Per stessa ammissione di Bram Stoker, il suo Dracula ha un debito profondo ed importante con il racconto lungo di Joseph Sheridan Le Fanu, quel Carmilla che, più di ogni altro racconto del terrore, ha riportato in auge il vampiro, con particolare attenzione verso le origini setsse del mito. Infatti, soprattutto nelle leggende più tarde (greche e romane) le entità succhia sangue, erano di sesso femminile, proprio come la sensuale Carmilla che circuisce una giovane sventurata per i suoi scopi: succhiarne il sangue e sopravvivere ancora nella sua orribile esistenza di non-morta.
Alla fine questo tentativo sarà fatale per la vampira, poiché la vittima scelta è la figlia del tutore della sua precedente preda, e solo un fortuito incontro con questo nobiluomo permette alla giovane, che sta raccontando in prima persona, di potersi salvare dal suo terribile destino di morte.
Il racconto, però, si segnala, come già il Dracula di Stoker, per la sua perfetta aderenza alle leggende popolari e per una accurata descrizione del processo e dell'esecuzione del vampiro, tratta certamente da alcune cronache dei secoli precedenti, durante i quali la leggenda e la paura del vampiro portò all'esumazione di moltissimi cadaveri, spesso morti di morte violenta ed accusati di essere la causa delle terribili epidemie che sconvolgevano le zone rurali.
Comunque, al racconto principale, sono state aggiunte tre ghost stories di Le Fanu, tutte molto belle ed intense, a dimostrazione della grande abilità di narratore dello scrittore britannico.
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