Stomachion

domenica 7 novembre 2021

Topolino #3441: L'autunno è tornato

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Il riferimento nel titolo del consueto articolo topolinesco domenicale è a Foglie Rosse: Interludio, storia in due parti con cui Claudio Sciarrone ci riporta nelle atmosfere della sua saga fantascientifica che fu anche il suo esordio come autore completo. Forse sembrerò un po' di parte, ma è indubbiamente la storia migliore del numero per distacco.
Questo Interludio è indubbiamente costruito molto bene: da un lato la storia inizia ad affrontare i problemi degli alieni giunti sulla Terra alla fine della prima saga, dall'altro introduce il nuovo antagonista dei protagonisti. E in puro stile E.T. è l'esercito, che sta iniziando a interessarsi alle strane emissioni di energia collegate con la musica quantistica (come viene definita) della band di Tip e Tap.
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C'è anche un riferimento a Stranger Things: i pezzi del ponte spaziale sono contenuti all'interno di una ampolla di vetro in possesso dell'esercito e sembrano muoversi di vita propria un po' come il materiale raccolto dal Sottosopra nella terza stagione della serie Netflix.
Sciarrone, poi, libera anche un ulteriore elemento narrativo per i ragazzi e i loro amici alieni: tramite la musica quantistica, infatti, il gruppo è in grado di aprire dei veri e propri piccoli ponti di Einstein-Rosen che permettono loro di spostarsi quasi istantaneamente in vari punti del globo, mostrati peralro con delle vignette molto belle ed efficaci nonostante lo spazio ridotto: tutto merito della griglia adottata per l'occasione con vignette a sviluppo orizzontale. L'autore, poi, non dimentica il messaggio ecologista, già presente nella prima stagione, e anzi qui è esaltato dalla passione degli alieni per il nostro pianeta e per la gran varietà di culture che esso contiene.
E' semplicemente una gioia leggere questo Interludio!
In viaggio con Magellano
Nonostante sia scritta in maniera impeccabile, la prima puntata di Paperin Pigafetta: Oltre i confini del mondo di Pietro Zemelo e Paolo Mottura non convince completamente. La storia rivede in chiave disneyana il viaggio intorno al mondo di Ferdinando Magellano, esploratore spagnolo, al cui seguito si unì, divenendone ben presto uomo di fiducia, il nobile vicentino Antonio Pigafetta. Furono proprio i suoi diari, scomparsi per un paio di secoli e ritrovati solo nel 1797, a fornirci molte delle informazioni su quello storico viaggio.
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La versione disneyzzata del viaggio di Magellano, però, non è per nulla all'altezza di quanto fatto da Sergio Cabella con l'impresa di Ernest Shackleton. Non solo non si respira l'atmosfera della grande storia, ma si ha la sensazione di essere di fronte a una parodia, quasi una copia di Moby Dick. Magellano, infatti, viene fatto interpretare da Paperone, che viene così caratterizzato in maniera a dir poco ambigua: da un lato avido con le sue ricchezze, dall'altro pronto a inseguire un sogno e non per le ricchezze che potrebbe acquisire, ma per il sogno in sé. Pigafetta, invece, nelle vesti di Paperino diventa un marinaio spiantato sempre in fuga dai creditori o dai capitani delle navi dove ha combinato un qualche disastro, con il sogno di essere uno scrittore e magari portare a termine una grande impresa.
L'aderenza storia è, dunque, prossima allo zero e forse una storia senza alcun riferimento preciso avrebbe avuto molto più senso. Il problema, infatti, è che senza il riferimento storico originale, sarebbe molto più semplice godersi la bella storia di Zemelo, come sempre splendidamente illustrata da Mottura.
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Il numero, poi, presenta anche la prima puntata di Grosso guaio a Paperopoli, storia di Marco Gervasio da un'idea di Alex Bertani per i disegni di Giuseppe Facciotto. Forse posso anche concedere che la scena iniziale, con Paperino ancora a letto a ronfare alle 11 di mattina mi abbia mal disposto nei confronti della storia, ma posso dire di non aver letto un Topolino peggiore di quello tratteggiato da Gervasio? In poche pagine lo sceneggiatore è riuscito a buttare a mare anni di lavoro da parte di autori come Tito Faraci, Francesco Artibani, Casty, e tutto questo per mettere in scena un confronto con Paperinik che indubbiamente richiama i confronti tra i Superman e Batman degli inizi della loro carriera. Topolino non è mai stato così ingessato, ingenuo e sprovveduto come quello mostrato da Gervasio, peraltro nemmeno durante Anderville (lo so, dovrei chiamarla Mickey Mouse Mystery Magazine...). E' se possibile abbondantemente più antipatico del Topolino di Guido Martina: forse mi conviene tornare a leggere MMMM.

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