Warped di Mike Cavna via Bamdad's Math Comics
Non ci sono prove esplicite del fatto che, all'epoca, la matematica egiziana fosse venuta a conoscenza di un numero come il $\pi$, però, tra i 600 e i 1000 anni più tardi su una tavoletta babilonese viene geometricamente stabilito il primo valore di $\pi$: $25/8 = 3.1250$. Da documenti redatti più o meno nello stesso arco di tempo si deduce poi che anche gli egiziani erano arrivati al calcolo del valore di $\pi$, ottenendo $(16/9)^2 ≈ 3.1605$.
La matematica indiana, invece, sembra leggermente in ritardo, visto che nel 600 a.C. nelle Shulba Sutras, si calcola per $\pi$ un valore di $(9785/5568)^2 \simeq 3.088$, che verrà successivamente aggiornato nel 150 a.C. come $\sqrt{10} \simeq 3.1622$, che è un valore molto più vicino a quello calcolato dagli egiziani.
Un valore molto vicino a quello oggi noto è invece quello calcolato da Rabbi Nehemiah nel suo trattato geometrico Mishnat ha-Middot, dove, correggendo il valore presente in un passo della Bibbia che indicava in 3 il valore del $\pi$, trova $3 + 1/7 \simeq 3.14286$.
L'approssimazione però più stupefacente non solo per la precisione ma soprattutto per il metodo è quella proposta da Archimede, il matematico italo-greco che ideò il metodo dei poligoni per calcolare quella che per un millennio divenne nota semplicemente come la costante di Archimede. Il nostro, semplicemente, calcolò il perimetro dei poligoni inscritti e circoscritti a una circonferenza data, ottenendo così una stima inferiore e una superiore al valore della costante: \[223/71 < \pi < 22/7\] ovvero \[3.1408 < \pi < 3.1429\] E' evidente che questo metodo di calcolo è estremamente moderno e soprattutto suggerisce come Archimede fosse ben conscio della natura trascendentale della costante, che poteva essere conosciuta solo attraverso delle approssimazioni.
Oggi il pi greco è noto fino a 5 trilioni di cifre (se non ce la fate ad andare così lontano, c'è il primo milione sul sito del Pi Day) e se provate a digitare il simbolo di $\pi$ sulle moderne calcolatrici scientifiche, il valore che esse vi forniscono è, per le prime cifre decimali, 3.14159265...
3.1416? di Thaves via Bamdad's Math Comics
It's a fractal! su Super Glitch
L'insieme di Mandelbrot è probabilmente uno dei più begli insiemi in matematica. Nel 1991 Dave Boll scoprì la sorprendente occorrenza del numero $\pi$ mentre esplorava una proprietà dell'insieme di Mandelbrot apparentemente non collegata. La scoperta di Boll è semplice da descrive re e comprendere ma non è ancora nota, probabilmente a causa del fotto che il risultato non è stato rigorosamente dimostrato.Boll è uno studente di informatica presso la Colorado State University e si interessa di frattali. E proprio giocando con i frattali si imbatte nella sua curiosa scoperta. Il giovane, infatti, cerca di capire se l'insieme di Mandelbrot si restringe in maniera infinita e così, dato un numero piccolo $\varepsilon$ a piacere, calcola il prodotto tra $\sqrt{\varepsilon}$ e il numero di iterazioni $N (\varepsilon)$ necessarie per l'orbita nulla. E questo prodotto, per $\varepsilon$ sempre più piccolo, coincide con $\pi$! \[\lim_{\varepsilon \rightarrow 0^+} \sqrt{\varepsilon} N(\varepsilon) = \pi\] Klebanoff, a questo punto, prova a dimostrare rigorosamente la scoperta di Boll, che è stata diffusa attraverso il sito internet di quest'ultimo:
Piuttosto che tentate di completare la dimostrazione del percorso verticale Boll, facciamo qualcosa di molto più semplice. Congetturiamo che ci siano infiniti percorsi di questo genere per ognuna delle infinite punte di $M$.In questo modo Klebanoff dimostra la congettura di Boll, mettendola anche alla prova utilizzando il calcolo numerico.
Si conclude così, quindi, il breve viaggio nella storia del $\pi$. Per maggiori approfondimenti, c'è il Carnevale #59!
Chudnovsky D.V. (1989). The Computation of Classical Constants, Proceedings of the National Academy of Sciences, 86 (21) 8178-8182. DOI: 10.1073/pnas.86.21.8178
Bailey D., Borwein P. & Plouffe S. (1997). On the rapid computation of various polylogarithmic constants, Mathematics of Computation, 66 (218) 903-914. DOI: 10.1090/S0025-5718-97-00856-9
Fabrice Bellard. Computation of the $n-th$ digit of pi in any base in $O(n^2)$
Borwein J.M. & Borwein P.B. (1988). Ramanujan and Pi, Scientific American, 258 (2) 112-117. DOI: 10.1038/scientificamerican0288-112 (pdf)
Borwein J.M., Borwein P.B. & Dilcher K. (1989). Pi, Euler Numbers, and Asymptotic Expansions, The American Mathematical Monthly, 96 (8) 681. DOI: 10.2307/2324715 (pdf)
Rabinowitz S. & Wagon S. (1995). A Spigot Algorithm for the Digits of π, The American Mathematical Monthly, 102 (3) 195. DOI: 10.2307/2975006 (pdf)
Dave Boll, Pi and the Mandelbrot set
Klebanoff A. (2001). π in the Mandelbrot set, Fractals, 09 (04) 393-402. DOI: 10.1142/S0218348X01000828
Pi-links: Pi su en.wiki | Digits of Pi | Pi to 1,000,000 places
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