La prima storia di Superman di Moore non è una storia con Superman per protagonista, ma il più malleabile Capitan Bretagna. Con storie di appendice apparse su vari albetti Marvel tra il 1982 e il 1984, Alan Moore insieme con un eccezionale Alan Davis ai disegni con uno stile tra Marshall Rogers e John Byrne, ha in pratica scritto una serie di storie divertenti ed intelligenti in cui sono presenti molti elementi che successivamente avrebbe riutilizzato, meglio sviluppati, nelle sue storie più famose come V for Vendetta, Watchmen, Che fine ha fatto l'uomo del domani?
L'inizio è da V for Vendetta: una Terra senza eroi, un'Inghilterra dove tutto il paese, le mosse di ogni cittadino sono controllate. Poi iniziano i problemi, una sorta di disastro multiversale(1) costringe Capitan Bretagna e i suoi amici a uscire allo scoperto, mentre il governo decide di liberare la Furia, un cybiota indistruttibile costruito per uccidere i supereroi. Il suo progettista è Jim Jaspers, un folle con il potere di piegare la realtà al suo volere, una sorta di fusione tra Joker e Mr.Mxyzptlk, che Moore utilizzerà in Che fine ha fatto l'uomo del domani? Tra l'altro, nei primi anni del 2000, Jeph Loeb e soci metteranno contro Superman un Joker super folle dotato proprio dei poteri del folletto dispettoso della 4.a dimensione nella saga Joker Imperator (recentemente ristampata dalla Planeta come Imperatore Joker).
Capitan Bretagna, però, muore per mano della Furia nella seconda storia di Moore, per poi resuscitare nella terza per mano di Merlino, una sorta di Monitor cosmico marvelliano, e della figlia Luna, rimandandolo poi sulla sua Terra, la Terra Marvel usuale. Moore gioca poi con la mente del Capitano, così come farà poi con Superman in Per l'uomo che aveva tutto, per poi riunirlo con la sorella, una telepate, e con il gruppo di esper che lavorano per il governo, braccati da un pericoloso assassino. Successivamente catapulta il Capitano nel centro di controllo del multiverso, facendolo prelevare da un commando di mercenari alla Star Wars per farlo testimoniare in favore di Saturnyne, una donna di un altro universo che fuggì dalla Terra-Jaspers lasciando il Capitano da solo contro la Furia. Durante il processo, in una vignetta, compare nascosto nel volto un inequivocabile personaggio della DC Comics: Lanterna Verde, più precisamente Alan Scott, riconoscibile dal simbolo sul petto.
Senza scendere troppo nel dettaglio della storia, si possono comunque riconoscere molti dettagli della poetica supereroica di Moore degli anni successivi, nonché molti dettagli che poi verranno utilizzati anche da Grant Morrison, in pratica il suo più abile e brillante erede, senza poi dimenticare l'ispirazione per Civil War di Millar.
Innanzitutto Moore gioca, divertendosi, con il multiverso e con la realtà stessa, gettando Capitan Bretagna in una folle lotta contro Jaspers, una sorta di Cappellaio Matto (e l'accostamento non è improbabile, visto che ad un certo punto crea dei personaggi per popolare il suo universo che sembrano usciti proprio da Alice nel paese delle meraviglie), poi utilizza alcuni personaggi che poi ricompariranno, opportunamente modificati, su Top Ten. La crociata di Jaspers contro i supereroi, che inevitabilmente tornerà a fare da sfondo in Civil War, saga dai toni per certi versi più soft, se vogliamo, grazie all'intervento di Iron Man, sembra abbastanza simile alle paure della gente nei confronti dei metaumani in Watchmen, quelle stesse paure che li misero al bando su quella maxi-serie. L'uso della televisione e dei mezzi di comunicazione di massa più in generale, già utilizzato da Orwell, tornerà poi in V for Vendetta, così come nello stesso Watchmen, per il controllo e l'indottrinamento della gente, mentre i campi di concentramento per supereroi saranno poi ripresi da Morrison per Gli Invisibili. La cappa di terrore, poi, presente in tutto V, è già qui in Capitan Bretagna, così come poi sarà anche ne La pietra dei tempi di Morrison, saga della sua JLA. Gli scarafaggi, la polizia al soldo di Jaspers per controllare e catturare i metaumani, sono identici nella grafica agli Arconti, i nemici degli Invisibili nell'omonima saga morrisoniana. Non dimentichiamo poi Anarchy in the UK, che diventerà Entropy in the UK, entrambi ispirati al primo singolo dei Sex Pistols gruppo punk britannico che potremmo considerare fonte ispirativa per entrambi gli sceneggiatori, e poi la chicca finale della riunione delle versioni alternative di Capitan Bretagna in occasione del funerale di Merlino, che consente a Moore di chiudere la saga e di citare il ciclo arturiano, estremamente legato alla saga del Capitano.
Quando si parla degli anni Ottanta del XX secolo come il periodo in cui i supereroi vennero decostruiti per essere proiettati in un'era più oscura, spesso ci si dimentica di questo ciclo, che viene citato solo perché in uno dei primissimi episodi il personaggio principale, Capitan Bretagna, viene ucciso, per poi risorgere nell'episodio successivo. Eppure in questa occasione Moore sperimenta una serie di soluzioni e di intrecci narrativi che utilizzerà nel seguito della sua carriera (altri passi importanti, invece, li farà sulle pagine di Swamp Thing) e che influenzeranno moltissimi autori, anche partendo da questa stessa saga, come abbiamo visto. Nelle mani di Moore, Capitan Bretagna viene smontato e rimontato, diventa un giocattolo con il quale il mago (per autodefinizione) di Northampton inizia veramente ad esplorare il potenziale di un genere, quello supereroico, che contribuirà a far brillare anche da un punto di vista diverso, forse per assurdo più spensierato rispetto a quello che Frank Miller proporrà con Batman.
(1) Probabilmente quello che stavano preparando Wolfman e Perez per l'Universo DC stava trapelando nel mondo dei comics supereroistici
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