Stomachion

lunedì 22 luglio 2013

Una gita a Crespi d'Adda

Domenica scorsa siamo andati a visitare il villaggio industriale di Crespi d'Adda, ideato dalla famiglia Crespi per rendere più confortevole il lavoro presso il loro cotonificio. Il villaggio, grazie ad alcune particolarità geografiche, è riuscito a sopravvivere praticamente integro fino ai giorni nostri e la piccola gita è stata molto interessante, girando tra le stradine a traffico molto limitato di un paese ordinato come una cittadina romana: e infatti, ci diceva la guida, i Crespi si ispirarono proprio alla pianta romana per progettare l'intero parco abitativo. E' molto interessante, poi, osservare come le primissime case, volute dal capostipite, Cristoforo Benigno Crespi, erano in effetti dei casermoni, mentre il resto del villaggio è stato realizzato sul modello delle case della salute inglesi, su indicazione del figlio Silvio, mandato proprio in Inghilterra a studiare. Altra osservazione interessante riguarda la scuola: le maestre avevano l'indicazione di indicare i bambini più intelligenti, perché, a spese dei Crespi, avrebbero proseguito gli studi con l'obiettivo di diventare impiegati e dirigenti.
Crespi costituisce una delle più importanti ed esemplari testimonianze al mondo del fenomeno dei villaggi operai, e si è conservato integro fino ai giorni nostri.
Crespi è un autentico modello di città ideale del lavoro: è un interessantissimo, e quasi perfetto, microcosmo autosufficiente dove la vita dei dipendenti, insieme a quella delle loro famiglie, ruotava - in un piano ideale di prdine e di armonia - attorno alla fabbrica.
L'Unesco nel 1995 ha proclamato il Villaggio di Crespi "Bene storico appartenente all'umanità intera".
Oggi il Villaggio di Crespi ospita una comunità in gran parte discendente degli operai che vi hanno vissuto o lavorato; e la fabbrica stessa è rimasta in funzione fino al 2003, senza mai modificare il suo settore di produzione: il tessile cotoniero.
La speranza è che la fabbrica stessa possa essere riqualificata, ma il rischio che possa diventare un centro commerciale è al momento non nullo. Speriamo di non dover raccontare anche questa parte della storia...
Bando ai cattivi pensieri, però, eccovi i set delle foto scattare: come bonus c'è stata anche una visita alla centrale elettrica Taccani!


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