Rispetto al volume precedente, questa 3.a raccolta è decisamente migliore, riportando il livello qualitativo dell'albo a quello del primo volume.
Non si discute Demone, di Knaak e Jae-Hwan Kim, il duo della Sunwell Trilogy. Belli e a tratti inaspettati i tre racconti successivi, tutti narrati in terza persona dal protagonista. E così Il sangue crociato di Dan Jolley e Fernando Heinz Furukawa è una bella storia sulla vendetta, la guerra e l'incomprensione, con grande protagonista la Scarlet Crusade, le cui origini possono essere lette su World of Worcraft: Ashbringer.
L'ideale per la festa di Yule riporta invece in campo il mitico Carlos Olivares con una storia d'avventura dai toni umoristici scritta dalla scrittrice Christie Golden: un bel racconto molto divertente, anche se in Italia uscito un po' fuori tempo massimo vista l'atmosfera natalizia (anche se, in effetti, i buoni sentimenti e l'altruismo non dovrebbero essere relegati esclusivamente a quel periodo dell'anno!).
Infine Il brivido della caccia di Troy Lewter e Qing Ping Mui, è un'avventura tenera, intensa ma anche improbabile, durante la quale un cacciatore impara forse più che durante la sua carriera l'importanza del rispetto nei confronti della natura, e questo perché le circostanze lo portano a proteggere una tenera cucciolata di Frostsaber, cacciata solo per la pregiatezza del loro manto.
Un bel volume, ben scritto e ben disegnato nel suo complesso, che arricchisce splendidamente il mondo di Warcraft.
Stomachion
domenica 31 maggio 2009
sabato 30 maggio 2009
Ottimismo! Anche nella pubblicità!
E' quello che succede in un recente spot della Coca Cola. Una bambina pisana dichiara di non credere nella crisi e di affrontare la vita solo grazie alle cose semplici, quelle che interessano ai bambini, però. La piccola Giulia (forse il marketing della Coca Cola ha pensato che se Giulia ha portato fortuna alle Vibrazioni, potrebbe portare fortuna anche a loro!), o almeno l'interpretazione della Coca Cola, non è l'unica.
Nel video che vi propongo in questa occasione, lo spot della Coca Cola viene reinterpretato in maniera divertente, magistrale e intrigante. Dateci un'occhiata e confrontatelo con quello originale, soprattutto andando a leggere anche il post di Rudy Bandiera dove ho per la prima volta visto lo spot televisivo.
Buona visione!
Nel video che vi propongo in questa occasione, lo spot della Coca Cola viene reinterpretato in maniera divertente, magistrale e intrigante. Dateci un'occhiata e confrontatelo con quello originale, soprattutto andando a leggere anche il post di Rudy Bandiera dove ho per la prima volta visto lo spot televisivo.
Buona visione!
venerdì 29 maggio 2009
L'ascensore ansiogeno
Dopo la terribile esperienza nell'austera accademia del romanzo precedente, i fratelli Baudelaire finiscono sotto la custodia di una ricca coppia del quartiere ricco della loro città natale. I due sono Jerome ed Esmé Gigi Genevieve Squalor, una strana coppia la cui metà forte è costituita da Esmé, tutta impegnata a seguire la moda e tutto ciò che è in, come adottare gli orfani, abbandonando immediatamente ciò che è out. E tra le cose in c'è anche Gunther, il battitore d'aste più in della città che dovrà gestire un'asta di beneficenza (per le tasche di Esmé ovviamente!).
Da questo semplice inizio è abbastanza evidente che tra Esmé e Jerome, è quest'ultimo a raccogliere le simpatie dei poveri orfani, che si troveranno di fronte al conte Olaf abbastanza presto: come avrete capito nel momento in cui Lemony Snicket ci introduce il buon Gunther. Così dovranno per l'ennesima volta sventare il piano malvagio di Olaf, che questa volta, però, non coinvolge direttamente i Baudelaire, ma i poveri trigemini Pantano, che faranno una fugace apparizione durante l'esplorazione dell'ascensore ansiogeno del titolo. E purtroppo quest'ennesimo sfortunato evento si concluderà con la vittoria totale di Olaf, che aiutato da Esmé, sua allieva di recitazione, riuscirà ad allontanarsi dalla città portando con sé i Pantano.
Riusciranno i Baudelaire a ritrovare i loro amici e salvarli dalle grinfie del loro terribile, lontano e avido parente? Certo la determinazione mostrata in questo episodio può portare a ottimistici pensieri... giusto il tempo che intercorre fino alla lettura del prossimo sfortunato evento.
Gli infausti precedenti:
1. Un infausto inizio
2. La stanza delle serpi
3. La funesta finestra
4. La sinistra segheria
5. L'atroce accademia
Da questo semplice inizio è abbastanza evidente che tra Esmé e Jerome, è quest'ultimo a raccogliere le simpatie dei poveri orfani, che si troveranno di fronte al conte Olaf abbastanza presto: come avrete capito nel momento in cui Lemony Snicket ci introduce il buon Gunther. Così dovranno per l'ennesima volta sventare il piano malvagio di Olaf, che questa volta, però, non coinvolge direttamente i Baudelaire, ma i poveri trigemini Pantano, che faranno una fugace apparizione durante l'esplorazione dell'ascensore ansiogeno del titolo. E purtroppo quest'ennesimo sfortunato evento si concluderà con la vittoria totale di Olaf, che aiutato da Esmé, sua allieva di recitazione, riuscirà ad allontanarsi dalla città portando con sé i Pantano.
Riusciranno i Baudelaire a ritrovare i loro amici e salvarli dalle grinfie del loro terribile, lontano e avido parente? Certo la determinazione mostrata in questo episodio può portare a ottimistici pensieri... giusto il tempo che intercorre fino alla lettura del prossimo sfortunato evento.
Gli infausti precedenti:
1. Un infausto inizio
2. La stanza delle serpi
3. La funesta finestra
4. La sinistra segheria
5. L'atroce accademia
giovedì 28 maggio 2009
Citazioni da Ciarrapico
Mentre cercavo di scovare maggiori informazioni su una video intervista di Borsellino, di cui vi parlerò in altra occasione e che ha probabilmente generato un bel po' di traffico su Scoperte su internet semplicemente scrivendo nel titolo del post che il video era stato censurato (cosa di per sé falsa), sono incappato in una serie di citazioni pubblicate su guerrilla radio tutte uscite fuori dalla bocca di tale Giuseppe Ciarrapico, esponente della destra italiana, se mai c'è stata.
Le copio-incollo da quel sito:
E infine eccovi il video di Elio e Le storie Tese del concerto a Parco Sempione in cui, alla fine, si divertono con il Ciarrapico di cui sopra:
Le copio-incollo da quel sito:
"Sono nato in camicia nera e morirò in camicia nera"
"Il fascismo mi ha dato sofferenze e gioie. Mai rinnegato, mai confuso, mai intorpidita la mente da pensieri sconclusionati e antistorici".
"Ma questa destra smacchiata a Fiuggi chi la vole? La verità é che An é diventata 'na monnezza, gliel'ho detto a Fini: "Alle prossime elezioni i nostri, che son rimasti fascisti nell'anima, non ti voteranno più, mejo Berlusconi"... Sono troppo fascista per assistere a questi bla bla... Creda a me. An potrà pure sedere a tavola ma non al tavolo che conta. A me la gente che cambia idea nun me piace. Nell''83 Fini faceva il saluto romano... E i nostri non lo voteranno più. Voteranno Berlusconi. Sul piano umano é meglio. E' uno che non ha mai celebrato la Resistenza.."
"'sta destra imbalsamata... Ma chi la vole? E' 'na monnezza... Del resto diciamocelo in faccia, la democrazia non é certo il migliore dei sistemi... Fini é un ometto impettito e deprecabile, un islamico-sionista, un furbetto... Guardi, io quell'uomo l'ho sempre detestato, An non esiste più, finita. La destra nn esiste più, e Fini non é il colpevole unico, il resto della truppa non é diversa da lui, Gasparri tiene famiglia, La Russa poi.."
(Giuseppe Ciarrapico)
E infine eccovi il video di Elio e Le storie Tese del concerto a Parco Sempione in cui, alla fine, si divertono con il Ciarrapico di cui sopra:
Poema a fumetti
Vorrei segnalarvi l'uscita, sul sito de Lo Spazio Bianco, della mia recensione su Poema a fumetti di Dino Buzzati.
Vi propongo uno stralcio dell'articolo:
(continua a leggere)
Vi propongo uno stralcio dell'articolo:
"Cammina, cammina, siamo arrivati anche al 'fumetto d'autore'", diceva Carlo Della Corte ne Il Gazzettino del 16 novembre del 1969. E ancora Alberico Sala nel Corriere d'Informazione del 26-27 novembre 1969: "Per la prima volta un grosso scrittore ha scelto per esprimersi il fumetto, riscattandone le qualità, forzandone le possibilità espressive, impegnando e compromettendo alcuni dei miti e dei temi più vivaci della vita moderna, quello della solitudine delle grandi città, dell'incombenza del mistero, dell'ossessione erotica, con gli strumenti inconfondibili e personalissimi del suo lavoro."
I due critici letterari parlano di Dino Buzzati e del suo Poema a fumetti, un'opera particolare non solo per l'autore stesso, ma anche per la piccola Italia, ancora immersa in un clima di tensione sociale e politica: era il Sessantotto, anno che, nell'immaginario collettivo, identificò tutti i movimenti di protesta solo perché trovarono un punto in comune, la guerra nel Vietnam, contro cui protestare, al di là delle specifiche esigenze locali (basti pensare, su tutti, alla Primavera di Praga o alle contestazioni francesi e italiane incentrate su una critica al sistema sociale). Ciò che è veramente interessante in queste critiche (letterarie, fumettistiche?), che si aggiungono a quelle di Indro Montanelli sul Corriere della Sera del 15 novembre e di Cesare Garboli su Il Mondo del 4 dicembre (ristampate in apertura dell'edizione Narrativa Mondadori), è l'interesse verso il fumetto non tanto come semplice intrattenimento, ma come possibilità di narrare qualcosa di diverso, di più profondo, utilizzando un mezzo espressivo in Italia spesso relegato ai ragazzini che escono da scuola o ai lavoratori che devono staccare dallo stress quotidiano.
(continua a leggere)
mercoledì 27 maggio 2009
Non c'è nulla di OK
Stavo controllando su OKNOtizie, attendendo la pubblicazione del post sulla cocaina su SciBack, quando mi rendo conto di una cosa: al di là del fatto che l'auto ad aria compressa sia una bufala o meno, questa nuova tecnologia sta tornando a far parlare di se, ma soprattutto riceve consensi sulla rete in relazione a chi propone la notizia.
Ad esempio quando viene proposta da turboblog, l'account su OKNOtizie dell'autore di Turbo's Blog, ecco che arrivano 52 voti OK, 12 NO e 4 commenti (al momento in cui sto scrivendo) per un articolo di poche righe e senza alcuna informazione. Invece il mio post sugli ecoincentivi e l'auto ad aria compressa, proposto sull'aggregatore di virgilio dal buon spikespike, ha ricevuto 7 voti OK e nessun NO pur essendo decisamente più corposo e approfondito.
A questo punto salto, apparentemente, a un altro argomento: sono stato al Wordcamp, nello scorso fine settimana, e mentre i blogger esaltavano i blog come strumento di approfondimento, i giornalisti dicevano: attenzione il gossip e i grandi fratelli stanno tirando sempre più anche sulla rete. Un pubblico sempre molto giovane e scarsamente interessato, una generazione di disoccupati che crea disoccupati a catena, è pronta a sostenere la superficialità a discapito dei contenuti: la rete è abbastanza anarchica da non far scomparire gli approfondimenti, certo è che se dobbiamo basare sul traffico il nostro lavoro, allora forse dobbiamo iniziare a parlare di veline e altre amenità simili anche nei siti più improbabili.
E così, rilanciando il titolo, non mi sembra ci sia qualcosa di OK nella gestione delle notizie dell'aggregatore di virgilio.
Ad esempio quando viene proposta da turboblog, l'account su OKNOtizie dell'autore di Turbo's Blog, ecco che arrivano 52 voti OK, 12 NO e 4 commenti (al momento in cui sto scrivendo) per un articolo di poche righe e senza alcuna informazione. Invece il mio post sugli ecoincentivi e l'auto ad aria compressa, proposto sull'aggregatore di virgilio dal buon spikespike, ha ricevuto 7 voti OK e nessun NO pur essendo decisamente più corposo e approfondito.
A questo punto salto, apparentemente, a un altro argomento: sono stato al Wordcamp, nello scorso fine settimana, e mentre i blogger esaltavano i blog come strumento di approfondimento, i giornalisti dicevano: attenzione il gossip e i grandi fratelli stanno tirando sempre più anche sulla rete. Un pubblico sempre molto giovane e scarsamente interessato, una generazione di disoccupati che crea disoccupati a catena, è pronta a sostenere la superficialità a discapito dei contenuti: la rete è abbastanza anarchica da non far scomparire gli approfondimenti, certo è che se dobbiamo basare sul traffico il nostro lavoro, allora forse dobbiamo iniziare a parlare di veline e altre amenità simili anche nei siti più improbabili.
E così, rilanciando il titolo, non mi sembra ci sia qualcosa di OK nella gestione delle notizie dell'aggregatore di virgilio.
sabato 23 maggio 2009
Città 14
Spinto dalla curiosità prendo questo volumozzo della Planeta De Agostini, lo sfoglio e decido di prenderlo: l'uso abbastanza atipico degli animali antropomorfi che sembrano fare Pierre Gabus e Romuald Reutimann in questo Città 14 è molto interessante.
I due autori seguono le vicende di uno strano e schivo elefante, che si scoprirà provenire dall'Italia, un cantante famoso in fuga dai reati commessi dal fratello, assassino di un regnante in una scena che ricorda molto da vicino la morte di Francesco Ferdinando, con cui ebbe inizio la prima guerra mondiale. I due autori, con uno stile grafico che oscilla tra Eisner, e Miyazaki, Segar, presentano un miscuglio tra un romanzo storico, un hard boiled (bellissime le scene gangsteristiche), un romanzo di fantascienza (sono presenti, sulla Terra, extraterrestri provenienti da un pianeta devastato dalla guerra), con alcune concessioni al supereroismo, al fantastico e all'horror che promettono molto bene nel volume successivo!
Un bel fumetto che consiglio caldamente, mentre spero e sono in attesa della pubblicazione della seconda stagione!
I due autori seguono le vicende di uno strano e schivo elefante, che si scoprirà provenire dall'Italia, un cantante famoso in fuga dai reati commessi dal fratello, assassino di un regnante in una scena che ricorda molto da vicino la morte di Francesco Ferdinando, con cui ebbe inizio la prima guerra mondiale. I due autori, con uno stile grafico che oscilla tra Eisner, e Miyazaki, Segar, presentano un miscuglio tra un romanzo storico, un hard boiled (bellissime le scene gangsteristiche), un romanzo di fantascienza (sono presenti, sulla Terra, extraterrestri provenienti da un pianeta devastato dalla guerra), con alcune concessioni al supereroismo, al fantastico e all'horror che promettono molto bene nel volume successivo!
Un bel fumetto che consiglio caldamente, mentre spero e sono in attesa della pubblicazione della seconda stagione!
L'ossessione
Quale personaggio italiano vi viene in mente ascoltando il "discorso" in questo video?
Avranno seguito un corso insieme?
Avranno seguito un corso insieme?
venerdì 22 maggio 2009
Potente!!!
Molto potente!!! Cosa? Ma è ovvio, Mucho Mojo, uno dei romanzi di Lansdale della serie di Hap&Leonard.
In effetti Mucho Mojo, il secondo della serie, vuol dire semplicemente molto potente, ma è anche un riferimento alla magia nera (e in effetti sono presenti alcuni elementi che fanno pensare alla magia), ma anche un riferimento al sesso, presente sia nella sua versione naturale, tra due persone che si amano (e per un po' il povero Hap trova sollievo dalla sua solitudine), sia in una versione abbietta e terribile. L'ambientazione, in fondo, è anche estremamente terrificante, molto vicina all'horror oserei dire, ma è anche uno dei romanzi più classicamente gialli di Lansdale, un autore che non mi smetterò mai di scrivere essere l'incarnazione perfetta dello scrittore pulp.
I due amici per la pelle, Hap Collins e Leonard Pine vengono coinvolti in una vicenda di ragazzini seviziati e scomparsi una volta l'anno dal quartiere nero dallo zio di Leonard, che con la sua morte lascia la nipote, che ha cresciuto e con cui non parla da quando ha saputo della sua omosessualità, la sua casa, le sue cose e un'indagine spinosa che ha portato avanti fino alla morte insieme ad un suo amico (scomparso all'inizio del romanzo).
Ennesima prova di bravura e di abilità per Lansdale, che è con questo romanzo che si è reso conto, per la prima volta, di avere iniziato una serie. E che serie!!!
In effetti Mucho Mojo, il secondo della serie, vuol dire semplicemente molto potente, ma è anche un riferimento alla magia nera (e in effetti sono presenti alcuni elementi che fanno pensare alla magia), ma anche un riferimento al sesso, presente sia nella sua versione naturale, tra due persone che si amano (e per un po' il povero Hap trova sollievo dalla sua solitudine), sia in una versione abbietta e terribile. L'ambientazione, in fondo, è anche estremamente terrificante, molto vicina all'horror oserei dire, ma è anche uno dei romanzi più classicamente gialli di Lansdale, un autore che non mi smetterò mai di scrivere essere l'incarnazione perfetta dello scrittore pulp.
I due amici per la pelle, Hap Collins e Leonard Pine vengono coinvolti in una vicenda di ragazzini seviziati e scomparsi una volta l'anno dal quartiere nero dallo zio di Leonard, che con la sua morte lascia la nipote, che ha cresciuto e con cui non parla da quando ha saputo della sua omosessualità, la sua casa, le sue cose e un'indagine spinosa che ha portato avanti fino alla morte insieme ad un suo amico (scomparso all'inizio del romanzo).
Ennesima prova di bravura e di abilità per Lansdale, che è con questo romanzo che si è reso conto, per la prima volta, di avere iniziato una serie. E che serie!!!
giovedì 21 maggio 2009
Shannara (7): Il druido di Shannara
E dopo Gli eredi, ecco il seguito, Il druido di Shannara. Il protagonista indiscusso è, ovviamente, Walker Boh, che fin da quando abbiamo scoperto quali siano i compiti degli eredi della casata di Shannara, era scontato sarebbe diventato il nuovo druido delle Quattro Terre. Il romanzo, però, è un po' meno scontato e prosegue nella linea narrativa e stilistica del precedente, con un finale decisamente inatteso (se non per la ricomparsa finale di Cogline, scomparso durante le vicende narrate da Brooks).
Nella ricerca personale di Walker della perduta Pietra Nera, il manufatto magico che dovrebbe riportare nelle Quattro Terre la scomparsa Paranor, ritorna in azione il Re del Fiume Argento, che apre e chiude il romanzo. In questo caso, però, aiuterà Walker inviandogli la sua figlia, Viridiana, creata dagli elementi del giardino del Re. Viridiana andrà per le Quattro Terre per raccogliere la compagnia che consentirà a Walker di prendere la Pietra Nera dalle mani di Uhl Belk, fratello del Re del Fiume Argento: il primo della compagnia sarà il suo assassino, Pe Ell; quindi il nostro Morgan Leah, sopravvissuto agli eventi degli Eredi; e quindi Walker. Il gruppo, durante il viaggio, troverà Horner Dees, una guida che è riuscita ad arrivare nel regno di Uhl Belk e sopravvivere, e Carismano, uno strano personaggio, un viaggiatore e un cantastorie che sembra possedere il potere della canzone magica di Jair.
Tutta la vicenda, comunque, è una delle più favolistiche tra quelle finora lette su Shannara, sia per a presenza di Viridiana e di Carismano, personaggio dall'ingenuità assoluta, sia per l'ambientazione. Inoltre dei nuovi personaggi, Pe Ell sembra avvicinarsi al Garet Jax della Canzone, sia per la descrizione (personaggio misterioso e ombroso), sia per l'abilità nell'uccidere. A differenza dell'eroe, però, l'assassino è molto dipendente dalla sua natura malvagia e dalla magia che lo rende un così abile assassino. In ogni caso, su tutti, è proprio Walker, con i suoi dubbi e la sua ricerca, a spiccare su tutti: Brooks lo ha trasformato, poco a poco, in un personaggio carismatico al pari di Allanon.
E in un certo senso, così come Gli eredi era il romanzo delle certezze, questo è il romanzo dei dubbi, i dubbi di Walker, ma anche quelli degli altri personaggi, da Col prigioniero di Rimmer Dall a Par, senza dimenticare Wren, protagonista del prossimo La regina degli elfi di Shannara.
Puntate precedenti:
- La saga di Shannara
1. Il primo re
2. La spada nella roccia
3. Le pietre magiche
4. La canzone magica
5. Lo spirito oscuro
6. Gli eredi
Nella ricerca personale di Walker della perduta Pietra Nera, il manufatto magico che dovrebbe riportare nelle Quattro Terre la scomparsa Paranor, ritorna in azione il Re del Fiume Argento, che apre e chiude il romanzo. In questo caso, però, aiuterà Walker inviandogli la sua figlia, Viridiana, creata dagli elementi del giardino del Re. Viridiana andrà per le Quattro Terre per raccogliere la compagnia che consentirà a Walker di prendere la Pietra Nera dalle mani di Uhl Belk, fratello del Re del Fiume Argento: il primo della compagnia sarà il suo assassino, Pe Ell; quindi il nostro Morgan Leah, sopravvissuto agli eventi degli Eredi; e quindi Walker. Il gruppo, durante il viaggio, troverà Horner Dees, una guida che è riuscita ad arrivare nel regno di Uhl Belk e sopravvivere, e Carismano, uno strano personaggio, un viaggiatore e un cantastorie che sembra possedere il potere della canzone magica di Jair.
Tutta la vicenda, comunque, è una delle più favolistiche tra quelle finora lette su Shannara, sia per a presenza di Viridiana e di Carismano, personaggio dall'ingenuità assoluta, sia per l'ambientazione. Inoltre dei nuovi personaggi, Pe Ell sembra avvicinarsi al Garet Jax della Canzone, sia per la descrizione (personaggio misterioso e ombroso), sia per l'abilità nell'uccidere. A differenza dell'eroe, però, l'assassino è molto dipendente dalla sua natura malvagia e dalla magia che lo rende un così abile assassino. In ogni caso, su tutti, è proprio Walker, con i suoi dubbi e la sua ricerca, a spiccare su tutti: Brooks lo ha trasformato, poco a poco, in un personaggio carismatico al pari di Allanon.
E in un certo senso, così come Gli eredi era il romanzo delle certezze, questo è il romanzo dei dubbi, i dubbi di Walker, ma anche quelli degli altri personaggi, da Col prigioniero di Rimmer Dall a Par, senza dimenticare Wren, protagonista del prossimo La regina degli elfi di Shannara.
Puntate precedenti:
- La saga di Shannara
1. Il primo re
2. La spada nella roccia
3. Le pietre magiche
4. La canzone magica
5. Lo spirito oscuro
6. Gli eredi
mercoledì 20 maggio 2009
Con la faccia di cera
La prima volta che ne ho sentito parlare è stato a Report, nel servizio Verità e giustizia di Milena Gabanelli: più precisamente di come alcune industrie chimiche hanno avvelenato i propri operai facendoli lavorare sena le necessarie misure di sicurezza. E gli operai si sentivano così sicuri da utilizzare quei materiali anche per uso domestico, quando invece gli effetti nocivi del pvc iniziavano ad essere sempre più noti negli ambienti accademici e industriali. E poi le malattie, le morti, intere zone cittadine inquinate, come a Ferrara. E proprio a Ferrara è ambientato Con la faccia di cera di Girolamo De Michele.
Nel periodo del palio ferrarese, il protagonista, un fotografo che sta lavorando a un libro sugli anni dello sviluppo industriale della città, si trova invischiato in una strana storia, tra sogno e realtà, una vicenda che ricorda molto da vicino, dal punto di vista tecnico e narrativo, Il palio delle contrade morte di Fruttero e Lucentini.
Per quel che riguarda i contenuti, invece, al di là delle singole vicende, la ricerca del fotografo lo porterà a riscoprire i fattacci legati alla Solvay e ai disastri causati da quest'industria nell'area ferrarese e in altre simili a questa. Il racconto diventa a tratti agghiacciante, soprattutto perché De Michele utilizza le testimonianze reali degli ex-operai. E la memoria va subito al servizio di Report, del quale vorrei qui riportare alcuni stralci:
E ancora:
E più avanti:
E sulle lotte del sindacato, in particolare ecco uno stralcio:
Il resto, agghiacciante per molti versi, potete leggerlo direttamente sul sito.
Nel periodo del palio ferrarese, il protagonista, un fotografo che sta lavorando a un libro sugli anni dello sviluppo industriale della città, si trova invischiato in una strana storia, tra sogno e realtà, una vicenda che ricorda molto da vicino, dal punto di vista tecnico e narrativo, Il palio delle contrade morte di Fruttero e Lucentini.
Per quel che riguarda i contenuti, invece, al di là delle singole vicende, la ricerca del fotografo lo porterà a riscoprire i fattacci legati alla Solvay e ai disastri causati da quest'industria nell'area ferrarese e in altre simili a questa. Il racconto diventa a tratti agghiacciante, soprattutto perché De Michele utilizza le testimonianze reali degli ex-operai. E la memoria va subito al servizio di Report, del quale vorrei qui riportare alcuni stralci:
Insieme a medicina Democratica Gabriele Bortolozzo costruisce una vera e propria indagine epidemiologica e il 22 agosto del '94 il fascicolo finisce sul tavolo della procura di Venezia, nelle mani del Pubblico Ministero Felice Casson. Nell'autunno del 1996 scatta il rinvio a giudizio per Cefis, Necci e altri ventisei alti dirigenti che si sono succeduti nelle cariche di Montedison, Montefibre, Enimont, Enichem dagli anni '70 fino alla fine degli anni '90. Nel mondo e' il primo caso di processo penale nel quale si tenterà di dimostrare che una sostanza chimica è causa di morte e che i dirigenti dell'azienda, pur sapendo che quella sostanza avrebbe ucciso gli operai, non hanno preso le precauzioni necessarie per tutelarne la salute. Inoltre, quei dirigenti, avrebbero avvelenato le acque, il suolo, la falda. Si tratta dei vertici della più grande azienda chimica italiana. Ovvero quella grande industria che ha creato il benessere di Mantova, Brindisi, Ferrara, e di una buona parte del Veneto, attraverso il colosso di Porto Marghera, trascinata in tribunale da un semplice turnista che aveva deciso che era ora di finirla di venerare le macchine, senza considerare che intorno ci lavorano gli uomini. Ma il modesto operaio non saprà come andrà a finire il processo, perché una sera qualunque in questa curva a pochi chilometri da Mestre un camion lo travolge.
E ancora:
Autrice
Nel 1985 si scopre che bere il vino o alcolici imbottigliati nel pvc non faceva bene, perché rilasciava troppo monomero. Ma la plastica è un'invenzione straordinaria e il punto di partenza è quel lattice bianco, che si chiama cvm, sbarcato a Marghera e alla Solvay di Rosignano e Ferrara negli anni '50, il sistema di lavorazione produce un gas, tossico, e si sapeva già da dieci anni, ma non gli operai che lo lavoravano.
LUIGI ONESTINI - Sindacalista Solvay Ferrara
"Si lavorava senza nessun rispetto di questo gas. È un liquido che a temperatura ambiente ghiaccia quindi si mettevano al fresco anche le bottiglie di vino, per fare in fretta era un po' come il frigo, si scaricava un po' dalla valvolina sulla bottiglia e la bottiglia diventava tutta bianca, bella fresca e il vino era fresco, qualcuno dice che ci metteva anche i cocomeri ma quella potrebbe essere una leggenda metropolitana".
Archivio Istituto Luce - 1955
Le particelle solide vengono trasportate dalla corrente d'aria direttamente nei silos. Si ottiene così il cloruro di polivinile in polvere finissima che viene insaccato
E più avanti:
D - Che cosa succede alle mani e ai piedi?
LUIGI ONESTINI - Sindacalista Solvay Ferrara
"I colleghi dicevano che entrati in autoclave, specialmente quelle grosse, sentivano freddo ai testicoli, quindi noi vedevamo e avevamo registrato che i nostri compagni di lavoro fisicamente integri che improvvisamente nell'arco di due tre mesi avevano un crollo fisico eccezionale che li portava al decesso, è mai possibile? Ci siamo fortemente preoccupati"
Autrice
Il primo allarme lo lancia un medico della Solvay, Pierluigi Viola. Nel 1969 al congresso internazionale di medicina del lavoro a Tokyo comunica: "L'esposizione cronica al cvm può causare nell'uomo alterazione dello scheletro, del sistema nervoso, delle funzioni epatiche.
Le aziende devono ridurre i valori di esposizione e la pulizia delle autoclavi non deve piu' essere fatta dagli uomini."
Nel 1970 alla conferenza internazionale sul cancro a Houston conferma: i topi esposti ad alte dosi di cvm si ammalano di cancro. Nel '71 L'Istituto Regina Elena informa il Ministero della Sanita' : Il cloruro di vinile e' un cancerogeno multipotente. Sempre nel 71 la Montedison commissiona all'oncologo di Bologna Cesare Maltoni uno studio specifico. Nel '72 ci sono i primi risultati, e vengono comunicati il 14 Novembre a Washington ai produttori di cloruro di vinile e Pvc in un incontro riservato. Agli invitati, si legge nel resoconto depositato presso Il dipartimento di Giustizia di N.Y., fu impedito di prendere appunti. Cosa si diceva nella riunione? Che nei topi compare il tumore al fegato e ai reni ad esposizioni di clururo di vinile di 250 parti per milione. Ma gli umani, invece, a quale dose erano esposti?
LUIGI ONESTINI - Sindacalista Solvay Ferrara
"Cinquecento parti per milione ma senza nessun tipo di controllo basato sulla fiducia che veniva accordata all'azienda, l'azienda diceva io sono nel rispetto della legge perché quel gas lì è un gas che non è fastidioso"
Nessuno interviene a modificare gli impianti. Passa un altro anno e nel '73 Maltoni comunica altri dati, definitivi.
D - Che cosa diceva quella comunicazione?
MORANDO SOFFRITTI - Direttore Istituto Ramazzini
"Che erano stati osservati effetti cancerogeni a livello del fegato i primi angiosarcomi, nefroblastomi e carcinomi delle ghiandole di Zimber"
Autrice
Le sperimentazioni sui settemila topi continuano, e qualche anno più tardi Maltoni comunica che le forme di tumore colpiscono molti organi ad esposizioni di cvm fino a 10 parti per milione. Intanto gli operai di Marghera e Ferrara continuavano ad essere esposti a 500 parti per milione.
LUIGI ONESTINI - Sindacalista Solvay Ferrara
"Il collaudatore mi diceva: " Io sotto questo livello non posso dir niente, il livello di quindici ppm (parti per milione) cioè, io non posso garantire che i tre vadano bene, perché io sotto i quindici non riesco ad andarci, fino a quindici io trovo dei risultati sotto i quindici il ratto muore di vecchiaia, cioè non fa in tempo il tumore a formarsi, il tempo di latenza invece va dai venticinque ai trent'anni"
E sulle lotte del sindacato, in particolare ecco uno stralcio:
Autrice
Il sindacato ha certamente fatto qualcosa, ha detto chi rischia la pelle deve guadagnare di più. Questa era la busta paga di un insaccatore su 80.000 lire di stipendio, la pelle era valutata poco più di duemila lire e si chiamava indennità di nocività
LUIGI ONESTINI - Sindacalista Solvay Ferrara
"I primi anni quando uno entrava nell'autoclave aveva un'indennità, aveva 25 30 lire all'ora in più rispetto a quello che non entrava in autoclave. Dal momento in cui abbiamo detto la salute non si vende al momento in cui siamo riusciti realmente a non venderla in quel periodo di tempo le abbiamo regalate. Purtroppo sono cose che son successe, sono anni di storia".
Il resto, agghiacciante per molti versi, potete leggerlo direttamente sul sito.
Attacco finale
In un paese democratico si sarebbe dimesso da solo... in Italia invece prepariamoci al peggio:
In queste ore sta studiando le sue mosse; stasera abbiamo saputo che considera il giudice che si e' occupata del processo Mills "un'attivissima militante della sinistra estrema".
Cosa potra' aggiungere in parlamento (appena avra' tempo...)?
Credo che la risposta sia semplice... sara' l'attacco "finale" alla magistratura; in che termini? per sapere cosa dira' basta leggere il suo programma elettorale (quello vero: mi riferisco al "piano di rinascita democratica" dell'associazione a delinquere "Propaganda Due".
In particolare riguardo all'ordinamento giudiziario possiamo leggere:
I - unità del Pubblico Ministero (a norma della Costituzione - articoli 107 e 112 ove il P.M. è distinto dai giudici);
II - responsabilità del Guardasigilli verso il Parlamento sull’operato del P.M. (modifica costituzionale);
III - istruzione pubblica dei processi nella dialettica fra pubblica accusa e difesa di fronte ai giudici giudicanti, con abolizione di ogni segreto istruttorio con i relativi e connessi pericoli ed eliminando le attuali due fasi di istruzione;
IV - riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale);
V - riforma dell’ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile;
VI - esperimento di elezione di magistrati (Costit. art. 106) fra avvocati con 25 anni di funzioni in possesso di particolari requisiti morali;
Cos'altro possiamo attenderci?
"Ho annunciato questa mattina la mia intenzione di fare un intervento in Parlamento sulla sentenza Mills e, appena avrò tempo, lo farò. In quella sede dirò finalmente quanto da tempo penso a proposito di certa magistratura".
In queste ore sta studiando le sue mosse; stasera abbiamo saputo che considera il giudice che si e' occupata del processo Mills "un'attivissima militante della sinistra estrema".
Cosa potra' aggiungere in parlamento (appena avra' tempo...)?
Credo che la risposta sia semplice... sara' l'attacco "finale" alla magistratura; in che termini? per sapere cosa dira' basta leggere il suo programma elettorale (quello vero: mi riferisco al "piano di rinascita democratica" dell'associazione a delinquere "Propaganda Due".
In particolare riguardo all'ordinamento giudiziario possiamo leggere:
I - unità del Pubblico Ministero (a norma della Costituzione - articoli 107 e 112 ove il P.M. è distinto dai giudici);
II - responsabilità del Guardasigilli verso il Parlamento sull’operato del P.M. (modifica costituzionale);
III - istruzione pubblica dei processi nella dialettica fra pubblica accusa e difesa di fronte ai giudici giudicanti, con abolizione di ogni segreto istruttorio con i relativi e connessi pericoli ed eliminando le attuali due fasi di istruzione;
IV - riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale);
V - riforma dell’ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile;
VI - esperimento di elezione di magistrati (Costit. art. 106) fra avvocati con 25 anni di funzioni in possesso di particolari requisiti morali;
Cos'altro possiamo attenderci?
martedì 19 maggio 2009
Sulla formazione dell'opinione pubblica
Con questo post voglio continuare la discussione di Gianluigi a proposito della questione sondaggi, democrazia e volonta' popolare.
Inizio col dire che negli ultimi anni l'idea del sondaggio e' diventata di moda;
in televisione sulla scia del "televoto" qualcuno ha pensato di farlo diventare uno strumento della democrazia diretta e sui risultati poi si infiammano le discussioni e spesso ne seguono anche decisioni politiche. Naturalmente fanno lo stesso i vari siti internet, in particolare quelli dei piu' importanti quotidiani italiani.
Ma il sondaggio e' una tecnica che richiede rigore scientifico; richiede conoscenze di statistica non banali sia nella scelta del campione sia nell'analisi dati. Eppure tutti fanno sondaggi; questo mi spinge a dire che almeno il 90% dei sondaggi che ci vengono propinati sono spazzatura.
Bisognerebbe quindi prendere questi sondaggi per quello che sono: un'analisi supeficiale dell'opinione di un ristretto gruppo di persone. Non hanno la forza di un voto elettorale o di un referendum. Non possono quindi essere usati per giustificare nessuna posizione o decisione del governo in carica. Ne' possono essere usati per "dichiarare" la posizione degli italiani su un certo argomento.
Detto questo andiamo al nocciolo del mio intervento. La formazione dell'opinione pubblica. Le democrazie si basano sulla separazione dei poteri attraverso un sistema di equilibri e controlli; la suddivisione classica: potere legislativo, esecutivo e giudiziario. In realta' bisogna aggiungere il quarto potere: i mezzi di comunicazione di massa.
In una democrazia quando c'e' da affrontare un problema e trovare poi la soluzione bisogna iniziare a discutere, a confrontarsi; in questo processo in cui si da e si riceve si arriva alla fine ad una sintesi. In tutto questo la ragione ha il ruolo piu' importante. Ma come fa la discussione ad evolvere? come fa il singolo cittadino a dare il proprio contributo originale? il modo piu' logico e' cercare prima di comprendere a pieno il problema; bisogna allora leggere (giornali, saggi) e ascoltare cosa pensa chi e' piu' vicino al problema e chi magari lo studia da anni. Dopo questo processo iniziale (che puo' durare settimane) si e' pronti a fare una sintesi personale (ad avere una prima opinione sulla questione). E a questo punto si e' pronti a dare il proprio contributo alla discussione generale in cui si propongono le proprie idee, si confrontano con gli altri e si puo' cosi' arrivare ad una sintesi generale. Il problema e' stato compreso e si e' arrivati probabilmene alla migliore soluzione possibile. Solo a questo punto il legislatore puo' intervenire attraverso un atto che diventa l'espressione della volonta' popolare.
In tutto questo un ruolo fondamentale evidentemente lo riveste il modo in cui le idee vengono trasmesse; bisogna allora chiedersi se i mezzzi di comunicazione di massa consentono questa discussione, questo scambio di idee, e se il potere che da questi scaturisce e' in equilibrio con gli altri tre.
Cosa avviene in Italia? da quella che e' la mia esperienza degli ultimi anni questo e' quello che succede: il problema viene calato dall'alto attraverso i mezzi di comunicazione di massa (spesso non e' un problema reale ma rispecchia le esigenze di qualche gruppo di potere o interesse particolare), diventa il problema per eccellenza che bisogna risolvere a tutti i costi (spesso si traveste da emergenza).
In genere e' un politico che decide quello che e' il problema della settimana: una dichiarazione (che viene riportata da tutte le agenzie di stampa); la dichiarazione di altri componenti del partito; dichiarazione di qualcuno dell' opposizione; al TG successivo (di tutti i canali nazionali) per 15-20 minuti si parla solo di quello; il giorno dopo tutti i giornali sbattono in prima pagina il problema del giorno; a questo punto tutti gli italiani parlano di quello "da esperti" con idee ben precise a riguardo, tutti hanno la loro opinione come se da settimane non si parlasse d'altro.
In realta' la stragande maggiornanza ripete a "pappagallo" le dichiarazione del politico della sera prima. Da notare che di solito il politico fa una dichiarazione di pochi secondi; e' evidente che non puo' esserci nessuno approfondimento ne' vengono espresse motivazioni razionali; si tratta di messaggi brevi e che colpiscono l'intimo delle persone, gli istinti piu' bassi (tecnica pubblicitaria, niente di piu'); spesso viene sollecitata la paura e l'istinto sessuale. Non c'e' tempo per discussioni e approfondimenti, il tutto nasce e si sviluppa in pochi secondi.
La cosa piu' grave e' naturalmente il modo in cui il tutto evolve: la razionalita' non riesce a prendere piede in alcun modo. I giornali, le televisioni non riescono mai ad uscire dal vortice in cui sono intrappolati.
Ci sono diverse cose che non vanno in tutto cio' e la mia opinione e' che il problema nasce dalla mancanza di equilibrio tra i poteri dello stato e i mezzi di comunicazione di massa. In Italia questi (praticamente 6 canali televisivi nazionali e pochi quotidiani) sono nelle mani di pochissimi, un ristrettissimo gruppo di persone vicini alla politica o ai grossi poteri oconomici e finanziari del paese. Come fanno ad essere liberi? Dovrebbero loro dettare l'agenda politica (in modo indipendentte, partendo dal basso, dai reali problemi della gente) ed invece sono i megafoni del potere.
Possiamo parlare di una corretta formazione dell'opinione pubblica?
La gente non trova la necessita' di capire prima di parlare ma si adegua alla dichiarazione del potente, si "fida", raramente lo contesta, il capo ha sempre ragione: perche' abile, perche' furbo, perche' ricco, perche' vincente nella vita personale; e questo basta. La gente sembra che non abbia voglia di un rappresentante che faccia quello che gli viene chiesto ma sembra che abbia bisogno di una capo che li guidi.
E' questa democrazia? se non c'e' conoscenza, discussione, approfondimento, dibattito, sintesi, proposta di idee, se non viene usata la ragione ma la paura e gli altri bassi istinti quello che avviene in questo paese non puo' essere chiamato democrazia.
Se allora venisse fatto un sondaggio, scientificamente corretto, (o un referendum) potremmo usare i risultati dello stesso per trarre le considerazioni piu' corrette? l'idea che si e' formata e' stata frutto di discussioni razionali? la loro opinione e' davvero la sintesi migliore che un essere razionale possa fare? sono state considerate tutte le opzioni possibili? sono state valutate tutte le conseguenze?
Cosa sanno gli italiani di immigrazione (e di emigrazione di cui nessuno parla...) di guerra in Somalia, in Eritrea, di Nigeria, di nucleare, di risorse energetiche, di ambiente, di cambiamenti climatici, di economia globale, di capitalismo, di crisi, di diritti sessuali, di diritto alla vita e alla morte, di grandi opere, di diritti umani?
Che senso ha fare un sondaggio in cui si chiede agli italiani se sono d'accordo
ad introdurre il "reato di immigrazione clandestina"? o se sono d'accordo col "principio del respingimento" dei migranti? sanno gli italiani di cosa si tratta? cosa comporta? se e' un concetto introducibile in un sistema giuridico basato su principi su cui la nostra civita' si e' sviluppata da secoli? gli italiani non lo sanno! nessuno gli ha dato gli strumenti per formarsi un idea! e fare una domanda del genere e pretendere di poter "usare" la risposta dicendo che si tratta di "volonta' popolare" significa fare demagogia, significa inseguire il potere e la paura da esso usata! i giornali dovrebbero informare, dare la possibilita' agli italiani di formarsi un opinione; invece propinano risposte e cavalcano le paure! questo e' grave! questa non e' democrazia.
In conclusione (per sintetizzare) credo che la questione fondamentale, che la democrazia italiana deve risolvere, e' legata ad una corretta formazione dell'opinione pubblica; questo consente la riflessione e l'analisi critica e quindi il superamento di idee basate sulla paura e sull'ignoranza.
Solo se c'e' questo si puo' parlare di volonta popolare e lo stesso diritto di voto acquisisce un senso. Questo puo' avvenire attraverso il raggiungimento di un corretto equilibrio tra il potere che deriva dai mezzi di comunicazione di massa e gli altri poteri dello stato. E' allora evidente la necessita' di separare i media dagli interessi economici, finanziari e politici.
Solo allora potremo dire che la democrazia italiana e' tale e potremmo parlare di "volonta' popolare".
Per ulteriori spunti di riflessione vi lascio con Ascanio Celestini, "il popolo e la democrazia" (cattivissimo in questo sketch!):
Inizio col dire che negli ultimi anni l'idea del sondaggio e' diventata di moda;
in televisione sulla scia del "televoto" qualcuno ha pensato di farlo diventare uno strumento della democrazia diretta e sui risultati poi si infiammano le discussioni e spesso ne seguono anche decisioni politiche. Naturalmente fanno lo stesso i vari siti internet, in particolare quelli dei piu' importanti quotidiani italiani.
Ma il sondaggio e' una tecnica che richiede rigore scientifico; richiede conoscenze di statistica non banali sia nella scelta del campione sia nell'analisi dati. Eppure tutti fanno sondaggi; questo mi spinge a dire che almeno il 90% dei sondaggi che ci vengono propinati sono spazzatura.
Bisognerebbe quindi prendere questi sondaggi per quello che sono: un'analisi supeficiale dell'opinione di un ristretto gruppo di persone. Non hanno la forza di un voto elettorale o di un referendum. Non possono quindi essere usati per giustificare nessuna posizione o decisione del governo in carica. Ne' possono essere usati per "dichiarare" la posizione degli italiani su un certo argomento.
Detto questo andiamo al nocciolo del mio intervento. La formazione dell'opinione pubblica. Le democrazie si basano sulla separazione dei poteri attraverso un sistema di equilibri e controlli; la suddivisione classica: potere legislativo, esecutivo e giudiziario. In realta' bisogna aggiungere il quarto potere: i mezzi di comunicazione di massa.
In una democrazia quando c'e' da affrontare un problema e trovare poi la soluzione bisogna iniziare a discutere, a confrontarsi; in questo processo in cui si da e si riceve si arriva alla fine ad una sintesi. In tutto questo la ragione ha il ruolo piu' importante. Ma come fa la discussione ad evolvere? come fa il singolo cittadino a dare il proprio contributo originale? il modo piu' logico e' cercare prima di comprendere a pieno il problema; bisogna allora leggere (giornali, saggi) e ascoltare cosa pensa chi e' piu' vicino al problema e chi magari lo studia da anni. Dopo questo processo iniziale (che puo' durare settimane) si e' pronti a fare una sintesi personale (ad avere una prima opinione sulla questione). E a questo punto si e' pronti a dare il proprio contributo alla discussione generale in cui si propongono le proprie idee, si confrontano con gli altri e si puo' cosi' arrivare ad una sintesi generale. Il problema e' stato compreso e si e' arrivati probabilmene alla migliore soluzione possibile. Solo a questo punto il legislatore puo' intervenire attraverso un atto che diventa l'espressione della volonta' popolare.
In tutto questo un ruolo fondamentale evidentemente lo riveste il modo in cui le idee vengono trasmesse; bisogna allora chiedersi se i mezzzi di comunicazione di massa consentono questa discussione, questo scambio di idee, e se il potere che da questi scaturisce e' in equilibrio con gli altri tre.
Cosa avviene in Italia? da quella che e' la mia esperienza degli ultimi anni questo e' quello che succede: il problema viene calato dall'alto attraverso i mezzi di comunicazione di massa (spesso non e' un problema reale ma rispecchia le esigenze di qualche gruppo di potere o interesse particolare), diventa il problema per eccellenza che bisogna risolvere a tutti i costi (spesso si traveste da emergenza).
In genere e' un politico che decide quello che e' il problema della settimana: una dichiarazione (che viene riportata da tutte le agenzie di stampa); la dichiarazione di altri componenti del partito; dichiarazione di qualcuno dell' opposizione; al TG successivo (di tutti i canali nazionali) per 15-20 minuti si parla solo di quello; il giorno dopo tutti i giornali sbattono in prima pagina il problema del giorno; a questo punto tutti gli italiani parlano di quello "da esperti" con idee ben precise a riguardo, tutti hanno la loro opinione come se da settimane non si parlasse d'altro.
In realta' la stragande maggiornanza ripete a "pappagallo" le dichiarazione del politico della sera prima. Da notare che di solito il politico fa una dichiarazione di pochi secondi; e' evidente che non puo' esserci nessuno approfondimento ne' vengono espresse motivazioni razionali; si tratta di messaggi brevi e che colpiscono l'intimo delle persone, gli istinti piu' bassi (tecnica pubblicitaria, niente di piu'); spesso viene sollecitata la paura e l'istinto sessuale. Non c'e' tempo per discussioni e approfondimenti, il tutto nasce e si sviluppa in pochi secondi.
La cosa piu' grave e' naturalmente il modo in cui il tutto evolve: la razionalita' non riesce a prendere piede in alcun modo. I giornali, le televisioni non riescono mai ad uscire dal vortice in cui sono intrappolati.
Ci sono diverse cose che non vanno in tutto cio' e la mia opinione e' che il problema nasce dalla mancanza di equilibrio tra i poteri dello stato e i mezzi di comunicazione di massa. In Italia questi (praticamente 6 canali televisivi nazionali e pochi quotidiani) sono nelle mani di pochissimi, un ristrettissimo gruppo di persone vicini alla politica o ai grossi poteri oconomici e finanziari del paese. Come fanno ad essere liberi? Dovrebbero loro dettare l'agenda politica (in modo indipendentte, partendo dal basso, dai reali problemi della gente) ed invece sono i megafoni del potere.
Possiamo parlare di una corretta formazione dell'opinione pubblica?
La gente non trova la necessita' di capire prima di parlare ma si adegua alla dichiarazione del potente, si "fida", raramente lo contesta, il capo ha sempre ragione: perche' abile, perche' furbo, perche' ricco, perche' vincente nella vita personale; e questo basta. La gente sembra che non abbia voglia di un rappresentante che faccia quello che gli viene chiesto ma sembra che abbia bisogno di una capo che li guidi.
E' questa democrazia? se non c'e' conoscenza, discussione, approfondimento, dibattito, sintesi, proposta di idee, se non viene usata la ragione ma la paura e gli altri bassi istinti quello che avviene in questo paese non puo' essere chiamato democrazia.
Se allora venisse fatto un sondaggio, scientificamente corretto, (o un referendum) potremmo usare i risultati dello stesso per trarre le considerazioni piu' corrette? l'idea che si e' formata e' stata frutto di discussioni razionali? la loro opinione e' davvero la sintesi migliore che un essere razionale possa fare? sono state considerate tutte le opzioni possibili? sono state valutate tutte le conseguenze?
Cosa sanno gli italiani di immigrazione (e di emigrazione di cui nessuno parla...) di guerra in Somalia, in Eritrea, di Nigeria, di nucleare, di risorse energetiche, di ambiente, di cambiamenti climatici, di economia globale, di capitalismo, di crisi, di diritti sessuali, di diritto alla vita e alla morte, di grandi opere, di diritti umani?
Che senso ha fare un sondaggio in cui si chiede agli italiani se sono d'accordo
ad introdurre il "reato di immigrazione clandestina"? o se sono d'accordo col "principio del respingimento" dei migranti? sanno gli italiani di cosa si tratta? cosa comporta? se e' un concetto introducibile in un sistema giuridico basato su principi su cui la nostra civita' si e' sviluppata da secoli? gli italiani non lo sanno! nessuno gli ha dato gli strumenti per formarsi un idea! e fare una domanda del genere e pretendere di poter "usare" la risposta dicendo che si tratta di "volonta' popolare" significa fare demagogia, significa inseguire il potere e la paura da esso usata! i giornali dovrebbero informare, dare la possibilita' agli italiani di formarsi un opinione; invece propinano risposte e cavalcano le paure! questo e' grave! questa non e' democrazia.
In conclusione (per sintetizzare) credo che la questione fondamentale, che la democrazia italiana deve risolvere, e' legata ad una corretta formazione dell'opinione pubblica; questo consente la riflessione e l'analisi critica e quindi il superamento di idee basate sulla paura e sull'ignoranza.
Solo se c'e' questo si puo' parlare di volonta popolare e lo stesso diritto di voto acquisisce un senso. Questo puo' avvenire attraverso il raggiungimento di un corretto equilibrio tra il potere che deriva dai mezzi di comunicazione di massa e gli altri poteri dello stato. E' allora evidente la necessita' di separare i media dagli interessi economici, finanziari e politici.
Solo allora potremo dire che la democrazia italiana e' tale e potremmo parlare di "volonta' popolare".
Per ulteriori spunti di riflessione vi lascio con Ascanio Celestini, "il popolo e la democrazia" (cattivissimo in questo sketch!):
lunedì 18 maggio 2009
L'atroce accademia
Gli orfani Baudelaire vengono lasciati, senza troppi complimenti e verifiche, nella Prufrock Preparatory School, accolti da un terribile motto: Memento mori, ricordati che devi morire.
A gestire l'austera accademia (la traduzione del titolo originale), c'è il Vicedirettore Nero, che per tenere lontano il terribile Conte Olaf si affida a un computer! Non solo: il buon Nero è un megalomane fissato con il violino e con l'idea di essere un grande esecutore, nonché compositore.
L'accademia per gli orfani, nonostante la lezione di ottimismo impartita loro da Phil in quel di Meschinopoli, sarebbe stata decisamente austera e atroce, come nel titolo del libro italiano, se non fosse stato per l'amicizia dei trigemini Pantano, gemelli e orfani come loro, anch'essi eredi di un'enorme fortuna e, soprattutto, rimasti in due: il terzo gemello, infatti, morì nell'incidente in cui persero la vita i loro genitori.
Solo il valore dell'amicizia permetterà ai Baudelaire di sopportare le terribili prove cui verranno costretti dal loro nuovo tutore (che persino costringe la piccola Sunny a fare la segretaria!), dalle angherie della pestifera Carmelita Ghette e dal terribile piano del nuovo travestimento di Olaf.
Alla fine, nonostante il rapimento da parte di quest'ultimo, scoperto, di Duncan e Isadora, i Pantano, proprio l'amicizia dei trigemini e la risolutezza nel volerli trovare sosterrà i Baudelaire dal superare quest'ennesimo... sfortunato evento.
P.S.: come al solito il signor Poe si rivelerà inutile, come la maggior parte degli adulti della saga.
Gli infausti precedenti:
1. Un infausto inizio
2. La stanza delle serpi
3. La funesta finestra
4. La sinistra segheria
A gestire l'austera accademia (la traduzione del titolo originale), c'è il Vicedirettore Nero, che per tenere lontano il terribile Conte Olaf si affida a un computer! Non solo: il buon Nero è un megalomane fissato con il violino e con l'idea di essere un grande esecutore, nonché compositore.
L'accademia per gli orfani, nonostante la lezione di ottimismo impartita loro da Phil in quel di Meschinopoli, sarebbe stata decisamente austera e atroce, come nel titolo del libro italiano, se non fosse stato per l'amicizia dei trigemini Pantano, gemelli e orfani come loro, anch'essi eredi di un'enorme fortuna e, soprattutto, rimasti in due: il terzo gemello, infatti, morì nell'incidente in cui persero la vita i loro genitori.
Solo il valore dell'amicizia permetterà ai Baudelaire di sopportare le terribili prove cui verranno costretti dal loro nuovo tutore (che persino costringe la piccola Sunny a fare la segretaria!), dalle angherie della pestifera Carmelita Ghette e dal terribile piano del nuovo travestimento di Olaf.
Alla fine, nonostante il rapimento da parte di quest'ultimo, scoperto, di Duncan e Isadora, i Pantano, proprio l'amicizia dei trigemini e la risolutezza nel volerli trovare sosterrà i Baudelaire dal superare quest'ennesimo... sfortunato evento.
P.S.: come al solito il signor Poe si rivelerà inutile, come la maggior parte degli adulti della saga.
Gli infausti precedenti:
1. Un infausto inizio
2. La stanza delle serpi
3. La funesta finestra
4. La sinistra segheria
domenica 17 maggio 2009
Paura
Passarono ore prima che Booker riuscisse a focalizzare dove fosse e ciò che era accaduto. Soffriva molto, ma ancor più penosa era la consapevolezza che il pestaggio e la cella di isolamento erano soltanto un acconto sul prezzo che avrebbe pagato. In California poteva ritenersi al riparo dal linciaggio, ma nel 1927 un uomo di colore che rompeva la faccia di un bianco, uno qualsiasi, anche meno importante di un vicesceriffo, passava guai seri. Si ricordò di quando, appena undicenne, aveva domandato a sua madre perché gli uomini bianchi erano così crudeli con la gente di colore, specie con gli uomini. La risposta l'aveva sorpreso: "Hanno paura degli uomini di colore. Signore Iddio, quanto vorrei che non fosse così... perché quando uno ha paura, è proprio allora che odia e diventa malvagio. Non aver paura della gente, ragazzo mio, e soprattutto non aver paura dei bianchi". Gli aveva fatto questo discorso che erano ancora nel Tennessee, e tante volte aveva visto la conferma di quelle parole. Aveva visto la paura dell'uomo bianco, e la conseguenza di quella paura: il corpo bruciato e gonfio di vesciche legato a un albero. Booker sapeva che era di Big Luke, ma non perché la sua carcassa fosse riconoscibile. I bianchi avevano avuto paura di Big Luke, due metri quasi di altezza per oltre un quintale di peso, e lui manifestava apertamente il disprezzo che nutriva per loro. Ancor prima di lasciare la scuola, Luke fissava con insistenza le donne bianche, poi le importunò con suoni sconci. Facendosi più grosso, Luke era diventato sfrontato, e aveva terrorizzato i bianchi ancora di più. Finché la loro paura aveva superato il limite, ed erano venuti a cercarlo di notte vestiti di tuniche bianche. La mamma aveva detto a Booker: "Quel negro, era come se dicesse ammazzatemi, ammazzatemi! da quando era nato, non a parole forse, ma per come si comportava. Meglio per te se impari la lezione, figliolo". Booker si era poi domandato se questo era quanto sua madre pensasse davvero, oppure se quelle parole fossero mirate a proteggere il suo unico figlio dai pericoli del Sud rurale degli anni Venti. Il linciaggio di Luke era stato uno dei motivi per cui si erano trasferiti a Los Angeles, città senza linciaggi e con minor pregiudizio, così si chiamava all'epoca il razzismo.
(da Giustizia a Los Angeles, 1927, nella raccolta Mia è la vendetta di Edward Bunker, trad. di Emanuela Turchetti, ed.Einaudi)
(da Giustizia a Los Angeles, 1927, nella raccolta Mia è la vendetta di Edward Bunker, trad. di Emanuela Turchetti, ed.Einaudi)
sabato 16 maggio 2009
Una prova di cultura
L'ho scovato da poco e ve lo propongo: un test sulla conosvenza dell'italiano.
Dategli un'occhiata e buon fine settimana!
Dategli un'occhiata e buon fine settimana!
subprime
Ho deciso di utilizzare il titolo originale del video per presentarvelo. Scovato su Vimeo, è un bel video su come la spirale della case negli Stati Uniti sia divenuta fuori controllo. In un certo senso, questo video di beeple è una rappresentazione, forse nemmeno tanto lontana dalla realtà, di come sia giunta la crisi (per inciso, è anche un bellissimo pezzo d'animazione in 3D, lo dicono anche su Cartoon Smart:
venerdì 15 maggio 2009
Marsiglia, Marsiglia
Questo potrebbe essere il melanconico sussurro di Jean-Claude Izzo, il creatore del noir mediterraneo, che con la serie di romanzi ambientati a Marsiglia e soprattutto con il personaggio di Fabio Montale ha raccontato il mediterraneo e una delle città più meridionali della Francia. Ha anche raccontato uno degli aspetti più controversi della Francia a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso: l'integrazione.
Oggi sulla Torre di Babele Giano racconta degli effetti collaterali dell'immigrazione, prospettando questo come il futuro del mondo: ha ragione, ma il modo in cui guardo al problema è un po' differente.
Infatti se continueremo a produrre leggi come quelle recentemente proposta dal governo italiano , se continueremo a sorreggere buona parte della nostra economia sulla guerra nei paesi del Terzo Mondo, se continueremo ad alimentare la paura della gente verso l'ignoto, e soprattutto se continuiamo a sovraconsumare risorse a questi ritmi e in maniera così iniqua tra il mondo industrializzato e non, sarà inevitabile che la prossima grande guerra non sarà tra nazioni ma tra classi sociali: La morte dell'erba, L'anno del sole quieto, Il grande contagio, le immagini provenienti dal futuro nella serie di Eymerich, queste e molte altre sono tutte visioni apocalittiche destinate ad avverarsi, se i politici continueranno ad essere o così incompetenti nella gestione del processo di trasformazione di una società che sta diventando sempre più aperta o così interessati ad alimentare le tensioni sociali per mantenere controllo e consensi.
La Marsiglia di Izzo riusciva a sopravvivere e gli abitanti del porto avevano molte cose che li separavano, innanzitutto la provenienza, ma anche un paio di cose in comune: il mediterraneo (che è cultura e modo di vivere) e l'essere lasciati ai margini da una politica sempre più impegnata con gli affari che non con la gente.
E' quello che sta accadendo e non ce ne stiamo accorgendo.
Ciò che ci salverà? Non lo so. Forse la libertà. O forse la presa di coscienza che questa economia e questa politica non vanno d'accordo con la libertà, creando così una democrazia, questa attuale, che è solo una farsa: i rappresentanti eletti non sono più rappresentanti del popolo, ma titoli inattaccabili che pongono l'uomo sopra gli altri.
Chiudo come ieri con un bel...
Buona notte all'Italia...
Oggi sulla Torre di Babele Giano racconta degli effetti collaterali dell'immigrazione, prospettando questo come il futuro del mondo: ha ragione, ma il modo in cui guardo al problema è un po' differente.
Infatti se continueremo a produrre leggi come quelle recentemente proposta dal governo italiano , se continueremo a sorreggere buona parte della nostra economia sulla guerra nei paesi del Terzo Mondo, se continueremo ad alimentare la paura della gente verso l'ignoto, e soprattutto se continuiamo a sovraconsumare risorse a questi ritmi e in maniera così iniqua tra il mondo industrializzato e non, sarà inevitabile che la prossima grande guerra non sarà tra nazioni ma tra classi sociali: La morte dell'erba, L'anno del sole quieto, Il grande contagio, le immagini provenienti dal futuro nella serie di Eymerich, queste e molte altre sono tutte visioni apocalittiche destinate ad avverarsi, se i politici continueranno ad essere o così incompetenti nella gestione del processo di trasformazione di una società che sta diventando sempre più aperta o così interessati ad alimentare le tensioni sociali per mantenere controllo e consensi.
La Marsiglia di Izzo riusciva a sopravvivere e gli abitanti del porto avevano molte cose che li separavano, innanzitutto la provenienza, ma anche un paio di cose in comune: il mediterraneo (che è cultura e modo di vivere) e l'essere lasciati ai margini da una politica sempre più impegnata con gli affari che non con la gente.
E' quello che sta accadendo e non ce ne stiamo accorgendo.
Ciò che ci salverà? Non lo so. Forse la libertà. O forse la presa di coscienza che questa economia e questa politica non vanno d'accordo con la libertà, creando così una democrazia, questa attuale, che è solo una farsa: i rappresentanti eletti non sono più rappresentanti del popolo, ma titoli inattaccabili che pongono l'uomo sopra gli altri.
Chiudo come ieri con un bel...
Buona notte all'Italia...
giovedì 14 maggio 2009
La democrazia del disagio
Dopo Pietro, anche io provo a scrivere qualche riga riguardo il problema dell'immigrazione in Italia e su come il nostro governo sta provando a risolverlo.
La spinta per scrivere qualcosa sull'argomento mi è venuta leggendo Democrazia e volontà popolare e i commenti al post di Giano.
I primi commenti sono stati piuttosto velenosi nei confronti degli italiani, che si sono dimostrati nei sondaggi dei vari quotidiani on-line, decisamente a favore delle iniziative del governo. Conclusione: il 60% degli italiani è razzista. Mi sento di dissentire con una conclusione tanto semplicistica: è, in effetti, la stampa italiana che ha fatto diventare razzisti gli italiani. Non è certo l'unica causa: bisogna, infatti, aggiungere la cattiva gestione delle immigrazioni da parte della politica italiana, senza dimenticare una cattiva gestione anche da parte della politica mondiale, tutta impegnata a creare regole, opportunamente distraendosi da quella che è una delle crisi economiche e sociali più grandi della storia dell'umanità.
Tornando però ai sondaggi dei quotidiani, questi, in effetti, rappresentano innanzitutto un segnale di un disagio diffuso, e poi un indice di razzismo, un razzismo che è diventato tale soprattutto grazie al disagio di cui sopra (e ovviamente non sto escludendo il... razzismo genuino).
A tutto questo vorrei segnalare, come spunto alla discussione, Flussi migratori di Leoman3000, da cui si capisce che anche quella sinistra che sta oggi protestando non ha esitato in passato a proporre leggi simili.
In un certo senso tutto si può alla fin fine ricondurre proprio a un problema della democrazia che abbiamo scelto e del fatto che dipende fortemente dall'informazione e dal modello sociale ed economico in cui viviamo, che guarda caso è anche quello stesso modello che sta generando, oltre alla crisi, questi flussi migratori.
E non sto dicendo, come magari qualcuno commenterà, che la colpa è nostra e della nostra ricchezza, ma sto dicendo che la colpa è di come gestiamo questa ricchezza e le risorse che abbiamo a disposizione. Ed è anche di chi ci rappresenta, perché nella maggior parte dei casi non rappresenta tutta l'Italia ma solo una piccola parte (e nel migliore dei casi rappresenta solo i propri elettori).
Ci si potrebbe chiedere: e allora come lo risolviamo il problema?
Non ho la risposta, conosco però un gruppo di persone che, negli ultimi anni, hanno raccolto alcune delle cause della povertà africana. L'ultima la potete leggere in Furto di stato, le altre sullo stesso sito.
Non stupiamoci dunque se gli italiani sembrano razzisti: semplicemente le aziende e la politica italiane, ciò che ci rappresenta e che per buona metà abbiamo scelto democraticamente, esportano l'idea di sfruttamento che sta dietro il nostro modello economico e hanno creato questa situazione di esasperazione che, tra l'altro, crea consensi sempre verso i soliti noti.
E anche se non è ancora notte, mi sembra ci stia bene un bel...
Buona notte all'Italia...
La spinta per scrivere qualcosa sull'argomento mi è venuta leggendo Democrazia e volontà popolare e i commenti al post di Giano.
I primi commenti sono stati piuttosto velenosi nei confronti degli italiani, che si sono dimostrati nei sondaggi dei vari quotidiani on-line, decisamente a favore delle iniziative del governo. Conclusione: il 60% degli italiani è razzista. Mi sento di dissentire con una conclusione tanto semplicistica: è, in effetti, la stampa italiana che ha fatto diventare razzisti gli italiani. Non è certo l'unica causa: bisogna, infatti, aggiungere la cattiva gestione delle immigrazioni da parte della politica italiana, senza dimenticare una cattiva gestione anche da parte della politica mondiale, tutta impegnata a creare regole, opportunamente distraendosi da quella che è una delle crisi economiche e sociali più grandi della storia dell'umanità.
Tornando però ai sondaggi dei quotidiani, questi, in effetti, rappresentano innanzitutto un segnale di un disagio diffuso, e poi un indice di razzismo, un razzismo che è diventato tale soprattutto grazie al disagio di cui sopra (e ovviamente non sto escludendo il... razzismo genuino).
A tutto questo vorrei segnalare, come spunto alla discussione, Flussi migratori di Leoman3000, da cui si capisce che anche quella sinistra che sta oggi protestando non ha esitato in passato a proporre leggi simili.
In un certo senso tutto si può alla fin fine ricondurre proprio a un problema della democrazia che abbiamo scelto e del fatto che dipende fortemente dall'informazione e dal modello sociale ed economico in cui viviamo, che guarda caso è anche quello stesso modello che sta generando, oltre alla crisi, questi flussi migratori.
E non sto dicendo, come magari qualcuno commenterà, che la colpa è nostra e della nostra ricchezza, ma sto dicendo che la colpa è di come gestiamo questa ricchezza e le risorse che abbiamo a disposizione. Ed è anche di chi ci rappresenta, perché nella maggior parte dei casi non rappresenta tutta l'Italia ma solo una piccola parte (e nel migliore dei casi rappresenta solo i propri elettori).
Ci si potrebbe chiedere: e allora come lo risolviamo il problema?
Non ho la risposta, conosco però un gruppo di persone che, negli ultimi anni, hanno raccolto alcune delle cause della povertà africana. L'ultima la potete leggere in Furto di stato, le altre sullo stesso sito.
Non stupiamoci dunque se gli italiani sembrano razzisti: semplicemente le aziende e la politica italiane, ciò che ci rappresenta e che per buona metà abbiamo scelto democraticamente, esportano l'idea di sfruttamento che sta dietro il nostro modello economico e hanno creato questa situazione di esasperazione che, tra l'altro, crea consensi sempre verso i soliti noti.
E anche se non è ancora notte, mi sembra ci stia bene un bel...
Buona notte all'Italia...
mercoledì 13 maggio 2009
Shannara (6): Gli eredi
E inizia l'avventura dell'Eredità di Shannara, la saga degli eredi di Brin e Jair Ohmsford. I due ultimi della dinastia ad aver trattato direttamente con Allanon, il druido erede di Brona e unico personaggio ad essere presente in ognuno dei romanzi della Prima Saga, hanno avuto, come giusto che sia, una lunga discendenza, lunga ben 300 anni. La magia, tra i loro eredi, si è presentata in maniera altanelante: a volte alcuni figli della casa la possedevano, altre volte no. Terry Brooks ci narra le vicende della famiglia quando una nuova minaccia si sta preparando sulle Quattro Terre, quasi completamente conquistate dalla Federazione, l'organizzazione umana che si è estesa con sempre maggior vigore tra le terre, spesso dimenticandosi delle antiche alleanze (quelle con i nani, ora schiavizzati dalla Federazione, e con gli elfi, ora apparentemente scomparsi).
Gli eredi della casata, comunque, sono Par e Col, fratelli, la loro cugina Wren, tutti e tre Ohmsford, e Walker Bho, che ha deciso di prendere il cognome della madre nell'illusorio tentativo di allontanare da se la sua eredità magica: essi sono condotti al cospetto di uno spirito antico dall'ancora vivo Cogline, il vecchio quasi-druido che aveva incrociato il cammino con Jair e Brin. E ora i loro discendenti, Par e Walker, possiedono la magia: il primo quella della canzone magica (o comunque una sua variazione), il secondo qualcosa di simile alla magia druidica.
Gli eredi della casata di Shannara vengono così convocati, per mezzo di Cogline, dallo spirito di Allanon, che così ritorna nelle vite della famiglia: a Par viene affidato il compito di ritrovare la perduta spada di Shannara; a Walker affidato il compito di riportare Paranor dalla dimensione in cui è stata confinata fino al mondo degli uomini; e a Wrein viene affidato il compito di ritrovare gli elfi, come detto misteriosamente scomparsi. Quest'ultima, poi, possiede le tre pietre magiche, senza però aver compreso se e come usarle.
Questo primo romanzo si concentra su Par Ohmsford e sul fratello Col: insieme a Morgan Leah, discendente dell'ormai decaduta casata reale di Leah, e alla sua spada magica, si imbatteranno in Padishar Creel, discendente di quel famoso Panamon Creel che aiutò Shea durante l'Ultima Guerra delle Razze. Padishar è a capo dei ribelli, di coloro che si oppongono alla Federazione e ai suoi modi tirannici: insieme affronteranno una lunga serie di avventure e peripezie, irte di ostacoli e tradimenti. I loro avversari principali saranno gli Ombrati, un rimasuglio della magia oscura dei tempi passati, ormai fuori controllo a causa dell'assenza contemporanea di Paranor e degli elfi, e Rimmer Dall, il primo Cacciatore, il capo delle truppe speciali della Federazione che vanno alla ricerca della magia in tutte le terre controllate dagli uomini. Il loro obiettivo è scovarla e distruggerla, poiché la magia è ormai bandita dalle Quattro Terre. Ma per quanto ancora?
Libro, questo primo della nuova saga, decisamente molto bello e avvincente: Brooks sceglie di concentrarsi soprattutto su Par, lasciandoci immagini e flash degli altri gruppi impegnati nella ricerca dei talismani perduti delle Quattro Terre. Proprio il suo concentrarsi su Par, in un certo senso, sembra indicare questo come il libro delle certezze: le certezze che ha Par nell'affrontare il suo compito, nell'affidarsi alla magia, nel voler imparare sempre di più. Solo il terribile e oscuro finale inizierà a instillare dubbi e insicurezze nel giovane erede di Shannara, che dovrà fare anche i conti con la morte apparente del fratello. Quindi un libro molto bello, un ottima prosecuzione della saga di Shannara.
Puntate precedenti:
- La saga di Shannara
1. Il primo re
2. La spada nella roccia
3. Le pietre magiche
4. La canzone magica
5. Lo spirito oscuro
Gli eredi della casata, comunque, sono Par e Col, fratelli, la loro cugina Wren, tutti e tre Ohmsford, e Walker Bho, che ha deciso di prendere il cognome della madre nell'illusorio tentativo di allontanare da se la sua eredità magica: essi sono condotti al cospetto di uno spirito antico dall'ancora vivo Cogline, il vecchio quasi-druido che aveva incrociato il cammino con Jair e Brin. E ora i loro discendenti, Par e Walker, possiedono la magia: il primo quella della canzone magica (o comunque una sua variazione), il secondo qualcosa di simile alla magia druidica.
Gli eredi della casata di Shannara vengono così convocati, per mezzo di Cogline, dallo spirito di Allanon, che così ritorna nelle vite della famiglia: a Par viene affidato il compito di ritrovare la perduta spada di Shannara; a Walker affidato il compito di riportare Paranor dalla dimensione in cui è stata confinata fino al mondo degli uomini; e a Wrein viene affidato il compito di ritrovare gli elfi, come detto misteriosamente scomparsi. Quest'ultima, poi, possiede le tre pietre magiche, senza però aver compreso se e come usarle.
Questo primo romanzo si concentra su Par Ohmsford e sul fratello Col: insieme a Morgan Leah, discendente dell'ormai decaduta casata reale di Leah, e alla sua spada magica, si imbatteranno in Padishar Creel, discendente di quel famoso Panamon Creel che aiutò Shea durante l'Ultima Guerra delle Razze. Padishar è a capo dei ribelli, di coloro che si oppongono alla Federazione e ai suoi modi tirannici: insieme affronteranno una lunga serie di avventure e peripezie, irte di ostacoli e tradimenti. I loro avversari principali saranno gli Ombrati, un rimasuglio della magia oscura dei tempi passati, ormai fuori controllo a causa dell'assenza contemporanea di Paranor e degli elfi, e Rimmer Dall, il primo Cacciatore, il capo delle truppe speciali della Federazione che vanno alla ricerca della magia in tutte le terre controllate dagli uomini. Il loro obiettivo è scovarla e distruggerla, poiché la magia è ormai bandita dalle Quattro Terre. Ma per quanto ancora?
Libro, questo primo della nuova saga, decisamente molto bello e avvincente: Brooks sceglie di concentrarsi soprattutto su Par, lasciandoci immagini e flash degli altri gruppi impegnati nella ricerca dei talismani perduti delle Quattro Terre. Proprio il suo concentrarsi su Par, in un certo senso, sembra indicare questo come il libro delle certezze: le certezze che ha Par nell'affrontare il suo compito, nell'affidarsi alla magia, nel voler imparare sempre di più. Solo il terribile e oscuro finale inizierà a instillare dubbi e insicurezze nel giovane erede di Shannara, che dovrà fare anche i conti con la morte apparente del fratello. Quindi un libro molto bello, un ottima prosecuzione della saga di Shannara.
Puntate precedenti:
- La saga di Shannara
1. Il primo re
2. La spada nella roccia
3. Le pietre magiche
4. La canzone magica
5. Lo spirito oscuro
martedì 12 maggio 2009
Come tu m'insegni
Questo è il titolo del servizio sulla scuola che Report ha mandato in onda domenica 19 aprile alle 21:30. E' stato un servizio per certi versi sconfortante, che ha semplicemente aumentato la rabbia personale. Vediamo come, quando e perché:
Uno dei primi casi, che esaminerò con citazioni tratte dal servizio, è la cancellazione della compresenza:
E ancora, direttamente dalla voce della Gelmini:
E così, mentre i bidelli fanno poco o nulla perché ci sono gli esterni, le ditte esterne fanno il lavoro dei bidelli prendendo soldi per 8, magari, e mandandone meno di 4, ad esempio, come succede spesso quando i servizi vengono fatti gestire dai privati.
Non dimentichiamo, poi, il problema dei giorni di scuola: dovrebbero essere 200, ma anche se sono meno non ha importanza, così come la durata delle unità di lezione scolastiche:
E poi quando in una scuola si pone il problema dei giorni di scuola e della durata effettiva delle ore, ecco che gli insegnanti, cui la situazione sta bene, iniziano a tirare fuori confronti con altri istituti giusto per chiarire come nel proprio la situazione non sia così drammatica come si vuole far credere. L'importante, in ogni caso, è preservare i privilegi, come al solito in Italia.
E non dimentichiamo, poi, che prossimamente gli studenti staranno a scuola molto meno, tutto a discapito di materie come informatica, seconda lingua straniera e italiano:
E succede anche che i fondi per le scuole, quelli destinati alle supplenze, finiscano presto e male pagando il titolare assente, il primo supplente, anch'esso assente, e se poi va bene anche un terzo supplente anch'esso assente e tutti per giusti motivi, siano essi di malattia o altro incarico (come un dottorato, o gli impegni in politica di cui sopra). Così ci sono anche insegnanti che non possono prendersi neanche un giorno di ferie, magari per assistere i familiari malati o per riprendersi un attimo dallo stress scolastico. Senza poi contare il lato del merito: da una parte abbiamo gli insegnanti titolari, spesso demotivati e pronti alla lamentela (come ho scritto sopra) e dall'altra gli insegnanti precari, quelli che o venivano selezionati con le famigerate SISS, macchine per soldi per le università (e nel futuro, chissà), o i supplenti: in tutti i casi una laurea o un dottorato contano praticamente quanto master e corsi che ben poco hanno a che fare con l'insegnamento, così come spesso ben poco a che fare hanno con la didattica tutti i corsi di specializzazione per gli insegnanti che ogni anno vengono attivati.
Leggevo giusto nello scorso anno scolastico i corsi attivati e nessuno era strettamente collegato con i programmi ministeriali, né tanto meno con le materie dei professori cui era rivolto: sembravano quasi un invito ai titolari a prendersi, pagati con i soldi dei contribuenti, un piccolo periodo di riposo.
Un merito che non viene valutato, l'idea di responsabilizzare i presidi (che poi, spesso, vengono allontanati non per una cattiva scelta dei collaboratori o perché gli insegnanti non fanno il loro lavoro, ma per una cattiva gestione delle finanze in un'Italia in cui molti sono gli amministratori pubblici che lo fanno) nella scelta degli insegnanti, la stessa gestione dei supplenti, piuttosto cervellotica.
E così, tagliando qua e là, senza cambiare veramente nulla, colpendo tanto le zone depresse quanto quelle di eccellenza, si cerca di migliorare una scuola pubblica che, nonostante i pochi soldi, continua ad essere il modello di riferimento anche per le scuole private, che per inciso non subisce alcun taglio, confermando quindi quanto vado dicendo da mesi: se tutte le scuole italiane fossero private, ci verrebbero a costare molto di più di quella pubblica, il che non sarebbe certo un risparmio.
Prossimamente i video della puntata che ha ispirato questo logorroico post.
E' stato detto tanto, c'è un'inchiesta in corso, verranno accertate le responsabilità. Di sicuro vale la pena di riflettere sul fatto che nel 2002 dopo il crollo della scuola di San Giuliano, è stato detto: "Basta, bisogna fare delle norme che obblighino a mettere in sicurezza tutti gli edifici pubblici", per fare queste norme ci sono voluti tre anni e poi sono state prorogate fino al 2008. Ad oggi però nulla è stato fatto. Le scuole a rischio sismico in Italia sono tante, e l'insicurezza degli edifici scolastici la dice lunga sulla bassa considerazione che abbiamo per il nostro futuro che sono gli studenti. Perché poi dentro gli edifici c'è il sistema educativo, che sembra disegnato apposta per essere inefficiente, è ovvio che i guasti di oggi sono figli delle riforme o delle mancate riforme di ieri. E oggi siamo nel mezzo dell'ennesima riforma. Le variabili che producono una scuola non di qualità sono tante, quelle che vedremo noi oggi sono quattro: i tagli che ti tolgono l'ossigeno, gli sprechi che si annidano e non vengono mai toccati e ti costringono poi a fare tagli, il merito, rimesso alla buona volontà del singolo e il controllo sul merito, che non c'è. Risultato: casuale, se capiti bene impari, se no rimani indietro.
Uno dei primi casi, che esaminerò con citazioni tratte dal servizio, è la cancellazione della compresenza:
Però la Gelmini toglie il terso e anche il secondo insegnante, mentre vediamo che nelle scuole private di eccellenza come il Ceis di Rimini il sistema delle compresenze se lo tengono ben stretto.
E ancora, direttamente dalla voce della Gelmini:
Mariastella Gelmini: Estenderle, come è stato fatto in questi anni, non è più possibile. Anche perché noi abbiamo un bilancio di circa 43 miliardi di euro e queste risorse vengono spese al 97% in stipendi, è chiaro che non restano risorse per il miglioramento della qualità, per l'investimento nei laboratori tecnici, piuttosto che anche nell'edilizia scolastica.
Stefania Rimini: E' la prima volta che si sente la Gelmini ammettere che la scelta del maestro unico è una questione di cassa. Ma le risorse restano però per accontentare i vescovi, che in pochi giorni hanno convinto il Governo a rimettere sul piatto 120 dei 133 milioni che avrebbe voluto tagliare alle scuole paritarie. E le risorse si trovano anche quando si tratta di non tagliare neanche una cattedra ai 25 mila insegnanti di religione che ci costano circa 800 milioni l'anno. Mancano invece per pagare 11200 insegnanti specialisti di inglese. Saranno sostituiti dal maestro unico, anche se non ha mai studiato inglese, gli si fa fare un corso di 150 ore e va bene così. Salvo che poi si sprecano centinaia di migliaia di euro affidando le pulizie delle scuole alle ditte esterne.
E così, mentre i bidelli fanno poco o nulla perché ci sono gli esterni, le ditte esterne fanno il lavoro dei bidelli prendendo soldi per 8, magari, e mandandone meno di 4, ad esempio, come succede spesso quando i servizi vengono fatti gestire dai privati.
Non dimentichiamo, poi, il problema dei giorni di scuola: dovrebbero essere 200, ma anche se sono meno non ha importanza, così come la durata delle unità di lezione scolastiche:
Dino Poli - Preside: Boh, non gliene importa niente. Pensano che i ragazzi non devono venire a scuola per imparare, poi però quando i risultati dell'Ocse danno i risultati che la scuola italiana, alcune scuole italiane, non funzionano, allora tutti preoccupati. Ma fateli venire a scuola!
E poi quando in una scuola si pone il problema dei giorni di scuola e della durata effettiva delle ore, ecco che gli insegnanti, cui la situazione sta bene, iniziano a tirare fuori confronti con altri istituti giusto per chiarire come nel proprio la situazione non sia così drammatica come si vuole far credere. L'importante, in ogni caso, è preservare i privilegi, come al solito in Italia.
E non dimentichiamo, poi, che prossimamente gli studenti staranno a scuola molto meno, tutto a discapito di materie come informatica, seconda lingua straniera e italiano:
In compenso si permette a 996 insegnanti di non venire in classe ma di dedicarsi al sindacato, pagati non dal sindacato ma dal contribuente. E ce ne sono migliaia autorizzati dal Ministero a non venire in classe per comandi, esoneri, permessi o perché si buttano in politica. Tanto poi nei guai ci va la scuola (...)
E succede anche che i fondi per le scuole, quelli destinati alle supplenze, finiscano presto e male pagando il titolare assente, il primo supplente, anch'esso assente, e se poi va bene anche un terzo supplente anch'esso assente e tutti per giusti motivi, siano essi di malattia o altro incarico (come un dottorato, o gli impegni in politica di cui sopra). Così ci sono anche insegnanti che non possono prendersi neanche un giorno di ferie, magari per assistere i familiari malati o per riprendersi un attimo dallo stress scolastico. Senza poi contare il lato del merito: da una parte abbiamo gli insegnanti titolari, spesso demotivati e pronti alla lamentela (come ho scritto sopra) e dall'altra gli insegnanti precari, quelli che o venivano selezionati con le famigerate SISS, macchine per soldi per le università (e nel futuro, chissà), o i supplenti: in tutti i casi una laurea o un dottorato contano praticamente quanto master e corsi che ben poco hanno a che fare con l'insegnamento, così come spesso ben poco a che fare hanno con la didattica tutti i corsi di specializzazione per gli insegnanti che ogni anno vengono attivati.
Leggevo giusto nello scorso anno scolastico i corsi attivati e nessuno era strettamente collegato con i programmi ministeriali, né tanto meno con le materie dei professori cui era rivolto: sembravano quasi un invito ai titolari a prendersi, pagati con i soldi dei contribuenti, un piccolo periodo di riposo.
Un merito che non viene valutato, l'idea di responsabilizzare i presidi (che poi, spesso, vengono allontanati non per una cattiva scelta dei collaboratori o perché gli insegnanti non fanno il loro lavoro, ma per una cattiva gestione delle finanze in un'Italia in cui molti sono gli amministratori pubblici che lo fanno) nella scelta degli insegnanti, la stessa gestione dei supplenti, piuttosto cervellotica.
E così, tagliando qua e là, senza cambiare veramente nulla, colpendo tanto le zone depresse quanto quelle di eccellenza, si cerca di migliorare una scuola pubblica che, nonostante i pochi soldi, continua ad essere il modello di riferimento anche per le scuole private, che per inciso non subisce alcun taglio, confermando quindi quanto vado dicendo da mesi: se tutte le scuole italiane fossero private, ci verrebbero a costare molto di più di quella pubblica, il che non sarebbe certo un risparmio.
Prossimamente i video della puntata che ha ispirato questo logorroico post.
lunedì 11 maggio 2009
Il curioso caso di Benjamin Button
Tratto dall'omonimo racconto di Fitzgerald la graphic novel di Christina Weir e Nunzio DeFilippis è gradevole e ironica, ben raccontata e utilizza le didascalie a quanto pare fedelmente e con lo spirito del racconto originario. La Weir, infatti, decide di ridurre al minimo i dialoghi e di non interpretarli laddove assenti, come invece altri avrebbero fatto. La narrazione, così, procede come in un racconto illustrato, guidata dai bei disegni di DeFilippis. Nel complesso, se il prodotto fumetto è ben confezionato, è la storia ad essere un po' debole, probabilmente a causa del racconto di Fitzgerald.
Ultima nota: fateci caso ma La neve se ne frega di Ligabue è una variazione sul tema, con l'unica differenza che, nel caso del cantautore emiliano ha delle basi scientifiche, anche se non meglio specificate.
Ultima nota: fateci caso ma La neve se ne frega di Ligabue è una variazione sul tema, con l'unica differenza che, nel caso del cantautore emiliano ha delle basi scientifiche, anche se non meglio specificate.
Io non sono d'accordo
Il comportamento del governo italiano e' rivoltante, provo rabbia e vergogna.
Centinaia di persone provenienti dalla Somalia, dalla Nigeria, dal Sudan,
dall' Etiopia vengono "respinti" dall'Italia e riportati in Libia da dove sono partiti.
Una piccola cronologia:
7 maggio 2009:
UNHCR deeply concerned over returns from Italy to Libya
"UNHCR expressed deep concern Thursday over the fate of some 230 people who were rescued Wednesday by Italian patrol boats..."
"The incident marks a significant shift in policies by the Italian government and is a source of very serious concern. UNHCR deeply regrets the lack of transparency which surrounded the event."
"In addition, Libya has not signed the 1951 UN Refugee Convention, and does not have a functioning national asylum system..."
7 maggio 2009:
LE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE E DI TUTELA DEI RIFUGIATI CHIEDONO SPIEGAZIONI URGENTI AL GOVERNO ITALIANO SULLA VICENDA DEI 227 MIGRANTI AVVISTATI AL LARGO DI LAMPEDUSA E CONDOTTI IN LIBIA
Le organizzazioni del Tavolo Asilo ritengono le autorità Italiane responsabili delle operazioni svolte nella notte e delle loro conseguenze per i diritti umani delle 227 persone che, secondo le ultime scarne notizie disponibili si troverebbero a Tripoli. Pertanto, allarmate e rattristate, chiedono alle autorità italiane di assumersi le proprie responsabilità per far sì che simili situazioni non si ripetano e di fornire al più presto notizie precise sugli interrogativi aperti.
7 maggio 2009:
CIR: ”Svolta storica nella violazione del diritto di asilo”
“L’Italia, con il respingimento in Libia ha violato la Convenzione di Ginevra ed ha esposto i 238 rifugiati e migranti a rischio di tortura e trattamento inumano nei Paesi di provenienza, violando così anche la Convenzione Europea sui Diritti Umani”
8 maggio 2009:
STRANIERI RESPINTI IN LIBIA, PRESIDENTE CIR SCRIVE AL MINISTRO MARONI
"Come sa bene, Signor Ministro, non c’è fin qui alcuna possibilità in Libia di presentare alle autorità una richiesta di asilo e non c’è fin qui alcuna garanzia che le persone non siano deportate nei loro paesi di origine dove potrebbero subire persecuzioni e torture."
10 maggio 2009:
Franco Frattini:
"il respingimento dei barconi di clandestini intercettati in acque internazionali risponde "alla doverosa applicazione delle regole europee""
Il ministro degli esteri Franco Frattini e' un bugiardo; lui ed i suoi colleghi di governo si stanno macchiando di crimini contro l'umanita'; stanno mandando a morte decine di persone che chiedono disperatamente il nostro aiuto.
Voglio gridarlo forte che non sono d'accordo col governo del mio Paese.
Per questo chiedo le dimissioni del governo italiano, che ritengo responsabile di tutto quello che potrebbe accadere alle centinaia di persone che sono state respinte in Africa.
Centinaia di persone provenienti dalla Somalia, dalla Nigeria, dal Sudan,
dall' Etiopia vengono "respinti" dall'Italia e riportati in Libia da dove sono partiti.
Una piccola cronologia:
7 maggio 2009:
UNHCR deeply concerned over returns from Italy to Libya
"UNHCR expressed deep concern Thursday over the fate of some 230 people who were rescued Wednesday by Italian patrol boats..."
"The incident marks a significant shift in policies by the Italian government and is a source of very serious concern. UNHCR deeply regrets the lack of transparency which surrounded the event."
"In addition, Libya has not signed the 1951 UN Refugee Convention, and does not have a functioning national asylum system..."
7 maggio 2009:
LE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE E DI TUTELA DEI RIFUGIATI CHIEDONO SPIEGAZIONI URGENTI AL GOVERNO ITALIANO SULLA VICENDA DEI 227 MIGRANTI AVVISTATI AL LARGO DI LAMPEDUSA E CONDOTTI IN LIBIA
Le organizzazioni del Tavolo Asilo ritengono le autorità Italiane responsabili delle operazioni svolte nella notte e delle loro conseguenze per i diritti umani delle 227 persone che, secondo le ultime scarne notizie disponibili si troverebbero a Tripoli. Pertanto, allarmate e rattristate, chiedono alle autorità italiane di assumersi le proprie responsabilità per far sì che simili situazioni non si ripetano e di fornire al più presto notizie precise sugli interrogativi aperti.
7 maggio 2009:
CIR: ”Svolta storica nella violazione del diritto di asilo”
“L’Italia, con il respingimento in Libia ha violato la Convenzione di Ginevra ed ha esposto i 238 rifugiati e migranti a rischio di tortura e trattamento inumano nei Paesi di provenienza, violando così anche la Convenzione Europea sui Diritti Umani”
8 maggio 2009:
STRANIERI RESPINTI IN LIBIA, PRESIDENTE CIR SCRIVE AL MINISTRO MARONI
"Come sa bene, Signor Ministro, non c’è fin qui alcuna possibilità in Libia di presentare alle autorità una richiesta di asilo e non c’è fin qui alcuna garanzia che le persone non siano deportate nei loro paesi di origine dove potrebbero subire persecuzioni e torture."
10 maggio 2009:
Franco Frattini:
"il respingimento dei barconi di clandestini intercettati in acque internazionali risponde "alla doverosa applicazione delle regole europee""
Il ministro degli esteri Franco Frattini e' un bugiardo; lui ed i suoi colleghi di governo si stanno macchiando di crimini contro l'umanita'; stanno mandando a morte decine di persone che chiedono disperatamente il nostro aiuto.
Voglio gridarlo forte che non sono d'accordo col governo del mio Paese.
Per questo chiedo le dimissioni del governo italiano, che ritengo responsabile di tutto quello che potrebbe accadere alle centinaia di persone che sono state respinte in Africa.
domenica 10 maggio 2009
9 maggio 1978
Facciamo finta che...
Tutto va ben, Tutto va ben
Facciamo finta che...
Tutto va ben!
Radio OUT, si parla di MAFIOPOLI...
http://www.peppinoimpastato.com/inaria.htm
Appartiene al tuo sorriso
l'ansia dell'uomo che muore,
al suo sguardo confuso
chiede un pò d'attenzione,
alle sue labbra di rosso corallo
un ingenuo abbandono,
vuol sentire sul petto
il suo respiro affannoso:
è un uomo che muore.
(Peppino Impastato)
Tutto va ben, Tutto va ben
Facciamo finta che...
Tutto va ben!
Radio OUT, si parla di MAFIOPOLI...
http://www.peppinoimpastato.com/inaria.htm
Appartiene al tuo sorriso
l'ansia dell'uomo che muore,
al suo sguardo confuso
chiede un pò d'attenzione,
alle sue labbra di rosso corallo
un ingenuo abbandono,
vuol sentire sul petto
il suo respiro affannoso:
è un uomo che muore.
(Peppino Impastato)
La linea 215
Continuano gli omaggi alla Linea di Cavandoli: questa volta il simpatico personaggio è alle prese con una bicicletta, omaggio quanto mai attuale!
Buona visione!
Buona visione!
sabato 9 maggio 2009
Viva il circo
Stavo guardando un cartoon di Bibì e Bibò postato da Fabrizio Mazzotta quando, tra i video correlati, noto questo di Krazy e Ignatz, il gatto e il topo ideati da Herriman e di cui ho parlato su Lo Spazio Bianco in occasione dell'uscita del primo libro della raccolta delle tavole, curata per l'Italia dalla Free Books e dall'amico Francesco Spreafico.
Il divertente cartone è un corto tipicamente in bianco e nero, con base al pianoforte come sottofondo, dove i due nemici-amici si trovano in una fase di tregua, che non impedisce al buon Ignatz di combinare uno dei suoi soliti scherzi.
A questo punto, promettendovi che cercherò di proporvi altri di questi video (che poi sono anche quelli che ho visto da piccolo e che mi hanno ispirato l'articolo di cui vi parlavo sopra), non mi resta che augurarvi una buona visione:
Il divertente cartone è un corto tipicamente in bianco e nero, con base al pianoforte come sottofondo, dove i due nemici-amici si trovano in una fase di tregua, che non impedisce al buon Ignatz di combinare uno dei suoi soliti scherzi.
A questo punto, promettendovi che cercherò di proporvi altri di questi video (che poi sono anche quelli che ho visto da piccolo e che mi hanno ispirato l'articolo di cui vi parlavo sopra), non mi resta che augurarvi una buona visione:
venerdì 8 maggio 2009
Qualcosa da segnalare
Dopo aver creato un post appositamente per consentire ai 4 lettori del blog di lasciare un saluto passando di qua se non trovavano un articolo interessante da commentare, ecco che vi propongo un post scritto appositamente per le segnalazioni di tutti i tipi: dai problemi che si trovano ancora in giro su DropSea, a segnalazioni su roba interessante che si potrebbe trovare in giro sulla rete.
Quindi usate questo spazio per tutte le segnalazioni inerenti al blog o per tutto ciò che di interessante c'è in giro!
Quindi usate questo spazio per tutte le segnalazioni inerenti al blog o per tutto ciò che di interessante c'è in giro!
La fine dei minerali metallici
Quasi tutti i limiti di sostenibilita' sono stati superati: questo e' vero per le terre destinate all'agricoltura (quindi per i cibo), il pesce che peschiamo nei mari, per le risorse energetiche (petrolio, gas, uranio), per l'immissione di anidride carbonica nell'atmosfera...
Perseguendo l'idea della crescita economica (basata sulla ricerca del profitto e tenuta in vita dalla competizione tra le aziende) la nostra civilta' sta correndo sempre piu' veloce (esponenzialmente) verso un muro; questo si "vociferava" da tanto ma ora il muro e' li dietro l'angolo, lo vediamo. Lo scontro non sara' qualcosa che riguardera' le generazioni future ma noi, tra qualche anno, domani.
Ci troviamo di fronte alle piu' grandi crisi che la nostra civita' ha mai dovuto affrontare; il cancro capitalista sta intaccando gli organi vitali del sistema.
Nel grafico seguente potete vedere quanti anni rimangono prima che diversi minerali metallici (ipotizzando un ritmo produttivo del 2% annuo) finiscano:
In base al ritmo attuale il ferro finira' tra meno di 50 anni; stronzio e argento 10 anni; oro e zinco 15; piombo e cadmio 20; mercurio e rame 25.
E' facile immaginare l'impatto della fine di questi minerali per la civilta' industriale (elettrica ed elettronica ...).
(Riflessione veloce: forse questo spiega meglio la necessita' di militarizzare le discariche... le miniere del futuro...)
Un articolo approfondito lo trovate su:
http://www.hcss.nl/en/publication/1051/Metal-minerals-scarcity:-A-call-for-managed-auster.html
o anche su:
http://europe.theoildrum.com/node/5239
Perseguendo l'idea della crescita economica (basata sulla ricerca del profitto e tenuta in vita dalla competizione tra le aziende) la nostra civilta' sta correndo sempre piu' veloce (esponenzialmente) verso un muro; questo si "vociferava" da tanto ma ora il muro e' li dietro l'angolo, lo vediamo. Lo scontro non sara' qualcosa che riguardera' le generazioni future ma noi, tra qualche anno, domani.
Ci troviamo di fronte alle piu' grandi crisi che la nostra civita' ha mai dovuto affrontare; il cancro capitalista sta intaccando gli organi vitali del sistema.
Nel grafico seguente potete vedere quanti anni rimangono prima che diversi minerali metallici (ipotizzando un ritmo produttivo del 2% annuo) finiscano:
In base al ritmo attuale il ferro finira' tra meno di 50 anni; stronzio e argento 10 anni; oro e zinco 15; piombo e cadmio 20; mercurio e rame 25.
E' facile immaginare l'impatto della fine di questi minerali per la civilta' industriale (elettrica ed elettronica ...).
(Riflessione veloce: forse questo spiega meglio la necessita' di militarizzare le discariche... le miniere del futuro...)
Un articolo approfondito lo trovate su:
http://www.hcss.nl/en/publication/1051/Metal-minerals-scarcity:-A-call-for-managed-auster.html
o anche su:
http://europe.theoildrum.com/node/5239
giovedì 7 maggio 2009
I precedenti (3): Liti di concominio
E continuo a proporvi i video linkati da Frieda in Botta e risposta: buona visione!
Non vi sembrava una lite di condominio?
I precedenti: Senza parole | Incontro di boxe
Non vi sembrava una lite di condominio?
I precedenti: Senza parole | Incontro di boxe
mercoledì 6 maggio 2009
Roseanna
Bisogna pur leggere le origini. E' successo con Montalbano e non poteva non succedere anche con Martin Beck. E come già per La forma dell'acqua, anche questo Roseanna presenta già i pregi della saga e qualche difetto che verrà decisamente raffinato. Maj Sjöwall e Per Wahlöö, i coniugi del giallo svedesi, hanno costruito una vicenda investigativa lunga e complessa: il corpo di una donna nuda e sconosciuta viene ritrovato nell'acqua. Inizia una sfida a distanza tra Beck e la sua squadra e o sconosciuto assassino.
Al di là della vicenda in sé, i due autori oltre ad impostare gli elementi più interessanti dei loro romanzi (un crimine abbastanza usuale e quotidiano, un'indagine lunga e complessa, assolutamente realistica), hanno, in ogni caso, ancora alcuni elementi da approfondire, come il rapporto tra Beck e i suoi collaboratori, o la descrizione corale dell'indagine e del romanzo, molto incentrato sul personaggio principale.
Certo non mancano le prime puntate nella vita sociale svedese (è grazie ai romanzi della Sjöwall e del marito Wahlöö che mi sono fatto persuaso che la Svezia era decisamente molto più avanti rispetto alla media delle società europee), e in ogni caso Roseanna è un bel romanzo che può e deve essere il punto di inizio ideale per ogni nuovo lettore della saga e che, in ogni caso, non può nemmeno mancare nella libreria di ogni amante del giallo e del poliziesco.
Al di là della vicenda in sé, i due autori oltre ad impostare gli elementi più interessanti dei loro romanzi (un crimine abbastanza usuale e quotidiano, un'indagine lunga e complessa, assolutamente realistica), hanno, in ogni caso, ancora alcuni elementi da approfondire, come il rapporto tra Beck e i suoi collaboratori, o la descrizione corale dell'indagine e del romanzo, molto incentrato sul personaggio principale.
Certo non mancano le prime puntate nella vita sociale svedese (è grazie ai romanzi della Sjöwall e del marito Wahlöö che mi sono fatto persuaso che la Svezia era decisamente molto più avanti rispetto alla media delle società europee), e in ogni caso Roseanna è un bel romanzo che può e deve essere il punto di inizio ideale per ogni nuovo lettore della saga e che, in ogni caso, non può nemmeno mancare nella libreria di ogni amante del giallo e del poliziesco.
martedì 5 maggio 2009
Shannara (5): Lo spirito oscuro
La Prima Saga di Shannara si era conclusa con La canzone magica. Eppure per Brooks c'era ancora tanto da raccontare. E di materiale ne aveva abbastanza se è uscito un racconto (da noi inedito, se non ricordo male) con protagonista Jair. E il figlio minore di Wil è anche il protagonista de Lo spirito oscuro, la prima graphic novel di Shannara. Basata su un soggetto dello stesso Terry Brooks, viente adattata per il fumetto da Robert Place Napton per la sceneggiatura e da Edwin David per i disegni. Riporta in campo, come detto Jair, che viene chiamato dallo spirito di Allanon per andare ad aiutare Cogline e Kimber Bho (che avevano aiutato gli Ohmsford ne La canzone), catturati dai Mwellret che vogliono entrare in possesso della conoscenza contenuta nella apparentemente scomparsa Paranor. Questa specie di cugini di Lizard vengono aiutati da un nuovo personaggio, la Strega di Croton, un inquietante personaggio che cerca di carpire dalla mente di Cogline le informazioni che servono ai suoi alleati.
La vicenda, ovviamente, avrà un buon esito e vedrà anche il ritorno di Slanter, eppure non convince completamente: Napton, forse nel tentativo di realizzare un'opera che sia coerente con la saga e con lo stile di Brooks, alla fin fine non realizza nulla di veramente eccezionale, lasciando la sensazione che, se fosse stato Brooks a gestire l'intera faccenda avrebbe ottenuto migliori risultati pur restando un esordiente completo nel campo dei fumetti. D'altra parte di disegni di David, una timida via di mezzo tra Humberto Ramos e i manga, sono anonimi e non all'altezza dell'operazione: al confronto è preferibile il nostro esordiente Francesco Vivona!
Il finale, invece, sembra abbastanza efficace (forse lì si notano maggiormente le influenze di Brooks, che sembra abbia scritto direttamente parte di quelle scene): l'intera graphic novel, infatti, sembra sospesa su un equivoco di fondo tra un fumetto fantasy (in stile Warcraft), un manga mal fatto, un fumetto di supereroi e la saga di Brooks. La sintesi non è stata così perfetta come è sembrata agli autori, ma chi vi scrive è un semplice lettore di romanzi e di Shannara in particolare. Personalmente Lo spirito oscuro è un ottimo modo per rendere in maniera appena sufficiente un bel soggetto.
Puntate precedenti:
- La saga di Shannara
1. Il primo re
2. La spada nella roccia
3. Le pietre magiche
4. La canzone magica
La vicenda, ovviamente, avrà un buon esito e vedrà anche il ritorno di Slanter, eppure non convince completamente: Napton, forse nel tentativo di realizzare un'opera che sia coerente con la saga e con lo stile di Brooks, alla fin fine non realizza nulla di veramente eccezionale, lasciando la sensazione che, se fosse stato Brooks a gestire l'intera faccenda avrebbe ottenuto migliori risultati pur restando un esordiente completo nel campo dei fumetti. D'altra parte di disegni di David, una timida via di mezzo tra Humberto Ramos e i manga, sono anonimi e non all'altezza dell'operazione: al confronto è preferibile il nostro esordiente Francesco Vivona!
Il finale, invece, sembra abbastanza efficace (forse lì si notano maggiormente le influenze di Brooks, che sembra abbia scritto direttamente parte di quelle scene): l'intera graphic novel, infatti, sembra sospesa su un equivoco di fondo tra un fumetto fantasy (in stile Warcraft), un manga mal fatto, un fumetto di supereroi e la saga di Brooks. La sintesi non è stata così perfetta come è sembrata agli autori, ma chi vi scrive è un semplice lettore di romanzi e di Shannara in particolare. Personalmente Lo spirito oscuro è un ottimo modo per rendere in maniera appena sufficiente un bel soggetto.
Puntate precedenti:
- La saga di Shannara
1. Il primo re
2. La spada nella roccia
3. Le pietre magiche
4. La canzone magica
lunedì 4 maggio 2009
Al ritmo dei Back!
Giusto ieri Emanuela Zerbinatti su Arte e Salute ci ha proposto un bell'articolo, dal titolo L'uccellino che voleva insegnare agli scienziati a ballare, su un pappagallino particolare, tale Snowball, che si mette a ballare e a dimenare la testa come a un concerto metal mentre, in sottofondo si sentono, eccoli, i Backstreet Boys!
E visto che mia sorella li ha per un po' amati (come gruppo musicale, intendo!), ecco che vi propongo il simpatico video, rimandandovi all'articolo della Zerbinatti riguardo i dettagli scientifici della vicenda.
Buona visione:
E visto che mia sorella li ha per un po' amati (come gruppo musicale, intendo!), ecco che vi propongo il simpatico video, rimandandovi all'articolo della Zerbinatti riguardo i dettagli scientifici della vicenda.
Buona visione:
domenica 3 maggio 2009
Controlli doganali
Decurione romano: Ora si tratta del controllo di confine per entrare in Elvezia. Scendete dalla vettura. Avete niente da dichiarare?
Obelix: Ho fame.
Decurione: Che cosa avete qua?
(Il decurione tocca di Obelix il pancione)
Obelix: Un buco.
Decurione: Bene! Prima di tutto perquisite loro, poi perquisite il carro e infine i cavalli. Da dove vengono i vostri vestiti e le vostre armi?
Asterix: Dal nostro villaggio, in Gallia.
Decurione: Avreste dovuto dichiararli. Importazione abusiva, bell'affare! Proseguiamo! E cosa c'è nella borraccia appesa alla vostra cintura?
Asterix: Una bevanda. Volete vedere come funziona?
Obelix: Oh, sì!
Asterix: Glu Glu Glu Glu Questa bevanda è una bevanda magnifica che prepara il nostro druido e che ci dona una forza sovrumana...
Decurione: ?
Asterix: Sentitela un pò, PAF!
(E il decurione volò su nel cielo!)
(da Asterix e gli Elvezi, di Goscinny e Uderzo, dal volume Asterix e Obelix alla conquista del mondo, ed.Mondadori, trad.Luciana Marconcini)
Obelix: Ho fame.
Decurione: Che cosa avete qua?
(Il decurione tocca di Obelix il pancione)
Obelix: Un buco.
Decurione: Bene! Prima di tutto perquisite loro, poi perquisite il carro e infine i cavalli. Da dove vengono i vostri vestiti e le vostre armi?
Asterix: Dal nostro villaggio, in Gallia.
Decurione: Avreste dovuto dichiararli. Importazione abusiva, bell'affare! Proseguiamo! E cosa c'è nella borraccia appesa alla vostra cintura?
Asterix: Una bevanda. Volete vedere come funziona?
Obelix: Oh, sì!
Asterix: Glu Glu Glu Glu Questa bevanda è una bevanda magnifica che prepara il nostro druido e che ci dona una forza sovrumana...
Decurione: ?
Asterix: Sentitela un pò, PAF!
(E il decurione volò su nel cielo!)
(da Asterix e gli Elvezi, di Goscinny e Uderzo, dal volume Asterix e Obelix alla conquista del mondo, ed.Mondadori, trad.Luciana Marconcini)
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