Il primo capitolo, l'unico veramente divulgativo, compie un excursus storico e introduce le prime definizioni che verranno poi utilizzate nei capitoli successivi. Insieme allo stile forse eccessivamente accademico in alcuni passaggi, ha un difetto che poteva essere un po' mitigato posponendo la sua uscita nella parte conclusiva della collana. Infatti, nonostante l'autore abbia ben chiaro lo scopo del libro, come ben evidenziato in un passaggio nelle pagine finali:
(...) introdurre il lettore curioso ma non necessariamente armato di bagagli teorici ad alcuni aspetti dei legami fra musica è matematicami sento di poter dire che tale obiettivo sia sostanzialmente fallito, rischiando come contraccolpo di incidere sui futuri volumi della collana e sulla definitiva scomparsa di quei pochi lettori non matematici che magari ancora seguivano i volumi di questa piccola enciclopedia matematica da edicola.
Il punto, infatti, è che per seguire senza perdersi tra i meandri di quanto raccontato da Andreatta sono necessari alcuni bagagli teorici di base come per esempio l'algebra dei grupppi, una minima idea di cosa sia un gruppo (e magari anche un gruppo di simmetria), un po' di topologia, tutti argomenti che in qualche modo dovrebbero venire trattati più avanti nella collana.
Ovviamente per non appesantire la trattazione con la necessità di introdurre questi concetti, cosa che invece altri autori non hanno sentito la necessità laddove avrebbero potuto più agevolmente fare riferimento a volumi precedenti, spostare il libro più avanti nell'uscita, come avevo scritto qualche riga sopra, avrebbe indubbiamente giovato.
Direi che questo Matematica e musica, sia per un fallimento negli obiettivi stessi del libro sia per la sua posizione nella collana, la si debba considerare la classica "zappa sui piedi", ulteriormente enfatizzata dalla scarsa adattabilità anche della sezione dei giochi matematici, questa volta proposti da Maurizio Codogno a tema musicale. In questo caso specifico non avrei lasciato la classica struttura problemi/soluzioni, ma avrei mescolato queste all'interno del testo principale: in questo modo, per assurdo, la sezione dei giochi matematici sarebbe stata molto più efficace negli scopi del libro dello stesso testo di Andreatta!
Per fortuna la sezione delle biografie di Sara Zucchini non tradisce troppo le attese: in questo 13.mo volume, infatti, si dedica a Charles Babbage e Ada Lovelace, due figure fondamentali nello sviluppo delle così dette macchine calcolatrici, quelle che oggi chiamiamo computer. In effetti il testo, probabilmente a causa della limitatezza dello spazio, non approfondisce molto la figura della Lovelace, concentrandosi un po' di più su Babbage, ma, appunto, questo è solo un elemento dovuto allo scarso spazio a disposizione.
Vorrei, però, nelle righe finali, sottolineare le motivazioni della mia valutazione abbastanza negativa del volume. Dal punto di vista stilistico e dalle capacità di Andreatta di trasmettere il suo entusiasmo, per me è indubbiamente un ottimo testo. E' sicuramente piuttosto complesso da seguire, come ha anche scritto lo stesso Maurizio nel post di presentazione (che ho trovato molto più schietto rispetto all'introduzione del volume), ma a mio avviso fallisce negli obiettivi sia interni al libro stesso, sia valutato nel complesso della collana. E questi due punti, secondo me, sono molto più importanti proprio per il contesto in cui è distribuito rispetto alla valutazione del libro se preso come opera singola e a se stante, magari in una libreria specializzata.
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