Stomachion

sabato 5 settembre 2015

Topolino #3119: il finale di Papere alla riscossa

Come da consuetudine delle ultime settimane ecco la recensione completa di Topolino #3119. Questa volta la recensione parte con il testo quasi integrale della brevisone dell'ultimo episodio di Papere alla riscossa, storia in cinque puntate di Marco Bosco e Silvia Ziche.
Come già scritto in occasione del primo episodio, Papere alla riscossa si distingue innanzitutto per la trama incentrata sul tema ecologico dello sfruttamento del territorio e della speculazione edilizia. Si comprende sin da subito che il tema è sentito dalla coppia di autori: le gag sono pressoché inesistenti, salvo alcune rare battute che al massimo strappano un sorriso, o quelle prettamente visive e ben interpretate da Ziche, come Nonna Papera provata dal lungo discorso fatto all'assemblea dell'Accademia delle Pannocchie per permettere la conclusione delle indagini.
La storia scritta da Bosco si suddivide, infatti, in due filoni narrativi ben distinti: quello di approfondimento ecologico-politico e quello investigativo. Mentre il primo è stato trattato in maniera efficace in ogni episodio, il secondo ha risentito della diluizione della storia in cinque puntate, riuscendo molto più efficace nell'ultima, anche grazie a un'ottima gestione della tensione narrativa e all'alternanza tra le scene nell'Accademia e nel covo dei criminali.
Forse, nel complesso, avrebbe giovato a una storia tutto sommato buona concedere uno spazio maggiore a ciascun singolo episodio rispetto alle 20 pagine che sono state utilizzate su ciascuno dei cinque Topolino.
Paperino Paperotto e i segreti di Quack Town è invece un divertentissimo episodio della serie dedicata al piccolo Paperino e ai suoi amici nel periodo in cui il nostro viveva alla fattoria di Elviry Coot, meglio nota come Nonna Papera.
La storia di Bruno Enna, disegnata da Giampaolo Soldati, mostra come nasce la passione di Paperino per il giornalismo: non a caso, da grande, lo troveremo impegnato presso il Papersera dello zio Paperone o presso Il grillo parlante dello zio Gedeone. Storia dinamica con un Paperino particolarmente folle e condita da battute brillanti, ottimamente disegnata da Soldati, che risulta particolarmente efficace nelle espressioni facciali: impagabili, in questo senso, quelle di un incontenibile Paperino.
Interessante osservare come il giornale pirata realizzato dai paperotti venga stampato con metodi molto... paperoniani!
Zio Paperone e l'imprevista duplicazione di Maurizio Amendola è una classica storia in cui una delle miriadi di invenzioni di Archimede genera un guaio, in questo caso per PdP. Il nostro, infatti, colpisce una macchina duplicatrice e per sbaglio si ritroverà a condividere una giornata o qualcosa di più con un sui doppio, esattamente identico a lui per carattere e ricordi.
In questa che è una sorta di parodia di Mi sdoppio in quattro con Michael Keaton, ciò che colpisce è il fatto che sia stata pubblicata: il lettore adulto, infatti, non si può non porre il problema dei diritti del "clone" e delle sue sensazioni al momento della sparizione. In un certo senso è proprio questa mancanza di approfondimento che rende la storia leggera e divertente.
Il numero si conclude con la storia in due tempi Basettoni e il colpo a doppia (anzi, tripla) sorpresa di Fausto Vitaliano e Valerio Held.
La storia, cavalcando le polemiche italiane (ma non solo) sulla sicurezza, si innesta nel sistema statunitense che prevede l'elezione anche di cariche importanti, come per esempio quella di commissario, finora ricoperta proprio da Basettoni. E' in questo senso interessante l'utilizzo di Rock Sassi, avversario di Basettoni alla carica. I sondaggi (che nella vita reale sono, in effetti, in forte contrazione) danno il sottoposto del commissario come favorito, essenzialmente perché giovane e con un bel ciuffo. Quest'ultimo, poi, cavalca l'onda della presunta insicurezza utilizzando le evasioni di alcuni dei principali criminali di Topolinia, addossando di fatto sul suo capo responsabilità non necessariamente sue.
A questo guizzo di attualità, gestito con la giusta leggerezza, si unisce il piano rapinatorio ideato da Eddie Buster che alla fine si scoprirà essere un bluff per permettere a Basettoni di catturare Gambadilegno e Macchia Nera e quindi di conservare il posto. Se da un lato la preparazione e il racconto del colpo è in stile Ocean's eleven, dall'altro c'è il poco etico utilizzo del suo potere da parte di Basettoni. Chiariamo bene: non c'è niente di realmente ipocrita o doppiogiochista nella caratterizzazione di Basettoni, e purtroppo è proprio questo che, personalmente, mi ha turbato di più. Sarà perché sono anarchico, sarà perché sono adulto, sarà per entrambi i motivi, ma questo modo di procedere mi ha dato più fastidio di, per esempio, il Basettoni del Doppio segreto di Macchia Nera.

Nessun commento:

Posta un commento