Dopo i due volumi precedenti, non esattamente molto apprezzati, dedicati ai giochi combinatori e all'analisi di Fourier, attendevo Matematica e filosofia carico di aspettative, che Paolo Caressa, già autore del volume dedicato alla logica (ma non solo), ha completamente distrutto.
Devo essere onesto: mi aspettavo qualcosa di molto simile al Teorema di Pitagora di Paolo Zellini e invece mi trovo di fronte a un ineccepibile libro sui fondamenti logici della matematica, quindi sui teoremi di incompletezza di Godel. Il volume, quindi, non sviluppa il tema principale, che da il titolo allo stesso, ma si concentra su alcuni aspetti logici che sì, possono anche passare per filosofia della matematica, ma non certo per filosofia o per quel che ci si sarebbe ragionevolmente dovuti attendere, ovvero il rapporto tra matematica e filosofia.
A fronte, quindi, di un titolo decisamente fuorviante, il contenuto ha reso l'umore della lettura piuttosto basso (non ho mai interrotto la lettura di questi volumetti, nemmeno con il 36.mo, ma per questo ne ho sentito la necessità, nel fine settimana!) e mi ha indisposto (diciamo) nei confronti dell'autore. D'altra parte in un passaggio è sembrato che lo stesso autore non aveva ben chiaro il target, perché mescola un formalismo esagerato con un paio di commenti indubbiamente ironici, ma che non alleggeriscono per nulla la lettura, ma che anzi sanno quasi di presa in giro. Il problema del trovare un equilibrio tra gli aspetti formali e quelli più di "racconto" che possono alleggerire la lettura e renderla meno ostica nei confronti del lettore generico è indubbiamente complesso e non semplice da risolvere (come io stesso mi rendo conto), ma in questo caso risulta enfatizzato proprio dal titolo e dal tema scelti: un titolo del tipo I fondamenti della matematica avrebbe indubbiamente indotto nel lettore, quanto meno quello un po' più esperto (o quanto meno nel sottoscritto!), il giusto stato d'animo.
In generale trovo che la curatela della collana, cosa su cui mi posso spingere dopo ben 3 libri piuttosto complessi, sia abbastanza carente (e nel momento in cui scrivo mi rendo conto di quale sia l'origine di tale carenza): non solo ci sono scarsi riferimenti tra un volume e l'altro, anche quando sono collegati, ma ci troviamo di fronte ad approcci anche molto diversi, che vengono scarsamente limati o mediati per venire incontro ai lettori, generalisti o specialisti che siano.
Mentre i giochi matematici sono, come sempre, tenuti dal curatore della collana, Maurizio Codogno, per la sezione biografica Sara Zucchini ci racconta della vita di Maryam Mirzakhani, matematica iraniana prematuramente scomparsa a causa di un tumore pochi anni dopo aver vinto la Medaglia Fields. E' possibile che, come per Sofia Kovalevskaja, anche per la Mirzakhani scriverò un articolo per il Cappellaio. Ciò che mi preme sottolineare in questo caso è come, nella biografia, si sottolinea la grande differenza nella condizione delle donne in Iran, che dopo la scomparsa della matematica è andata sempre più peggiorando dopo essere stata tale da consentire a Maryam di poter eccellere in una disciplina ritenuta, a torto, terreno di conquista maschile.
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