Stomachion

lunedì 5 maggio 2025

Napoleone e la scienza

In questi tempi piuttosto burrascosi, si potrebbe avere la tentazione di associare alcuni politici megalomani (due in particolare, direi) al buon Napoleone Bonaparte. Alcuni anni fa (devo dire che da un po' di tempo a questa parte ciò non succede), in molti prodotti di fiction (film, serie televisive, fumetti, ecc...) quando si voleva dare al lettore un'idea della follia e della megalomania di un pazzo o, in maniera più soft, di un dato personaggio, lo si accostava proprio a Bonaparte, a voler sottolineare proprio l'esaltazione del personaggio stesso. Eppure Bonaparte non era sicuramente un pazzo (forse un po' megalomane, lo concedo!), e, a differenza dei due di cui sopra, aveva anche una profonda e sincera passione per la scienza.
Del suo legame con la matematica ne ho anche scritto: è sicuramente certificato, ma per contro siamo anche abbastanza certi che il famoso teorema di Napoleone che cito nell'articolo non sia da attribuire a lui. La matematica, però, non era la sola scienza di suo interesse.
Facciamo prima un passo indietro: già nel periodo rivoluzionario, il governo che si era insediato aveva sensibilmente migliorato molte delle infrastrutture scientifiche della Francia. Per esempio era stato modernizzato il sistema dei brevetti, oppure era stato finanziato un programma pubblico per incentivare l'innovazione scientifica.
Con l'arrivo di Napoleone come imperatore nel 1804 venne fondata la Société d'Encouragement pour l'Industrie Nationale, che a sua volta incoraggiò anche grazie a fondi provenienti dalle banche, l'innovazione commerciale e scientifica. Tra gli interessi della Société ci fu anche quello per il turco, il famoso automa scacchistico, che si dimostrò essere una bufala.
Dall'Egitto alla pila e oltre
Giusto qualche anno prima, però, nel 1798, Napoleone portò avanti una "spedizione scientifica". In effetti fu una vera e propria invasione, quella dell'Egitto, al comando di un esercito di 54000 soldati. Se possiamo in qualche modo inquadrarla anche come spedizione scientifica (o come primo esempio di invasione a scopo - anche - scientifico) fu perché Napoleone si portò dietro anche 150 tra scienziati, ingegneri e studiosi vari, la cui responsabilità era di catturare (...) la cultura e la storia egiziane.
Nonostante l'invasione dell'Egitto non arrivò a buon fine, gli scienziati tornarono in Francia nel 1801 con un ampio bagaglio di conoscenze sulla cultura egiziana antica, riportando tra l'altro la famosa stele di Rosetta.
Inoltre quegli stessi scienziati ricevettero un aumento di fondi considerevole. E non furono gli unici. D'altra parte, come ricorda il chimico Sol Weller, come molti rivoluzionari, era convinto che la scienza e le sue applicazioni tecnologiche avrebbero permesso di migliorare le condizioni economiche e culturali dei francesi.
Un altro esempio di queste idee furono gli incoraggiamenti, anche economici, ad Alessandro Volta per la prosecuzione dei suoi studi. Volta, infatti, aveva proposto una delle prime batterie della storia, la sua famosa pila di Volta.
Inoltre il chimico Claude-Louis Berthollet, che era stato uno degli scienziati della spedizione egiziana, aveva introdotto l'uso del cloro come candeggina e determinato la posizione dell'ammoniaca.
Forse non avrà realmente contribuito in maniera diretta alla matematica, ma sicuramente con lui la scienza in Francia ha vissuto una stagione fruttuosa.

Nessun commento:

Posta un commento