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Andrea Malgeri, infatti, per il suo esordio come autore completo riprende un'idea analoga, ma la ambienta a Venezia, al tempo dei dogi e delle maschere, dei carnevali e degli artisti da strada. Disegnata con uno stile per lo più scarpiano (in molte pagine, devo dire, mi ha ricordato Alessandro Del Conte), racconta di un gruppo di attori da strada che, di fronte ai soprusi e alle ingiustizie, indossa dei costumi, non quelli della commedia dell'arte, e come tanti piccoli Batman affrontano i malvagi e difendono i deboli. D'altra parte l'epoca era piena di violenza, con compagnie di mercenari che, tra un ingaggio e l'altro, spesso taccheggiavano i piccoli villaggi contadini di cui era piena la nostra penisola, devastandoli e lasciandosi andare a efferate violenze quando questi provavano a ribellarsi. E in effetti Malgeri, nel prologo, ma non solo, non risparmia al lettore questi momenti, che però non arrivano alle estreme conseguenze proprio grazie all'intervento de Le Maschere.
Malgeri dimostra una grandissima maestria nell'essere riuscito da un lato a mostrare i caratteri usuali dei paperi quando indossano le maschere della commedia dell'arte, e a renderli degli eroi comunque credibili quando combattono i soprusi. L'attesa per il prosieguo della vicenda è, quindi, più che giustificata!
Oltre le colonne d'Ercole
Il mito delle colonne d'Ercole, che sono oggi identificate con il stretto di Gibilterra, la porta tra il Mediterraneo e l'Atlantico, è molto più della semplice idea dietro un mondo piatto e limitato. Di fatto è esso stesso una metafora dei limiti della conoscenza. E in un certo senso è usato con lo stesso spirito anche da Sergio Cabella ne Ai confini del mondo, primo episodio di Topeo scienziato viaggiatore. Disegnata da Marco Palazzi, racconta le avventure di un terzetto di amici in barca con un cane (come I tre uomini in barca di Jerome K. Jerome) che, trascinati dal sogno di Topeo, decidono di attraversare proprio le colonne d'Ercole.Nella storia Cabella, e per questo sostengo l'uso metaforico delle colonne anche nella sua storia, imbastisce un confronto tra Topeo, avventuriero sì, ma anche anacronistico leonardo (anche se la cosa non da poi tanto fastidio), che sostiene la sfericità della Terra, e Pipponio, più filosofico, che invece ritiene che effettivamente oltre le colonne d'Ercole si trova il confine del mondo.
D'altra parte tale confine era già stato superato dai fenici, che avevano stabilito diverse colonie lungo la costa atlantica, e questo fatto, ovvero che le colonne erano geograficamente già state superate, viene ribadito nella storia dalla nave mercantile che salva i nostri nel corso delle loro peregrinazioni marine. Tra l'altro, piccola chicca, per come vengono disegnate le isolette su cui Topeo e amici naufragano, mi sono venute in mente le Canarie, isole al largo della Spagna dove sorge il Telescopio Nazionale Galileo.
Probabilmente sarà ancora più interessante il secondo episodio (cui dovrò cercare di prepararmi per tempo, ma che ancora non si sa quando verrà pubblicato) visto che sarà coprotagonista Eratostene, o meglio la sua versione disneyzzata: Topostene.
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