Ovviamente, non sentendomi preparato per questo tipo di assistenza (la responsabilità per questo genere di supplenze è ben maggiore rispetto a quelle che si possono incontrare con una sola classe), ho deciso di rifiutare, ma sono ritornato con il pensiero a questa particolare situazione quando sono incappato in un annuncio dove si cercano educatori per alunni diversamente abili delle scuole dell'infanzia, primarie, secondarie di 1° e 2° grado statali e paritarie di milano. Questi i requisiti richiesti:
- laurea triennali/specialistiche in Psicilogia, Sociologia, Servizio Sociale, Lettere e Materie letterarie, Scienze dell'educazione, Pedagogia, Scienze delle formazione o lauree equipollenti associate a corsi post diploma e/o corsi di aggiornamento/stage sulle tematiche relative alla disabilità e sulle tematiche educative per l'infanzia.
- Lauara o Diploma Universitario di Educatore professionale associati a corsi post dipoma e/o corsi di aggiornamento sulle tematiche relative alla disabilità e sulle tematiche educative per l'infanzia.
- i diplomati in varie discipline se accompagnati da esperienza triennale o quinquennale in contesti educativi nell'ambito della disabilità.
Tutta la situazione ha un po' dell'assurdo, perché da un lato le scuole pubbliche si trovano in una situazione difficile a causa del famoso taglio dei docenti di sostegno, dall'altro un reclutatore privato può molto più facilmente assumere docenti di sostegno: basta pubblicare un annuncio senza dover aspettare la compilazione di una lista o l'uscita di un concorso.
P.S.: da come è scritto l'annuncio, sembra che l'agenzia cerchi insegnanti anche per scuole pubbliche. Credo sia perfettamente in regola, se ciò fosse vero, ma sarebbe ancora più sconfortante che un istituto pubblico, per fare un buon lavoro di reclutamento, debba rivolgersi a un'agenzia privata esterna, che può tranquillamente non rispettare le graduatorie (che evidentemente sono state completamente utilizzate) e non aspettare alcun concorso. Possibile che non ci siano delle competenze all'interno della scuola per portare avanti questo lavoro? O, ancora meglio, possibile che non ci sia la volontà di sfruttare le competenze acquisite dagli insegnanti più esperti per reclutare e formare i nuovi insegnanti, anche quelli supplenti?
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