Stomachion

sabato 1 febbraio 2025

Crisi Oscura sulle Terre Infinite

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Dopo Metal e Death Metal avevo un po' perso le tracce dei crossover DC Comics, poi, visto che i Titans stavano riprendendo un ruolo centrale nelle storie di questo universo narrativo, ho deciso di leggere Beast World. La premessa della saga era piuttosto semplice: la Justice League aveva lasciato la protezione della Terra a Nightwing e ai Titans: molto singificativa e toccante la scena nel finale del 5.o volume italiano di Nightwing in cui Bruce Wayne consegna con fiducia questo compito nelle mani di Dick Grayson. E Beast World è proprio la prima grande crisi di livello planetario affrontata dai Titans, con una scelta molto singificativa: affrontare Starro (non esattamente, in effetti, ma avremo modo di raccontare la cosa in altra occasione), che era stato il primo avversario affrontato dalla Justice League.
Con la prosecuzione della lettura, però, più i redazionali che la storia aumentarono la mia curiosità nel voler leggere la saga precedente, Crisi Oscura sulle Terre Infinite, che in effetti è stata la prima prova per gli eroi della Terra senza la Justice League. Prologo alla saga, infatti, è stata la morte della Justice League nella sua interezza, o quasi.
La Grande Oscurità
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Come tutti gli appassionati della Legione dei supereroi sa, la Saga della Grande Oscurità è una delle saghe più drammatiche e intense del supergruppo del futuro che l'ha vista affrontare Darkseid. Venne riportata all'attenzione dei lettori grazie all'ultima saga di Brian Michael Bendis nel suo periodo alla DC Comics, solo che in effetti era solo il prologo, l'introduzione a una versione ancora più minacciosa della Grande Oscurità. E fu quest'ultima che la Justice League di Joshua Williamson e Rafa Sandoval affrontò sull'ultimo numero, il #75, della serie iniziata nel 2018.
La storia, pubblicata in Italia sul Justice League #31 della Panini, vede la JLA affrontare Pariah e il suo "esercito oscuro". Pariah era uno dei personaggi più drammatici di tutta Crisi sulle Terre Infinite, condannato a vedere la fine delle Terre parallele ad opera dell'Anti-Monitor. La mente di Pariah, alla fine, cede alla follia e al richiamo della Grande Oscurità, come letto sul primo numero dell'edizione italiana di Crisi Oscura sulle Terre Infinite, e così decide di affrontare la JLA al completo e ucciderla, lasciando come unico testimone Black Adam, il cui compito principale è quello di portare la notizia sulla Terra e diffondere così il panico tra i terrestri.
In effetti la JLA era già stata uccisa in blocco nella saga The obsidian age degli inizi del duemila. Scritta da Joe Kelly con il contributo principale di Doug Mahnke (ma non fu l'unico), ha visto l'intero supergruppo DC Comics perire ad Atlantide nel passato mentre nel presente c'era un gruppo di sostituti guidato da... Nightwing!
La cosa, dunque, non era completamente nuova, e neanche il neanche troppo nascosto pensiero di Dick che la League fosse ancora viva da qualche parte nel multiverso.
Alimentare l'oscurità
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Ideata sempre da Williamson, questa volta con il supporto ai disegni di Daniel Sampere, Crisi Oscura si sviluppa su piani differenti. Il primo si svolge sulla Terra, con Nightwing che cerca di mantenere serrate le fila degli eroi mentre Deathstroke fa il lavoro sporco al posto di Pariah. La scelta di questo confronto è significativa, visti i trascorsi piuttosto "burrascosi" tra il mercenario e Nightwing e i Titans. E Williamson riesce a catturare molto bene l'essenza di questo rapporto, che oscilla tra un odio, ma anche un rispetto reciproco e una confidenza dovuta alla lunga conoscenza. Deathstroke, d'altra parte, risulta particolarmente assetato di sangue, riuscendo a mettere in campo un efferato esercito di criminali: prima del gran finale, la scena più significativa è l'attacco alla torre dei Titans, da cui Dick farà un po' fatica a riprendersi.
Il secondo piano è quello del multiverso dove Pariah e il suo esercito oscuro si prepara a sferrare il colpo finale al multiverso stesso: il piano di Pariah è correggere gli errori di cui si incolpa e la soluzione che adotta in qualche modo ricorda il vecchio evento di Convergence, che diede il via alla chiusura dell'esperienza dei New 52.
Quando questi due piani narrativi alla fine si scontrano, a farla da padrone, almeno nelle intenzioni di Williamson, dovrebbe essere proprio Dick, in grado di sconfiggere grazie alla sua forza e determinazione la Grande Oscurita. Devo dire, però, che questo ruolo di Nightwing non possiede la forza narrativa e l'epicità, per esempio, di come viene descritto proprio il suo avversario, Deathstroke, che alla fine è il personaggio meglio caratterizzato della saga.
Un po' forzatamente marginali appaiono, poi, le Lanterne Verdi, e questo nonostante il ruolo sempre più centrale che si ritagliano nel corso della saga: personalmente mi sarei aspettato Hal Jordan o un'altra delle Lanterne pronti ad aiutare e supportare Dick nel finale, lasciando invece questo ruolo a Black Adam, personaggio che è cresciuto e non poco nel corso di tutta la saga, aggiungendo un ulteriore tassello al percorso intrapreso da Bendis nella sua gesatione della JLA.
Nel complesso indubbiamente una saga bella e appassionante, ma in qualche modo un po' "scolastica". Non all'altezza di Death Metal, per esempio, ma comunque con dei piccoli momenti epici ed emozionanti.

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