Paperino fa il suo esordio cinematografico il 9 giugno del 1934 nel cortometraggio The wise little hen, La gallinella saggia, con Meo Porcello come sua prima spalla. Diretto da Wilfred Jackson e animato da Dick Huemer e Art Babbit, reinterpreta la nota favola anglosassone, che verrà successivamente trasposta a fumetti sulle strisce giornaliere a partire dal 16 settembre dello stesso anno: in questo caso saranno Ted Osborne ai testi e Al Taliaferro ai disegni a portare su carta il papero antropomorfo vestito alla marinara.
La puntualizzazione non è inutile: nel 1931, infatti, sulle pagine della rivista disneyana The adventures of Mickey Mouse, pubblicata da David McKay, compare un papero antropomorfo disegnato alla maniera di Ub Iweks con tanto di pantaloncini. Per nostra fortuna non è quello il papero ad avere successo, e così oggi abbiamo uno dei personaggi più complessi in assoluto nella storia dell'animazione e del fumetto. In particolare è in quest'ultimo campo che si notano le crescite principali del personaggio.
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E', però, interessante osservare come, tra Gottfredson e Barks si posizionano, cronologicamente parlando, gli albori della scuola disneyana italiana: nel 1937, infatti, Federico Pedrocchi da alle stampe Paolino Paperino e il mistero di Marte, prima grande avventura di ampio respiro al mondo con Paperino come protagonista.
Da Marte ai pellirosse
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Inizia, così, una lunga avventura che porterà Pedrocchi a realizzare anche molte storie con Biancaneve e i Sette Nani, le cui atmosfere cupe influenzeranno sicuramente un altro Maestro disneyano come Guido Martina. Le storie di Pedrocchi, comunque, oggi sarebbero probabilmente improponibili salvo che su una rivista come fu Zio Paperone (o come potrebbe diventare Uack), che con il n.198 ristampa Paperino e i pellirosse, storia uscita originariamente sul Paperino giornale nel 1939.
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Per fortuna Paperino risolverà la situazione, mostrando un piglio deciso ed autoritario che gli statunitensi avrebbero conosciuto, anche se in maniera meno violenta, solo con l'avvento di Barks. Basti pensare, a titolo di esempio, che a fianco dei piani elaborati da Paperino per cavarsi d'impaccio di volta in volta (e la sua prontezza ed intelligenza viene esaltata dalla dabennaggine mostrata da Porcello), viene mostrato un Paperino spietato e violento che fa frustare senza pietà il Gatto, legato al palo della tortura della sperduta tribù indiana. Sarebbe stato soprattutto questo aspetto, unito alla pigrizia mostrata nei cartoni animati, ad influenzare la generazione successiva di autori, Martina e Bioletto in testa.
Altro aspetto fondamentale ad emergere è l'opportunismo di Paperino: quando all'inizio i due amici, sbagliando strada, si imbattono in una fattoria gestita da un caprone, il signor Capricorno, Paperino pensa bene di farsi assumere per avere una buona scusa per indagare nei dintorni. Durante la notte egli scopre che il fattore è un ex-bandito che ha sepolto nel suo campo il bottino di una rapina di molti anni addietro: sarà proprio con questo bottino che Paperino aiuterà i pellirosse, che eleggeranno Paperino e Meo stregoni direttamente ispirati dal Grande Spirito.
Pedrocchi, comunque, cura anche gli aspetti umoristici (le sventure, infatti, sono tutte trattate come una serie divertenti gag): tra tutti i siparietti imbastiti da Paperino-Meo si fa notare il battibecco continuo tra i due su chi avesse accettato la missione di Linotipi, sottintendendo la scelta sbagliata, fino all'ultima vignetta, quando la felice conclusione dell'avventura e la fama venuta dal successo degli articoli scritti li fa litigare su chi tra i due avesse avuto il merito di accettare l'incarico!
Carriera nella chiromanzia
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Ad affiancare il nostro eroe ci sarà, questa volta, Pippo, che si dimostrerà ancora più sempliciotto e ingenuo di Porcello, qualità necessaria e sufficiente per consentire a Paperino di abbindolare i propri concittadini con apparizioni fantasmatiche genuinamente finte!
Nella prima parte della storia, quindi, Paperino costruirà la sua reputazione, imponendo ai questuanti delle soluzioni al limite dell'assurdo, come per esempio chiedendo a Clarabella di camminare per la città con una candela in testa. Questo consiglio creerà scompiglio in città con conseguente inseguimento, traghettando il lettore nella seconda parte dell'avventura, dove Gambadilegno ed Eli Squick lanceranno al nostro eroe una sfida pubblica per dimostrare i suoi poteri.
Su questa sfida, all'interno del teatro comunale, si giocano una serie di gag divertenti, che mostrano un Paperino diabolico e leggermente arrogante, che nonostante tutti gli imbrogli e l'intervento, nella seconda serata di spettacolo, dello storico nemico pedrocchiano, il Gatto, trionferà nella sfida lanciatagli dai due farabutti. In effetti il successo di Paperino, nonostante le evidenti falsificazioni, sembra una frecciata nemmeno troppo velata ai creduloni che sempre più spesso cadono nella rete di tutta una serie di faccendieri impegnati a spillar quattrini millantando la possessione di incredibili poteri paranormali.
Un altro modo di intendere Paperino è, come detto, quello di Taliaferro, considerato anche da Don Rosa come uno dei padri fondamentali per il personaggio. E un ottimo esempio di questo Paperino è sicuramente l'arrivo di uno dei suoi cugini più simpatici, alla cui creazione sembra abbia contribuito ancora una volta il grande Carl Barks.
Ciccio, il cugino di Paperino
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Eccezionale raccolto a Honking sull'HudsonL'avventura, successivamente rimontata per la pubblicazione su comic book (una delle ultime negli Stati Uniti su Donald Duck n.262 del marzo 1988, ed.Gladstone), venne riproposta su albo in Italia (la sua prima pubblicazione risale al 10 dicembre del 1938 su Paperino e altre avventure n.49, edito dall'Anonima Periodici Italiani) appena l'anno dopo, su Nel Regno di Topolino n.75 del 10 febbraio 1939 con il titolo di Paperino e il cugino Paperone. Infatti Gus Gander fu il primo personaggio disneyano a prendere il nome italiano di Paperone, nonostante fossero evidenti i suoi tratti da oca. Successivamente diventa Giangio per poi assumere il definitivo Ciccio per un ritorno di fiamma, almeno in Italia, sul finire degli anni Ottanta del XX secolo, ottenendo numerose apparizioni in varie avventure che ne esaltavano la pigrizia e l'ingordigia, ma anche l'ottimo gusto (come nel caso della serie sullo GNAM, una sorta di Nucleo Anti Sofisticazioni paperopolese).
Si prevede la massima produzione di cibo della storia.
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