Ieri, alle 11:30, nella Sala stampa dell'Aula Magna dell'Unical, l'Università degli Studi della Calabria, si è svolta un'assemblea dei Ricercatori locali, aperta a tutte le componenti universitare (docenti, dottorandi, assegnisti, studenti...) per discutere sul DDL Moratti che riorganizzerà le cariche universitarie e quindi anche la vita accademica dei vari atenei.
L'incontro si è svolto in una atmosfera carica di preoccupazione, ma una migliore e più completa descrizione preferisco lasciarla a Katia Cairo e a quanto ha scritto nelle pagine della cronaca locale del numero odierno della Gazzetta del Sud:
Riordino dello stato giuridico e reclutamento dei professori universitari. Una riforma che «non s'ha da fare». Un no secco e deciso è venuto ieri dall'assemblea dei ricercatori che promette battaglia. Un incontro sentito e partecipato quello che ha coinvolto il mondo della ricerca, compresi dottorandi e assegnisti, dell'Università della Calabria. Circa 100 persone hanno affollato la sala stampa per un dibattito che si è protratto per due ore. La spada del precariato pende sulle teste dei ricercatori, che conta ben 232 persone all'Unical. Il disegno di legge delega, approntato dalla commissione Moratti-De Maio, prevede infatti la trasformazione in ruolo ad esaurimento dei ricercatori. Ma non è soltanto questo il punto che non va: i contratti a termine per la ricerca, contratti a tempo determinato per l'insegnamento, il ritorno al concorso nazionale... Insomma tante ragioni, tra cui la poca chiarezza e il fatto stesso che si tratta di una legge delega, che non ha seguito il normale iter parlamentare, per cui si è deciso, all'unanimità, di rifiutarla in toto (almeno per il momento, ndb), preannunciando azioni di protesta.
L'assemblea, coordinata da Rossella Morrone, Paolo Pugliese e Maria Adele Losso, si è conclusa con la sottoscrizione di una mozione in cui si chiede al Ministro Moratti «il ritiroimmediato della legge delega». (tale mozione è stata firmata da tutti i presenti e quindi consegnata in giornata al Magnifico Rettore dell'Unical, ndb) Intanto sono state messe a punto le prossime fasi per attuare una mobilitazione che coinvolga tutta l'Università. Promuovere una giornata informativa per gli studenti, costituire un comitato misto formato, oltre che da ricercatori, anche da studenti e docenti. Poi un incontro per aggiornarsi sulla situazione è stato fissato per il prossimo 5 febbraio. L'idea è quella di coinvolgere anche i politici ed organizzare una giornata di mobilitazione entro l'11 febbraio (forse quel giorno stesso, ndb) data in cui il rettore parteciperà all'assemblea del CRUI con il Ministro, portando le istanze dell'Unical. Se fosse necessario si passerà ad una seconda azione di protesta con rinuncia alle supplenze, blocco degli esami, sedute di laurea e di tutti gli organi collegiali dell'università.
Intanto ieri il disegno di legge è stato oggetto di discussione del Senato accademico. Anche qui si sono registrate posizioni di disapprovazione ed è stata chiesta al rettore la convocazione di un'assemblea che coinvolga tutto l'ateneo.
Gli interventi che si sono succeduti durante tutto l'incontro sono stati numerosi e vari: hanno parlato rappresentati delle varie componenti presenti, che così hanno dimostrato solidarietà e vicinanza d'intenti con i Ricercatori della nostra Università. Alla fine alcuni di questi interventi sono stati ricchi di parole inutili, limitandosi a esprimere concetti espressi da altri, ma è emersa una possibile volontà futura di poter discutere seriemente di una eventuale proposta alternativa da portare al Ministro: l'obiettivo, nell'immediato, è cercare di bloccare un iter che sembra tagliare le gambe anche ad una possibile discussione parlamentare, che ne potrebbe cambiare, in meglio, alcuni articoli.
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