L'intero Topolino #3550 ruota intorno a un evento molto particolare, raccontato nel primo episodio de La lampada bisestile di Marco Nucci e Stefano Intini: Paperone desidera la sparizione del Natale. A causare questo desiderio è la lampada bisestile del titolo, affittata a Paperone alla modica cifra di un dollaro per una sfregatina dall'ineffabile dottor Piuma, che sta diventando un personaggio sempre più ricorrente all'interno delle storie di Nucci. La conseguenza più grossa del desiderio è che Paperone perde tutte le sue sostanze e si ritrova in un mondo in cui è un papero medio, per quanto benestante. Anche le altre storie a sommario sono, poi, congegnate in maniera tale da non avere più il Natale come festività. Il punto è che non è sparito solo il Natale, ma anche il 25 dicembre, con alcune conseguenze ancora più illogiche e surreali esplorate nella storia di chiusura, Topolino nel mondo senza Macchia, scritta dallo stesso Nucci e disegnata da Casty e che, si spera, possano indicare la strada per il baco all'interno dell'incantesimo del genio che ha gettato il mondo di Paperone e di Topolino nel caos.
Delle storie intermedie le mie preferite, perché catturano il piglio surreale dell'idea, altrimenti gestita in maniera troppo seriosa da Nucci, sono Paperina, ti presento Paperino di Sergio Badino e Silvia Ziche, e 32 ne fa dicembre di Giorgio Fontana e Donald Soffritti appartenente alla serie Newton e Pico in Viaggio nel sapere. In questo caso la surrealità della storia sta nel fatto che il mancato uso del 25 dicembre nasce da una leggenda superstiziosa secondo cui questo giorno viene continuamente cancellato dopo la sua aggiunta in qualunque calendario, e non si capisce perché allora non si tronca dicembre al 24!
Per assurdo alla fine proprio la storia che mi ha suggerito i principali difetti del progetto de La lampada bisestile è anche la mia storia preferita del numero, proprio per questo suo piglio ridanciano e surreale.
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