Spero sia stato un buon #SanValentino di sangue per tutti! Nel segno di #AlfredHitchcock
Inquadratura
escheriana da
Vertigo
Uno dei più grandi registi del cinema del brivido,
Alfred Hitchcock, ha reso immortali sullo schermo del cinema molti grandi romanzi.
Abbiamo già visto che Psycho è la versione, incredibilmente fedele (a parte pochi dettagli), del romanzo di
Robert Bloch, ma il maestro del
thriller si interessò anche a due altrettanto grandi maestri del
noir francese,
Pierre Boileau e
Thomas Narcejac.
Un primo tentativo di portare una loro storia sul grande schermo era andato a vuoto:
Henri-Georges Clouzot aveva anticipato Hitchcock nell'acquisizione dei diritti de
I diabolici, così, come narra la leggenda citata nel risvolto della copertina dell'ultima edizione
Adelphi, i due scrittori francesi scrissero
D'entre les morts proprio per il regista statunitense, che in effetti acquistò i diritti del romanzo e realizzò uno dei suoi capolavori,
Vertigo, meglio noto in Italia come
La donna che visse due volte.
La storia, riportata abbastanza fedelmente sul grande schermo da Hitchcock, è quella di un ex-poliziotto che inizia a indagare sulla moglie di una sua vecchia conoscenza che lo contatta dopo anni proprio per evitare che la moglie si suicidi. Ambientato nella Francia a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, il romanzo si struttura in due parti, la prima che si sviluppa a Parigi e che vede il compimento di un piano complesso che porta alla morte della donna e la seconda a Nizza, quando il protagonista prima scopre quella stessa donna, di cui si era innamorato, rediviva, e quindi del piano complesso del suo vecchio compagno di studi, di cui in qualche modo era rimasto intrappolato.
E' proprio l'ossessione generata nel protagonista che permette di classificare
La donna che visse due volte come romanzo
noir e se le ombre e i tormenti interiori nel film diventano una fotografia inquietante e opprimente, nel romanzo siamo testimoni, quasi coprotagonisti di un amore che può solo finire in un unico modo...