Il più bel romanzo di Valerio Evangelisti. Soprattutto un romanzo inatteso, visto che il protagonista è Pantera, il palero e assassino che ha esordito in Metallo urlante con una vicenda tra l'horror e il gotico in una ambientazione western. Tra l'altro alcuni dei personaggi e delle situazioni presentate sia nell'esordio sia in Black flag sono citate anche in questo romanzo, che sembra concludersi con una morte gloriosa per il nostro eroe (almeno fino a che Evangelisti non lo tirerà di nuovo fuori dal cilindro), quello che però non ritorna sono i mostri e gli orrori, che sono appena accennati, fanno da semplice sfondo a quello che in altri termini è da definirsi un romanzo storico a tutti gli effetti, o con maggior precisione un western noir.
Evangelisti in Antracite, infatti, si concentra sugli Stati Uniti in crescita, con le ferrovie in grandissimo sviluppo, ambientando nel periodo subito successivo alla guerra civile, che ha visto la vittoria del Nord industrializzato contro il Sud agricolo. Da quella guerra uscì una nazione unita più di prima, ma nella quale le uguaglianze sociali promesse dai vincitori non diventavano dati di fatto per tutte le minoranze etniche che sostenevano la nazione con il loro lavoro e senza alcun effettivo riconoscimento. Il viaggio di Pantera, infatti, lo porterà a conoscere minatori, ferrovieri, immigrati, ma grazie al gioco del caso e ai doppi e tripli giochi politici della nazione nascente, entrerà anche in contatto con la corrotta classe politica del tempo, un gruppo di uomini che, per il loro tornaconto personale e per quello dei loro amici e più stretti collaboratori, sono disposti a vendere e far uccidere anche la stessa popolazione statunitense.
Così tra Molly Maguires (Evangelisti, nella bibliografia, suggerisce anche il sito Tamaqua per approfondimenti), una sorta di società segreta a difesa degli irlandesi (più un gruppo di vendicatori, che non un sindacato vero e proprio), sindacalisti e sindacati, come il Knights of Labor e le Cinque Stelle, il Partito dei Lavoratori, la comune di Las Vegas (dove finisce il romanzo), il colpo di stato di Hayes, Pantera diventa gli occhi del lettore, che trasportato dalla prosa di Evangelisti vede un mondo violentato e sempre più nero e grigio, dove le malattie dovute all'estrazione del carbone si diffondono dagli animali fino agli uomini, dove le condizioni dei lavoratori sono ogni giorno sempre più pesanti e intollerabili. Solo l'uso della forza può reprimere una rivolta, come spesso accade anche oggi in alcuni paesi civilizzati quando i cittadini hanno il coraggio di protestare contro le decisioni dei propri rappresentanti (che pensano, invece, di essere i loro governanti!).
Oggi la politica, per risparmiare vite, cerca di irretire e imbottire di assurdità la mente degli elettori, mentre al tempo di Pantera le lotte si facevano con le armi e lo spargimento del sangue, a meno che non ci sia in giro ancora qualcuno disposto a pensare con la propria testa.
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