Per prima cosa aveva aperto il barattolo di succo d'arancia e con un cucchiaino aveva grattato il ghiaccio, che aveva disposto sul vassoio in piccoli mucchi di granita di arancia, una preparazione fredda e squisita servita spesso nei pranzi eleganti e nei balli in maschera. Poi si era sciacquata la bocca con la neve sciolta, per pulirla il più possibile, e aveva macinato con i denti alcuni chicchi di caffé (voi a casa non provate a farlo, innanzitutto perché non avete i denti di Sunny, e poi, se proprio dovete macinare il caffé, usate il macinino che sta nella credenza: se non viene usato, cade in depressione!). Aveva messo un po' di caffé in ogni tazza e l'aveva mescolato con altra neve (non è necessario avere la neve per fare il caffé freddo in questo modo: basta avere del ghiaccio tritato, da non tritare con i denti per i motivi discussi nella nota 1) per fare il caffé freddo, una bevanda deliziosa che ho assaggiato per la prima volta in Thailandia dov'ero andato a parlare con un tassista. Nel frattempo la Baudelaire minore si era messa il pane congelato sotto la camicia per scaldarlo un po' (abbiate presente la situazione: pane congelato e nessun fuoco o altra fonte di calore tranne quella del proprio corpo. A casa, invece, soprattutto perché è difficile, cari lettori, che possiate avere una pelle morbida e pulita come quella della piccola Sunny, utilizzate il tostapane, la padella o il forno a vostro piacimento), e quando era stato abbastanza caldo da poter essere mangiato aveva messo una fetta su ogni piatto, e con un cucchiaino l'aveva spalmata di marmellata di more. Aveva fatto del suo meglio per spalmare la marmellata (che era gelata anch'essa) a forma di occhio (voi potete usare la forma che più preferite), per compiacere i farabutti che l'avrebbero mangiata, e come tocco finale aveva trovato un mazzo di edera, che il Conte Olaf aveva regalato alla fidanzata non molto tempo prima, e l'aveva messo nella piccola lattiera del servizio da tè. Latte non ce n'era, ma l'edera avrebbe aiutato nella presentazione del cibo facendo da centrotavola, termine che qui significa 'decorazione posta in mezzo a un tavolo, spesso usata per distrarre la gente dal cibo'.
(da La scivolosa scarpata di Lemony Snicket, trad. Valentina Daniele)
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