Stomachion

mercoledì 30 settembre 2009

Gli amanti di Siddo

More about Gli amanti di SiddoImmaginate che in un futuro lontano un mega schieramento politico-religioso-pseudo scientifico prenda il controllo di gran parte del mondo, opponendosi ad un altro schieramento fondamentalmente della stessa pasta. In questo mondo qualunque cosa ha a che fare con il corpo è sporca e innominabile, a partire dal bagno (detto addirittura innominato) fino agli stessi rapporti tra marito e moglie (al buio assoluto e il più velocemente possibile!).
In questo mondo un tipo come Hal Yarrow, in crisi con la moglie, in cerca di qualcosa di diverso da quello che gli può offrire il suo mondo, accetta una missione spaziale in un pianeta lontano che, secondo i piani, doveva venire conquistato distruggendo gli abitanti insettoidi del pianeta. Il pianeta si chiama Siddo e qui Hal scoprirà il valore della diversità e della convivenza tra diversi.

martedì 29 settembre 2009

Follie

More about FolliaIl titolo italiano di Asylum di Patrick McGrath è efficace almeno quanto quello originale, e d'altra parte anche al plurale sarebbe cambiato poco. Follia, infatti, è una discesa nel profondo dell'animo umano, racconta una storia della metà degli anni Cinquanta, ambientata in un manicomio inglese. La moglie del successore designato del manicomio, l'asylum del titolo originale, Stella Raphael, si innamora di un paziente, artista e uxoricida, Edgar Stark (nessuna parentela con Iron Man). La bella Stella non sembra rendersi conto verso cosa sta andando incontro, né il suo migliore amico, nonché collega del marito Max, Peter Cleave, sembra rendersi conto del pericolo, nonostante le voci che gli sono giunte e il fatto che sia egli stesso a curare Edgar.
Molte di queste stranezze, in una vicenda narrata e ricostruita dallo stesso Peter, verrano forse comprese con un finale verso cui McGrath ha preparato il lettore con calma e maestria. Lo scrittore britannico narra di una moglie non proprio felice, trascurata da un marito che pensa alla carriera, che non la tocca da anni, forse dalla nascita del figlio, il piccolo Charlie, curioso come tutti a quell'età, a volte pericolosamente interessato al mondo naturale (non sfuggirà al lettore il parallelo tra la prima e l'ultima scena interpretata dal piccolo), che si interessa di un paziente del manicomio con cui ha ballato in una serata annuale in cui i matti vengono a stretto contatto con il resto della popolazione del manicomio.

Ulteriori informazioni

Ieri, con la recensione di Bad Chili di Champion Joe, c'è una nuova funzionalità, ovvero la possibilità di pubblicare in home una parte di un post, per cliccare sull'apposito Ulteriori informazioni (che in questo caso non c'è, vista la brevità dell'intervento), per leggere il resto.
Questa funzionalità è direttamente implementata dal sistema di blogspot, finalmente, e può essere attivata selezionando l'editor avanzato nelle Impostazioni Generali. In ogni caso i lettori del feed rss non se ne accorgeranno, per il semplice motivo che la separazione tra parte visibile in home page e resto del post è fatta con un tag di commento.
Per maggiori dettagli, andate su Creare blog.

lunedì 28 settembre 2009

Bad Chili

More about Bad ChiliFinalmente Joe Lansdale da al suo Hap una compagna perfetta, la simpatica infermiera Brett conosciuta nell'ospedale dove un medico lo manda per poter risparmiare al massimo sulle spese e sfruttare al meglio le terribili assicurazioni che la metà bianca e democratica del Dinamico Duo lansdaliano ha stipulato. Una delle due è quella del suo vecchio lavoro sulla piattaforma petrolifera da cui è finalmente tornato dopo alcuni mesi: la situazione che ha trovato non è semplice. Leonard, il suo amico nero, repubblicano e omosessuale, sta vivendo un momento di crisi: Raul, il suo fidanzato, lo ha lasciato per un motociclista!
I due ancora non sanno quanto questa scelta di Raul influenzerà la loro nuova impresa: dopo i due serial killer di bambini, una nuova discesa nell'abiezione umana attende i due simpatici e irriverenti personaggi di Champion Joe. Infatti sia il Raul sia il suo nuovo fidanzato, che si scoprirà essere un poliziotto infiltrato che poi ha iniziato a fare il gioco sporco insieme proprio a Raul, vengono uccisi e il primo indiziato è proprio il nostro Leonard Pine. Grazie all'amico Charlie, l'unico contatto rimastogli in polizia dopo il coma di Hanson, che si sveglierà dal coma proprio mentre Charlie divorzia dalla moglie, e all'intervento di un investigatore privato, i due amici risolveranno la matassa, scavando nell'oscuro mondo degli snuff movie casalinghi fatti ai danni degli omosessuali, violentati nei parchi di fronte a una telecamerina casalinga nascosta tra i cespugli.

Carry me over

Diciamo che mi sento un po' così... sarà la stanchezza, sarà qualcosa che ho sentito, sarà qualcosa che ho scritto, sarà qualcosa che ho letto, ma ho voglia di condividere questa canzone degli Avantasia, un progetto musicale di Tobias Sammet.
La canzone è Carry me over, dall'ultimo album The Scarecrow il video quello ufficiale, e il mio sentirmi un po' così è probabilmente dovuto a SciBack. Ci saranno sicuramente maggiori dettagli in seguito. Vedremo.

domenica 27 settembre 2009

The quest of the gene

(dopo il fine settimana di pausa, ecco riprendere con le vicende del nostro nerd preferito: frank! per risolvere la situazione - ricordiamo che frank è diventato un clone di dean - bisogna in ogni caso recuperare il materiale genetico originale; e può essere recuperato in un unico posto...)

(precedente | continua)

sabato 26 settembre 2009

Lo Hobbit a fumetti

More about Lo hobbit a fumettiLa prima (e per ora unica) volta che ho letto Lo Hobbit di Tolkien è stato una quindicina di anni fa, anno più anno meno. Con la scusa che lo avevo già letto, la versione a fumetti di Charles Dixon e Sean Deming per i testi e di David Wenzel per i disegni non l'avevo mai presa. Ora, però, ho deciso di rompere gli indugi, e così ecco fatto l'acquisto.
L'adattamento è quanto di più fedele ci possa essere: Dixon e Deming mantengono l'atmosfera favolistica della storia, una storia bella ed epica come poche. Le imprese del signor Baggins, zio di Frodo l'eroe del Signore degli Anelli, belle, appassionanti e divertenti, rivivono con la stessa freschezza sulla pagina del fumetto magistralmente disegnato e colorato da Wenzel. La sua scelta di usare, per i colori, degli acquarelli rende l'opera ancora più magica di come già non sia la storia in se. Alcune splash page spiccano poi sulle altre: l'arrivo di Gandalf alla casa di un Bilbo intento a fumare la pipa; l'udienza di fronte al re dei goblin, circondati dal suo esercito; Smaug disteso a sonnecchiare sul tesoro conquistato ai nani; la pagina in cui viene riassunta buona parte della battaglia contro i goblin; l'ultimo saluto tra Bilbo e Thorin. Altrettanto belle, poi, anche se non sono propriamente spalsh page l'arrivo della zattera degli elfi alla Città del Lago e l'arrivo della compagnia nella sala del governatore della città; l'attacco di Smaug alla Città del Lago.
Molto bella, poi, la sequenza con l'incontro con Gollum: generalmente lo stile adottato da Wenzel non sia propriamente adatto per le scene più cupe all'interno delle caverne, in questo caso risulta nel complesso efficace. In generale, comunque, elegante il suo Smaug, simpatici e realistici sia Bilbo sia i nani, forse qualche cosa da ridire sugli elfi, che non presentano nessuna effettiva differenza con gli uomini. Comunque un bel fumetto, una graphic novel che si mantiene estremamente fedele all'opera originale.

venerdì 25 settembre 2009

I figli di Matusalemme

More about I figli di MatusalemmeNon certo il miglior romanzo di Heinlein, ma in ogni caso un buon romanzo d'avventura. Anche ne I figli di Matusalemme molte delle idee presenti in A noi vivi forniscono gli spunti di base per il romanzo. Una sorta di selezione genetica fatta alla buona, senza alcun esame del DNA, porta alla nascita e allo sviluppo di un gruppo di esseri umani estremamente longevi, il cui rappresentante, il più anziano di tutti, Lazarus Long, riesce a guidare, anche se più come seconda linea che come capo, attraverso una serie di peripezie, pericoli e avventure.
Prima bisogna affrontare l'ira dei terrestri normali, che cercano di carpire loro un segreto inesistente, quindi, presa la via delle stelle, prima approdano a uno strano pianeta che poi scoprono essere controllato da una razza nascosta ma dagli immensi poteri, quindi finiscono in una sorta di paradiso terrestre, dove la vita scorre tranquilla e ogni giorno uguale a se stesso. Non poteva continuare così in eterno: così i longevi decidono di tornare sulla Terra, dove scoprono che non sono più dei paria, poiché gli esseri umani, con grandi sforzi scientifici e tecnologici, hanno scoperto il segreto della longevità!
Heinlein, comunque, riesce a dare plausibilità scientifica sia al procedimento che consente di allungare la vita, sia al motore spaziale che consente di coprire distanze intergalattiche alla velocità della luce e in alcuni casi anche oltre. In effetti le pecche, se di pecche si può parlare, si trovano nelle spiegazioni scientifiche, mai veramente approfondite, mentre lodevole è la prima parte del romanzo. Si era, in quel tempo, in piena paranoia da comunisti e la persecuzione contro i longevi, oltre a nascondere in se i contrasti razziali, in effetti è anche una metafora della follia anti-comunista che aveva colpito la società statunitense in quegli anni. A differenza della crociata contro i comunisti, che ancora oggi ha lasciato la società statunitense piuttosto sconvolta (basti pensare alle accuse di socialismo rivolte a Obama, anche se non ci vedrei nulla di male nel chiamarlo socialista), la lotta dei longevi invece si conclude nel migliore dei modi, forse perché in questo caso gli uomini hanno fatto parlare la scienza e quindi la ragione, piuttosto che la politica e i bassi istinti (anche se una buona mano l'hanno data anche il fatto che i longevi sono andati a zonzo per lo spazio!).

Femmine incantate

More about Le femmine incantateDopo il trittico di post notturni su Lost Girls chiudiamo con queste nottate all'insegna dell'eros con Le femmine incantate di Magnus. Famoso per Alan Ford, Satanik e altri fumetti di basso costo e piccolo formato (alla Diabolik per intenderci), il geniale disegnatore, abbandonati i giornaletti a basso costo e alto guadagno, ha letteralmente esploso il suo stile con una serie di progetti di grande bellezza e intelligenza, soprattutto come autore completo.
Nascono così Lo sconosciuto, I briganti, Le 110 pillole e questo Le femmine incantate, l'ultimo lavoro del Maestro. Tutti e quest'ultimo in particolare sono caratterizzati da vignette ricche, strabordanti di dettagli, che solo grazie a recenti ristampe, come quella che ho scovato da Grendel a Cosenza, di grande formato sono arrivate in una edizione che consente di apprezzare al meglio il lavoro di Magnus. Senza contare poi che l'edizione di Alessandro Editore, a fronte di un neo nel titolo, che occulta una parte della splendida copertina, è arricchito da un apparato redazionale di grande qualità, presumibilmente scritto da Franco Spiritelli, e da una serie di illustrazioni e bozzetti inediti gentilmente concessi da Giovanni Romanini, per anni suo inchiostratore. Il lettore, quindi, nella prima parte viene a conoscenza della cura e del gran lavoro che il cartoonist metteva in ogni sua opera: una approfondita ricerca culturale, tra le fonti letterarie scelte, e una grafica, cercando ambienti e atmosfere, personaggi e pose.
Tutto questo fa alla fine apprezzare ancora di più la lettura de Le femmine incantate, che ebbe una pubblicazione travagliata sia in Italia, a causa della pubblicazione su due riviste, la patinata Dolce Vita e poi la più classica Comic Art, dove alcuni episodi vennero censurati, sia in Francia anche a causa dei ritardi nelle consegne. L'edizione di Alessandro Editore, comunque, consente di apprezzare il profondo lavoro grafico e di sintesi(1) e propone le storie non nell'ordine cronologico di pubblicazione, ma in un ordine che, si spera, sia stato suggerito dall'autore stesso nei suoi appunti(2). Le storie, sette, tutte di ispirazione orientale, si concentrano sulla parte femminile dell'umanità, sulle donne come protagoniste in un certo senso incantate e incantatrici della vita. E in effetti, al di là delle atmosfere fantastiche, quasi favolistiche delle storie, al di là dell'erotismo a volte accennato, a volte esplicito, quando sono le donne ad essere protagoniste, lo è anche la vita, con tutti i suoi risvolti felici e drammatici. In questo senso è degna la conclusione scelta per il volume, La guardiana del ponte, che assomma in sé tutte le tematiche e le atmosfere delle storie che la precedono. Un volume, una raccolta imperdibile.

(1) Per motivi di spazio, Magnus non poté usare più pagine di quelle effettivamente utilizzate, ma trasformò questo handicap in un pregio.
(2) Anche se questa scelta non è stata né giustificata né esplicitamente scritta nei redazionali; se poi mi è sfuggita, l'attento lettore è pregato di suggerirla nei commenti!

Ragazze cresciute | Isole che non ci sono | Grande e terribile
Le femmine incantate


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C'erano una volta le favole | Recensione su LoSpazioBianco | Recensione di Obi-Fran Kenobi

giovedì 24 settembre 2009

MusElectric

Me lo sono perso, però l'ho recuperato, il divertente sketch dei Muse a Quelli che aspettano, il prologo a Quelli che il calcio. In questo caso i nostri amatissimi Muse vengono per la promozione a The Resistance e cantano, come giusto che sia, il primo singolo tratto dall'album, Uprising, epperò c'è qualcosa che non va: Mattew è alla batteria, mentre Dominic canta e Chris è alle tastiere e al basso. La pietra dello scandalo, se così si può dire, è il rifiuto da parte della Rai (o forse degli autori della trasmissione?) di farli cantare dal vivo: è sempre difficile avere degli artisti che rifiutano il playback, quindi sembra piuttosto incredibile il rifiuto dell'azienda pubblica.
In ogni caso, prima di lasciarvi al video, vorrei dire che è stato decisamente molto divertente, soprattutto con Mattew che si divertiva un mondo a fingere, in maniera pomposa, di fare il batterista serio!

Interessante, alla fine, come la Ventura, senza colpo ferire, senza altro aggiungere, senza nemmeno sembrare perplessa più di tanto, si rivolge a Dominic per l'intervista di fine pezzo, mentre Chris e Mattew si allontanano divertiti. Forse ha dimenticato la faccia di Mattew da tre anni a questa parte? O è semplicemente stata al gioco dei Muse? Però non ha detto nulla dopo, quindi forse è buona la prima...
Date, in chiusura, un'occhiata all'intervista del 2006, sempre della Ventura, sempre a Quelli che aspettano:

Altri approfondimenti sul Corriere e sul forum di Muse Museum.

Grande e terribile

More about Lost Girls vol. 3Dei tre volumi, è quello che ho apprezzato di meno: un'orgia infinita dal primo al penultimo capitolo del volume, una rappresentazione della parte animale degli esseri umani, con pochi guizzi interessanti e curiosi.
L'apertura delle danze viene affidata a Fuori, il gelo, la neve accecante, dove l'albergo si svuota a causa della guerra, così molti clienti, tra cui Rolf e Harold, sono costretti a partire anticipatamente rispetto al previsto. Wendy e Dorothy, però, non si perdono d'animo, e così un incontro tra una banana e la ex-timida Wendy prosegue tra le lenzuola insieme all'eloquio unico della piccola Dorothy. Eppure manca qualcosa, o meglio qualcuno, o ancora meglio qualcosa che qualcuno può dare al loro piccolo festino: e così vengono chiamati in camera due inservienti ed ecco la prima e unica scena veramente divertente e particolare del volume. Wendy si affaccia dalla finestra mentre Harold va via, nel frattempo Dorothy ha la bella idea di farla prendere da dietro proprio mentre saluta il marito. Così, mentre Harold va via, scambia gli urletti di piacere della moglie, che alle sue spalle vede un incontro intimo a tre con Dorothy opportunamente dotata, per lacrime di dolore per la sua partenza.
Questo, però, è solo l'inizio: sfruttando il fatto che l'albergo si sta svuotando, Monsieur Rougeur da inizio a un'orgia alberghiera con le clienti e gli inservienti rimasti. Come guida, ovviamente, i racconti del suo Libro Bianco. Seguono così Un allegro equipaggio sotto il sole al tramonto e Non ti scorderai di salutare?, alla fine dei quali l'albergo si svuoterà definitivamente tranne che per le nostre tre ragazze perdute. Ancora una volta la storia è suddivisa nettamente in due parti, suddivisione più rigida nel capitolo 22, comunque. Nella parte superiore viene rappresentato un racconto di vita familiare tratto dal Libro Bianco, nel primo caso in bianco e nero, nel secondo a colori.
Il resto è storia, o orgia come ho scritto all'inizio, dall'incontro con l'uomo di latta e poi dalla contemporaneo consesso con i tre inservienti che porterà Dorothy e il padre (eh già! è il padre e non lo zio!) nel viaggio che concluderà le vicende della ragazza durante una intima settimana di fuoco in cui esplorerà le ultime conoscenze che le mancano riguardo i rapporti tra uomini e donne. La scoperta finale da parte della matrigna la spingerà a prendere la via dell'Europa (Il campo dei papaveri, capitolo 24, e L'uomo dietro le quinte, capitolo 28). Conclude anche Wendy le sue avventure estive con Presa all'uncino (capitolo 25) dove viene rielaborato l'episodio in cui il personaggio del romanzo di Barrie viene legata al palo della nave di Uncino, e Inghiottito (capitolo 27), dove si concludono le vicende di Wendy e Peter e viene rappresentato nella consueta splah page il momento in cui Uncino cade nella bocca del coccodrillo: un'immagine al tempo stesso esplicita ma sottile (e forse anche soddisfacente per il pubblico femminile). Alice, invece, conclude con Il consesso del bruco (capitolo 26) e soprattutto La deposizione di Alice (capitolo 29) dove avvengono due fatti notevoli: la splash page in cui Alice viene inseguita dall'amico di ogni maschio che presumibilmente sta urlando, sputando a destra e a manca, Tagliatele la testa!, e la conclusione delle evoluzioni erotiche delle tre donne con reciproca e contemporanea soddisfazione degli umori intimi.
All'insegna del cerchio (che oramai, spossato oltre ogni dire, non ricordo più dove ho citato) è la conclusione: Lo specchio: Ripresa e crescendo (Chi lo ha sognato?). Ancora una volta ci troviamo di fronte allo specchio di Alice. Le tre amiche si stanno rivestendo dopo l'ultima notte passata nell'hotel, preparandosi a partire, a fuggire dalla guerra. Il bacio finale di Alice al suo specchio, questa volta, è diverso rispetto a quello iniziale: in quel caso era rivolto a se stessa, questa volta sembra più che altro allo specchio stesso, a quello cui è stato testimone, alle vicende che partendo Dorothy, Wendy e Alice si lasciano alle spalle.
In quel mondo di fantasia che le tre ragazze perdute si sono lasciate dietro, però, irrompe la realtà della guerra: i soldati tedeschi arrivano e distruggono lo specchio. E la telecamera si allontana dalla stanza, dall'albergo, fino alle nuvole per poi concentrarsi sul volto di un ragazzo in estasi che, con il procedere delle inquadrature, si scopre sbudellato, tra le trincee. E così si resta col dubbio: è il soldato morente ad aver immaginato o magari sognato tutta la vicenda che lo ha visto tra i protagonisti? O è una metafora alla Ende con il sogno che viene infranto dalla realtà che è sognata da qualcuno che... e si potrebbe continuare ancora...
Le pornogafie sono i boschi incantati dove il nostro io più segreto e vulnerabile può giocare in tutta tranquillità. Sono i lussuosi palazzi che tutte le polizie e gli eserciti del mondo esterno non potranno mai saccheggiare o ridurre in macerie. Sono i nostri giardini segreti, dove seducenti sentieri di parole e immagini ci conducono alla porta accecante del nostro piacere oltre cui le cose possono essere espresse in una lingua che supera ogni letteratura e ogni parola...
(Monsieur Rougeur da Un allegro equipaggio sotto il sole al tramonto, trad. Leonardo Rizzi)

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Le femmine incantate


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mercoledì 23 settembre 2009

La barca del sindaco di Palermo?

Incredibile a dirsi: sembra che a Palermo un impiegato del comune riceve lo stipendio non per le sue mansioni pubbliche ma per lavorare su una barca, forse del sindaco, forse del figlio.
Vi lascio ai video dei servizi della Petix, inviata di Striscia la notizia. Buona visione:





Ulteriori dettagli su Palermo - BlogSicilia.

Isole che non ci sono

More about Lost Girls vol. 2Penso di averlo scritto in occasione di Coraline: le favole erano un modo utile e leggero per raccontare le difficoltà e i pericoli della vita, per veicolare verso i giovani messaggi positivi. Allo stesso modo si possono vedere tre grandi capolavori per la letteratura dei ragazzi: Il mago di Oz, Peter Pan e Alice nel Paese delle Meraviglie. Ne Il mago di Oz, Dorothy esplora il magico mondo di Oz, nel quale si è persa, in compagnia di uno spaventapasseri senza intelligenza, un leone senza coraggio e un uomo di latta senza cuore. Il suo viaggio è una ricerca del mago che le permetterà di ritornare a casa, il demiurgo che sta dietro al mondo di Oz. In Peter Pan, invece, Wendy e i suoi fratelli vengono trascinati nell'Isola che non c'è da Peter, il ragazzo che non voleva crescere, dove sfidano il vecchio Capitan Uncino: due età della vita che non accettano di vedersi una rispecchiata nell'altra come facce di una stessa medaglia. Alice nel Paese delle Meraviglie è, come i primi due, un viaggio in un mondo fantastico, una caduta in un certo senso in un mondo popolato da esseri assurdi e incredibili. Il suo stesso autore è stato anche accusato di pedofilia, se non ricordo male, mentre il romanzo si ritiene sia stato scritto seguendo la logica e la matematica e in realtà nasconde dietro un rassicurante racconto per ragazzi le confessioni dell'autore.
In tutti e tre i romanzi, in ogni caso, si possono trovare immagini ambigue, leggendoli con gli occhi della malizia, e in un certo senso è quello che ha fatto Moore. E' ora evidente, cosa che non avevo scritto ieri, che le tre protagoniste sono ritratte come le protagoniste dei tre romanzi di cui sopra. Lo scrittore di Northampton, infatti, ha preso questi tre capolavori, li ha inseriti uno dentro l'altro, fondendoli alla fine in un unico romanzo grafico sospeso tra l'erotismo e la pornografia esplicita. Lo aiutano moltissimo in questa operazione le illustrazioni di Melinda Gebbie, che si dimostra molto duttile nell'adattare il suo stile ai vari schemi narrativi ideati dal suo compagno. Inoltre ogni racconto delle tre donne viene centrato intorno a un'unica illustrazione a tutta pagina che reinterpreta, cristallizzandola sulla pagina, alcune scene centrali dei romanzi in chiave erotica.
Eppure non è questa la sola chiave di lettura di tutta l'opera, e una mano interpretativa ci viene tesa dal primo racconto del secondo volume, Una maratona e una lunga chiacchierata, 11.mo capitolo del romanzo. Le didascalie sono una lettera di Harold Potter a un suo caro amico, scritta il 12 maggio 1914. La prima vignetta, però, senza commento, è un'illustrazione colorata di due corpi avvinghiati uno all'altro. In effetti il nostro istrionico Monsieur Rougeur sta ritraendo due suoi inservienti in atteggiamenti inequivocabili, tanto che i due non riescono a contenere l'eccitazione per la vicinanza dei loro corpi nudi. Il direttore si indigna, mentre Pietro, l'inserviente che aveva accompagnato i Potter in camera, si riveste ed esce nel corridoio dove incontra una cameriera. Seconda pagina: ecco che tra Pietro e la cameriera inizia un incontro frettoloso ma intenso e intimo, interrotto solo dall'orologio. Lei deve attendere ai suoi doveri portando il te ad Alice. E la donna la attende con la vestaglia aperta. Terza pagina: inevitabilmente l'eccitazione di Alice aumenta di fronte alle curve della giovane, e così anche l'anziana donna viola, come prima Pietro, la virtù dell'inserviente. Tutta la scena, però, ha avuto una spettatrice, oltre ai lettori: Dorothy, nascosta nel bagno. Quarta pagina: ovviamente, nella vasca piena d'acqua, la mai appagata Alice si diverte con la giovane Dorothy, ma questa volta invece di utilizzare dita o attrezzi finti, ecco spuntare un opportuno sapone e un sorriso di piacere sulle labbra. Le due si separano e Dorothy torna in camera, dove Rolf si è esercitato con le sue scarpe d'argento. Quinta pagina: poiché Rolf è pronto, Dorothy mette le scarpe e si sdraia su Rolf, rivolgendo il suo fondo verso il viso dell'amante e la sua faccia verso le parti basse di Rolf. Finito il piacevole incontro, Rolf si avvia verso i bagni turchi. Sesta pagina: da dietro un separé Rolf spia Wendy mentre, sul bordo della vasca, si lava. Il militare non riesce a contenere le proprie reazioni: solo il fatto che la donna sia sposata gli impedisce, probabilmente, di farsi avanti. Wendy, finite le abluzioni, lascia il bagno turco ignara delle tensioni emotive che ha causato. Settima pagina: rientrata in camera, non sa che i suoi movimenti e le sue posture ispirano giochi erotici e incredibili virtuosismi nel marito, in un certo senso anch'egli frustrato dalla fame. A quel punto Harold, con il Libro Bianco in mano, si dirige in bagno. Ottava pagina: qui, immerso nella vasca, si lascia andare alle incredibili immagini del libro, riuscendo alla fine a trovare uno svago piacevole e una tanto cercata liberazione. L'ultima immagine è un'inquadratura del libro, con un'illustrazione così simile a quella che ha aperto il capitolo.
Il divertimento di Una maratona e una lunga chiacchierata non sta tanto nelle immagini esplicite, né nella ciclicità di tutto l'episodio, quanto nell'abbinamento delle immagini con le parole della lettera di Harold, che scandiscono in maniera perfetta i vari momenti della narrazione. Ad esempio, commentando il comportamento dei giovani inservienti dell'albergo, Harold scrive:
Alla loro età, sarei stato in giro a fare attività fisica come raccogliere girini.

E intanto la cameriera è seduta sopra Pietro, entrambi mezzi svestiti, e intenti proprio in una interessante... attività fisica!
Vi lascio scoprire le altre chicche di questo genere e passo al 12.mo capitolo, Risveglio.
E' il primo esplicito tradimento a se stessa e a suo marito, quello che Wendy si concede con Alice, ma è anche un'interessante gioco letterario. Wendy sta leggendo I sette peccati capitali sul Libro Bianco e, nelle sette tavole successive, parallelamente alle vicende delle due donne, Moore e la Gebbie ci rappresentano i sette peccati a sinistra della pagina in azione, a destra descritti e rappresentati da donne nude. Si potrebbe dire un piccolo fotoromanzo guidato dai sette peccati capitali.
Moore, però, non ha intenzione di trascurare nessuno, nemmeno i maschietti, nemmeno il finora inattivo Harold (salvo qualche fantasia e la liberazione dei suoi oscuri pensieri). In questo caso il marito di Wendy si sta intrattenendo con Rolf: quasi ispirato dal racconto di Dorian Gray, un'avventura in una casa di omosessuali che viene illustrata in parallelo alle evoluzioni erotiche dei due uomini, Rolf e Harold iniziano un incontro intimo che aprirà nuovi interessanti orizzonti a quest'ultimo, che però Moore non riprenderà più in seguito, se non in un paio di vignette e in battute sparse qua e là. Alcuni sguardi, alcune battute, poi, sembrano suggerire nel lettore che, finito Lost Girls, i due riusciranno finalmente a liberare i loro istinti, ma la sensibilità dello scrittore britannico non vuole approfondire un rapporto fondamentalmente intimo e privato: quasi una scelta simile a quella di Magnus ne Le 110 pillole(1).
Torniamo però alla storia di Moore e della Gebbie e con il 14.mo capitolo, L'uomo di paglia, ricominciano i racconti delle tre donne e, come avrete capito, riprende la piccola Dorothy. La struttura è sempre quella: tavole suddivise in tre vignette orizzontali, con una splash page che rappresenta in chiave erotica l'immagine del romanzo di riferimento, in questo caso Il mago di Oz. La curiosità, in questo caso, è che l'immagine è la più casta tra tutte le reinterpretazioni. Anche in questo caso, l'amante di Dorothy acquista un talento non dissimile da quello del corrispondente personaggio del romanzo originale.
Si prosegue con Wendy e con L'isola diventa vera: una vignetta orizzontale superiore, rappresnetata come delle ombre proiettate su uno schermo bianco, e tre vignette verticali sotto, dove viene raccontata la vicenda. Wendy continua ancora con la sua timidezza, che andrà via via sciogliendosi, raccontando la versione erotica del suo incontro con i bambini perduti, rappresentata alla fine anche questa con una splash page opportuna, anche se non eccessivamente esplicita.
Il capitolo 16, Il giardino dei fiori parlanti, è strutturato, come tutti i capitoli dedicati ad Alice, con tre vignette orizzontali dal contorno ovale e rappresenta un punto di passaggio non solo nella vita di Alice, che racconta di come ha conosciuto le gioie delle orge femminili nel collegio in cui era stata mandata, l'equivalente del giardino dei fiori nel Paese delle meraviglie, ma rappresenta un punto di avvicinamento fondamentale tra le tre protagoniste. Il passaggio è sottolineato anche dal capitolo successivo, anch'esso dedicato ad Alice: Un tè di matti. Dal punto di vista grafico i racconti di Alice sono quelli tratteggiati in maniera più infantile, o comunque più da libri per l'infanzia: un contrasto stridente visto l'argomento dell'opera. In particolare questo 17.mo capitolo racconta della sempre più inarrestabile discesa di Alice tra orge e passioni incontrollate, guidata dalla sua vecchia insegnante di ginnastica, che l'ha assunta come sua segretaria personale (e come amante, alle spalle del marito, of course!).
Gli episodi della vita erotica di Dorothy sono quasi dei quadri impressionisti, e non fa eccezione nemmeno il 18.mo capitolo, Il leone vigliacco, dove la piccola ragazzina texana continua l'esplorazione delle parti intime maschili della fattoria degli zii. Anche in questo caso la Gebbie rappresenta l'incontro tra Dorothy e il leone di Oz: vi lascio immaginare come (anche se vi state spingendo un po' troppo! Vi conosco, eh, belli e belle miei, anche se siete pochini pochini!) Wendy, invece, ossessionata dalla sua estate di scoperta del sesso, vede in chiesa tutti nudi e fugge, incontrando il suo Peter nel parco circostante. Qui si appartano e finalmente conclude con l'amato: purtroppo l'atmosfera idilliaca e perfetta viene rovinata dal capitan Uncino, un guardone che si aggira per i parchi e che, come nel caso di Wendy e Peter, accompagna i due ignari amanti con l'espulsione contemporanea dei suoi fluidi. Lo stile della Gebbie in occasione di questo e degli altri episodi è, oserei dire, vittoriano, estremamente raffinato quanto esplicito nel caso di Dorothy. In questo caso è il duello a spade tratte tra Peter e Unicino a venire immortalato nella splash page, con Wendy in adorante contemplazione della spada di Peter!
In questi ultimi tre capitoli, Alice, Wendy e Dorothy, si sono imbarcate in un viaggio che le porterà su un'isoletta tranquilla il 28 giugno 1914, il giorno in cui Francesco Ferdinando e consorte vennero assassinati da Gravilo Princip, il giorno che segnò l'inizio della prima guerra mondiale. Le tre donne, su quell'isola, esplorano nuove dimensioni del piacere nella vignettona superiore, con la compagna di Moore che, a sua volta, si esibisce in una gran varietà di stili, tutti efficaci in funzione delle posture e della situazione rappresentate, mentre nella vignetta piccola inferiore si fa la storia, che non tarderà a colpire le tre ragazze perdute: è il 20.mo capitolo, Uno scatto saettante.

(1) Vedi La compagnia della forca, ed Panini Comics, o Le femmine incantate, Alessandro Editore

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martedì 22 settembre 2009

TreniItalia o Ferrovie dello Stato?

E la distinzione non è così accademica come si può pensare. La distinzione, infatti, è tra essere azienda privata o azienda di stato, ovvero tra un'azienda che cerca innanzitutto il guadagno(1) o un'azienda statale, ovvero un'azienda che si preoccupa innanzitutto del cittadino.
Le idee non sembrano chiare nemmeno a loro, visto che ieri, tra i molti annunci alla stazione di Paola in attesa del treno, ecco che la voce preregistrata ci ricorda che è in edicola, in vendita, l'orario delle Ferrovie dello Stato, maggiori dettagli sul sito ferroviedellostato.it.
D'altra parte è Treni Italia che ti ringrazia quando sali o scendi dal treno, e sempre Treni Italia che ti vende i biglietti e che, tramite RFI, gestisce (a volte male, soprattutto sotto le feste) la rete ferroviaria(2), un bene dello stato, ma spende soldi anche per ammodernare una stazione obiettivamente piccola come quella di Paola (e decisamente un mortorio per traffico treni rispetto a qualche mese fa). Senza contare poi l'umorismo di certe situazioni.
Stavo parlando ieri al telefono in attesa della partenza dell'AV Fast Roma-Milano. Mia sorella mi dice:
Secondo il sito non siete ancora partiti

Avevano chiuso le porte quindi immaginavo che la partenza era imminente, però constatai semplicemente che sì, ancora non si era partiti: evidentemente il sito di Treni Italia è più aggiornato di me!
Comunque, chiusa la telefonata, in perfetto orario, il treno parte. Avviso mia sorella e questo è quello che mi scrive:
Sul sito non siete ancora partiti...

Al che rispondo:
Sono più aggiornato di internet

Ed ecco la sconcertante risposta:
Adesso c'è scritto che siete partiti con due minuti di anticipo... vatti a fidare di trenitalia!

Già! Vatti a fidare...

(1) E visto come sta gestendo i trasporti in Calabria e Sicilia, sembra proprio così, nonostante Cosenza sembra che nei prossimi mesi verrà potenziato come scalo merci, e la cosa non può che fare piacere: considerate che in quel senso la stazione di Vaglio Lise ha uno spazio non indifferente, paragonabile a stazioni grandi anche per traffico civile
(2) Certo, a ben vedere RFI e Treni Italia sono entrambe controllate da Ferrovie dello Stato, che per nome dovrebbe essere un'azienda statale, e la cosa sembra coerente con il fatto che cerca soldi e convenzioni con le regioni (evidentemente i tagli governativi sono arrivati fino a lì), ma che a volte sembra più comportarsi da privato quale è visto che è una s.p.a. In tutto questo gli unici che ci perdono sono i cittadini, causa ritardi e disagi di cui si scusano di sempre e che rimborsano sempre parzialmente.

Ragazze cresciute

More about Lost Girls vol. 1Le prime trinità, quelle delle mitologie antiche, erano femminili. Tra le più famose divinità, o entità anche note come le Tre-che-sono-una, sicuramente la romana Ecate, collegata alla Luna. Gaiman, in Sandman, fonde il concetto delle trinità pagane femminili in un unico gruppo di tre entità mistiche, di fatto identiche alle Parche, che rappresentano anche le tre età delle donne: giovinezza, maturità, vecchiaia, o anche fanciulla, madre, vecchia. Verranno poi riprese da James Robinson in Witchcraft, che grazie a loro tesse una trama interessante che si dipana attraverso le varie epoche storiche. Il concetto, però, è forte e molto legato alle divinità femminili e alla magia e a tutto quello che poi le religioni monoteiste, con il loro maschilismo più o meno esplicito.
A tutto questo aggiungiamo alcuni concetti fondamentali espressi in Promethea, in cui Alan Moore esplorò, insieme a Williams III, il misterioso mondo della magia, realizzando di fatto un vero e proprio trattato di magia a fumetti. In quella serie, per poter iniziare il suo viaggio, Promethea deve prima compiere, attraverso la sua incarnazione umana, una potente magia: il sesso. E visto che Lost Girls di questo parla era inevitabile che le tre protagoniste fossero una giovane donna degli Stati Uniti, una donna matura dell'Inghilterra, una madre, e una lesbica che ormai ha provato nella vita ogni più incredibile abiezione sessuale, chiudendo così il parallelismo con le figure magiche di cui sopra.
Aiutato dalla compagna Melinda Gebbie, Moore esplora quindi un mondo per lui strettamente legato con la magia e, tra tante scene esplicite, in ogni caso non può non emergere la grande cultura dello scrittore e il suo gusto per mettere in crisi le convenzioni sociali. L'operazione, poi, nel suo complesso ha anche qualcosa che la accosta a La lega degli straordinari gentiluomini, ma avremo modo di parlarne. Immergiamoci, invece, nei meandri di Ragazze cresciute, il primo volume della trilogia.
La storia si apre con Lo specchio: in questo caso Moore e la Gebbie raccontano questo primo capitolo con un'inquadratura fissa su uno specchio, osservando tutto ciò che si riflette in esso. Lo specchio è di Alice Fairchild, la più vecchia delle tre protagoniste, che sembra si stia intrattenendo con qualcuna, anche se c'è il sospetto che si stia dando piacere da sola, poi confermato dalle vignette finali. In ogni caso Alice si trasferisce con il suo specchio fino in Austria, all'Hotel Himmelgarten di Monsieur Rougeur.
Già questa storia dovrebbe essere indicativa, ma tra poco l'ultimo gioco di Moore diventerà sempre più chiaro fino a diventare esplicito. Scarpe d'argento, secono capitolo della storia, si apre e si chiude con due intere pagine che seguono i piedi di Dorothy Gale. Arrivata anch'essa all'Hotel Himmelgarten, qui incontra un militare austriaco al momento in riposo, Rolf Bauer. Il giovane subito si mette alle calcagna di Dorothy, concludendo la serata nel giardino, a fare ciò che si può ben immaginare.
Ombre scomparse, invece, è forse uno dei capitoli più divertenti di tutto il primo volume, se non di tutta la trilogia. Al famigerato Hotel giunge la coppia di coniugi Potter, Harold e Wendy, Darling da nubile. Si capisce sin da subito che la coppia giunta è tutta apparenza, con il marito, di molto più vecchio della moglie, che la apostrofa come vecchia mia, mentre Wendy sembra persa dietro pensieri malinconici, quasi rinchiusa in una vita che non ama e che, semplicemente, si trascina. Giunti in camera, dopo la sistemazione del bagaglio, avvengono due eventi paralleli: Wendy esce per una passeggiata, mentre Harlod legge un libro trovato nella camera. E' il Libro Bianco di Monsieur Rougeur, un libro particolare pieno di racconti erotici e immagini decisamente esplicite. E così mentre Harold legge le evoluzioni, con lingue e candele dalla forma molto virile, di tre ragazze, Wendy si scopre nel giardino a spiare il garzone dell'albergo mentre si prepara per la notte. Poi il rientro in camera: mentre i due coniugi si dedicano a azioni normalissime (trovare documenti di lavoro, infilare un ago) le loro ombre consumano un carnale incontro, quello che i loro padroni non riescono fare né riusciranno a fare tra loro, se non forse una volta chiusa la copertina del terzo volume.
Papaveri e Fino al mattino descrivono una stessa giornata, quella successiva, seguendo due gruppi differenti: prima Alice e Dorothy, poi Harold e Wendy. Entrambe le coppie pranzano nella sala comune alla stessa ora e salgono nelle rispettive camere nello stesso momento, ma il modo in cui passano la notte e totalmente differente. Le due donne, infatti, anche aiutate dai fumi dell'oppio, si lasciano andare a giochi intimi, che finiscono solo quando Alice si avvicina per l'ennesima voltà all'intimità di Dorothy, vedendo tra la sua peluria la visione di un bambino in meditazione.
Quindi Dorothy esce. E con l'avvicinarsi del giorno il papavero appassisce.
Le evoluzioni delle due donne, però, sono udite nella stanza accanto, quella di Wendy e Harold: mentre l'uomo cerca di dormire seriamente, Wendy prova a ripassare le tabelline, probabilmente per scacciare le immagini erotiche che inevitabilmente, come ombre, si formano nella sua mente. Il dolore di non poter avere un rapporto intimo con il marito, la spinge in bagno: Harold, preoccupato, si alza e, dopo l'uscita della moglie dal bagno, forse per tranquillizzare Wendy (ma a mal pensare anche per dormire meglio lui), si affaccia per andare a lamentarsi con gli occupanti della stanza accanto.
Quindi Dorothy esce. E con l'avvicinarsi del giorno il papavero appassisce.
Niente di meglio di una buona colazione e di una gita sul laghetto nei dintorni dell'albergo. Così Alice e Dorothy, sulle rive dello specchio d'acqua, continuano quello che avevano interrotto la sera prima, ma l'arrivo di Wendy interrompe nuovamente tutto: è l'incontro tra tre donne differenti, l'inizio di un'amicizia che, anche graficamente, farà rifiorire Wendy. Semplicemente saranno Regine insieme.
Giustamente, a questo punto, le tre donne iniziano a frequentarsi e nei tre capitoli successivi il gioco di Moore si fa esplicito e l'accostamento evidente. Accostamento a cosa? Pazienza. Pazienza.
In un famoso romanzo per ragazzi, un paio di scarpette avevano una grande importanza, ma le vicende della protagonista iniziarono con un ciclone. E proprio Il ciclone è il titolo del 7.mo capitolo, in cui Dorothy racconta la bizzarra avventura avvenuta durante un ciclone a casa di quelli che chiama zio e zia. All'improvviso sulla sua casa nel Kansas si abbatte un ciclone: tutto viene sconvolto dal vento, che rompe le finestre, entra in casa, scombussola ogni cosa. E in tutto questo le mani di Dorothy vanno verso le sue mutande, in tutto questo per la prima volta Dorothy scopre il suo corpo, e la cosa alla fine non le dispiace nemmeno tanto.
Tre ragazzi, Wendy e i fratelli John e Michael, stanno passando un'estate spensierata di giochi e divertimenti. Vicino alla loro casa c'è un parco e lì un giorno si avvicinano e scoprono due ragazzi, nudi, uno dietro l'altra: si muovono all'unisono, avanti e indietro, con la ragazza che lancia alcuni periodici gridolini. I tre scappano, ma la sera il giovane dai capelli rossi, Peter, sale nella loro stanza e li invita a giocare in un modo simile a come stava giocando nel pomeriggio con la sorella: Come away, come away è la prima parte di un episodio della prima adolescenza di Wendy, un episodio che le crea imbarazzo evidente. E' solo l'inizio anche per la timida Wendy.
Usando una terminologia cara ai lettori di supereroi, nel nono capitolo, La casa dello specchio, riceviamo dalla viva voce di Alice le origini segrete della sua passione per lo specchio del primo capitolo e per le donne. Abbiate presente questa immagine: sulle rive di un fiume, Alice e la sorella stanno passando un po' di tempo, sole. La sorella leggendo, Alice contemplando la sua immagine nel fiume. In un momento in cui la sorella si era addormentata, un amico del padre la avvicina: un tipo calvo e con rari capelli bianchi.
Sembrava eternamente ansioso, come se volesse trovarsi da qualche altra parte. Noi lo chiamavamo Bunny, anche se il suo nome ora mi sfugge.

Con una scusa la portò in casa e qui, secondo voi, cosa poteva fare un pedofilo con una ragazzina innocente? Eppure agì con grande cautela, facendo addirittura ubriacare la fanciulla, tanto che Alice ricorda la scena come un sogno, quasi una magica visione, in cui vide il suo corpo mezzo nudo riflesso nel grande specchio presente nel soggiorno. E lì iniziò la sua ossessione per la sua immagine, la sua passione per le donne.
L'ultimo capitolo, Stravinsky, è una vera e propria visione parallela: le tre donne, accompagnate da Rolf e Harold, vanno ad assistere a un balletto, Le sacre du printemps. Le tavole sono suddivise in due parti: quella superiore, più grande, puntata sul palco dove si svolge il balletto, quella inferiore, più piccola, centrata sulla platea e soprattutto su Alice, Wendy e Dorothy. Mentre il balletto procede, gli spettatori si indignano sempre di più e nel frattempo le tre donne si toccano a vicenda con sempre maggiore audacia: alla fine sia il balletto sia i giochi erotici delle tre devono essere interrotti per la rivolta della folla contro l'indecoroso spettacolo che stanno guardando sul palco del teatro.

Ragazze cresciute | Isole che non ci sono | Grande e terribile
Le femmine incantate


Leggi anche:
C'erano una volta le favole | Recensione su LoSpazioBianco | Recensione di Obi-Fran Kenobi

venerdì 18 settembre 2009

La guerra e il controllo delle risorse

Per ogni guerra che c'è sulla Terra, c'è dietro l'intenzione da parte di chi combatte, o meglio di chi manda a combattere di controllare le risorse primarie, soprattutto quando queste non sono all'interno del proprio territorio, o comunque non sono presenti in abbondanza.
Le guerre per le risorse possono essere tra stati o, come suggeriscono molti romanzi di fantascienza come il da me sempre amato Morte dell'erba, tra individui. In ogni caso, qualunque tipo di guerra gli uomini hanno deciso, decidono e decideranno di combattere, è sempre una guerra per il controllo delle risorse, e bisognerà comunque pagarne le conseguenze.
Il video che segue è stato proposto da Debora Billi. Buona visione:

War for Resources HD from Age of Stupid on Vimeo.

giovedì 17 settembre 2009

Wikipedia buona quasi per tutti

Oltre ad occuparmi di scienza, oltre a tenere in piedi, saltuariamente (anche troppo, devo dire) Stipaturi, sono anche un wikipediano, pur se ultimamente (ma è comprensibile) non sono stato molto assiduo su quei lidi.
La bellezza di Wikipedia è che la conoscenza viene condivisa e le informazioni controllate e anche discusse se ci sono delle divergenze nei contenuti o nella forma in cui questi vengono proposti. In questi anni, comunque, soprattutto con le biografie di personaggi in vista e viventi sono sorti alcuni problemi, in alcuni casi prontamente risolti, come per Scamarcio (per maggiori dettagli, leggere oneWeb2.0), però l'ultimo caso di contrasto con l'enciclopedia sembra decisamente serio, soprattutto perché dovrebbe uscire fuori dai confini nazionali, essendo la competenza del tribunale di San Francisco (leggi Webnews).
La notizia arriva dal blog di Frieda, dove vengono raccolte una serie di reazioni al caso all'insegna dell'importante è parlarne e diffondere!
Tutto inizia quando la famiglia Angelucci, leggendo la sua biografia su Wikipedia (al momento, su proposta della stessa Frieda, la pagina relativa ad Antonio Angelucci è bloccata) ha notato alcune parti offensive, lesive nei confronti di Antonio e del figlio Giampaolo.
I due editori (anche se non so se il figlio Giampaolo lavori effettivamente nel campo, come il padre, che tra l'altro è attualmente parlamentare con il PdL) hanno deciso di citare per danno la Wikimedia Italia, chiedendo 20 milioni di euro, senza nemmeno verificare, a quanto pare (leggere l'editoriale di Frieda), come funziona Wikipedia.
Vi cito i seguenti passi, in cui si ricorda che Wikimedia Italia:
  • non è proprietaria del dominio wikipedia.org
  • non è proprietaria dei server su cui "gira" Wikipedia
  • non ha accesso ai server
  • non è né il capo né il responsabile di Wikipedia
  • non ha il controllo del contenuto di Wikipedia (nè, quindi, tramite accesso privilegiato né come scopo statutario)
  • ha un accordo con Wikimedia Foundation (il gestore di Wikipedia)

Tutto questo viene ribadito anche da quanto scrive Eumolpo in questa discussione:
In ogni pagina che modifichiamo o che editiamo compare questa notevole scritta: La responsabilità civile e penale su quanto stai per inviare resterà tua; per ogni modifica effettuata, infatti, verrà registrato pubblicamente il tuo indirizzo IP alquanto evidente.

Questo, però, vuol dire che se Wikimedia Italia dovesse venire condannata (e vista l'internazionalità del caso, sarebbe un precedente a dir poco terribile), e penso che al massimo possa venire condannata per affermazioni non verificate o mancanti di fonti, la stessa Wikimedia Italia potrebbe tranquillamente rivalersi sugli utenti che hanno editato la pagina, gettando sulle loro spalle (spesso spalle di famiglie italiane, visto che buona parte degli utenti della Wiki non sono ancora indipendenti) il peso dei 20 milioni di euro.
La cosa più assurda di tutta la vicenda è quello che ho trovato sugli Angelucci:

Scandalo cliniche private | Cliniche, giornali, amicizie politiche, articolo di Sergio Rizzo | Angelucci Bank | La famiglia Angelucci

A quanto ho capito sembra che il nostro indignato Angelucci abbia avuto (o ha ancora? sinceramente non ne sono sicuro) problemi con inchieste su alcuni ospedali romani, mentre sul campo dell'informazione sembra schierato da ambo le parti degli schieramenti!
Certo posso sbagliarmi (possibile, leggendo frettolosamente le notizie), ma questi sono commenti e giudizi e opinioni del privato cittadino, equiparabili, in quanto espresse su un blog personale, a quelle che si possono dire in un bar o nel parco pubblico parlando, più spesso male, dei nostri governanti.
Mi raccomando, comunque, nel rispetto del principio di cui sopra, diffondete, diffondete, diffondete!

Visita dentistica

In questo momento sto facendo una visita dentistica per verificare la cicatrizzazione dovuta all'estrazione di un dente letteralmente spaccato e che mia tenuto a Cosenza.
Se tutto va bene, penso proprio che non ci sarà null'altro che mi terrà lontano da Milano.
Speriamo...

mercoledì 16 settembre 2009

Coraline

More about CoralineNeil Gaiman, tra l'attività di romanziere e di sceneggiatore di fumetti, soprattutto sulle pagine di Sandman in quest'ultimo caso, è riuscito a modernizzare e rendere adulto un genere particolare e prettamente infantile: le favole. Le storie di Gaiman non possono essere banalmente classificate come fantasy, ma sono delle vere e proprie favole che riscoprono, anche, la drammaticità e la crudezza degli avvenimenti, proprio come le favole originarie, non risparmiando la bruttezza degli avversari ai propri lettori.
Qualcosa del genere avviene anche in Coraline: la protagonista, Coraline appunto, è una bambina vivace e con lo spirito dell'esploratore che si è trasferita da poco con i suoi genitori, che lavorano da casa, ma che sembra abbiano poco tempo da dedicare alla loro bambina. E' su questo che sembra fare leva la cattiva della storia, una sorta di bambola di pezza vivente con le sembianze della madre e che si nasconde nell'appartamento accanto a quello della famiglia di Coraline, dietro la 14.ma porta della sua casa, una porta chiusa dietro la quale c'è un muro di mattoni. Eppure, un giorno, questo muro di mattoni non c'è più, e Coraline, spinta dal suo solito spirito esplorativo, incontra l'altra madre, l'altro padre e tutta una serie di bizzarri personaggi, all'inizio apparentemente simpatici e rassicuranti. Solo un senso di pericolo appena appena vago, un piccolo talismano prestatole da due attrici in pensione che abitano al piano di sotto e l'aiuto di un gatto consentiranno a Coraline di liberare i prigionieri di quella malvagia creatura e ritornare alla sua casa insieme ai genitori.

martedì 15 settembre 2009

Resistenza

Non l'ho preso puntuale con la sua uscita, ma comunque non poteva mancarmi. Di Uprising. E' stato il mantra personale per la fine della settimana scorsa, ed è stato un ascolto quasi costante nello stereo proprio per il fine settimana, con Resistance, la title track, che ha sorretto buona parte del mio umore.
In ogni caso, piuttosto che parlare delle singole tracce, vorrei spendere due parole sull'album nel suo complesso: raffinato, tecnicamente ineccepibile, in questo senso il più maturo dei cinque dei Muse. D'altra parte condensa tutta la loro carriera, visto che si ritrovano soluzioni sonore e combinazioni musicali già presenti negli album precedenti, ma rivestite con un impianto tecnico, come scrivevo prima, più maturo.
Quest'ultimo lavoro resta, comunque, nel complesso godibile e sono eccezionali le tracce conclusive, la Exogenesis, una sinfonia in tre parti che ascoltata nel suo complesso (senza stare a sindacare troppo sulle singole parti) è molto bella e forse la parte più originale in assoluto e ricordano per composizione i pezzi originali della colonna sonora di Shine, che dovrebbero essere stati composti da David Hirschfelder e suonati da David Helfgott, la cui vita è rappresentata nel film citato prima.
Insomma un album godibile, pur non essendo eccezionale, con alcuni picchi di originalità, tanta buona tecnica (e questo non poteva essere da meno dai Muse), per un disco che proietta il gruppo verso una musica neo-psichedelica, che sostituisce in questo caso l'omnicomprensivo pulp della letteratura.

Altre recensioni potete trovarle su: soundsblog | Licia Troisi

lunedì 14 settembre 2009

Andamento lento

Però ha comunque portato sul podio, anche grazie all'incidente di Luis Hamilton che, non si sa se per via dell'erba sintetica bagnata o per colpa di un qualche guasto meccanico, è stato costretto al ritiro dal Gran Premio d'Italia proprio all'ultimo giro!
In ogni caso sembrava di essere, comunque, ai bei tempi, con la festa rossa per Kimi giunto terzo, ma soprattutto con una vecchia conoscenza sul gradino più alto, Rubens Barrichello. Tra l'altro il suo citare, in conferenza stampa, di quanto è stato bello vedere tutti quei tifosi in rosso anche se non in bianco (questa secondo me l'ha aggiunta per non offendere troppo i colori della nuova scuderia, ma non credo che il suo capo, il mitico Ross Brawn, si sarebbe offeso più di tanto), è indicativo di quanto sia rimasto rosso dentro!
Il suo compagno di squadra, in testa alla classifica mondiale, Jenson Button, arriva buon secondo, mentre Fisico ottiene un onorevolissimo nono posto: la sua gara è stata ovviamente problematica a causa dei noti limiti della Ferrari e dei problemi avuti da entrambe le vetture con le mescole più dure.
Ed ecco: piuttosto che parlare della classifica, di una gara che ha riservato emozioni solo nella partenza e nei primi giri, e in qualche sporadico errore dei piloti dovuto più che altro al loro desiderio di animare una corsa noiosa e anonima (vedi Trulli che prova a superare Nakajima), mi sembra d'obbligo spendere qualche parola sulla Ferrari, che per il secondo Gran Premio consecutivo viene braccata da una Force India, questa volta quella guidata da Sutil (ma con gli assetti di Fisichella!) e che giunge a 30 secondi da Rubens e quindi a circa 28 secondi da Hamilton, da cui al rientro dal secondo pit stop aveva circa 4 o 5 secondi di ritardo (tra l'altro non ho capito perché è rientrato così presto, rispetto alla fermata precedente, quando l'aveva quasi preso).
Quindi GP difficile, chiuso con un terzo posto un po' deludente, con una Brawn GP che incamera dei punti importanti in vista di Singapore, gara in notturna dove a causa delle temperature molto probabilmente dovrà soffrire.

sabato 12 settembre 2009

Natura, questa sconosciuta

More about La grande dinastia dei paperi - 1956 - Vol. 12Uno degli aspetti che più sono stati a cuore di Barks è il messaggio ambientale, dietro il quale è nata la necessità di creare le Giovani Marmotte. Sempre con la sua tipica ironia pungente, ma comunque divertente, Barks mette i paperi in contrasto con animali, piante, pesci, dimostrando qualora ce ne fosse bisogno che anche l'uomo, che nelle fiabe papere di Barks è rappresentato da Paperino & co., è decisamente maldestro (nella visione più ottimistica) nei confronti del suo approccio alla natura.
Una dimostrazione lampante viene da Paperino e il problema forestale, dove il nostro, nel tentativo di ottenere un giardino ricco e rigoglioso, inizia una battaglia con i citelli (che nella traduzione italiana diventano talpe) per sfrattarli dal suo terreno. Ottenuto lo sfratto, però, saranno i lombrichi e gli uccelli a distruggere il povero arbusto piantato da Paperino nel suo giardino: a quel punto il nostro acquisterà al vivaio una delle piante più resistenti in dotazione del fioraio. Questa caratteristica insieme con la cura di Paperino, renderanno la crescita della pianta incontrollata: bisognerà convincere il nostro eroe a lasciar perdere la pianta, perché sarà la selvaggia natura del suo giardino a distruggerla:
Neppure il gelso spinoso di Mongolia riesce a sopravvivere nel nostro cortile!

dice uno dei nipotini a un Paperino basito dall'assalto selvaggio di lombrichi, uccelli e talpe: la lotta per la sopravvivenza nel cortile di casa Paperino è terribile!
Paperino, però, prova anche a dimostrarsi superiore a qualsiasi animale, pesce o uccello, senza avere alcuna competenza: accade in Paperino e il domatore, dove il nostro si fa assumere in un allevamento di salmoni in qualità di esperto: vi lascio immaginare quale serie di disastri e gag inanella il nostro spavaldo esperto!
Anche in Paperino in "Evviva la squola!", il nipote di Paperone cerca di asservire la natura ai suoi scopi: mentre nel primo caso è la natura a farsi burle di lui, questa volta è la legge. Il nostro, infatti, riesce a catturare una balena e a farla entrare in una insenatura: prima, però, la protezione animali gli intima che deve bagnare e nutrire il cetaceo, poi lo sceriffo gli comunica che la legge vieta di tenere in cattività animali selvatici. Così ancora una volta Paperino esce sconfitto dalla lotta con la natura, forse un messaggio di speranza ecologista, nascosto anche nella mitica Paperino e il torneo monetario. In questa, che è la prima storia di Cuordipietra Famedoro, Paperone e il suo rivale sudafricano iniziano un torneo monetario per stabilire chi è il più ricco: alla fine tutto si riduce a misurare la lunghezza del gomitolone di spago raccolto in una vita. Il percorso sarà attraverso l'Africa, verso l'interno: la selvaggia natura africana ridurrà i gomitoli ai minimi termini, quasi una metafora per dire come la ricchezza e il controllo che gli esseri umani hanno sul mondo si poggia su un labile equilibrio che potrebbe spazzare vita il potere degli esseri umani.
Archimede Pitagorico e il regalo della Nonna pone, invece, l'accento in maniera leggera e umoristica sull'utilizzo delle risorse e sulla manipolazione delle stesse. Ancora nel 1956, anno d'uscita della storia, non si parlava né del consumo delle risorse né degli alimenti geneticamente modificati: infatti Archimede non si poneva tanto questo problema, quanto quello di semplificare il lavoro di Ciccio, introducendo nel macchinario costruito ogni sorta di materia prima, che poi sarebbe diventata un prodotto finito. L'escalation di trovate e assurdità inventive di Archimede verrà fermata da Nonna Papera:
Non avrò più nulla da fare!
E non avranno più nulla da fare la mucca, le galline, i maiali! Questa non sarà più una fattoria, ma una fabbrica!

In un certo senso molte fattorie sono diventate fabbriche, e questa battuta ha il sapore della preveggenza, e sintetizza anche il modo romantico e forse anche un po' pratico con cui il Maestro dell'Oregon vedeva l'agricoltura nella metà del XX secolo.
Ultimo accenno al problema delle emissioni: Paperino fumografo presenta il nostro eroe come maestro nel generare messaggi di fumo nel cielo. La sua attività è, però, fortemente avversata dagli ambientalisti, che ritengono contribuisca all'inquinamento dell'aria. Paperino, però, nicchia:
Che razza di ignoranti! Il mio fumo è troppo in alto per far bruciare gli occhi alla gente!

I disastri cui Paperino andrà incontro a causa dell'imprevedibilità delle condizioni atmosferiche e del traffico aereo sembrano quasi un modo, per Barks, per smentire ancora una volta le parole di Paperino e di tutti quelli che la pensano come lui: quasi dantesca, si potrebbe dire, la conclusione della storia, con Paperino che precipita sulla città rilasciando tutto il suo carico di fumo e facendo bruciare gli occhi a tutti i paperopolesi!
Il rapporto dei paperi con la natura, in conclusione, è quindi abbastanza contraddittorio, a volte bucolico e tranquillo (vedi ad esempio Paperino al campeggio, dove comunque l'Uomo dei Paperi non risparmia le gag), più spesso in contrapposizione con l'ambiente, soprattutto quando le motivazioni non sono semplici e lineari.

venerdì 11 settembre 2009

La variabile indipendente

More about Che fine ha fatto Mr Y?Un libro particolare, questo di Scarlett Thomas, Che fine ha fatto Mr.Y. E vista la natura del libro, non escludo, come suppongo nel titolo, che il Mr.Y ideato dalla Thomas sia riferito alla y, che generalmente, in matematica, è la variabile dipendente. E Mr.Y, così come chiunque viva nel mondo reale, sembra quasi essere una variabile dipendente, mentre quella indipendente è costituita da chiunque si ritrovi a vivere nella Troposfera. Andiamo con ordine: Thomas Lumas, misterioso scrittore vissuto tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, è oggetto d'interesse e di studio di Ariel Manto e del suo supervisore di dottorato Saul Burlem, conosciuto ad una conferenza su Lumas tenuta proprio da Burlem. Qui i due scoprono una serie di interessi culturali, su tutti Lumas, che spingono Burlem a chiedere ad Ariel di diventare sua studentessa e prendere da lui la tesi di dottorato. Per fortuna Ariel accetta solo la tesi, senza andare oltre, ma al tempo stesso diventa anche una sfortuna aver accettato una tesi così complessa sugli esperimenti mentali che non le spegne l'interesse per Lumas e per il suo più misterioso libro: Che fine ha fatto Mr.Y.
L'inizio del libro della Thomas vede la scomparsa di Burlem e il ritrovamento, da parte di Ariel, del tomo misterioso: così il lettore si trova catapultato nella doppia lettura delle vicende reali di una Ariel decisamente sempre più distaccata dal mondo reale, dove cambia un eccesso con un altro, ultimo una relazione con un uomo sposato semplicemente perché in questo modo è sicura di non doversi impegnare, e delle vicende fittizie di Mr.Y tratteggiate dallo scrittore Lumas. La finzione si mescola alla realtà (o alla finzione reale della Thomas) e questa fusione diventerà ancora più stretta quando Ariel proverà la particolare mistura che consente a chi la assume di entrare nella Troposfera e da qui trasferire la propria coscienza in qualunque essere vivente, sia esso uomo o animale.
Ariel diventerà sempre più assuefatta dalle visite nella Troposfera e sempre più distaccata dalla sua vita reale, nonostante la conoscenza di un ragazzo, un dottorando di teologia, che la ama sinceramente, ma che lei, condividendone i sentimenti, respinge immancabilmente. Al di là delle vicende di Ariel, però, il romanzo spicca per una intelligente fusione tra filosofia, letteratura e fisica, in particolare teoria delle stringhe, gatto di Schrödinger e quant'altro della fisica moderna venga visto quasi come mistico. Punto di riferimento della Thomas in questo senso è il bel libro di Michio Kaku Mondi paralleli, cui si deve aggiungere anche Big Bang di Simon Singh (quello dell'Ultimo teorema di Fermat: ancora questo libro citato dalla Thomas non sono riuscito a scovarlo...). Si potrebbe quasi dire che la Thomas fa, con la filosofia, la religione, la fisica e il mondo dei quanti un'operazione simile a quello che fece Dan Brown con il Codice Da Vinci, realizzanto però un miscuglio fantastico estremamente gradevole, ma anche molto originale.
Vi lascio al commento di Pullman, quello della bussola d'oro:
Ingegnoso e originale... Un'ottima storia che sprizza intelligenza


Piccola nota finale sulla traduzione: per tutto il libro il termine popular science viene tradotto come scienza popolare e non con il più corretto divulgazione scientifica. Come cantava qualcuno qualche anno fa... Sono cose della vita...

giovedì 10 settembre 2009

Stranalandia

More about StranalandiaC'è poco da dire. Due professori che naufragano su un'isola. Un'isola decisamente molto strana. Abitata da animali decisamente molto strani. Un susseguirsi di stranezze nel puro stile benniano. Si potrebbe quasi dire: se la Guida Galattica incontrasse l'Evoluzione, cosa ne verrebbe fuori?
Stranalandia, di Stefano Benni con i disegni di Pirro Cuniberti, of course!

mercoledì 9 settembre 2009

L'enigma di Atlantide

More about L' enigma di AtlantideBlake e Mortimer questa volta sono impegnati a risolvere il mistero del continente perduto di Atlantide: il professor Blake, infatti, ha scoperto alcuni reperti che proverebbero l'esistenza in un lontano passato del regno di Atlantide. Mortimer lo raggiunge e organizzano una spedizione nei recessi oscuri della Terra: a loro insaputa si infiltra nella spedizione il loro eterno rivale Olrik.
Inizia così un'avventura dal gusto verniano, una sorta di rivisitazione di Viaggio al centro della Terra: a differenza di questo, i nostri eroi non devono arrivare fino al centro del pianeta per scoprire una civiltà avanzatissima, quella di Atlantide, rifugiatasi all'epoca della grande catastrofe che fece sprofondare il continente. Nella vicenda orchestrata da Jacobs, i nostri eroi si troveranno a fronteggiare anche un complotto ai danni di Atlantide, con Olrik ovviamente schierato con i nemici di questo perduto regno.
Nel complesso le didascalie risultano eccessivamente invasive (anche più del Marchio Giallo) e cariche di drammaticità in molti casi. A parte le didascalie, l'intera faccenda risulta decisamente poco credibile, con scarse spiegazioni sull'illuminazione degli ambienti: se può andare bene la luce che filtra e poi viene riflessa in caverne piuttosto piccole, risulta poco credibile questa spiegazione negli ambienti più vasti di Atlantide, dove si alternano il giorno con la notte, il bello con il cattivo tempo. Questa è sicuramente la situazione più incredibile di tutte, che accetti in ogni caso come plausibile semplicemente per non troncare la lettura a metà!
Non il Jacobs de Il mistero della Grande Piramide, né sicuramente quello del Marchio Giallo: appena sufficiente, direi.

martedì 8 settembre 2009

L'oro del pirata

More about La grande dinastia dei paperi - 1942-43 - Vol. 33Quando Carl Barks lasciò gli studi di Burbank, uno dei motivi era la decisione di non partecipare alla realizzazione dei cartoni propagandistici durante il periodo bellico. In ogni caso non restò senza lavoro e la sua prima storia, su testi di Bob Karp, fu Paperino e l'oro del pirata, in cui si divise le tavole con Jack Hannah, col quale aveva proficuamente lavorato durante la realizzazione di molti corti con Paperino protagonista.
La storia scritta da Karp prende le mosse da un cortometraggio con Topolino, Paperino e Pippo, insieme alla partecipazione di Pluto, in cui il trio partiva alla ricerca del tesoro del pirata Morgan: in un alternarsi di gag e scene di tensione, la storia, una evidente parodia de L'isola del tesoro di Stevenson, porta i paperi (insieme a Paperino, anche i suoi nipot i Qui, Quo, Qua) in mezzo al mare, accompagnati da un pappagallo logorroico dal linguaggio piratesco e dai modi rudi (Bacicin Parodi) e con Gambadilegno, con due sgherri topeschi al seguito, come avversario.
La prima vera storia completa dell'Uomo dei Paperi è Paperino e il gorilla, la terza (prima di questa Paperino e i corvi, storia uscita dallo Studio, forse di Dorothy Strebe). Probabilmente ispirata in parte all'omonimo corto (in produzione sin dal 1942), a differenza di quest'ultimo che si svolge tutto in interni, aumentando così la tensione e rendendo ancora più divertenti le gag, la storia di Barks si svolge tutta in esterni, allo zoo, dove un gorilla fugge e semina il panico: forse Brassens si ispirò alla storia barksiana per Le Gorille, che in Italia arriva nell'interpretazione di Fabrizio De André Attenti al Gorilla, o forse uno di quei casi in cui l'ispirazione a distanza di anni produce nella mente di due geni indiscussi due piccole perle di magia e umorismo.
Le storie marinare e avventurose, comunque, sono già in formazione in questo primo periodo: Paperino e lo squalo vede il nostro eroe impegnato come bagnino nella conquista di una papera maliarda, che probabilmente Barks ha dovuto ridisegnare per renderla meno sensuale; Paperino aviatore, invece, vede lo sfortunato papero impegnato suo malgrado in un viaggio in un misterioso villaggio in mezzo a una misteriosa foresta. Barks, però, non è solo Paperino: ed ecco infatti Pluto salva la nave. In questo caso, però, partendo da un soggetto di Eleanor Packer, Barks insieme ad Hannah e a Nick George, scrive una storia spionistica in cui, tra inseguimenti e gag a non finire, Pluto riesce a salvare un transatlantico dall'esplosione di una bomba nascosta all'interno della nave stessa come semplice e innocuo osso per cani.
L'esperienza di Barks nello studio di animazione come intercalatore e gagman viene, quindi, sfruttata nel campo del fumetto, che il Maestro dell'Oregon ha in parte contribuito a diffondere e, perché no, rivoluzionare.

lunedì 7 settembre 2009

Una scelta di lungo periodo

Nella settimana di Monza commento la notizia che ha infiammato lo scorso fine settimana: Fisico alla Ferrari!
Dopo i due deludenti gran premi di Badoer, forse proprio per le difficoltà della McLaren nel recente GP del Belgio, la Ferrari chiama Giancarlo Fisichella per fare quei punti necessari per portare la scuderia al terzo posto nella classifica costruttori. L'impresa che attende Fisico è quanto mai improba, considerando non la concorrenza di Kimi (in fondo i due sono sulla stessa, brutta barca), quanto per l'assenza di sviluppi seri e importanti per la vettura almeno per questa stagione.
Al di là, comunque, del fatto sportivo, restano anche le dichiarazioni di Montezemolo:
Ci tenevamo tutti ad avere a Monza un pilota italiano sulla nostra macchina e inoltre si tratta di una scelta di lungo periodo, perché sarà il terzo pilota per Ferrari.

Oltre alle parole di stima, queste suggeriscono due cose: la quasi certezza della scuderia di Maranello di avere tre vetture in gara il prossimo anno, oltre al fatto che la terza vettura sarà nelle mani di Fisichella, chiudendo così ogni illazione su un ritorno di Schumi e riducendo al minimo le possibilità di un arrivo anticipato di Alonso.
A dire il vero questa scelta e queste parole mi fanno sbilanciare sulla squadra per la stagione 2011: Massa (che rientrerà l'anno prossimo), Alonso e Kubica, che sembra sia stato in ballottaggio con il nostro pilota fino all'ultimo.
Certo il futuro potrebbe smentirmi (e magari la Ferrari potrà accontentare il mio cuore assumendo il grandissimo Nico Rosberg: non lasciamolo andare in McLaren né restare in Williams, per favore!), ma nel frattempo restiamo a sognare una doppietta a Monza con Fisico davanti a tutti!

domenica 6 settembre 2009

Metamorfosi: Io sono Dean

(può esserci cosa peggiore per il timido frank?)

(precedente | continua)

sabato 5 settembre 2009

I was made for lovin' you

Stavo facendo un po' di zapping televisivo, quando becco questo video di Always More degli autoKraz:

Innazitutto fateci orecchio: intorno al 45.mo secondo parte il ritornello della canzone, quello che li farà vendere in mezzo mondo. Non vi sembra, per voi amanti dei Kiss, il ritornello della mitica I was made for lovin' you?
Tra l'altro anche la prima parte della canzone sembra tratta da un successo degli anni Ottanta, mi pare, però la mia memoria è un po' fallace. Chissà se qualcuno riesce ad aiutarmi?
In ogni caso vi invito a confrontare il ritornello(1) con l'originale:

Il video è tratto da un live australiano. Non l'ho potuto vedere, per il semplice motivo che in questi giorni calabresi (finiranno presto?) ho a disposizione una connessione lenta.
Ultima chicca, invece, l'audizione dei Dressed to Kiss, la più famosa cover band dei Kiss italiana, in quel di X-Factor:

Questo l'avevo visto a suo tempo (scovato su Musica Metal) e devo dire molto bello e simpatico.
Ovviamente, visto che I was made for lovin' you... è dedicato a tutte voi!

(1) Si possono fare molte congetture: è un caso che siano così simili, praticamente uguali; è un omaggio, ma allora dovrebbe trasparire dal video, ma non c'è nulla che indichi questa opzione; è un plagio, o quasi, visto che viene preso solo il ritornello e sono cambiate le parole e la parte finale, direi. Vedremo se il caso esploderà o se l'intera faccenda farà semplicemente piacere ai Kiss originali!

venerdì 4 settembre 2009

Pollo alle prugne

More about Chicken with PlumsEra uscito in Italia, nel 2005 per la Sperling & Kupfer, quella di Faletti, Pollo alle prugne, di Marjane Satrapi, l'acclamata autrice che si è raccontata e ha raccontato l'Iran in Persepolis (ho avuto la fortuna di leggerlo pochi mesi dopo l'uscita dei quattro volumi della Lizard, quindi posseggo proprio quella versione e non quella attuale, completa, contenente le quattro parti). Da allora, Pollo alle prugne non è più tornato, così avendo la possibilità di acquistarlo nella traduzione inglese della Pantheon Bokks di New York grazie alla frequentazione delle librerie milanesi, ecco che non mi sono fatto sfuggire Chicken with plums.
L'edizione statunitense dell'opera (originariamente uscito in francese nel 2004) è semplice da leggere e non presenta nemmeno tanti americanismi. La storia è anche, altrettanto semplice. Ambientata nell'Iran del 1958 racconta di Nasser Ali Khan, acclamato suonatore di tar, che cerca di acquistarne uno nuovo che possa soddisfarlo a causa della rottura del suo, dono del suo maestro di musica.
Nella prima parte la Satrapi, con leggerezza e ironia racconta dei due infruttuosi tentativi di Ali Khan di acquistare un buon tar, e dopo il secondo insuccesso (giunto alla fine di un lungo viaggio insieme con il figlio più piccolo), decide semplicemente di lasciarsi morire. La prima parte introduttiva si conclude con il funerale del musicista, il 22 novembre del 1958, con parenti e amici riuniti nel pianto della perdita. A questo punto la cartoonist iraniana si concentra sugli ultimi 8 giorni di vita, scoprendo le carte, esaminando i rapporti tra il musicista con i figli (dei quali poi ci verranno fornite immagini della loro vita), con il fratello, con una moglie che non ha mai veramente amato, ma che ha sposato quasi per dimenticare il suo perduto amore giovanile.
Così tra ricordi del passato, visioni del futuro, leggende, preghiere, incomprensioni e con la visita di Azrael, l'angelo della morte, solo leggendo tutto il libro si scopriranno il legame con la scena iniziale, nella prima pagina, e il motivo per cui Nasser Ali Khan non è più riuscito a suonare alcun altro tar oltre quello distrutto da una moglie frustrata e trascurata.
Ovviamente la Satrapi non ha rinunciato a criticare le consuetudini e le ipocrisie di una società iraniana in lenta trasformazione, costruendo una sorta di leggenda, di favola orientale moderna. La si potrebbe, in questo caso, accostare al geniale scrittore e sceneggiatore di fumetti, Neil Gaiman, anch'egli impegnato a rinnovare il genere favolistico riscoprendo le atmosfere delle storie del passato, ma ambientate nel presente. E la Satrapi non rinuncia nemmeno a un omaggio all'Italia, con una delle sue attrici più note all'estero, la sensuale Sofia Loren, sogno erotico di Ali Khan e della sua generazione.

P.S.: La Sperling ha ristampato l'opera, proprio con la copertina dell'edizione statunitense. Ho scoperto, con grande piacere, di aver pagato questa edizione importata in inglese meno di quella italiana!