Con
Andrea Bramini abbiamo iniziato a curare con recensioni e
brevisioni l'ultima grande saga realizzata da
Scott Snyder per
Batman:
Anno Zero. Al di là della possibile alternanza nelle recensioni, cercherò comunque di seguire col passo la serie e quindi, visto che è appena uscita la
mini recensione di Andrea su
Batman #24, ecco la mia
versione dei fatti!
Continua
Anno Zero con la seconda parte di
Città segreta (
recensione della prima parte). Tre sono i punti salienti nella storia di
Scott Snyder e
Greg Capullo: la capacità di
Bruce Wayne di travestirsi in chiunque, compreso il ben più basso
Oswald Cobblepot; il confronto con
Alfred, che lo schiaffeggia non riuscendo a fargli comprendere gli errori nei suoi tentativi di cancellare Bruce Wayne per portare avanti la sua ossessiva crociata contro il crimine e in particolare il
Cappuccio Rosso; il confronto con
Edward Nygma, rappresentato dai due autori incastonando le vignette all'interno di un
ouroboro d'argilla presente nel Museo di Storia Naturale di Gotham, quasi a voler sottolineare l'infinità della missione che si accinge ad affrontare il giovane Bruce.
Sulle pagine di
Detective Comics, intanto,
John Layman e un
Jason Fabok in formissima danno inizio alla sfida di Batman contro
Wrath, che sin dalla copertina originale dell'albo viene rappresentato come l'esatto opposto del
Cavaliere Oscuro. Wrath, infatti, viene confuso con Batman dai pochi testimoni che lo hanno avvistato, uccide i poliziotti, ha un apparato tecnologico di tutto rispetto e sta anche costruendo un suo piccolo esercito. Resta solo da scoprire l'identità di Wrath, apparentemente suggerita dai due autori.
Infine su
Nightwing Kyle Higgins continua la trasferta a
Chicago di
Dick Grayson sulle tracce di
Tony Zucco: se può essere interessante l'idea di estrarre l'eroe dalla sua usuale ambientazione e introdurlo in una differente, quasi ostile (o comunque più ostile della precedente, permettendo anche di approfondire la reazione ai supereroi in altre zone degli Stati Uniti), è sicuramente ben debole l'idea di riportare in vita un personaggio di cui si poteva tranquillamente fare a meno. Se l'idea era quella di rappresentare il potere della criminalità organizzata e la corruzione che essa si porta, probabilmente questa della ricerca di Zucco è l'idea peggiore, considerando che lo stesso ex-mafioso viene rappresentato proprio come se fosse un... ex-mafioso!
Potrebbe, invece, risultare interessante la sottotrama del
Burlone, che si rivela sempre più come una sorta di
Anarchy violento: quest'ultimo, infatti, era un antieroe ideato a suo tempo da
Alan Grant e rappresentava la voce anti-governativa all'interno delle serie
batmaniane. Il Burlone, con questo episodio, si rivela più come un terrorista violento, che come un anarchico che critica il potere con la forza delle idee e l'esempio dei fatti. Ottimi, infine, i disegni di
Will Conrad, decisamente più gradevoli di quelli di
Brett Booth del
numero precedente.
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