
Al di là dell'effettiva realtà delle cose, la frase ha un che di epico, un po' come le classice Vendicatori per sempre o Titani uniti o altre frasi a effetto del mondo supereroistico (e non solo) diventate ormai iconiche per gli appassionati. Che poi è lo stesso effetto che genera nel lettore quando Dippo e gli altri giovani de Le isole delle comete pronunciano la frase di fronte a Flint jr., l'avversario di questa seconda stagione che, un po' per ossessione un po' per cercare di compiacere il padre, tormenta ciò che resta delle Comete per riprendersi un segreto che crede appartenere alla sua famiglia.
Il punto più alto (o più basso, dipende dai punti di vista) che Flint jr. raggiunge è quando, in una scena splendidamente raccontata dai due autori, Pietro Zemelo e Nico Picone, si accanisce sul Daylight con una chiave inglese: in quel caso i due autori riescono a far esprimere al loro personaggio tutto il dolore e la rabbia accumulati nel corso degli anni a causa della sua ossessione.
E' significativo, proprio nell'ottica di questo anti-personaggio, il confronto con Mick, che invece ha deciso di non farsi influenzare dalla storia della famiglia e cercare una strada differente, che poi alla fine lo ha portato a inseguire un sogno. In un certo senso la differenza tra i due personaggi è la stessa differenza che intercorre tra sogno e ossessione: una differenza in qualche modo sottile, ma che in questo caso è legata a due modi differenti di vivere la vita: alla ricerca della propria autonomia, per Mick, o della compiacenza della famiglia, per Flint jr.
Il finale della saga è sufficientemente chiuso da non lasciare nel lettore un senso di delusione se non dovessero esserci altre storie ambientate in questo universo narrativo, ma al tempo stesso è abbastanza aperto da consentire agli autori di tornare a parlare delle Comete!
Di nocciole, poliziotti e innamorati

La cosa è stata resra possibile, come ben evidente leggendo l'articolo di Francesca Agrati, perché effettivamente il creatore di questa crema non è noto, sebbene le circostanze storiche che hanno portato alla sua ideazione siano le stesse usate da Cabella nella sua sceneggiatura. D'altra parte l'idea che sia stata una creazione in qualche modo collettiva e indipendente realizzata da diversi pasticcieri non dovrebbe nemmeno essere così assurda.
Procedendo a ritroso con il sommario ecco un sentito omaggio di Niccolò Testi e Giorgio Cavazzano all'hard boiled e al noir mediato attraverso la comicità di due caratteristi del calibro di Manetta e Rock Sassi. Una strana nottata è una storia divertente e leggera, che però mostra anche come la polizia in generale e negli Stati Uniti in particolare sia a rischio critiche, visto che uno degli interventi di Manetta risulta decisamente inopportuno e fuori luogo. E sappiamo che nella vita reale sarebbe finito diversamente da un'ombrellata in testa al poliziotto.
E infine ecco la storia di apertura, Si SanVa chi può dedicata a San Valentino. Scritta da Sergio Badino, è una storiella in tre parti disegnata da Alessandro Perina, Marco Mazzarello e Luca Usai indubbiamente divertente, ma che forse incide poco, anche se questo mio sentire la storia potrebbe essere dovuto alla tematica.
Da rilevare, in chiusura, la citazione colta di Andrea Freccero, che con la sua copertina omaggia Il bacio di Francesco Hayez, con Paperino e Paperina che interpretano i due innamorati subito dopo... il bacio, appunto!
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