Iniziamo con il triangolo di Penrose (detto anche tribar, essendo costituito da tre barrette). Questo può essere disegnato su un foglio di carta completamente bianco o all'interno di due regioni anulari, come mostrato nelle figure qui sotto. Il triangolo può essere suddiviso in tre regioni distinte, denominate $Q_1$, $Q_2$, $Q_3$, che suddividono il triangolo in altrettante porzioni tridimensionali. Su ciascuna di esse si identificano due punti e, per esempio, il punto $A_{12}$ su $Q_1$ corrisponde al punto $A_{21}$ su $Q_2$ e così via. Cos'è allora che rende il triangolo di Penrose impossibile? Alcune ambiguità presenti nella figura. Innanzitutto non si conosce la distanza dell'oggetto rispetto all'occhio dell'osservatore (vedi figura più sotto), o ancora la figura potrebbe essere la raffigurazione di un'altra figura o potrebbe non rappresentare un oggetto tridimensionale. Supponiamo, ora, che esista un oggetto tridimensionale $O_1$ che è rappresentato dalla regione $Q_1$, e così altri due oggetti $O_2$ e $O_3$ per le altre due regioni. Su ciascuno dei tre oggetti si potranno identificare i punti $A'_{ij}$ corrispondenti agli $A_{ij}$ delle tre regioni del triangolo. A questo punto si definiscono i rapporti \[d_{ij} = \frac{d(E, A'_{ij})}{d(E, A'_{ji})}\] dove $d(E,*)$ è la distanza tra l'occhio dell'osservatore e il punto sull'oggetto reale.
Se prendiamo una coppia di queste distanze $(d_{ij}, \, d_{ik})$ e modifichiamo la distanza dell'occhio dell'osservatore dagli oggetti, dato un numero reale $\lambda$, vale la seguente relazione: \[(d_{ij}, \, d_{ik}) \rightarrow (\lambda d_{ij}, \, \lambda d_{ik})\] che ci assicura che queste quantità sono state ben definite all'interno del formalismo della teoria dei gruppi.
Ora, se la figura è reale, allora ciascuna delle quantità $d_{ij}$ sarà pari a 1, altrimenti esisteranno dei numeri positivi distinti (tre nel caso del traingolo di Penrose) tali che \[d_{ij} = \frac{q_i}{g_j}\] L'insieme di tali numeri fornisce le proprietà del gruppo coomologico della figura in questione.
Infine qui sotto altra figura impossibile basata sui cubi di Necker
Il post è basato su un articolo di Penrose:
Penrose, R. (1992). On the Cohomology of Impossible Figures Leonardo, 25 (3/4), 245-247 DOI: 10.2307/1575844 (pdf di una versione identica ma bilingue in inglese e francese via quora.com)
Per ulteriori approfondimenti (tecnici) c'è poi
Schattschneider, D. (2010). The mathematical side of MC Escher. Notices of AMS, 57, 706-718. (pdf)
Letture sicuramente più leggere sono M.C. Escher and Quantum Mechanics (Contextuality and Paradoxes) e Mathematical art of M.C. Escher.Vi lascio, infine, a Inspirations (via Open Culture) di Cristóbal Vila, quello di Nature by Numbers:
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