Quando un amico chiama in aiuto
Credo che la scrittura di Francesco Artibani non sia mai stata allo stato di grazia che ha raggiunto ne Il settimo corvo. La storia non è esente da un difetto di fondo in un certo senso fondamentale, ma è più al livello di soggetto che non di sceneggiatura. In quest'ultimo caso, infatti, la storia è un vero e proprio film d'azione di stampo bondiano che porta Topolino in Inghilterra per sventare un nuovo tentativo di rapinare il tesoro della corona. Il precedente tentativo era avvenuto nel 1984 grazie a un'altrettanto magistrale storia di Osvaldo Pavese e Giovan Battista Carpi dove il nostro era affiancato da Minni. Artibani, invece, con una magistrale sequenza iniziale ottimamente disegnata da Lorenzo Pastrovicchio, riporta in campo la coppia Topolino-Gancio il Dritto.
Il merlo indiano, ideato da Bill Walsh e Manuel Gonzales per la tavola domenicale del 30 ottobre 1949 (quasi 70 anni fa), non è utilizzato molto spesso come coprotagonista. Se si escludono, infatti, un paio di apparizioni spot, l'ultima avventura lunga è di quasi due anni fa e, tendenzialmente, lo si vede una volta l'anno. Ancora più rara è la presenza di Gancetto, detto anche Bruto, figlioccio di Gancio.
Ideato da Romano Scarpa nel 1975 sulle pagine di Topolino 1048, è stato utilizzato molto poco dagli autori disneyani. Recuperato da Casty nel 2015, è comparso da allora solo in storie realizzate da quest'ultimo.Artibani, però, spezza questa sorta di monopolio con una storia che, per toni e ritmo, ricorda molto una tipica avventura castyana, introducendo anche un elemento di contrasto molto interessante tra padre e figlioccio: Gancetto, infatti, spinto dal desiderio di scoprire le sue origini, si affida a un gruppo di "cattivi soggetti" che, illudendolo di fornirgli informazioni sulle sue origini, lo convincono a collaborare alla rapina del tesoro della corona. E' qui l'unica parte debole della storia: sarebbe stato, infatti, molto interessante sviluppare un po' di più il desiderio di Gancetto di conoscere la sua storia e il contrasto che tale desiderio avrebbe inevitabilmente generato con Gancio. Forse sarebbe stato necessario allungare l'avventura di una parte, ma l'arricchimento della storia con questo elemento in più avrebbe indubbiamente compensato la maggiore lunghezza e diluizione della vicenda, approfondendo in particolare il personaggio di Gancetto.
Paperoga, maestro di musica
Un elemento diventato sempre più essenziale all'interno delle produzioni cinematografiche è quello della musica e degli effetti sonori. Così Giulio D'Antona, coadiuvato ai disegni dal maestro Roberto Marini, in questo caso particolarmente in forma, usa il buon Paperoga per addentrarsi nell'argomento.Dopo un attento studio su manuali appositi, come Fare musica improvvisata, Musica e rumore, Musica con quello che hai in casa, il devastante cugino di Paperino inizia a imperversare per la città suonando tutto ciò che gli capita sotto mano, iniziando ovviamente dalla casa di Paperino. L'incontro fortuito con Phoney, simpatica musicista che lavora nel campo degli effetti sonori, permette a Paperoga di far esplodere il suo talento nel campo.
La storia, divertente e ricca di gag, presenta anche uno degli scambi di battute più efficaci mai realizzati in una storia disneyana, visto che fa saltare subito all'occhio uno dei comportamenti meno amabili di Paperone. Paperoga, infatti, proprio grazie al suo successo nella scena underground, viene ingaggiato da Rockerduck. Alla scoperta della notizia, Paperone reagisce così:
Ha un briciolo di successo e si fa bere dalla concorrenza!Al che ecco l'impagabile replica di Battista:
Può darsi che la concorrenza abbia la sfacciata idea di pagarlo!Nella speranza che Phoney, gran bel personaggio, possa comparire anche in futuro, la chiudo qui, invitandovi, ovviamente, a tornare domani qui su DropSea e a passare anche dal Cappellaio Matto dove ci sarà la recensione della storia scelta per questo numero.
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