Questo potrebbe essere il melanconico sussurro di Jean-Claude Izzo, il creatore del noir mediterraneo, che con la serie di romanzi ambientati a Marsiglia e soprattutto con il personaggio di Fabio Montale ha raccontato il mediterraneo e una delle città più meridionali della Francia. Ha anche raccontato uno degli aspetti più controversi della Francia a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso: l'integrazione.
Oggi sulla Torre di Babele Giano racconta degli effetti collaterali dell'immigrazione, prospettando questo come il futuro del mondo: ha ragione, ma il modo in cui guardo al problema è un po' differente.
Infatti se continueremo a produrre leggi come quelle recentemente proposta dal governo italiano , se continueremo a sorreggere buona parte della nostra economia sulla guerra nei paesi del Terzo Mondo, se continueremo ad alimentare la paura della gente verso l'ignoto, e soprattutto se continuiamo a sovraconsumare risorse a questi ritmi e in maniera così iniqua tra il mondo industrializzato e non, sarà inevitabile che la prossima grande guerra non sarà tra nazioni ma tra classi sociali: La morte dell'erba, L'anno del sole quieto, Il grande contagio, le immagini provenienti dal futuro nella serie di Eymerich, queste e molte altre sono tutte visioni apocalittiche destinate ad avverarsi, se i politici continueranno ad essere o così incompetenti nella gestione del processo di trasformazione di una società che sta diventando sempre più aperta o così interessati ad alimentare le tensioni sociali per mantenere controllo e consensi.
La Marsiglia di Izzo riusciva a sopravvivere e gli abitanti del porto avevano molte cose che li separavano, innanzitutto la provenienza, ma anche un paio di cose in comune: il mediterraneo (che è cultura e modo di vivere) e l'essere lasciati ai margini da una politica sempre più impegnata con gli affari che non con la gente.
E' quello che sta accadendo e non ce ne stiamo accorgendo.
Ciò che ci salverà? Non lo so. Forse la libertà. O forse la presa di coscienza che questa economia e questa politica non vanno d'accordo con la libertà, creando così una democrazia, questa attuale, che è solo una farsa: i rappresentanti eletti non sono più rappresentanti del popolo, ma titoli inattaccabili che pongono l'uomo sopra gli altri.
Chiudo come ieri con un bel...
Buona notte all'Italia...
Dici bene, Gianluigi. La questione è vasta e complessa e non si può certo risolverla nell'arco di un post. Le radici affondano nel tempo e nel sistema. Personalmente ho smesso di avere fiducia nel mondo politico fin da ragazzo, quando ho capito cos'era la politica e come veniva gestita. E ti assicuro che rispetto ai tanto deprecati metodi democristiani, poco o nulla è cambiato. Cambiano le persone, i simboli, i partiti, ma il "sistema" è sempre quello. E' marcio all'interno perché gli aspetti peggiori della gestione del potere sono insiti nella natura umana. Sono problemi connessi alla natura dell'uomo. E' inutile girarci intorno o fare i buonisti militanti. E' il famoso "Legno storto", impossibile raddrizzarlo. E non riguarda solo un partito o uno schieramento. Non riguarda solo l'Italia. Anzi, in confronto ad altri paesi, siamo all'avanguardia. Perché, per esempio, ci mostriamo tanto accoglienti con le persone che fuggono dalla fame, dalle guerre e dalle persecuzioni in Africa, e nessuno va a vadere di chi siano le responsabilità di tanta catastrofe nel continente africano. Perché nessuno stigmatizza le responsabilità dei loro governanti? Loro possono tranquillamente attuare genocidi ed usare i lauti contributi internazionali per acquistare armi e scannarsi fra loro, e noi dobbiamo solo accogliere chi scappa? Troppo facile. E non mi sembra nemmeno giusto. Discorso lungo. Scusa se mi sono dilungato. Grazie per la citazione, buona giornata e coraggio...:)
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