Il postino porta sempre scompiglio
Co-protagonista della storia, disegnata con il solito tratto dinamico e carpiano da Andrea Freccero, è il buon Paperoga, nelle vesti di postino. In questo caso, per limitare al massimo i disastri che sta combinando nel suo ruolo di supplente temporaneo e transitorio gli viene assegnata come zona il Cocuzzolo del Misantropo. Anche in questo caso, però, i guai sono dietro l'angolo, sebbene una buona mano gliela da anche il buon Dinamite Bla, che con la spingarda dal grilletto facile rovina la posta a lui indirizzata. I resti della lettera di Truz, purtroppo mal interpretati, generano un equivoco che porta Dinamite a mettere la maschera del suo eroe preferito: ecco allora che Il segno del Buzzurro diventa una divertente parodia del classico Il segno di Zorro, con tanto di inseguimento finale, ovviamente ai danni di chi non devo sottolinearlo!
Tra Cimino e Michelini
Il numero si conclude con una splendida prova da autore completo realizzata da Blasco Pisapia. La storia, dal titolo prettamente ciminiano, La preveggenza favolatoria, sembra in effetti riprendere i classici soggetti di Fabio Michelini. Pippo, infatti, esplora la sua soffitta strapiena dei cimeli della sua numerosissima famiglia, ritrovando anche alcune storielle da una pagina per bambini che aveva scritto e disegnato tempo fa. Incredibilmente queste storiele ottengono un grande successo, tanto che l'editore del Mousetown Daily gli chiede di proseguire con la scrittura dei raccontini. Pippo, in crisi creativa, inventa il solito e illogico rituale che gli permette di sognare le storielle che poi avrebbe scritto al mattino una volta sveglio. Queste storielle, però, sembrano anticipare alcuni eventi di cronaca che avvengono nei giorni successivi in città, ed è proprio questo dettaglio a generare i problemi per Pippo e per il suo amico Topolino, in una storia divertente e appassionante dove Pisapia dimostra, come sempre, di conoscere molto bene il carattere del pippide più famoso di casa Disney.
Senza infamia e senza lode
Il giudizio del titoletto per Donald Quest: The rock of fire di Riccardo Pesce e Marco Mazzarello è sostanzialmente più positivo di quel che, ripensando alla storia, mi verrebbe in mente. La storia procede indubbiamente a un buon ritmo, forse eccessivo, ma risulta nel complesso confusa, con un alternarsi di vicende eccessivo rispetto al numero di pagine complessivo della storia. Inoltre, nonostante tutti i disastri, i ramarri inviati dal Mago Basilisco per opporsi all'altrettanto disastrante Paperino, sembrano ottenere l'effetto desiderato. Nonostante ciò Basilisco scende in campo in prima persona, spiazzando non poco il lettore.Alla fine l'unica cosa che salverei di questa seconda saga di Donald Quest è il messaggio collaborativo con cui si conclude il quarto episodio.
Con questo numero, infine, si completa il gioco di carte a turni Donald Quest, di cui spero di farvi una recensione prossimamente.
Prepararsi al divertimento
Poco fa ho mentito sapendo di mentire: il numero di Topolino non si conclude con La preveggenza favolatoria, ma con il prologo di Paperinikland, storia di Marco Gervasio e Giorgio Cavazzano la cui prima puntata verrà pubblicata sul #3353. E dalle premesse potrebbe essere la storia migliore di Gervasio.
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