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domenica 9 febbraio 2025

Topolino #3611: Omaggio alle case infestate

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La produzione di Algernon Blackwood, che ho iniziato a conoscere grazie ad alcuni libriccini della ABEditore, si sviluppa soprattutto nell'orrore: ghost stories, gotico e altre derivazioni del genere. Come sappiamo da diverso tempo su Topolino si stanno omaggiando diversi autori del genere, sia all'interno della serie de L'ora del terrore di Lord Hatequack, sia con storie in qualche modo estemporanee, e finalmente è venuto il momento di un omaggio proprio a Blackwood. In particolare è il bis-bis di Pippo, Algernon de Pippis, a incarnare lo scrittore del brivido britannico, essendo anche questo avo di Pippo uno scrittore del brivido, con una particolarità: era anche un grande amante degli scherzi.
La storia, ambientata nella vecchia magione di ALgernon de Pippis, vede Pippo, alla ricerca dell'ispirazione, e Topolino esplorarla seguendo le situazioni da brivido apparentemente inspiegabili, cui il buon Topolino prova a dare una lettura razionale. La storia, quindi, La lunga notte dello sghignazzatore, diventa una sorta di paralipomeno de I mercoledì di Pippo, cui i due sceneggiatori, Marco Nucci e Niccolò Testi, fanno riferimento in maniera abbastanza esplicita con la battuta di Pippo:
(...) tu sei il mio lettore preferito, Topolino!
Bello, divertente e ricco di dettagli il tratto rotondo di Andrea Maccarini che riesce a integrare perfettamente all'interno di alcune scene particolarmente oscure e inquietanti, gestendo in maniera ottima tutti fli sbalzi di umore presenti nella storia: un omaggio divertente e ironico al genere e a Blackwood.
Di gatti e patate
Particolarmente degne di nota due storie abbinate ad altrettanti articoli piuttosto interessanti. Il maggiordomo felino di Enrico Faccini arricchisce la nutrita schiera di personaggi di contorno delle storie con Malachia protagonista aggiungendo un gatto maggiordomo esperto di buona creanza felina in una storia che è un crogiolo di gag a ripetizione una più divertente dell'altra. E subito dopo ecco un bell'articolo di Santo Scarcella dedicato ai gatti e ricco, questo, di molte curiosità, come per esempio quello sulle fusa, che non sono necessariamente legate a un qualche stato di felicità dell'amico micio, o sulle loro capacità di equilibristi, che sono essenzialmente legate alla loro particolare struttura ossea. Senza dimenticare una sezione di ben due pagine dedicata al rapporto dei giapponesi con i gatti!
Con I tuberi di Papermentier, invece, Sergio Cabella con il supporto di Ottavio Panaro ai disegni racconta, nella tipica trasposizione disneyana, l'introduzione e la diffusione delle patate nella Francia di re Luigi XIV. I due principali protagonisti sono Pico e Paperone e la vicenda segue, con le opportune variazioni, proprio i fatti storici legati alle vicedne di Antoine Augustin Parmentier, l'agronomo che riuscì a convincere il re a togliere la legge che bandiva le patate, che all'epoca si consideravano nocive per la salute, e che successivamente, grazie a delle vere e proprie operazioni di marketing in tutto simili a quelle portate avanti da Pico e Paperone nella storia, riuscì a vincere la differenza del popolo e dei nobili, introducendo anche diverse ricette culinarie legate alle patate. Come tra l'altro ben racconta Francesca Agrati nell'articolo che segue la storia.
Ossessione
Con questo quinto (11.mo in totale) e penultimo episodio della seconda stagione de Le isole delle Comete veniamo, finalmente, a conoscenza di chi è realmente sulle tracce di Mortimer McMouse e, soprattutto, dell'origine di questa ricerca, l'ossessione di un bambino verso le Comete. E le ossessioni che nascnono da bambini sono le più difficili da dimenticare, e anzi crescono, si ingigantiscono fino a esplodere, proprio come è successo nel corso di questa stagione trovando un primo, drammatico culmine proprio con questo Flight 011.
La storia, poi, si completa con due parenti che si ritrovano, degli amici in crisi a causa dei segreti tra loro, e l'attesa verso quella che si prospetta una decisamente grande conclusione. Ed è un vero peccato che l'episodio scritto da Pietro Zemelo abbia dato poche occasioni a Nico Picone di mostrare vignette d'impatto come negli episodi precedenti. D'altra parte questo è stato un episodio psicologicamente molto intenso dove la gestione dei personaggi era essenziale.

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