Visto l'interesse che questo articolo mi ha acceso, e soprattutto considerato che altre volte, per non far andare persi articoli di questo genere, li ho postati su queste pagine, ho deciso di proporre l'articolo anche su queste pagine:
Forme di vita sul pianeta rosso?
Un'attività geologica che porta lentamente il metano dal cuore di Marte fino alla superficie, oppure forme di vita elementari, per esempio batteri, che dall'acqua presente nelle profondità del suolo marziano liberano metano che risale in superficie e raggiunge l'atmosfera del pianeta rosso. Sono questi i due scenari, profondamente diversi, sui quali nei prossimi mesi lavoreranno i ricercatori di tutto il mondo coinvolti nello studio di Marte. In prima fila gli italiani, che da mesi stanno collezionando dati sulla presenza di gas nell'atmosfera di Marte, raccolti grazie allo spettrometro Pfs (Planetary Fourier Spectrometer), realizzato per l'Agenzia spaziale italiana (Asi) dall'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e attivo a bordo della sonda dell'Agenzia spaziale europea (Esa) Mars Express. Dopo i dati sulla presenza di vapore acqueo, metano, ossido di carbonio e ammoniaca raccolti nei mesi scorsi dal Pfs, ieri è stata la volta della prima mappa della distribuzione di vapore acqueo e metano nell'atmosfera del pianeta rosso. E' stata presentata a Ischia, nel convegno internazionale su Marte organizzato dall'Asi, dal responsabile dello strumento, Vittorio Formisano. Lo spettrometro italiano ha rilevato che nell'atmosfera di Marte il vapore acqueo è distribuito in modo uniforme alla distanza di dieci-quindici chilometri dalla superficie del pianeta, mentre in prossimità del suolo si concentra nelle regioni equatoriali chiamate Arabia Terra, Elysium Planum e Arcadia-Memnonia. In queste aree la concentrazione di vapore acqueo è doppia o tripla rispetto a quella misurata nelle altre regioni del pianeta rosso finora osservate. Nel sottosuolo delle stesse aree la sonda americana Odyssey aveva già rilevato la presenza di acqua ghiacciata. «Sicuramente i dati indicano che vapore acqueo e metano provengono da una sorgente comune – ha osservato Formisano – e che deve esserci una sorgente nel sottosuolo». Potrebbe trattarsi di una sorgente simile a quelle idrotermali presenti sulla Terra e legata al fenomeno della cosiddetta «tavola ghiacciata»: una sorgente di calore presente nel sottosuolo farebbe muovere verso la superficie l'acqua presente allo stato liquido nel sottosuolo del pianeta, ma la temperatura bassissima presente su Marte impedirebbe all'acqua di completare il suo cammino verso la superficie e la congelerebbe nel sottosuolo.
Primo scenario – Il metano rilevato nell'atmosfera di Marte proverrebbe dall'interno del pianeta e non avrebbe niente a che fare con la presenza di vita. E' un'ipotesi, ha osservato Formisano, che il metano possa trovarsi intrappolato insieme all'acqua ghiacciata per centinaia di anni prima di raggiungere la superficie e quindi l'atmosfera.
Secondo scenario – Sta acquistando una fondatezza sempre maggiore l'ipotesi che nel sottosuolo di Marte possa trovarsi acqua allo stato liquido ad una profondità compresa fra duecento e quattrocento metri. In questo caso vapore acqueo e metano potrebbero provenire entrambi dall'acqua liquida, che potrebbe ospitare forme di vita molto elementari, come dei batteri.
La ricerca futura – Difficile decidere tra i due scenari sulla base dei dati oggi disponibili: servono ulteriori informazioni. «Continueremo a studiare l'atmosfera di Marte per cercare di identificare altri gas», ha detto Formisano. Nuovi dati in proposito sono già al vaglio della comunità scientifica. Il prossimo passo potrà farlo in futuro un altro strumento italiano, il radar Marsis, destinato a fornire la prima mappa dell'acqua nel sottosuolo del pianeta e che in questo periodo sta completando la fase di test. E in futuro si punta sul successore di Marsis, il radar dell'Asi Sharad destinato alla missione Mars Reconnaissance Orbiter (Mro) della Nasa, prevista per l'agosto 2005.
E con questo è tutto. Buona navigazione!
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