Stomachion

martedì 27 maggio 2025

L'isola del dottor Moreau

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Avevo già letto L'isola del dottor Moreau nella versione pubblicata, sempre da Newton Compton, nella collana Il fantastico economico classico, ma visto che era presente nel Mammut che raccoglie i quattro principali romanzi di Herbert George Wells, ho comunque pensato bene di rileggerlo. Il racconto, che in qualche modo forse mi ha preso molto di più della lettura di una ventina di anni fa, ha come base scientifica la teoria dell'evoluzione e gli studi genetici, che qui sono descritti da Wells in maniera sicuramente naif, visto che la genetica come la intendiamo oggi era ancora di là da venire, ma che già vengono presentati con la stessa arroganza con cui spesso si presentano a noi, oggi (sto, ovviamente, pensando a tutte le modifiche geneteche che si vorrebbero fare sugli animali da macello per migliorare la produzione).
Moreau, però, viene caratterizzato come uno scienziato dedito al suo lavoro, che cerca di dimostrare il suo punto di vista, e con un distacco tale da rendergli completamente indifferente il destino delle sue creature. La sua arroganza emerge soprattutto in questo, e non nel fatto che non sia in grado di contemplare l'errore. In un certo senso si paragona a una divinità, e così si pone con le tribù di esseri che ha letteralmente assemblato, esperimenti che hanno sofferto alla "nascita" e che continuano a soffrire, scivolando sempre di più verso una specie di barbarie (se vista dal punto di vista dell'essere umano, ovviamente).
La modernità del romanzo, alla fine, colpisce con tutta la sua forza: un classico veramente senza tempo, in cui si mescolano diversi temi, dalla scienza senza etica, alle considerazioni sulla religione.

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