Stomachion

domenica 30 giugno 2019

Topolino #3318: Fantomius e la riunione dei geni

Come già settimana scorsa, anche questa settimana, tolta la storia su cui mi concentro Al Caffè del Cappellaio Matto (on-line tra poche ore), anche per la recensione di Topolino #3318 propongo due storie, quella d'apertura e quella di chiusura. Sulla nuova puntata de Le strabilianti imprese di Fantomius avevo già anticipato qualcosa relativamente a un errore piuttosto grave dal punto di vista scientifico, che però non inficia la buona qualità generale di Sulle tracce di Copernico. Andiamo, allora, a esaminare un po' più nel dettaglio la storia di Marco Gervasio.
Quando i nemici fanno comunella
La storia inizia come un classico investigativo: Fantomius e Dolly Paprika si mettono alla ricerca di Copernico Pitagorico, il loro amico nonché l'inventore che fornisce loro tutti gli aggeggi futuristici con cui compiono le loro incredibili rapine, incluso un telefono cellulare che funziona senza alcuna necessità di avere un satellite in orbita.
A parte questo dettaglio, che rientra abbastanza tranquillamente nella sospensione dell'incredulità (in fondo chi, oggi, associa i nostri smartphone ai satelliti in cielo, senza i quali non potrebbero funzionare?), Sulle tracce di Copernico vira verso l'ecofantascienza con alcuni spunti bondiani. Cuordipietra Famedoro, infatti, ingannando Cacciavite Pitagorico, figlio di Copernico e padre di Archimede, lo induce a progettare delle pillole dissalanti, evoluzione delle pillole chiarificanti realizzate alcuni anni prima per Paperone con lo scopo di chiarificare l'acqua torbida del Mississippi.
Una pillola dissalante, però, presenta difficoltà tecniche decisamente insormontabili, essendo necessaria per la dissalazione anche una certa quantità di energia necessaria per rompere i legami chimici dei sali sciolti nell'acqua. In questo senso sono le principali differenze non solo tra i due tipi di pillole, ma anche tra i due approcci alla scienza di Gervasio (e più in generale della maggior parte degli autori di fumetti nostrani e non solo) e Don Rosa. Mentre il secondo, come letto nei redazionali della sua Opera omnia la cui pubblicazione Panini Comics ha concluso da poco, è attento alla precisione scientifica e spesso è il primo a non gradire quelle sue storie dove, per vari motivi, ha dovuto dare briglia sciolta alla fantasia, Gervasio invece libera più spesso quella stessa fantasia, come nel caso delle pillole dissalanti. Quest'ultimo approccio, sebbene sia meno preciso, ha però il pregio di essere più libero e in qualche modo anche più stuzzicante.
Inoltre Gervasio, in questa occasione, strizza un occhio in maniera anche abbastanza evidente alla classica serie spionistica MacGyver quando Copernico e Cacciavite, utilizzando semplicemente una bottiglietta d'acqua salata, dei palloncini e una pila sono riusciti a fuggire dalla prigione dove li aveva rinchiusi Cuordipietra: un vero e proprio macgyverismo!
Tutta questione di naso
Il solito Paperone, per non pagare in pianta stabile l'esperto di turno, bravissimo e carissimo, lo "affitta" per un periodo di tempo limitato. Nel caso de Il naso da 1 milione di dollari, evidente riferimento alla serie televisiva L'uomo da sei milioni di dollari, l'esperto sotto contratto per una settimana è un famoso profumiere francese chiamato per creare un nuovo profumo per Paperone.
Essendo il migliore, Rockerduck metterà i bastoni tra le ruote del suo rivale, quindi è necessaria una scorta per il grande Cyrano de Fragrance, quindi Paperone pensa ai suoi due migliori, nonché unici agenti della P.I.A., Paperino, ovvero Qu.Qu.7, e Paperoga, ovvero Me.Se.12.
Carlo Panaro è, in questo momento, lo sceneggiatore che più di tutti sta portando avanti in questo periodo le storie della P.I.A. che, nonostante il successo di Double Duck, hanno proseguito a comparire sulle pagine del settimanale. L'impostazione classica delle storie, che insieme con la differenza di temi (minacce al deposito contro minacce al mondo) costituisce le differenze tra i due serial, risulta in questo caso efficace, in particolare per via della ricchezza di gag e del ritmo veloce della storia. Vista la trama, però, risulta eccessivamente parodistico l'uso di Paperino e Paperoga dei classici impermeabili da spie, che potrebbero essere ogni tanto lasciati da parte (cosa che peraltro succedeva nelle primissime storie della P.I.A.).
In tutto questo Marco Palazzi, con il suo stile alla Franco Valussi, si rivela ottima scelta per l'interpretazione di un'avventura divertente e gradevole.

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