Joe Kubert era un'altra cosa. Aveva un carattere completamente diverso da Gardner [Fox], ma era altrettanto meticoloso. Molto spesso avevi l'impressione che ciò che vedevi sulla pagina era sepolto nel cervello di Joe prima che lo disegnasse e lo stava semplicemente trascrivendo, tensione e tutto. Joe era il miglior disegnatore di storie di guerra che ci fosse, e i suoi trascorsi nel genere super eroistico erano pochi. Ma con la nuova origine di Hawkman, lo stile di Joe funzionò ottimamente.
Il thanagariano Carter Hall era un classicista, un curatore di museo, un esperto dei tempi storici, specialmente di armi classiche. Così che avevamo un futuristico combattente del crimine che indossava ali e piume e inseguiva i cattivi con mazze, lance ed armi del passato. E chi erameglio di Joe Kubert a disegnare un armamentario fantastico in azione?
Questa è una domanda retorica.
La risposta è: "nessuno".
(dall'introduzione di Julius Schwartz a Hawkman, edizione italiana Play Book n.15, 1991, traduzione Francesco Cinquemani, Pasquale Rinaldi)
Le altre storie sono tutte avventure tra il fantastico e il fantascientifico, vicende dove Hawkman e Hawkgirl affrontano mostri dello spazio profondo, esseri dagli incredibili poteri, malvagi cavalieri che cavalcano libellule giganti, mostri giganteschi che sembrano i Ki-Kongi di Rodolfo Cimino, a dimostrazione che la fantascienza è un'unica raccolta di idee cui autori differenti, in continenti differenti, attingono con grande successo per rappresentare sogni e incubi dell'animo umano. E in questo Joe Kubert era certamente un maestro.
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