Lessi la mia sentenza con fermezza -
la controllai per essere sicura
di non aver frainteso
nella clausola finale
la data e la forma della vergogna -
e poi la pia frase
'Dio abbia misericordia' dell'anima -
i giurati si espressero così.
Cercai di abituare la mia anima
alla sua fine, perché in quel momento
non le sembrasse estranea l'agonia -
ma lei e la morte, fatta conoscenza,
s'incontrassero tranquille, come amiche -
salutandosi e passando senza un cenno -
e lì si chiudesse la faccenda.
(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)
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