L'avevo acquistato un anno fa, Il calore del sangue, attirato dalla quarta di copertina, ma ho sempre procrastinato la lettura, pensando che con la Némirovsky sarebbe finita, come con Hrabal in una delusione. E' stata, al contrario, una piccola rivelazione.
Il piccolo e breve romanzo della scrittrice francese è insolitamente raccontato, almeno per l'età della scrittrice, dal punto di vista di un uomo che ormai ha vissuto la maggior parte della sua vita. Dopo aver tanto viaggiato è tornato nel suo paese natio, un posto tranquillo, dopo tutto, in cui come in ogni paese della provincia, anche e soprattutto italiana, tutti conoscono tutti. E come in ogni paesotto le voci, i pettegolezzi, non fanno altro che girare, crescere, e l'ostracismo e la diffidenza verso i nuovi, i diversi, sono quasi all'ordine del giorno. Dietro poi la patina di perbenismo sotto la quale si nascondono gli abitanti del paese si nascondono segreti, tradimenti, amori inconfessabili anche a se stessi.
Un romanzo veramente molto bello che scivola via con una prosa bella, semplice, pur se con pochi dialoghi. Un romanzo da leggere assolutamente.
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