In un delitto, le parti in causa sono due: il criminale e la vittimaUn poderoso volume contenente tre romanzi gialli di Alfred Edward Woodley Mason era rimasto lì, a languire per una ventina di anni circa, abbandonato dopo la lettura del primo dei tre romanzi, Delitto a Villa Rose. Protagonista indiscusso del volume è l'ispettore Gabirel Hanaud della Sûreté di Parigi, una sorta di teatrante dell'investigazione che dietro una apparente distrazione mostra un'attenzione ai particolari e una capacità deduttiva che rivaleggia con quella del più noto collega provato Sherlock Holmes.
- da Prigioniero nell'opale, trad. Maria Grazia Griffini
Questione di spalla
D'altra parte per Mason l'elemento importante in un romanzo giallo non è tanto l'intrigo o la sfida intellettuale/enigmistica con il lettore, quanto la costruzione dei personaggi e soprattutto di un investigatore in grado di concentrare l'attenzione e l'interesse del lettore.Per ottenere questo scopo, discostandosi così dal canone di Conan Doyle, la narrazione avviene in terza persona, pur se segue passo passo la così detta spalla, interpretata da Julius Ricardo, amico di Hanaud, in due dei tre romanzi, e da Jim Frobisher, avvocato londinese, nel secondo dei tre, La casa della freccia.
Spiccano, però, evidenti le somiglianze e soprattutto le differenze che evidentemente hanno spinto Mason a ripescare Ricardo nel Prigioniero nell'opale. Entrambe le spalle, infatti, hanno seguito Hanaud nelle sue indagini prendendo i proverbiali appunti (una sorta di tabella in stile pro/contro) e mostrando un'alternanza di emozioni nei confronti del francese che andava dall'ammirazione al rimprovero. La grossa differenza tra i due sta nel carattere di fondo, umile e propositivo quello di Frobisher, decisamente più altezzoso e a tratti arrogante quello di Ricardo. In questo senso quest'ultimo risulta così molto più efficace, sia grazie agli involontari effetti comici ottenuti (alcuni dei quali, a dire il vero, provengono dallo stesso Hanaud), sia grazie a una personalità nel complesso molto più forte. Lo stesso rapporto tra Ricardo e Hanaud, molto più confidenziale rispetto a quello con Frobisher, contribuisce a rendere più interessante persino lo stesso protagonista.
Anticipando il nero
Hanaud, di suo, ha però una forza narrativa che per certi versi supera quella di Sherlock Holmes. Non è solo una questione di fisico, più poderoso, o di mestiere (si sta, in fondo, discutendo di un poliziotto e non di un investigatore privato), ma anche di un gusto per la teatralità e di una ricerca delle luci della ribalta (quasi) completamente assenti in Holmes.Hanaud, per certi versi, ricorda al lettore moderno il tenente Colombo, portato al successo da Peter Falk nella famosa serie televisiva di genere poliziesco: apparentemente goffo e distratto, sembra porre domande inutili. In realtà l'investigatore è interessato alle reazioni delle persone, al loro agire, alla loro personalità.
D'altra parte lo stesso Mason sembra essere poco interessato al gioco enigmistico di genere: sia La casa della freccia, sia Prigioniero nell'opale presentano al lettore un più o meno ardito complotto che viene scoperto grazie all'omicidio intorno cui ruota ciascuno dei due romanzi. Certo, esiste un terminare ben preciso di questo complotto, che resta sostanzialmente abbastanza semplice da scoprire, rendendo più semplice l'identificazione del lettore con Hanaud piuttosto che con la spalla di turno.
D'altra parte molte delle azioni intraprese dall'ispettore francese sono tratteggiate con accuratezza e una buona dose di realismo, in particolare in Prigioniero nell'opale, che per certi versi risulta rivoluzionario e anticipatore del noir, genere che più di tutti si identifica con la rottura sullo schema enigmistico del classico giallo investigativo.
Il punto centrale del romanzo che chiude il trittico è, infatti, la ricerca non già del colpevole dell'omicidio, quanto della ragazza americana scomparsa durante la notte del crimine. Questo rende il romanzo ricco di atmosfera, con scene ora ricche di tensione, ora di adrenalina pura, mentre le spiegazioni finali gettano luce su una vicenda morbosa e oscura che soltanto il buon umore e le più o meno inconsapevoli gaffe linguistiche di Hanaud rendono decisamente più leggera, ma non meno interessante.
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