Come forse è ben noto a molti, la grande rete delle reti, Internet, ha migliorato e di molto la circolazione e la condivisione delle informazioni. Grazie a pochi click è possibile sapere tutto di un paese lontano o venire a conoscenza di notizie curiose o, con un buon anticipo, anche di importanti scoperte scientifiche. Altra rivoluzione è poi la posta elettronica, che consente, in tempi molto più ridotti rispetto a quella ordinaria, di comunicare con un amico od un parente, lontano o vicino che sia.
Tra gli aspetti negativi, però, c'è il proliferare dello spam o la possibilità di inviare appelli che, in buona sostanza, sono delle così dette mozzarelle... pardon, bufale!
Dopo il caso di Amina (nel quale, lo confesso, sono cascato anche io!), che poi venne successivamente confermato essere campato in aria (dopo anni circola ancora l'appello contro la lapidazione) ecco spuntare un nuovo appello per il boicottaggio alla Nestlé che, secondo questo messaggio, sta chiedendo 6 milioni di dollari all'Etiopia per un risarcimento danni. Il vero problema è che la vicenda si riferisce a fatti avvenuti intorno al 2002 e ormai ampiamente risolta con un risarcimento simbolico devoluto in beneficenza dall'azienda svizzera.
Per inciso: nella vicenda la parte del torto era dell'Etiopia, che ha anche proposto il risarcimento simbolico di 1,5 milioni di dollari.
Per approfondire:
* Nestlé vuole 6 milioni di dollari dall'Etiopia affamata
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