
Questi è anche uno dei due cimeli di famiglia che nella $aga di Don Rosa il giovane Paperone riceve dal padre e dallo zio prima di partire per l'America: l'altro è L'orologio dell'eclisse, storia del 1955 sempre di Barks, che Rosa attribuisce sempre allo Schiumatore.
Questi elementi, queste suggestioni vengono riprese dal buon Luca Barbieri affiancato da un comicupiano Umberto Sacchelli ne Il meravigliosi viaggi di capitan Hugh de' Paperoni in una storia che è anche un sentito omaggio a un romanzo piuttosto particolare e al suo autore.
Sulle orme di Gulliver

L'ossessione che anima l'avo di Paperone è, quindi, quella di raggiungere l'isola volante di Laputa. E questa ossessione, insieme con un carattere non facile per nessuno, come intuibile dal suo soprannome, caratterizza l'Hugh di Barbieri, che però è anche attento nel suggerire al lettore che ci sia qualcosa di più nell'animo dello Schiumatore. Un sogno che va al di là persino delle sue stesse ricchezze.
Il risultato finale sembra quasi un paralipomeno di Papermitologia, serie scritta proprio dallo stesso Barbieri, ricca di atmosfere fantastiche e di spunti storici e scientifici. E proprio questi ultimi andremo a trattare a breve.
Eclissi di Sole
Le eclissi di Sole sono un fenomeno astronomico nel corso del quale la Luna si frappone tra noi e la nostra stella, impedendo alla sua luce di raggiungere la nostra superficie. Si possono avere sostanzialmente tre tipi di eclissi: quella totale, in cui il disco lunare oscura completamente il Sole; quella parziale, in cui il massimo dell'eclissi coincide con solo una parte del disco solare coperto; quella anulare, in cui risulta scoperta solo una piccola parte del Sole. Con il passare degli anni avremo solo eclissi anulari e parziali, a causa del fatto che, per via delle forza mareali, la Luna si sta allontanando sempre di più dalla Terra, ma in questo periodo storico la distanza Terra-Luna e quella Luna-Sole sono quelle giuste affinché il raggio angolare della Luna coincida con il raggio angolare del Sole, regalandoci quindi delle eclissi totali. La prossima sarà in Spagna l'anno prossimo, per esempio.Alcune eclissi, però, risultano ibride, nel senso che in alcune zone della Terra sono totali, mentre in altre non sono semplicemente parziali, ma anulari. E nel 1753 ci furono proprio due eclissi ibride, una il 3 maggio e l'altra il 26 ottobre.
Probabilmente l'eclissi presente nella storia di Barbieri e Sacchelli è quella del 26 ottobre. La scelta cade su quest'ultima poiché il viaggio che i due autori ci raccontano è proprio il famoso viaggio de La cassa di rafano e quindi la storia si svolge da qualche parte in mezzo all'Atlantico. E mentre l'eclissi del 3 maggio si sviluppa sopra l'Oceano Indiano, quella del 26 ottobre si sviluppa sopra l'India, l'Arabia Saudita, il Sudan, la Libia, la Spagna e, appunto, l'Atlantico.

A quell'epoca, però, per determinare la posizione sul mare era possibile utilizzare non solo la bussola, ma anche grazie agli orologi, in particolare ai cronografi. Tali strumenti vennero ideati dall'orologiaio britannico John Harrison: il suo primo cronografo risale al 1735, venendo poi perfezionato e compattato nel 1940, mentre per la terza e ultima versione bisogna attendere il 1759.
E guarda un po' il caso l'orologio dell'eclissi di Hugh de' Paperoni viene consegnato a quest'ultimo proprio nel 1735 costruito da tale Archimede MacPitagorico, avo del nostro Archimede, come intuibile! Dobbiamo, quindi, immaginarlo come una specie di cronografo un po' più sofisticato di quello di Harrison, più vicino alla sua versione del 1759, e quindi non così "fantascientifico" come si potrebbe pensare, ma solo di una ventina di anni in anticipo sui tempi. Forse l'unica cosa problematica dell'orologio è la predizione delle eclissi di Sole con tanto di posizione geografica, questo perché la matematica che ha permesso di migliorare l'accuratezza della predizione venne sviluppata da Friedrich Bessel e William Chauvenet solo a partire dagli anni venti del 19.mo secolo (all'incirca un secolo più tardi rispetto alle invenzioni di Harrison e MacPitagorico).
Questo non vuol dire che non fosse possibile predire le eclissi di Sole e la loro posizione, ma difficilmente con la precisione suggerita nel corso della storia.
Ultima nota: sebbene, quindi, buona parte dell'apparato storico e scientifico della storia sia abbastanza accurato, l'unico elemento che non funziona è l'eclissi del 1729: nessuna delle 4 eclissi solari avvenute quell'anno era visibile dalla Gran Bretagna.
Da un lato un peccato veniale, dall'altro un'opportunità mancata per caratterizzare in maniera ancora più forte l'animo da esploratore del buon Hugh de' Paperoni, anche se nel complesso è sicuramente una "licenza" perdonabile!
Nessun commento:
Posta un commento