La seconda guerra mondiale, come tutte le guerre, ha richiesto un tributo di vite umane, tra militari e soprattutto civili, come sempre molto alto. E con gli esseri umani, spesso, a soffrire sono anche le città, come nel caso di Dresda, che tra il 13 e il 15 febbraio del 1945 subì un pesante bombardamento da parte delle forze aeree britanniche e statunitensi. Ed sono proprio questo bombardamento e l'assurdità della guerra i due fili rossi intorno ai quali si dipana Mattatoio n.5 da tutti considerato il capolavoro di Kurt Vonnegut.
Uscito nel 1965, Mattatoio n.5 ha stilisticamente molti punti di contatto con i romanzi di William Burroughs. L'elemento che colpisce di più, infatti, è il modo a sincrono e non cronologico con cui i ricordi del protagonista vengono incastrati uno nell'altro. Billy Pilgrim è un ottico, vedovo, che ha un potere particolare: quello di saltare indietro nel tempo a varie fasi della sua vita. E questi salti sono, come anticipato, piuttosto casuali nel corso del romanzo, senza un vero, apparente legame logico. Questi flashback, in realtà, si intrecciano anche con visioni del futuro, rispetto al presente narrato dal romanzo, quello degli anni Sessanta del XX secolo, e sono narrati con una tecnica che ricorda molto da vicino il cut up di Burroughs. Inoltre la voce narrante, un amico di Billy, rappresenta una sorta di alter ego di Vonnegut, al pari di Kilgore Trout, scrittore di fantascienza che ricorre in diversi romanzi dello scrittore statunitense.
Billy, tra le sue molte peripezie, si ritrova poi rapito e portato sul lontano pianeta di Tralfamadore, dove viene esposto in una gabbia all'interno di uno zoo di meraviglie aliene. E' su questo pianeta che impara l'essenza del tempo, inteso come un insieme di eventi che accadono contemporaneamente, ma che noi vediamo distinti, uno di seguito all'altro, a causa di una nostra limitazione: in pratica Vonnegut porta nella letteratura i concetti all'origine del cubismo, prendendo gli elementi essenziali della rivoluzione della relatività di Albert Einstein con una delle idee espresse da Henry Poincaré a proposito di questa teoria. Il matematico francese, infatti, espresse l'idea che le nostre difficoltà nel comprendere la relatività einsteiniana erano dovute al fatto di possedere dei sensi in grado di sperimentare uno spazio a 3 e non a 4 dimensioni.
Tutto questo è, però, alla fine un po' accessorio rispetto al vero cuore di Mattatoio n.5: il suo manifesto antimilitarismo, presente non solo nel capitolo iniziale, dove uno dei protagonisti si esprime esplicitamente contro la guerra, ma anche nel resto dei capitoli grazie al racconto, a volte semplicemente ironico, altre al limite del ridicolo, delle peripezie di Billy in terra tedesca durante la seconda guerra mondiale.
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