Versione, leggermente modificata, dell'introduzione del cielo del mese di febbraio su EduINAF.
C'è stato, per un po', qualche dubbio sul sesso di Pandrosion di Alessandria. Quando nel 1878 il filologo tedesco Friedrich Hultsch preparò la sua raccolta e traduzione degli scritti di Pappo di Alessandria, suppose che tutti i riferimenti femminili a Pandrosion fossero errati, per cui decise di tradurre il nome al maschile. La cosa proseguì fino a che nel 1988 Alexander Raymond Jones non portò nuove convincenti osservazioni che supportavano la "femminilità" di Pandrosion o, italianizzandolo, Pandrosia.
Ciò che sappiamo di lei e della sua scuola matematica ci viene dal terzo libro del trattato matematico di Pappo, che, un po' polemicamente, le ha dedicato l'opera. Il matematico alessandrino, in particolare, esamina due risultati ottenuti da due studenti di Pandrosia, ma con toni che fanno supporre che la matematica possa aver avuto un ruolo piuttosto importante nello sviluppo di questi metodi. Il primo metodo che Pappo critica è quello relativo alla duplicazione (approssimata) del quadrato, uno dei problemi più discussi dai matematici dell'epoca.
La duplicazione del cubo, noto anche come problema di Delo, ha un'origine mitologica: a quel tempo, infatti, Atene era stata colpita da una terribile pestilenza che aveva ridotto la popolazione di un quarto. Rivoltisi al dio Apollo, gli oracoli del tempio dell'isola di Delo comunicarono agli ateniesi che per superare la pestilenza, avrebbero dovuto costruire un altare doppio rispetto a quello esistente di forma cubica. E per ottenere un cubo di volume dobbio bisogna prima essere in grado di calcolare la radice cubica di 2. Se, infatti, partiamo da un cubo di lato 1, il cubo di volume doppio avrà lato pari a \(\sqrt[3]{2}\). Il metodo discusso da Pappo nel suo testo è, infatti, relativo proprio alla determinazione delle radici cubiche e, per come la racconta Pappo, gli venne proposto proprio da uno studente di Pandrosia. E trovandolo particolarmente "ignorante" decise di criticarlo aspramente. Come però i matematici moderni hanno avuto modo di osservare, in realtà tale metodo non era "più errato" rispetto al metodo preferito da Pappo.
Qualcosa del genere avvenne più avanti nel testo con il secondo problema, quello relativo alla costruzione della media geometria: in questo caso Pappo non riesce a sostenere l'inesattezza completa del metodo, ma si sofferma sull'inadeguatezza (o incompletezza) della dimostrazione matematica che gli era stata proposta, che però all'esame dei matematici moderni è invece risultato più semplice del metodo analogo sviluppato dallo stesso Pappo.
Gli studiosi, inoltre, dai toni usati da Pappo, hanno dedotto che Pandrosia era probabilmente considerata da Pappo come una sua agguerrita rivale ad Alessandria. Evidentemente la sua reputazione e quella della sua scuola erano in ascesa, così come i suoi metodi di approccio alla matematica, evidentemente originali. I violenti attacchi di Pappo, però, hanno probabilmente attecchito all'interno della comunità alessandrina dell'epoca, tanto che non sono giunte fino a noi altre testimonianze della sua opera o di quella dei suoi studenti all'infuori di quando scritto da Pappo. A meno di Ipazia.
I metodi di Pandrosia, infatti, sembrano molto simili a quelli utilizzati da Ipazia, motivo per cui molti pensano che quest'ultima possa aver conosciuto, se non addirittura essere stata studentessa della più anziana collega, che oggi possiamo considerare come la prima donna di cui si ha notizia certa che si sia occupata di matematica.
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