Stomachion

venerdì 5 aprile 2013

L'uomo nell'alto castello

Come sarebbe stato il mondo se la Seconda Guerra Mondiale fosse stata vinta da Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia e non da Germania, Giappone e Italia (nonostante il tradimento di una parte di quest'ultima)? E' su questo che ruota il romanzo La cavalletta non si alzerà più di Hawthorne Abendsen, romanzo di fantapolitica che descrive la società in un mondo alternativo dove col tempo le tensioni tra i vincitori avrebbero portato inevitabilmente a una guerra con la vittoria dei britannici, mostratisi più aggressivi.
La cavalletta non si alzerà più è proibito praticamente in tutti i paesi controllati dalla Germania nazista, compresa la costa orientale degli Stati Uniti, che sono stati divisi tra Giappone e Germania, i due grandi vincitori della guerra. Nonostante il divieto, il romanzo è un grande successo anche e forse soprattutto nei paesi controllati dai tedeschi, tanto che il suo autore è costretto a vivere isolato, in un High Castle. E' dunque un gioco, quello de La svastica sul Sole (titolo originale, The Man in the High Castle) in cui un romanzo di fantapolitica ha come protagonista un altro romanzo di fantapolitica.
L'idea in effetti è però quella di utilizzare il genere fantapolitico (o distopico) non tanto per suggerire un possibile pericolo futuro, come Orwell in 1984 (e ancora più esplicitamente ne La fattoria degli animali), ma per scrivere, ancora una volta, della società contemporanea e della politica del tempo. Mentre Dick scrive il romanzo, che esce nel 1962, siamo in piena guerra fredda, una guerra che è evidente però a tutti grazie alla corsa verso lo spazio, che viene per certi versi presa in giro proprio attraverso il programma spaziale nazista, che è vicino a portare gli esseri umani su Marte. In effetti il mondo dominato dai tedeschi è descritto al tempo stesso come socialmente peggiore, ma molto più efficiente. Ovviamente non manca un pizzico di ironia, a saperla scovare, visto che i crimini nazisti non vengono mai messi in discussione in nessun momento del romanzo!
Questo confronto, quasi impietoso, va anche oltre quando uno dei protagonisti del romanzo, grazie a un piccolo oggettino prodotto da un altro dei protagonisti, un artigiano di origine ebrea, concentrandosi sufficientemente riesce ad arrivare sulla nostra Terra, restando sconvolto da un mondo più caotico e sporco del suo. A varcare le soglie tra i mondi è il signor Tagomi, un rappresentante dell'Impero giapponese negli Stati Uniti, e questo sembra suggerire una certa superiorità della cultura cino-giapponese su quella anglosassone, rimarcata anche dall'importanza del libro dell'I-Ching in tutto il romanzo.
Questo oracolo cinese è, infatti, consultato da quasi tutti i protagonisti de La svastica sul Sole e rappresenta, prendendo il posto della Bibbia, la parte religiosa praticamente immancabile in quasi tutti i romanzi di Dick: è infatti la religione che muove, nel bene e nel male, gli uomini, o per meglio dire il loro rapporto con la religione, che però in questo caso non è mediato da una qualche istituzione, ma diretto, quasi immediato, proprio grazie all'I-Ching.
Nel libro, però, non c'è solo questo, ma anche una critica ancora più profonda. Così come in Mary e il gigante Dick fa un esercizio di stile e di previsione molto sottile, che non è andato poi troppo distante dalla realtà, anche in questo caso sembra da una parte prevedere il futuro e dall'altra mostrare tutti i trucchi del potere. Infatti accusa, piuttosto di sfuggita, le banche di essere la vera causa della crisi economica che sembra in arrivo negli Stati Uniti, mentre dall'altra descrive il gruppo dirigente politico tedesco come interessato a mantenere il potere alimentando il timore e la paura verso se stessi e verso i diversi da una parte e cercando di realizzare imprese impossibili da compiere per giustificare le spese statali.
E qui probabilmente sta il nocciolo del romanzo di Dick, un nocciolo che potrebbe essere sfuggito anche allo stesso scrittore: le due Terre differenti sono abbastanza simili una all'altra dal punto di vista politico. La Terra ideale descritta da Abendsen è infatti quasi una facciata per nascondere lo scarso interesse del potere a portare avanti politiche realmente sociali, come rivelano i discorsi della spia nazista inviata per ucciderlo. La spia, dal canto suo, non si rende conto che le critiche che è in grado di muovere al mondo immaginato da Abendsen possono essere riportate identiche alla sua Germania.
In ultima analisi La svastica sul Sole è quindi un romanzo sulla politica, forse più anarchico di quel che Dick intendeva, e sugli esseri umani e su come questi si lasciano (o si debbano lasciar) trasportare dai fatti del mondo. E' un romanzo sulla società che abbiamo costruito, e non su quella che sarebbe potuta essere.

1 commento:

  1. È di gran lunga anche il migliore di Dick, secondo me. Poi avrei una storiella personale, dai la racconto: quando è uscito la mia prof di mate ne ha parlato in classe, nessuno ha capito una cippa. Poi con il tempo... Chissà dov'è ora, vorrei ringraziarla.

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