Stomachion

lunedì 13 novembre 2017

Filogenesi

Alan Dean Foster non è solo uno dei romanzieri coinvolti nella novellizzazione di grandi film e saghe di fantascienza, come Alien e Star Wars, ma anche un autore originale di grande qualità. Ne è prova Filogenesi, primo romanzo della serie della Fondazione dello Humanx Commonwealth, che ho recuperato in una libreria specializzata in libri vecchi e fallati (ma ora chiusa).
Questo primo romanzo racconta delle interazioni politiche e strategiche che intercorrono tra razze aliene dopo il primo contatto. In particolare si inizia a delineare un triangolo particolare tra i thranx, degli insettoidi il cui pianeta d'origine presenta delle condizioni ambientali non molto simili a quelle della foresta amazzonica (caldo umido), gli aam, subdoli rettiloidi, e gli esseri umani. Questi ultimi iniziano a intrecciare dei rapporti diplomatici con i thranx per l'integrazione delle due razze in un percorso, che si immagina decennale, per vincere le reciproche ripugnanze fisiche.
I due protagonisti del romanzo sono un poeta thranx, Desvendapur, che fa di tutto per avvicinarsi il più possibile agli umani in modo da poter scrivere le poesie migliori della storia della sua letteratura, e Cheelo Montoya, piccolo criminale alla continua ricerca dell'occasione che gli permetta di sistemarsi per la vita.
Entrambi i due protagonisti si incontrano all'incirca a metà romanzo, dopo una serie di peripezie che possono essere messe in parallelo (entrambi, ad esempio, hanno sulla coscienza la morte, accidentale, di un altro appartenente alla loro razza) e sarà proprio questo incontro ad accelerare le operazioni di integrazione in un modo assolutamente imprevedibile.
I punti forti del romanzo, però, sono il messaggio di integrazione che è ancora tremendamente attuale (il romanzo è originariamente del 1999) e che va al di là delle differenze fisiche, e l'importanza degli individui all'interno di qualunque struttura sociale, ribadita da quanto afferma Montoya a un gruppo di giornalisti che lo sta intervistando prima di pubblicarne la storia:
- Perché dovrebbe importarle qualcosa del lavoro di un oscuro artista alieno? L'arte non significa niente per lei. Quel thranx non significa niente per lei.
- Non ne sono sicuro. Forse... forse perché ho sempre sentito che tutti dovrebbero aspirare a qualcosa, anche se il resto della società non è d'accordo su questo, e credo che nessuno dovrebbe morire per niente. Ho visto troppa gente morire per niente. Non voglio che succeda a me. E non voglio che succeda a Des.
Dal punto di vista tecnico, Foster si concentra soprattutto sul poeta thranx, riuscendo a descrivere con grande coerenza e precisione "la vita, l'universo e tutto quanto" dal punto di vista di un alieno che più alieno non si può! Il punto di vista di Desvendapur si fonde con quello di Montoya alternandosi senza più spezzarsi con la successione dei capitoli quando i due si incontrano, quasi a voler suggerire la graduale costruzione del rapporto di amicizia e comunione tra i due protagonisti.
Un ottimo esempio di come la fantascienza non solo sia in grado di anticipare argomenti che diventeranno essenziali nella società, ma soprattutto di suggerire strade per risolvere problemi. Che poi sono anche strade abbastanza banali da percorrere: basta solo volerlo.

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