: Ah, questa è proprio bella, l'uomo più importante del villaggio! I romani, loro sì che l'hanno capito! ... ad Asterix, infatti, non regalano menhir o altre cianfrusaglie! ... E' alle persone veramente importanti che si regalano oggetti artistici!
Abraracourcix: Sono io il più importante!
Beniamina: Ah, sì? Ebbene, io ti dico che se qualche imbecille scriverà un giorno la storia del nostro villaggio, non l'intitolerà le avventure di Abracourcix il gallico!

(da Asterix e la zizzania, di Goscinny e Uderzo, dal volume Asterix - Le storie più belle, ed.Mondadori, trad.Luciana Marconcini)

mercoledì 3 febbraio 2010

Vorrei

Nelle intenzioni originali, questo doveva essere il giorno in cui avrei parlato del Carnevale della Fisica #3 e delle polemiche sorte intorno a Stefano Gusman e ai suoi contributi, però per un motivo o per un altro non me la sono sentita di scrivere nulla (vedremo domani o nei prossimi giorni), così eccolo qui, puntuale probabilmente, in parte atteso, un attacco di malinconia, di romanticheria, di tutto quello che volete voi, con due canzoni che, negli ultimi due giorni, mi è capitato (purtroppo?) di ascoltare.
A voi i video, scovati come al solito su youtube.

martedì 2 febbraio 2010

Impressioni di settembre

So perfettamente che per arrivare a settembre ancora ci vuole, però dovrei recuperare le foto del concerto di Capodanno di Cosenza della PFM:

Prima però di lasciarvi al video di Impressioni di settembre, la versione fatta proprio a Cosenza (il video non l'ho girato io, per fortuna!), vi faccio notare che ho aggiunto il pulsantino del retweet(1). Se avete un account Twitter, usatelo (il pulsantino!). Colgo anche l'occasione per segnalarvi i due account Twitter che ho aperto, entrambi quasi completamente automatici: ulaulaman e sciback.