Il
Topolino attualmente in edicola, dove giunge alla
quarta e penultima puntata la saga
leonardesca di
Bruno Enna Il grande gioco geniale, spicca nel resto del sommario per la storia di chiusura,
Il prezioso dipinto floreale, realizzata dall'ormai consolidata coppia
Fabio Michelini-
Luciano Gatto che presenta un divertente e delizioso omaggio al pittore olandese
Johannes van der Meer, anche noto semplicemente come
Jan Vermeer.
La papera con la collana di fiori
Il pittore Johannes van der Meer, nato a Delft nel 1632, è noto soprattutto per
Ragazza col turbante, che viene paragonata alla
Gioconda di
Leonardo da Vinci. In effetti la bellezza del quadro e le scarse informazioni biografiche sul pittore hanno fatto sorgere una serie di leggende intorno alla giovane modella del pittore olandese e al loro rapporto. Ad ogni buon conto, van der Meer si era sposato nel 1653 con
Catherina Bolnes, probabilmente convertendosi al cattolicesimo. Inoltre la suocera,
Maria Thins, da poco vedova, oltre a ospitare nella sua casa la giovane coppia di sposi, fu la prima mecenate del pittore, sostenendo la sua attività artistica con una rendita.
Il secondo, importante, mecenate nella vita di van der Meer fu uno dei cittadini più ricchi di Delft,
Pieter Van Ruijven, che ne acquistò diversi dipinti.
Nonostante questi aiuti finanziari abbastanza regolari, il pittore morì povero lasciando alla moglie e alla figlia Maria una serie di debiti che vennero ripianati con la vendita della casa e di una parte dei dipinti di van der Meer: alla fine alle due donne rimasero 19 dei quasi quaranta dipinti del marito.
Il problema debitorio era, probabilmente, generato dall'alto costo di produzione dei colori usati da van der Meer: in particolare il pittore olandese faceva largo uso del blu oltremare, realizzato a partire dai costosissimi lapislazzuli. Van der Meer non rinunciò ad avvalersi di questo particolare pigmento neanche durante gli anni di crisi economica generale che gli imepedirono di vendere le sue tele.
La sua tecnica pittorica, invece, che non faceva uso di alcun disegno preparatorio, resta ancora adesso piuttosto ignota, sebbene il pittore inglese
David Hockney nel 2001 ha suggerito l'uso, da parte di van der Meer, della camera oscura, strumento largamente utilizzato dai pittori fiamminghi dell'epoca e che avrebbe permesso di realizzare le tele senza bisogno di alcun disegno preparatorio e con una precisione che diremmo oggi fotografica.