Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato veniva ucciso dalla mafia. Il boss Tano Badalamenti decise che Peppino era diventato scomodo. Quel giorno era convinto di aver messo a tacere un uomo che voleva e cercava la giustizia. Invece si sbagliò profondamente. Perché dal sacrificio di Peppino, dall'amore per la giustizia che lui aveva sempre mostrato, tante voci si levarono. Come fiori in primavera gli amici di Peppino decisero di proseguire il suo impegno, la sua lotta contro l'oppressione e la violenza mafiosa.
Così inizia l'articolo di Alessio Di Florio su Pacelink. Ora, forse perché tutti sono ormai convinti che la mafia non sia più forte come prima, ci si sta dimenticando. E il rischio è che nessuno parli di una querela che l'avvocato di Badalamenti ha inoltrato nei confronti di Giovanni, fretello di Peppino, solo perché si è permesso di dire al Costanzo Show che chi sosteneva che Peppino fosse un terrorista-suicida era un imbecille.
Ma questo, a quanto sembra, non poteva dirlo. Ma questo, a quanto sembra, ha offeso le persone come l'avvocato di Badalamenti.
E puntuale è giunta la querela.
Metto, qui di seguito, alcune reazioni alla notizia:
-su Bengodi Nius
-su Osservatorio sulla legalita' - articolo di Francesco Messina, magistrato
-su Espresso on-line
-su Macchianera
-su Attila
-su Articolo 21
-su tuttocasarano
E altri ce ne sono ancora...
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