Ho scelto di dare come titolo della recensione del settimo volume della ristampa tascabile del Superman di John Byrne quello di una delle due storie non di Byrne presenti perché in un certo senso un po' tutte le storie sono legate proprio dal concetto del ritorno.
Partiamo proprio da La via di casa!, uscita originariamente su Adventures of Superman #430 e realizzata da Marv Wolfam e Jerry Ordway. I due autori, anche se non lo scrivono esplicitamente, mettono nuovamente sulla strada di Superman il Cerchio. Due membri del gruppo di supercriminali che l'azzurrone deve affrontare, i Fearsome Five, cercano ogni volta di provare a uccidere Superman. E un paio di battute che gli rivolgono possono essere spiegate solo se i due vengono considerati membri del Cerchio.
Lo scontro con i Fearsome Five, però, viene utilizzato da Wolfman per raccontare una piccolo crisi d'identità attraversata dal personaggio, che si mostra molto umano quando mette in dubbio la sua esistenza nel doppio ruolo di Clark Kent/Superman. Come sempre in casi di questo genere a giocare un ruolo fondamentale è la sua famiglia, pà e mà Kent, riuscendo alla fine a conciliare i due aspetti della sua vita complicata.
Stomachion
sabato 31 luglio 2021
venerdì 30 luglio 2021
Le grandi domande della vita: Colpire palline su Marte
E' stata una settimana complicata: non ho pubblicato praticamente nulla, saltando anche la tradizionale recensione dedicata al numero settimanale di Topolino (che pure ho letto per tempo), iniziando persino ad abbozzarla. Non sono, però, riuscito a concluderla, concentrato in parte sul lavoro, in parte sull'atteso stacco dal lavoro.
Come avevo scritto settimana scorsa, in queste settimane EduINAF sta portando avanti un'iniziativa piuttosto pop come quella delle Olimpiadi Spaziali. E l'articolo uscito sabato scorso era dedicato a due sport, uno individuale e l'altro di squadra, da ipoteticamente praticare su Marte: tennis e baseball.
In tutto questo abbiamo escluso la variabile del peso della pallina, che su Marte risulta quasi 3 volte inferiore e quindi i tennisti riuscirebbero a mandare la pallina ancora più in alto, almeno a parità di forza impressa nel braccio, aumentando così di un altro paio di secondi il tempo di attesa.
Se poi a questo aggiungiamo il fatto che la pallina dovrebbe attraversare un'atmosfera meno densa rispetto alla Terra, perdendo così una velocità praticamente trascurabile, è facile immaginare che, senza un cambio nell'impostazione di gioco, una partita di tennis su Marte si trasformerebbe in una sfilza di ace in cui a fare la differenza sarebbero proprio gli errori al servizio e le rare risposte di chi è in risposta.
Notate che, rispetto all'articolo su EduINAF, voglio mantenermi entro i limiti di gioco e quindi mantenere il campo dentro la lunghezza stabilita dei 24 metri: questo vincolo, insieme con la necessità di non over lanciare la pallina troppo in alto e con troppa foga, renderebbe una partita di tennis su Marte una sfida piuttosto interessante per gli atleti.
Come avevo scritto settimana scorsa, in queste settimane EduINAF sta portando avanti un'iniziativa piuttosto pop come quella delle Olimpiadi Spaziali. E l'articolo uscito sabato scorso era dedicato a due sport, uno individuale e l'altro di squadra, da ipoteticamente praticare su Marte: tennis e baseball.
Fino all'ultimo ace
Bisogna, però, avere un po' di pazienza prima di servire la palla nella metà campo avversaria. Il punto fondamentale sta nella ridotta accelerazione di gravità di Marte, $3.72 \, m/s^2$ rispetto ai $9.81 \, m/s^2$ sulla Terra. In questo caso, con un calcolo veloce, si scopre che i tempi di volo sul pianeta rosso sono all'incirca 2.7 volte i tempi di volo terrestri. Generalmente quando un tennista è al servizio, da quando lancia la palla in aria fino a quando la colpisce passano da 1 a 2 secondi in relazione all'altezza a cui la pallina arriva. A parità di velocità iniziale, il tempo d'attesa prima di colpire la pallina stessa varierebbe dai 2.7 ai 5 secondi o poco più. Questo, per uno sport molto veloce, ma anche molto lungo, dilaterebbe i tempi della partita, rendendo così necessari alcuni aggiustamenti regolamentari per non prolungare eccessivamente le partite.In tutto questo abbiamo escluso la variabile del peso della pallina, che su Marte risulta quasi 3 volte inferiore e quindi i tennisti riuscirebbero a mandare la pallina ancora più in alto, almeno a parità di forza impressa nel braccio, aumentando così di un altro paio di secondi il tempo di attesa.
Se poi a questo aggiungiamo il fatto che la pallina dovrebbe attraversare un'atmosfera meno densa rispetto alla Terra, perdendo così una velocità praticamente trascurabile, è facile immaginare che, senza un cambio nell'impostazione di gioco, una partita di tennis su Marte si trasformerebbe in una sfilza di ace in cui a fare la differenza sarebbero proprio gli errori al servizio e le rare risposte di chi è in risposta.
Notate che, rispetto all'articolo su EduINAF, voglio mantenermi entro i limiti di gioco e quindi mantenere il campo dentro la lunghezza stabilita dei 24 metri: questo vincolo, insieme con la necessità di non over lanciare la pallina troppo in alto e con troppa foga, renderebbe una partita di tennis su Marte una sfida piuttosto interessante per gli atleti.
sabato 24 luglio 2021
Death Metal: Doom Metal
Sebbene i Black Sabbath siano considerati precursosi anche del doom metal (dopo il precedente speed metal), le origini del genere vengono generalmente fatte risalire agli anni Ottanta del XX secolo con gruppi come i Pentagram e i Saint Vitus. Il doom metal è caratterizzato da suoni cupi e tematiche decadenti, con testi che presentano anche citazioni dal mondo dell'occulto. Introspezione e dramma interiore sono tipici dei testi doom metal. Inevitabile l'incontro del genere con il death metal che da l'origine al death doom metal, di cui tipici esponenti sono band come i My Dying Bride o i Paradise Lost, entrambi britannici, o i Draconian, band svedese. E tutti e tre presenti nei miei ascolti usuali del genere.
Non siamo però, qui, per discutere (solo) di doom metal, ma anche dell'omonima saga in cinque puntate della Justice League ambientata nell'era Death Metal del Cavaliere più oscuro e pubblicata da Panini Comics sui numeri #13 e #14 dell'omonimo mensile italiano.
Non siamo però, qui, per discutere (solo) di doom metal, ma anche dell'omonima saga in cinque puntate della Justice League ambientata nell'era Death Metal del Cavaliere più oscuro e pubblicata da Panini Comics sui numeri #13 e #14 dell'omonimo mensile italiano.
venerdì 23 luglio 2021
Le grandi domane della vita: In moto sulla Luna
Il 10 luglio su EduINAF abbiamo lanciato la prima delle due iniziative estive, le Olimpiadi Spaziali. E' una serie di articoli a tema sportivo in cui insieme con Andrea Bernagozzi, Fabio Nottebella e Luca Piantino abbiamo provato a immaginare come sarebbero gli sport giocati sugli altri oggetti celesti del Sistema Solare. A supportare il gruppo dell'Osservatorio della regione autonoma della Valle d'Aosta ci sono anche Marco Castellani, Claudia Mignone, Livia Giacomini e, in sottotraccia, anche il sottoscritto, che si sta prendendo il compito, oltre quello classico della sistemazione del layout e della programmazione, di verificare più o meno che ogni cosa sia a posto (quindi riteneremi l'ultimo responsabile di eventuali errori).
Gli articoli escono ogni sabato e, in particolare, sabato scorso è uscito l'articolo dedicato alla Luna, Campioni lunari!. L'articolo è ricco di spunti interessanti, uno di questi fornisce proprio il titolo a questa puntata (in un certo senso speciale) de Le grandi domande della vita, dedicata ovviamente anche alle Olimpiadi sportive vere e proprie, inaugurate da poche ore in quel di Tokyo.
Il primo rover statunitense, invece, venne portato sulla Luna nel 1971 dall'Apollo 15 e utilizzato dagli astronauti della missione, David Scott e James Irwin il 31 luglio del 1971 (come al solito il terzo componente dell'equipaggio, Alfred Worden, rimase in orbita intorno alla Luna).
Il veicolo a quattro ruote portato dall'Apollo 15, però, non fu il primo veicolo motorizzato sviluppato e testato dalla NASA: ad agosto 1969 venne testata in un classico volo orbitale (un volo in caduta libera che permette di trovarsi veramente nelle condizioni di bassa gravità sperimentate lontano dalla Terra) una motocicletta elettrica lunare!
Gli articoli escono ogni sabato e, in particolare, sabato scorso è uscito l'articolo dedicato alla Luna, Campioni lunari!. L'articolo è ricco di spunti interessanti, uno di questi fornisce proprio il titolo a questa puntata (in un certo senso speciale) de Le grandi domande della vita, dedicata ovviamente anche alle Olimpiadi sportive vere e proprie, inaugurate da poche ore in quel di Tokyo.
A zonzo sulle rocce lunari
Il primo oggetto a ruote che è atterrato sulla Luna è stato il rover sovietico Lunokhod 1, giunto sul nostro satellite il 10 novembre del 1970 trasportato dal Luna 17.Il primo rover statunitense, invece, venne portato sulla Luna nel 1971 dall'Apollo 15 e utilizzato dagli astronauti della missione, David Scott e James Irwin il 31 luglio del 1971 (come al solito il terzo componente dell'equipaggio, Alfred Worden, rimase in orbita intorno alla Luna).
Il veicolo a quattro ruote portato dall'Apollo 15, però, non fu il primo veicolo motorizzato sviluppato e testato dalla NASA: ad agosto 1969 venne testata in un classico volo orbitale (un volo in caduta libera che permette di trovarsi veramente nelle condizioni di bassa gravità sperimentate lontano dalla Terra) una motocicletta elettrica lunare!
giovedì 22 luglio 2021
Satelliti in formazione
Quando mi è arrivata l'e-mail della notizia un paio di giorni fa, ho letteralmente fatto un balzo: l'osservazione del processo di formazione di un satellite intorno a un pianeta extrasolare.
La scoperta del team di astronomi guidato da Myriam Benisty dell'Università di Grenoble in Francia (pdf dell'articolo) riguarda un disco protoplanetario, della cui esistenza si avevano indizi già nel 2019, e che è stato osservato con grande precisione grazie all'interferometro ALMA (Atacama Large Millimeter Array), ovvero un sistema (o reticolo) di 66 piccoli radiotelescopi posti nel deserto di Atacama, nel Cile settentrionale. Nell'immagine diffusa dall'ESO è possibile vedere una "radiofotografia" del sistema intorno alla stella PDS 70 (che ancora è nota solo con la sua sigla), posta nella zona di celo coperta dalla costellazione del Centauro. Distante all'incirca 370 anni luce dalla Terra, ha una massa di 0.76 masse solari e intorno a essa sono stati scoperti due pianeti, PDS 70b con una massa all'incirca uguale a quella di Giove, e PDS 70c, con una massa di quasi 4 volte e mezza quella del nostro Giove. Ed è proprio PDS 70c il pianeta con il suo disco di materiale intorno a essere protagonista dello zoom presente nel "ritratto" scattato da ALMA.
La scoperta del team di astronomi guidato da Myriam Benisty dell'Università di Grenoble in Francia (pdf dell'articolo) riguarda un disco protoplanetario, della cui esistenza si avevano indizi già nel 2019, e che è stato osservato con grande precisione grazie all'interferometro ALMA (Atacama Large Millimeter Array), ovvero un sistema (o reticolo) di 66 piccoli radiotelescopi posti nel deserto di Atacama, nel Cile settentrionale. Nell'immagine diffusa dall'ESO è possibile vedere una "radiofotografia" del sistema intorno alla stella PDS 70 (che ancora è nota solo con la sua sigla), posta nella zona di celo coperta dalla costellazione del Centauro. Distante all'incirca 370 anni luce dalla Terra, ha una massa di 0.76 masse solari e intorno a essa sono stati scoperti due pianeti, PDS 70b con una massa all'incirca uguale a quella di Giove, e PDS 70c, con una massa di quasi 4 volte e mezza quella del nostro Giove. Ed è proprio PDS 70c il pianeta con il suo disco di materiale intorno a essere protagonista dello zoom presente nel "ritratto" scattato da ALMA.
mercoledì 21 luglio 2021
Redenzione immorale
Philip Dick ha toccato vari aspetti della fantascienza: romanzi postapocalittici, storie di androidi, esplorazione dello spazio, contatti con gli alieni e distopie. In quest'ultimo campo ricade Redenzione immorale, romanzo ambientato in un'ipotetico futuro dominato da un regime totalitario instauratosi nel 1985 dopo una terribile guerra nucleare che ha devastato il Giappone. Vale la pena ricordare che le bome nucleari di Hiroshima e Nagasaki che segnarono la conclusione ufficiale della seconda guerra mondiale vennero sganciate ad agosto 1945, mentre il romanzo di Dick venne pubblicato nel 1956. Nella situazione di tensione che si era generata dopo il conflitto, Dick mise insieme alcuni pezzi piuttosto iconici come il Giappone e il disastro nucleare, trasformando l'isola di Hokkaido in particolare come al tempo stesso simbolo del disastro e della distruzione, ma anche punto di partenza per la ribellione silenziosa dei singoli contro un regime che non solo non tollera le trasgressioni, ma si ammanta dietro la difesa strenua delle convenzioni sociali come baluardo contro la barbarie. Basti pensare che viene considerata trasgressione qualsiasi atto di gentilezza e prossimità fuori dal matrimonio, fino ad arrivare a considerare anche un semplice bacio un atto sessuale.
martedì 20 luglio 2021
A classic horror story
Sembra di essere in un classico film dell'orroreE' all'incirca quanto afferma uno dei protagonisti di A classic horror story, film dell'orrore realizzato per Netflix dai due registi pugliesi Roberto De Feo e Paolo Strippoli.
D'altra parte la storia è un mix di classici dell'orrore, su tutti La casa di San Raimi. La storia inizia con un gruppo di cinque viaggiatori che, diretti allo stesso luogo tra i monti della Calabria, decidono di viaggiare sul camper di Fabrizio, aspirante regista e instagrammer. A completare il gruppo troviamo la coppia Sofia e Mark in vacanza, il medico fallito Riccardo, interpretato da Peppino Mazzotta, l'attore più noto del cast, ed Elisa, in viaggio verso una clinica per abortire.
Dopo un incidente notturno, il camper esce fuori strada e al mattino, mentre Mark soffre a causa di una gamba rotta (era lui alla guida), i cinque si accorgono di non essere più sul ciglio della strada, ma in una radura in mezzo ai boschi al cui centro si trova una casa di legno chiusa.
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lunedì 19 luglio 2021
Topolino #3425: L'invasione dei droni
A volte succedono gli imprevisti, soprattutto d'estate ecco spuntare una pizza tra amici all'improvviso. E così articoli che iniziano o quasi finiti vanno rimandati, come ad esempio la recensione dell'ultimo numero di Topolino che vi presento anche questa settimana di lunedì.
Inizio dalla cover story, che in realtà è alla seconda puntata, L'invasione dei droni. La storia, di Pietro Zemelo e Luca Usai, è un divertente inseguimento di Topolino, Tip e Tap ed Eta Beta a un innumerevole numero di droni che sono stati duplicati dal duplicatore di Eta Beta mandato in tilt da Gambadilegno. Ovviamente il nostro ladro preferito ha cercato di sfruttare la situazione, senza successo.
La storia viene celebrata dalla copertina, però, perché questa settimana in allegato con Topolino si trova proprio un piccolo drone. E con il prossimo numero troveremo il telecomando. Mi sa che lo porterò giù in Calabria per provarlo!
Inizio dalla cover story, che in realtà è alla seconda puntata, L'invasione dei droni. La storia, di Pietro Zemelo e Luca Usai, è un divertente inseguimento di Topolino, Tip e Tap ed Eta Beta a un innumerevole numero di droni che sono stati duplicati dal duplicatore di Eta Beta mandato in tilt da Gambadilegno. Ovviamente il nostro ladro preferito ha cercato di sfruttare la situazione, senza successo.
La storia viene celebrata dalla copertina, però, perché questa settimana in allegato con Topolino si trova proprio un piccolo drone. E con il prossimo numero troveremo il telecomando. Mi sa che lo porterò giù in Calabria per provarlo!
sabato 17 luglio 2021
All Star Superman: l'ultima avventura
L'ultima storia di Superman è stata raccontata diverse volte da un po' di autori. La più famosa di queste è Cos'è successo all'uomo del domani?, uscita nel settembre del 1986 su Superman #423 e Action Comics #583 e poi portata in Italia per la prima volta nel 1995 dalla PlayPress su Dc Collection #11. Scritta da Alan Moore per i disegni di uno degli autori più iconici del personaggio, Curt Swan, di fatto chiudeva con il Superman della silver age e, più in generale, con questa era del supereroismo dopo il (non perfetto) reset di Crisi sulle Terre infinite.
La storia di Moore è una escalation drammatica in cui viene raccontato come i nemici di Superman a un certo punto diventano sempre più violenti nella loro intenzione di uccidere l'eroe. In sostanza siamo di fronte al tipico approccio decostruzionista di Moore applicato a Superman, ma proprio l'uso di questo personaggio gli permette anche di essere più esplicito sulle sue intenzioni: una decostruzione, certo, ma per porre le basi per una nuova costruzione del personaggio, basata comunque su una visione ottimistica, per quanto realistica.
Quest'ultima avventura del Superman silver age scritta da Moore diventa, inevitabilmente, il primo confronto con All Star Superman di Grant Morrison per i disegni di Frank Quitely, che sono recentemente riuscito a recuperare e a leggere grazie alla raccolta da edicola Supereroi: Le leggende DC, la prima iniziativa di questo genere realizzata dalla Panini Comics, che pure in altre raccolte aveva curato volumi dedicati alla DC Comics, ma niente di così esplicito (ovviamente per motivi di licenza).
La storia di Moore è una escalation drammatica in cui viene raccontato come i nemici di Superman a un certo punto diventano sempre più violenti nella loro intenzione di uccidere l'eroe. In sostanza siamo di fronte al tipico approccio decostruzionista di Moore applicato a Superman, ma proprio l'uso di questo personaggio gli permette anche di essere più esplicito sulle sue intenzioni: una decostruzione, certo, ma per porre le basi per una nuova costruzione del personaggio, basata comunque su una visione ottimistica, per quanto realistica.
Quest'ultima avventura del Superman silver age scritta da Moore diventa, inevitabilmente, il primo confronto con All Star Superman di Grant Morrison per i disegni di Frank Quitely, che sono recentemente riuscito a recuperare e a leggere grazie alla raccolta da edicola Supereroi: Le leggende DC, la prima iniziativa di questo genere realizzata dalla Panini Comics, che pure in altre raccolte aveva curato volumi dedicati alla DC Comics, ma niente di così esplicito (ovviamente per motivi di licenza).
venerdì 16 luglio 2021
A cavallo del razzo
Ho conosciuto Tobias Sammet grazie agli Avantasia, di cui ho proposto alcuni video qui sul blog, senza mai approfondirne nessuno all'interno delle Particelle musicali. Gli Avantasia, in effetti, più che una band stabile è un supergruppo sullo stile degli Ayeron. A differenza del progetto musicale di Lucassen, gli Avantasia hanno un nucleo stabile, per cui lo status di band progressive metal è più che guadagnato. Non è, però (e finalmente) che mi occupo degli Avantasia, ma dell'altra band di Sammet, gli Edguy.
Fondata nel 1992 insieme con Jens Ludwig, Dominik Storch e Dirk Sauer, all'epoca tutti quattordicenni, hanno pubblicato il loro primo album ufficiale cinque anni più tardi, nel 1997: Kingdom of Madness. L'ultimo album in studio, invece, è del 2014, Space Police: Defenders of the Crown, mentre è del 2017 l'ultima raccolta, Monuments. Ho scoperto gli Edguy solo di recente, grazie a YouTube che mi ha suggerito The piper never dies tratto da Hellfire Club del 2004 e ho immediatamente riconosciuto non solo la voce ma anche lo stile di Sammet. Per iniziare a recuperare qualche album completo ho, però, optato per l'ascolto di Rocket ride del 2006, settimo album in studio della band.
Fondata nel 1992 insieme con Jens Ludwig, Dominik Storch e Dirk Sauer, all'epoca tutti quattordicenni, hanno pubblicato il loro primo album ufficiale cinque anni più tardi, nel 1997: Kingdom of Madness. L'ultimo album in studio, invece, è del 2014, Space Police: Defenders of the Crown, mentre è del 2017 l'ultima raccolta, Monuments. Ho scoperto gli Edguy solo di recente, grazie a YouTube che mi ha suggerito The piper never dies tratto da Hellfire Club del 2004 e ho immediatamente riconosciuto non solo la voce ma anche lo stile di Sammet. Per iniziare a recuperare qualche album completo ho, però, optato per l'ascolto di Rocket ride del 2006, settimo album in studio della band.
giovedì 15 luglio 2021
Scienza, tecnologia e nazioni
Determinare come i risultati scientifici influenzino il successivo processo di creazione della conoscenza è un passaggio fondamentale per costruire un ecosistema unificato per lo studio delle dinamiche di innovazione e competitività. Affidarsi separatamente ai dati sulla produzione scientifica da un lato, attraverso indicatori bibliometrici, e sui progressi tecnologici dall'altro, attraverso le statistiche sui brevetti, fornisce solo una visione limitata dell'interazione chiave tra scienza e tecnologia che, di fatto, evolve all'interno dell'innovazione. In questo articolo, utilizzando i dati delle citazioni sia degli articoli di ricerca sia dei brevetti, quantifichiamo l'influenza diretta dei risultati scientifici delle nazioni sugli ulteriori progressi della scienza e sull'introduzione di nuove tecnologie. La nostra analisi evidenzia la presenza di raggruppamenti geo-culturali di nazioni con caratteristiche di sistema di innovazione simili e svela le dinamiche accoppiate eterogenee dei progressi scientifici e tecnologici. Questo studio rappresenta un passo avanti nella costruzione di un quadro omnicomprensivo per la creazione di conoscenza e l'innovazione.
Patelli, A., Cimini, G., Pugliese, E., & Gabrielli, A. (2017). The scientific influence of nations on global scientific and technological development. Journal of Informetrics, 11(4), 1229-1237. doi:10.1016/j.joi.2017.10.005 (arXiv)
martedì 13 luglio 2021
Black Spot: Una zona bianca in mezzo ai boschi
Per non so quale motivo, quando la serie franco-belga Zone blanche arriva in Italia, si decide di mantenere il titolo in inglese con cui la serie viene distribuita, Black spot, che non mi sembra altrettanto evocativo del titolo originale.
Dettagli di titolo a parte, la serie è ambientata a Villefranche, un'inesistente cittadina in mezzo alle montagne (forse le Ardenne?), circondata da una foresta. L'inesistenza della cittadina permette agli autori di costruire una sottotrama interessante che lega la cittadina a una leggenda dell'Antica Roma che viene sviluppata nella seconda stagione, ma gli elementi fondamentali della serie hanno poco a che fare con la storia. L'ambientazione, infatti, è moderna e la protagonista della serie è Laurène Weiss, interpretata da Suliane Brahim, capo della locale gendarmeria e con un passato tormentato, anch'esso approfondito nel corso della serie. Ciò che si sa all'inizio è che è stata rapita in gioventù e tenuta nascosta nella foresta, da cui è tornata improvvisamente con due dita della mano sinistra in meno. E questo è probabilmente il motivo principale, oltre all'ovvio dovere dovuto al ruolo rivestito, per cui Laurène ogni notte batte la foresta alla ricerca della scomparsa figlia del sindaco, Bertrand Steiner, interpretato da Samuel Jouy.
Dettagli di titolo a parte, la serie è ambientata a Villefranche, un'inesistente cittadina in mezzo alle montagne (forse le Ardenne?), circondata da una foresta. L'inesistenza della cittadina permette agli autori di costruire una sottotrama interessante che lega la cittadina a una leggenda dell'Antica Roma che viene sviluppata nella seconda stagione, ma gli elementi fondamentali della serie hanno poco a che fare con la storia. L'ambientazione, infatti, è moderna e la protagonista della serie è Laurène Weiss, interpretata da Suliane Brahim, capo della locale gendarmeria e con un passato tormentato, anch'esso approfondito nel corso della serie. Ciò che si sa all'inizio è che è stata rapita in gioventù e tenuta nascosta nella foresta, da cui è tornata improvvisamente con due dita della mano sinistra in meno. E questo è probabilmente il motivo principale, oltre all'ovvio dovere dovuto al ruolo rivestito, per cui Laurène ogni notte batte la foresta alla ricerca della scomparsa figlia del sindaco, Bertrand Steiner, interpretato da Samuel Jouy.
lunedì 12 luglio 2021
Topolino #3424: Inizia la caccia
E alla fine anche io, ieri, ho ceduto e parlato di calcio più o meno in concomitanza con l'inizio della partita conclusiva dell'edizione 2020 dell'Europeo per nazionali, che per motivi di covid 19 si è tenuta nel 2021. E questo ha portato a un ritardo nella scrittura e nell'uscita della settimanale recensione topolinesca, sebbene la recensione sul Cappellaio dedicata alla conclusione di Musicalisota è uscita come da programma.
Una delle cose più interessanti del sommario, però, è che tra le storie presentate c'è un nuovo episodio di Area 15, Il grande esperimento, con il gradito ritorno di Roberto Gagnor affiancato da Libero Ermetti in cui i protagonisti sono Ray e Qua, che abbiamo letto sulle pagine di Musicalisota essere andato in giro con la band per il loro primo tour. La storia di Gagnor non presenta alcun riferimento alla saga di Salati e Picone, ma mi piace pensare, così come spero anche agli altri lettori, che la scampagnata dei due amici in compagnia di Archimede Pitagorico sia avvenuta proprio qualche giorno dopo la fine del concerto, quando la fine dell'entusiasmo per l'evento si è mescolato con la delusione per la risposta negativa dell'editore di fumetti cui i due amici avevano inviato il loro lavoro. Più probabilmente la storia è semplicemente stata pubblicata con ritardo rispetto al programma, ma poco importa: il pensiero stesso è comunque una conferma del successo non solo di Musicalisota, ma soprattutto dei personaggi e delle atmosfere che proprio Gagnor ha contribuito a portare nel settimanale.
domenica 11 luglio 2021
Finale inconsueta
Mentre mi stavo preparando per scrivere le recensioni del Topolino uscito questa settimana, ecco che mi è venuto in mente: perché non metto un po' in fila qualche numero per la finale dell'europeo di calcio 2020 (che in realtà si gioca quest'oggi 11 luglio 2021)? E allora proviamo a realizzare in piccolo qualcosa che avevo fatto un paio di anni fa relativamente ai mondiali di calcio.
La prima osservazione è che a sfidarsi sono due nazionali non esattamente "fortunate" durante l'Europeo: da un lato i padroni di casa dell'Inghilterra (la finale si gioca a Londra) che non hanno mai vinto un Europeo e hanno in bacheca solo un mondiale nel lontano 1966; dall'altro c'è l'Italia, che di finali europee ne ha giocate tre, ma ne ha vinta una sola, nel lontano 1968.
La prima osservazione è che a sfidarsi sono due nazionali non esattamente "fortunate" durante l'Europeo: da un lato i padroni di casa dell'Inghilterra (la finale si gioca a Londra) che non hanno mai vinto un Europeo e hanno in bacheca solo un mondiale nel lontano 1966; dall'altro c'è l'Italia, che di finali europee ne ha giocate tre, ma ne ha vinta una sola, nel lontano 1968.
sabato 10 luglio 2021
Batman Death Metal: Opeth
Con il quarto numero di Death Metal siamo arrivati a metà del guado: 3 numeri alle spalle e altri 3 da affrontare per arrivare al settimo e conclusivo. E questo traguardo viene celebrato, nella band edition, dalla cover di Mathieu Lauffray dedicata agli Opeth, che peraltro avevano iniziato la loro carriera come band death metal, per poi virare nel corso della loro carriera verso il progressive, che peraltro era comunque già presente nei loro lavori iniziali. Inoltre la splendida copertina riesce anche a trasmettere un senso di inquietudine paragonabile a quello del Cavaliere più Oscuro, che nel finale della storia principale si mostra più onnipotente che mai.
Con il cuore in mano
L'ultima vignetta di Una scommessa al buio (il titolo originale lo esamineremo più avanti) mostra la mano del Cavaliere più Oscuro con alcune Terre in mano, gli ultimi 52. Sebbene non sia, tematicamente, la più indicata, indubbiamente Heart in hand potrebbe tranquillamente essere la canzone di quell'ultima vignetta, tratta peraltro da In cauda venenum, l'ultimo album degli Opeth uscito nel 2020. D'altra parte anche il titolo dell'album, che possiamo rendere come il veleno nella coda, è perfetto per questo Cavaliere più Oscuro, visto che è proprio nella coda della storia di quest'albo che mostra la portata apparentemente imbattibile del suo piano.venerdì 9 luglio 2021
I rompicapi di Alice: Un incontro sul fiume
Ricordate il rompicapo della mosca che vola tra due treni? E' passato qualche anno da allora, ma su quel tema si possono trovare diverse variazioni. Una di queste è sul secondo volume dei Passatempi matematici di Sam Loyd curato da Martin Gardner. Il rompicapo è espresso originariamente in iarde, con una iarda che corrisponde all'incirca a 0.9144 metri. Visto che i numeri presenti nel rompicapo sono interi, mi atterrò alle iarde senza convertirle in metri.
Le due rive di un fiume sono collegate da due traghetti, che però viaggiano a velocità differenti. Inoltre, una volta giunti sulla riva opposta, restano fermi per 10 minuti per consentire ai passeggeri di scendere e salire dal traghetto. All'inizio della giornata le due imbarcazioni partono contemporaneamente dalle rispettive rive e si incontrano a 720 iarde dalla riva più vicina. Al secondo viaggio, invece, l'incontro avviene a 400 iarde dall'altra riva. La domanda è: determinare la larghezza del fiume.
Il problema può essere risolto sia utilizzando esclusivamente la matematica, sia impostando le equazioni risolutive ragionando da fisici. In entrambi i casi si ottiene la stessa soluzione. La differenza tra i due approcci è che il primo è indubbiamente più veloce.
Le due rive di un fiume sono collegate da due traghetti, che però viaggiano a velocità differenti. Inoltre, una volta giunti sulla riva opposta, restano fermi per 10 minuti per consentire ai passeggeri di scendere e salire dal traghetto. All'inizio della giornata le due imbarcazioni partono contemporaneamente dalle rispettive rive e si incontrano a 720 iarde dalla riva più vicina. Al secondo viaggio, invece, l'incontro avviene a 400 iarde dall'altra riva. La domanda è: determinare la larghezza del fiume.
Il problema può essere risolto sia utilizzando esclusivamente la matematica, sia impostando le equazioni risolutive ragionando da fisici. In entrambi i casi si ottiene la stessa soluzione. La differenza tra i due approcci è che il primo è indubbiamente più veloce.
mercoledì 7 luglio 2021
Orphan Black: modifiche genetiche umane
Dopo una pausa di diversi... anni, sono finalmente riuscito a concludere la serie fantascientifica Orphan Black. Non stiamo, però, parlando di fantascienza classica, quella dei viaggi spaziali, o futuristica, ovvero ambientata in un lontano futuro o con viaggiatori del tempo provenienti da un futuro apocalittico, ma di qualcosa di molto simile all'ecofantascienza. La base della serie, infatti, è quella della clonazione umana.
La storia, che si sviluppa su cinque stagioni, parte quando Sarah Manning vede la poliziotta Beth Childs suicidarsi. Il problema non è tanto vedere una persona uccidersi, ma che Beth è assolutamente identica a Sarah. Con l'aiuto del fratello adottivo Felix, Sarah si scambia con Beth in maniera da sottrarsi momentaneamente ad alcuni problemi cui non ha ancora trovato soluzione, senza immaginare come questo "fortuito" incontro le aprirà la strada a una scoperta sensazionale: lei e Beth sono due cloni. E neanche gli unici.
La storia, che si sviluppa su cinque stagioni, parte quando Sarah Manning vede la poliziotta Beth Childs suicidarsi. Il problema non è tanto vedere una persona uccidersi, ma che Beth è assolutamente identica a Sarah. Con l'aiuto del fratello adottivo Felix, Sarah si scambia con Beth in maniera da sottrarsi momentaneamente ad alcuni problemi cui non ha ancora trovato soluzione, senza immaginare come questo "fortuito" incontro le aprirà la strada a una scoperta sensazionale: lei e Beth sono due cloni. E neanche gli unici.
martedì 6 luglio 2021
Nello spazio con Superman
Continua la ristampa del Superman di John Byrne, tra avventura e scienza!
La sesta uscita di DC Best Seller: Superman propone la conclusione della storia iniziata nel numero scorso sul misterioso ritrovamento archeologico, e ben altre due storie realizzate da John Byrne e tratte da Action Comics intervallate da un nuovo capitolo tratto da Adventures of Superman. Prima di affrontare le storie byrniane inizierei proprio da quest'ultima, Vecchi legami di Marv Wolfman e Jerry Ordway.
Lo sceneggiatore di Crisis prosegue con la sottotrama del Cerchio, un misterioso gruppo di esseri mutanti che dopo aver cercato di reclutare Superman nel loro gruppo con le "buone" (un controllo telepatico cui l'azzurrone è riuscito a resistere), ora ha deciso di ucciderlo. L'attacco ideato dal gruppo si va a intrecciare con l'affare personale che Clark Kent sta intrecciando con Cat Grant, giunto a uno stato per cui Clark decide di intervenire nei panni di Superman per aiutare l'affascinante collega. La storia, dunque, approfondisce un altro aspetto del personaggio che non era sfruttato nell'era pre-Crisis come il limite tra Clark Kent e Superman, quella linea sottile dove finisce il primo e inizia il secondo. D'altra parte è lo stesso personaggio a chiederselo nell'ultima vignetta:
La sesta uscita di DC Best Seller: Superman propone la conclusione della storia iniziata nel numero scorso sul misterioso ritrovamento archeologico, e ben altre due storie realizzate da John Byrne e tratte da Action Comics intervallate da un nuovo capitolo tratto da Adventures of Superman. Prima di affrontare le storie byrniane inizierei proprio da quest'ultima, Vecchi legami di Marv Wolfman e Jerry Ordway.
Lo sceneggiatore di Crisis prosegue con la sottotrama del Cerchio, un misterioso gruppo di esseri mutanti che dopo aver cercato di reclutare Superman nel loro gruppo con le "buone" (un controllo telepatico cui l'azzurrone è riuscito a resistere), ora ha deciso di ucciderlo. L'attacco ideato dal gruppo si va a intrecciare con l'affare personale che Clark Kent sta intrecciando con Cat Grant, giunto a uno stato per cui Clark decide di intervenire nei panni di Superman per aiutare l'affascinante collega. La storia, dunque, approfondisce un altro aspetto del personaggio che non era sfruttato nell'era pre-Crisis come il limite tra Clark Kent e Superman, quella linea sottile dove finisce il primo e inizia il secondo. D'altra parte è lo stesso personaggio a chiederselo nell'ultima vignetta:
Sono Clark Kent o sono Superman? In passato ho evitato di pensarlo, ma ora devo farlo.
Stomachion #17: Biography Edition
Ieri sera, per finire una serie di cui vi scriverò prossimamente, ho completamente dimenticato di mandarvi il classico post di segnalazione della nuova uscita della mia newsletter Stomachion. Se però vi siete iscritti, dovreste averla ricevuta via e-mail, per tutti gli altri la trovate qui. E' dedicata alle biografie e, oltre all'uscita più recente dedicata a Hans Bethe, ci sono altre cinque biografie, inclusa quella dedicata a Neil Armstrong.
Per cui andate a leggere Stomachion #17, e se vi va, iscrivetevi!
Per cui andate a leggere Stomachion #17, e se vi va, iscrivetevi!
domenica 4 luglio 2021
Topolino #3423: Emozioni
Dopo la conclusione della Calisota Summer Cup il lettore si trova ad affrontare una nuova tappa del Tour dei Bumpers, che non è, come all'inizio pensavo, la tappa conclusiva a Paperopoli per la finale del torneo calcistico. Ammesso doverosamente l'errore di comprensione nella struttura della saga, passiamo alla quarta puntata di Musicalisota, sempre scritta da Giorgio Salati per i disengi di Nico Picone.
Il tour dei Bumpers porta i ragazzi a Freakopolis, una delle grandi città del Calisota, tratteggiata da Picone come una sorta di New York, in un alternarsi tra grattacieli e strutture moderne, quasi futuristiche, e i classici palazzi statunitensi non troppo alti e con la scala anti-incendio all'esterno. Ed è proprio in uno di questi palazzi che la band si esibisce, in un intimo club, il Fermento, gestito da un ricercatore universitario che vuole mostrare ai suoi colleghi la sua ultima invenzione, in grado di visualizzare le emozioni trasmesse dalla musica.
L'atmosfera un po' punk dell'ambientazione si adatta bene anche al personaggio che questa settimana viene approfondito, Brianna, la bassista, che già nelle puntate precedenti aveva mostrato alcuni indizi sulla sua conoscenza del genere. Inoltre affrontare il punto di vista di Brianna permette di approfondire anche un aspetto spesso trascurato nella narrativa di viaggio: il fatto che ogni viaggio è, prima o poi, destinato a concludersi, e in fondo anche il modo di approcciarsi alla sua conclusione è un modo di imparare qualcosa dal viaggio stesso.
Il tour dei Bumpers porta i ragazzi a Freakopolis, una delle grandi città del Calisota, tratteggiata da Picone come una sorta di New York, in un alternarsi tra grattacieli e strutture moderne, quasi futuristiche, e i classici palazzi statunitensi non troppo alti e con la scala anti-incendio all'esterno. Ed è proprio in uno di questi palazzi che la band si esibisce, in un intimo club, il Fermento, gestito da un ricercatore universitario che vuole mostrare ai suoi colleghi la sua ultima invenzione, in grado di visualizzare le emozioni trasmesse dalla musica.
L'atmosfera un po' punk dell'ambientazione si adatta bene anche al personaggio che questa settimana viene approfondito, Brianna, la bassista, che già nelle puntate precedenti aveva mostrato alcuni indizi sulla sua conoscenza del genere. Inoltre affrontare il punto di vista di Brianna permette di approfondire anche un aspetto spesso trascurato nella narrativa di viaggio: il fatto che ogni viaggio è, prima o poi, destinato a concludersi, e in fondo anche il modo di approcciarsi alla sua conclusione è un modo di imparare qualcosa dal viaggio stesso.
sabato 3 luglio 2021
Wikiritratti: Hans Bethe
Hans Bethe vinse il Premio Nobel per la fisica nel 1967 per i suoi contributi all'astrofisica. D'altra parte se consideriamo quale suo lavoro venne premiato, la cosa assume anche un altro aspetto: la nucleosintesi. D'altra parte Bethe è cofirmatario, pur non essendo coautore, di uno degli articoli fondamentali del campo, The origin of chemical elements, lavoro in realtà sviluppato da George Gamow e dal suo dottorando Ralph Alpher (il famoso articolo alpha-beta-gamma).
Bethe, in effetti, nacque a Strasburgo il 2 luglio del 1906. All'epoca la cittadina francese faceva parte del territorio tedesco. Nato da madre ebrea, Anna Kuhn, e da padre protestante, Albrecht Bethe, pur essendo cresciuto con il credo paterno divenne successivamente ateo. Dopo lo spostamento della famiglia nel 1915 a Francoforte a causa del nuovo ruolo del padre, direttore del dipartimento di fisiologia della locale università, si ammalò di tubercolosi. La cosa provocò l'interruzione degli studi, che riprese solo nel 1917.
Nel 1924 entrò nell'università di Francoforte scegliendo la chimica come materia di studio: la fisica non era molto forte in quella città, mentre l'approccio matematico di Carl Ludwig Siegel e Otto Szász non era di suo gradimento. Il problema di Bethe, però, era quello di essere un pessimo sperimentatore, così su consiglio del fisico Karl Meissner (nel frattempo il ragazzo era passato a fisica) nel 1926 entrò all'università di Monaco, che presentava una scuola di fisica teorica molto più solida e avanzata rispetto a Francoforte. D'altra parte a Monaco si trovavano fisici del calibro di Arnold Sommerfeld, che seguì Bethe nel suo corso di studi, e Wolfgang Pauli.
Nonostante sia a tutti gli effetti un fisico nucleare,
Bethe, in effetti, nacque a Strasburgo il 2 luglio del 1906. All'epoca la cittadina francese faceva parte del territorio tedesco. Nato da madre ebrea, Anna Kuhn, e da padre protestante, Albrecht Bethe, pur essendo cresciuto con il credo paterno divenne successivamente ateo. Dopo lo spostamento della famiglia nel 1915 a Francoforte a causa del nuovo ruolo del padre, direttore del dipartimento di fisiologia della locale università, si ammalò di tubercolosi. La cosa provocò l'interruzione degli studi, che riprese solo nel 1917.
Nel 1924 entrò nell'università di Francoforte scegliendo la chimica come materia di studio: la fisica non era molto forte in quella città, mentre l'approccio matematico di Carl Ludwig Siegel e Otto Szász non era di suo gradimento. Il problema di Bethe, però, era quello di essere un pessimo sperimentatore, così su consiglio del fisico Karl Meissner (nel frattempo il ragazzo era passato a fisica) nel 1926 entrò all'università di Monaco, che presentava una scuola di fisica teorica molto più solida e avanzata rispetto a Francoforte. D'altra parte a Monaco si trovavano fisici del calibro di Arnold Sommerfeld, che seguì Bethe nel suo corso di studi, e Wolfgang Pauli.
Energize Me
Gli After Forever sono stati una band olandese di genere symphonic metal. Il nome deriva dall'omonima traccia, la seconda, presente in Master of Reality, terzo album dei Black Sabbath. La band, formatasi nel 1995 come doom metal, virò verso il symphonic con l'ingresso della cantante che restò con loro fino allo scioglimento avvenuto nel 2009: Floor Jansen, la stessa che attualmente è la voce dei Nightwish.
Il pezzo che vi faccio ascoltare è Energize Me, tratto dall'ultimo album della band, After Forever, che già nel titolo sembra una celebrazione della carriera della band stessa.
Il pezzo che vi faccio ascoltare è Energize Me, tratto dall'ultimo album della band, After Forever, che già nel titolo sembra una celebrazione della carriera della band stessa.
Energize me with a simple touch or with an open heart
Energize me, fire up this flame that's burning between us
giovedì 1 luglio 2021
La scienza si anima
Non è tutto CGI quello che vedrete qui sotto, ma c'è anche scienza (limatura di ferro, per essere precisi):
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