C'è qualcosa di terribile e disarmante nel racconto di Franchini, dal modus operandi dei killer fino al movente stesso. Franchini, purtroppo, non si limita ad una raccolta di fatti e testimonianze, ma decide di introdurre il lettore all'atmosfera di Napoli, della Campania, del Sud: e così intervalla gli spezzoni dedicati a Siani, alla sua vita, alle testimonianze, all'inchiesta, con spezzoni della sua vita in famiglia, egli che ora è uno dei tanti emigrati al Nord per lavoro, una vita in cui troppo spesso mi sono ritrovato e che non ho amato leggere, perché la conosco, ne conosco le atmosfere e che, obiettivamente, è anche pesante da leggere alla lunga, rappresentando una ripetitività disarmante, cui solo l'andare via è un modo per sottrarvisi.
Ottimo il lavoro d'inchiesta, un po' meno quello autobiografico, che però si può e si deve sopportare anche solo per conoscere una vicenda terribile del nostro meridione. Una delle tante.
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