Stomachion

domenica 29 novembre 2020

Topolino #3392: A zonzo per la campagna

Il Toplino #3392 presenta, come ormai consuetudine in questi ultimi tempi, un sommario molto interessante. Triviamo in apertura la conclusione della nuova storia di Gervasio su Paperinik e la saga di Sir Topleton: di quest'ultima scriverò Al Caffè del Cappellaio Matto. Tra l'altro, eccezionalmente per questa settimana, per il Caffè ho intenzione di pubblicare un secondo articolo lunedì dedicato alla nuova saga con Newton Pitagorico protagonista. Quindi questa settimana qui DropSea c'è un po' più di spazio per il resto del sommario. E partiamo con una deliziosa storiella della serie Paperino Paperotto:
I sentieri del bosco
Scritta da Valentina Camerini, si basa su un "soggetto" della classe dell'allora IC (anno scolastico 2019/20) della scuola media "Curzi" di San Benedetto del Tronto (il titolo dell'istituto è più lungo di così...) che ha vinto il premio del concorso 2019/20 organizzato dal FAI insieme con Topolino.
La storia racconta dell'importanza, in ottica umana ovviamente, dei sentieri all'interno dei boschi e di come questi vengano tracciati: i vecchi sentieri, infatti, sono sostanzialmente le linee di passaggio più utilizzate da chi i boschi, di campagna o montagna, li vive, ovvero gli esseri umani, ma anche gli animali stessi, cosa che manca nella storiella. Scritta proprio come un "viaggio di scoperta" tipico di un gruppo di bambini, c'ho ritrovato, come spesso succede con le storie della Camerini con Paperino Paperotto, un po' della mia infanzia nel paesello di montagna dove passavo tutte le estati (prima di trasferirci lì durante la mia adolescenza). Ai disegni troviamo un, per una volta, anonimo Luca Usai, sebbene il tratto risulti comunque adatto alla storia.

sabato 28 novembre 2020

Amazon e la pandemia

20201128-carne-cartone-estratto-cover
In questi giorni si discute parecchio di Amazon, il noto shop online che spesso permette di ottenere a prezzi molto competitivi sia i prodotti di mercato sia, in alcuni casi, persino quelli fuori mercato. Il successo del sito in questo 2020, però, è stato ancora più travolgente, nonostante il contagio mondiale del covid19. O forse proprio grazie a esso.
Gli ordini online, infatti, sono aumentati un po' per tutti, ma il giro d'affari di Amazon è aumentato e non di poco, ma il lato oscuro di questo aumento di introiti è la gestione della forza lavoro, quella presso i magazzini di smistamento e i corrieri che poi portano fisicamente a casa quanto la gente ordina. Peraltro Amazon ha anche portato a livello mondiale il concetto che si possa ordinare online anche i prodotti non essenziali, oltre a quelli essenziali (sebbene vorrei ricordare che qualunque prodotto od oggetto è non essenziale fino a che non ci serve sul serio, sebbene trovo sconcertante che posate e padelle, per esempio, o vestiti, siano considerati meno essenziali dei cellulari...).
L'obiettivo di questo articoletto, però, non è raccontare tutta la storia, ma segnalarvi qualcuno che l'ha fatto, abbastanza bene, concentrandosi però solo dall'ottica francese: d'altra parte Jean-Baptiste Malet e Benjamin Adam sono due autori francesi e in Carne da cartone, che può essere letto gratuitamente su La Revue Dessinee Italia, hanno raccontato la lotta dei lavoratori di Amazon contro la loro ditta e le condizioni di lavoro non sicure cui erano costretti. I due autori hanno raccolto alcune testimonianze in giro per il modo (Italia, Spagna su tutte, oltre al caso di Christian Smalls negli Stati Uniti), chiudendo la loro ricostruzione in una maniera dolce amara con la vittoria dei lavoratori francesi. Gli unici.

giovedì 26 novembre 2020

Dati e vaccini

Non è il caso di ripetere la polemica relativa alle affermazioni di Andrea Crisanti, ma è più interessante riportare velocemente un paio di considerazioni (quelle che avrei fatto ieri senza la curiosità monolitica!). E' veramente roba di poco conto, ma ve la lascio lì giusto come spunto di riflessione o di discussione.
Una delle riviste più prestigiose del settore medico e farmaceutico, The Lancet, ha rilasciato due articoli su due dei vaccini che hanno più fatto parlare di se, il russo Sputnik V e il vaccino italo-britannico ChAdOx1, realizzato in collaborazione con l'azienda farmaceutica Astrazeneca. Sul vaccino russo The Lancet riporta questo commento, rilasciato alla rivista da Tarik Jasarevic, portavoce dell'Organizzazione Mondiale della Sanità:
WHO is in touch with Russian scientists and authorities and looks forward to reviewing details of the trials.

mercoledì 25 novembre 2020

Da qualunque pianeta si provenga

Avevo una mezza idea su che cosa scrivere, ma ho perso un po' di tempo a sistemare il video che vedete nel tweet qui sotto: Mi sarebbe piaciuto caricarlo da qualche parte, ma la cosa è risultata piuttosto complicata, per cui ho optato per Mastodon e da qui su Twitter grazie al cross posting di MOA Bridge.
Di che cosa vi volevo scrivere? In realtà di cose che competono questi giorni, ma alla fine la notizia del ritrovamento di un monolite d'argento, che come vedete dal video è evidentemente un manufatto e non ha nulla a che fare con il monolite tutto d'un pezzo di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, ha monopolizzato il tutto!
Devo dire che mi ha divertito mettere l'audio della scena dei primitivi primati che ritrovano il monolite nero: in effetti è l'audio relativo alla conclusione della scena, scelta fatta per evitare qualsiasi tipo di polemica con l'accostamento dei versi scimmieschi con gli incaricati del governo che scendono verso l'installazione artistica. Ed è, anche, divertente la frase con cui si conclude il comunicato ufficiale dello Utah:
E' illegale installare strutture artistiche senza autorizzazione su suolo federale gestito dal pubblico, da qualunque pianeta si provenga.

domenica 22 novembre 2020

Topolino #3391: Un calcio alla neve

Avevamo lasciato l'Endurance di Ernest Shackleton bloccata tra i ghiacci con l'equipaggio che aveva sistemato la nave per la lunga permanenza invernale fino allo scioglimento della calotta ghiacciata. I mesi che seguirono passarono tra la manutenzione della nave, l'osservazione del cielo e l'esercizio fisico grazie a una serie di attività di vario genere, come corse notturne e partite di calcio. Poi la comparsa delle prime crepe sul ghiaccio e i tentativi di riprendere di nuovo la rotta verso il continente. Purtroppo la situazione sfuggì al controllo di Shackleton che il 27 ottobre del 1915 si vide costretto a dare l'ordine di abbandonare la nave.
Inizia una lunga marcia sui ghiacci, ricca di imprevisti e problemi, primo fra tutti quello dell'alimentazione. La spedizione si accampo' sovente sui ghiacci e avanzò così a tappe più o meno forzate fino all'Isola dell'Elefante, cui il gruppo di 28 marinai approdò il 14 aprile del 1916.

sabato 21 novembre 2020

Merluzzetti

Lo so che vi devo ancora la conclusione delle recensioni dedicate a Cube Escape, ma quest'oggi vorrei concentrarmi su un giochino particolare, animal restaurant, che porta al livello degli idle la gestione di un ristorante insieme con una grafica pucciosa e accattivante, senza dimenticare anche alcuni elementi di coinvolgimento come missioni, raccolta di elementi, aggiornamento del ristorante stesso. Non amando molto gli idle probabilmente lo disinstallerò presto (mi do ancora un mese di tempo: magari dura di più, ma nulla è garantito). L'elemento interessante, però, è la moneta che viene utilizzata dagli avventori per pagare nel ristorante: i merluzzetti!

venerdì 20 novembre 2020

L'enigma quantistico

20201120-quantum-enigma
A preparare il terreno a The Holographic Principle uscì nel 2014 The Quantum Enigma, sesto album in studio degli Epica, che proprio quest'anno hanno rilasciato The Quantum Enigma - B sides, una raccolta di 9 brani che si conclude con le splendide versioni acustiche di quattro pezzi dell'album del 2014.
E a tracciare una sorta di prologo al successivo The Holographic Principle ci pensa The Essence of Silence, che attacca così:
Something is wrong
My strength has gone
Thoughts are corrupting my mind
I can see, I perceive this ain't me
Something so strong
My mood has swung
I can't get it out of my head
I believe that my mind misleads me

giovedì 19 novembre 2020

Una bisezione logaritmica

Lo so che questo post sarebbe perfetto per Le grandi domande della vita, ma la rubrica naviga un po' a vista (e comunque lo inserisco nella raccolta!), così non mi sembrava il caso di titolare al solito modo per una sola domanda, che poi è una di quelle a cui ogni tanto mi capita di rispondere su Quora. Passiamo alla domanda:
Dimostrare che \[-\frac{1 + \ln x}{1 + 2 \ln x} = e^{-\frac{1+x}{1 + 2x}}\]

mercoledì 18 novembre 2020

I figli ideali

20201118-famiglia-quasi-perfetta-cover
La recensione di questo libro mi è rimasta un po' appesa, da un bel po'. E non è quella che aspetta da più tempo (è che sono indeciso su dove pubblicarla: quando uscirà, capirete al volo cosa intendo!). Una famiglia quasi perfetta di Jane Shemilt è il libro di cui scrivevo un paio di mesi fa, che ho concluso con qualche difficoltà. E queste difficoltà sono legate non solo al periodo, ma in parte anche al libro stesso. Non dico che è un brutto libro, anzi: in fondo la lettura la consiglio, ma non è nemmeno quel genere di libro che mi ha attirato particolarmente. E il motivo, probabilmente, è che l'ho letto dall'ottica del figlio. Per farvi capire, lasciatemi raccontare gli elementi salienti della trama.
Jenny e Ted Malcolm sono una coppia di medici che abitano in una casetta a due piani in quel di Bristol. Lei è il classico medico di famiglia, lui un neurochirurgo piuttosto affermato e parecchio indaffarato. Hanno tre figli, due maschi, Ed e Theo, e una femmina, Naomi. La storia, narrata in prima persona da Jenny come un lungo flashback intervallato da momenti di vita in un cottage nel Dorset, ruota intorno alla scomparsa di Naomi e a come questo evento faccia letteralmente crollare le certezze di Jenny sulla sua famiglia, che riteneve perfetta, figli inclusi. In pratica è la costruzione di un puzzle intricato, solo che il mistero della scomparsa dell'adolescente è solo lo sfondo dell'immagine generale, una rappresentazione del marito, dei figli e di se stessa che risulta alla fine molto più realistica dell'idea che Jenny raccontava a se stessa.
Forse è proprio questo che non mi ha fatto apprezzare il romanzo fino in fondo, quell'idea che da adulti si possa essere così ingenui da restare stupiti dei segreti che i figli si costruiscono intorno, di quegli spazi da cui teniamo lontani gli adulti, spazi che Jenny si era presa da adolescente, ma che trova impossibile si siano presi i suoi stessi figli, Naomi in testa.
Il finale, poi, è al tempo stesso scontato e spiazzante, soprattutto considerando la direzione in cui stava andando la storia. E alla fine questo mix crea delusione, molto più di un finale scontato. E forse il finale è l'unica pecca che obiettivamente mi sento di dare a un romanzo che, tutto sommato, non è malvagio. Basta non leggerlo con gli occhi del figlio.

lunedì 16 novembre 2020

Ragazzine dai capelli rossi


(via tumblr)
Io sono solo un tipo gentile che non incontrerà mai ragazzine dai capelli rossi.

domenica 15 novembre 2020

Topolino #3390: In rotta verso il Polo Sud

Con una copertina che, personalmente, ho trovato fuorviante (viene rappresentato in termini di maggiore importanza il personaggio pippesco, Topolino #3390 da il benvenuto alla trilogia Sir Topleton e la sfida al grande bianco, disegnata da un sempre ottimo Paolo Mottura su testi di Sergio Cabella.
Dopo aver esordito nel 1996 su Giovani Marmotte, aveva iniziato a scriversi le storie da se intorno al 2002. Della sua attività di scritura, la maggior parte è stata come autore completo, ma già in quel periodo alcune delle sue sceneggiature veniva affidate al altri disegnatori. Poi, dal 2011 in poi (ultimo anno della sua collaborazione con Topolino) l'autore rimase nel dimenticatoio, fino ale tavole di raccordo del Classici Disney #3 dedicato a Fantomius. Ora il direttore di Topolino, Alex Bertani, è riuscito a recuperare l'autore con una storia di quelle che stanno caratterizzando la sua gestione: la grande avventura in luoghi esotici. Che in questo caso si sposa anche con la grande Storia.
Il progetto di Cabella, infatti, mira a rinarrare con l'ottica e i personaggi disneyani la famosa spedizione Endurance (anche nota come Imperial Trans-Antarctic Expedition), che aveva l'obiettivo di attraversare a piedi l'Antartide.

sabato 14 novembre 2020

Pachiderma: un intreccio cosmico

La storia di aama parte da un soggetto abbastanza lineare, una spedizione scientifica su un esopianeta, per poi virare verso una surreale visione cyberpunk. Con Pachiderma, invece, Frederik Peeters parte quasi sin da subito con le assurdità.
Siamo in Svizzera, paese natale del fumettista, nel 1951, in piena seconda guerra mondiale. La protagonista, Carice Sorrell, sta cercando di raggiungere l'ospedale dove è ricoverato il marito Pierre a causa di un incidente. E' bloccata nel traffico, causato da un pachiderma steso sulla strada. Già questo indizio pone sul chi va là il lettore su una narrazione certo veloce, ma anche surreale, che si fonda sulle visioni della protagonista di un figlio mai nato o della sua versione futura più anziana. Non sono le uniche e si mescolano con la ricerca di Carice del marito all'interno di un ospedale labirintico, intrecciandosi con le vicende del secondo protagonista di Pachiderma, il dottor Barrymore. Rispettato chirurgo, è anche un affascinante donnaiolo, con un'anima filosofica, come rivela la quadrupla all'interno della scena in cui i due protagonisti finalmente incrociano le loro strade.
Gli intrecci, gli ammiccamenti, il vero e l'immaginato che si mescolano, la spy story che sembra l'intreccio principale, ma che si rivela solo la base su cui sviluppare il tutto, e di fondo quel titolo, spiegato apparentemente solo dall'incidente all'inizio del volume e dal ciondolo della signora Sorrell, ma che in effetti ci restituisce una chiave di lettura più profonda e filosofica.

venerdì 13 novembre 2020

Il bongo e la luce

Richard Feynman aveva alcune grandi passioni: le donne, che adorava ritrarre in particolare in locali equivoci (in realtà non solo questo, ma non mi sembra il caso di approfondire la faccenda: c'è Google, se proprio vi pizzica la curiosità), e suonare il bongo. Su quest'ultimo circolano in giro diversi video, ma vi propongo qeusto in particolare a causa di un commento che vi copia/incollerò dopo il video stesso:

giovedì 12 novembre 2020

Il colore della senape bollita

Grazie alla frequentazione del Mercato della Terra con mia sorella abbiamo iniziato a consumare sempre più spesso gli alimenti di stagione, scoprendo anche alcune verdure decisamente molto interessanti. Tra queste c'è la senape, che un po' come altri alimenti, associamo alla salsa di senape, che poi è il prodotto finito, per lo più realizzato con i semi.
Mentre la salsa che vediamo di solito ha una colorazione "calda" e abastanza carateristica, tanto da meritare il nome di colore senape, le foglie della pianta hanno una più usuale colorazione verde, con qualche sfumatura rossa (ma sembra che in giro ci siano anche foglie rosse). Se proviamo a bollire le foglie della senape, otteniamo una colorazione tendente al blu, come potete (più o meno) notare nella foto qui sotto, scattata sotto una lampadina a risparmio energetico:

domenica 8 novembre 2020

Topolino #3389: Kolossal

Con i disegni di Libero Ermetti torna Area 15 di Roberto Gagnor che, con Il kolossal di Giggs torna a occuparsi di cinema e approfondisce il personaggio di Giggs, uno dei compagni di avventure di Qui, Quo, Qua in questa deliziosa serie. La storia, oltre a raccontare in maniera divertente il processo di creazione di un cortometraggio, è anche un atto d'amore per il cinema da parte di Gagnor.
Il cinema è la vita con le parti noiose tagliate
diceva un grande regista come Alfred Hitchcock, e in piccolo lo fa anche Il kolossal di Giggs.

venerdì 6 novembre 2020

Georgia on my mind

Georgia on my mind è stata scritta nel 1930 da Hoagy Carmichael e Stuart Gorrell, ma la versione più famosa è quella di Ray Charles del 1960. E proprio questa versione (qui sotto una versione live) nel 1979 è diventata la canzone ufficiale della Georgia.

giovedì 5 novembre 2020

Ritratti: Ferdinando Brusotti

Ferdinando Brusotti è stato un fisico e un inventore italiano che ha decisamente precorso i tempi, ma con scarsa fortuna, nonostante la fama internazionale raggiunta.
Si occpuò di teoria cinetica della materia e di elettrostatica, e sono soprattutto due applicazioni in questo campo a interessarci. La prima è la costruzione di un'apparecchiatura telefonica con cui condusse una serie di esperimenti tra Pavia e Lomello usando la locale linea telegrafica. Il progetto era indubbiamente di un certo valore, visto che il brevetto di Antonio Meucci era del 1871, mentre quello di Alexander Bell ed Elisha Gray era del 1876. E' interessante notare che solo nel 1877 negli USA si riuscì a realizzare una comunicazione a grande distanza, all'incirca 22 chilometri, mentre la linea tra Pavia e Lomello era lunga ben 36.5 chilometri!
L'invenzione che, però, lo rese famoso e che, con più oculatezza, probailmente anche ricco era... la lampadina!
Oggi sappiamo che la lampadina a incandescenza è un'invenzione di Thomas Alva Edison. L'inventore statunitense non rubò l'idea a Brusotti (d'altra parte il fisico italiano non lavorava con Edison, come Nikola Tesla), ma quella della lampadina era un'idea che si trovava nell'aria già da diverso tempo. Risale, infatti, al 1815 la lampada di Davy, inventata da Humphry Davy, il primo dispositivo a generare luce a partire da energia elettrica.

mercoledì 4 novembre 2020

Poteri e responsabilità

Ieri in un tweet un po' sconfortato (e direi che di ragioni ne abbiamo molte un po' tutti per esserlo) citavo una delle frasi che più identifica uno dei miei personaggi preferiti:
Da un grande potere derivano grandi responsabilità.
La vulgata più diffusa assegna questa frase a Ben Parker, ma con un approfondimento più o meno veloce, si scopre come tale assegnazione non ci sia mai stata, almeno non nei fumetti di Stan Lee. La prima volta che la frase venne proposta era in una didascalia alla fine di Amazing Fantasy #15, l'albo di esordio dell'Uomo Ragno.
Ciò che, però, è ancora più interessante è che la frase non è un parto originale di Lee, ma ha una storia che si perde fino alla rivoluzione francese:
Ils doivent envisager qu'une grande responsabilité est la suite inséparable d'un grand pouvoir
ovvero Essi (i rappresentanti) devono contemplare con una grande responsabilità il risultato inseparabile di un grande potere.
Da lì la ritroviamo, con piccole variazioni, sulla bocca di due politici inglesi. Il primo, William Lamb, nel 1817 disse:
the possession of great power necessarily implies great responsibility
ovvero il possesso di un grande potere necessariamente implica una grande responsabilità, che è molto simile alla frase che ha segnato l'Uomo Ragno. E' l'altro è Winston Churchill che nel 1906 affermò:
Where there is great power there is great responsibility
ovvero dove c'è un grande potere c'è una grande responsabilità.
E personalmente questo concetto è alla base del mio pensiero anarchico.

lunedì 2 novembre 2020

Un delfino e un'amicizia tra le stelle

Tra tutte le costellazioni, quella del Delfino è legata a una storia d'amicizia e di rispetto, quella tra Giuseppe Piazzi e Niccolò Cacciatore.
Le due stelle più brillanti di questa costellazione, Beta e Alpha Delphini, rispettivamente con una magnitudine apparente di 3.6 e 3.77, sono anche note come Rotanev e Sualocin. Questi sono i nomi che Piazzi ha assegnato loro in onore di Cacciatore, suo assistente nonché amico. Cacciatore, che nella sua carriera sarebbe stato anche direttore dell'Osservatorio Astronomico di Palermo, era anche noto con il nome latino di Nicolaus Venator. E se leggiamo al contrario i nomi delle due lettere, otteniamo proprio il nome latino di Cacciatore!
Come per tutte le costellazioni di origine classica, anche quella del Delfino ha una storia mitologica. In effetti ce ne sono due, di miti.
Nel primo la costellazione rappresenta il delfino messaggero di Poseidone, posto in cielo perché fu l'unico che riuscì a convincere Anfitrite, una delle Nereidi, a sposare il dio del mare.

domenica 1 novembre 2020

Una bomba di nome Mike

L'1 novembre del 1952 gli Stati Uniti d'America hanno fatto esplodere sull'isola Elugelab, nell'atollo Enewetak la prima bomba termonucleare della storia, denominata Ivy Mike. L'energia rilasciata, mille volte superiore rispetto alla bomba sganciata su Hiroshima, ha completamente distrutto l'isola. Mike non fu la bomba vera e propria per vari problemi tecnici, ma fu il miglior modo per testare un dispositivo dello stesso genere. Non a caso, dopo l'esplosione, vennero mandati contro la nube tossica generata dall'esplosione tre Red Flight, caccia dell'aviazione statunitense le cui ali vennero opportunamente modificate per raccogliere i campioni sparsi nell'atmosfera di Mike.
Dei tre piloti che si lanciarono contro la nube, il più "fortunato" fu Virgil Meroney che in una decina di minuti entrò dentro la nuvola atomica, raccolse i dati uscendone senza alcun problema. Bob Hagan e Jimmy Robinson, che si introdussero dentro i resti di Mike dopo Meroney, si imbatterono in una turbolenza. In particolare sembra che Robinson perse conoscenza e, a causa dell'impulso elettromagnetico, perse il controllo sulla sua strumentazione. Alla fine il suo aereo cadde in acqua a circa 3.5 miglia dall'isola, mentre Hagan riuscì a tornare alla base compiendo uno spettacolare atterraggio di fortuna.
A questo punto i filtri contenuti all'interno delle ali dei due aerei rientrati vennero "impacchettati" e spediti a Los Alamos, ovviamente non senza qualche difficoltà. Nei laboratori del Pogetto Manhattan i campioni di Mike vennero esaminati da Al Ghiorso, Stanley Gerald Thompson e Glenn Seaborg. I tre fisici rilevarono la presenza degli isotopi di plutonio-246 e plutonio-244, ma compirono anche una scoperta sensazionale, che venne secretata per alcuni anni: la scoperta degli elementi 99 e 100 della tavola periodica, fino a quel momento semplicemente previsti. Quando la scoperta venne rivelata nel 1955, i due nuovi elementi vennero chiamati rispettivamente einsteinio e fermio in onore di Albert Einstein ed Enrico Fermi.